erasmus

Erasmus è stata una bella opportunità per studiare all’estero, vedere posti nuovi, conoscere gente e farmi scopare come una matta lontano dal controllo dei miei, adesso, a 18 anni torno in Italia ed affronto la vita qui con uno spirito nuovo e con la consapevolezza che sono decisamente una bella troia diciottenne.
Me ne sono resa conto ad Amsterdam quando ancora avevo 16 anni, e ad una festa mi hanno sverginato figa e culo in 4 con mia somma goduria, ci sono rimasti un po’ male quando alla fine gli ho chiesto se avevano finito e se non avessero voluto continuare, negli anni successivi ho sempre cercato bei ragazzi con un cazzo robusto che potessero darmi quello che avevo scoperto piacermi di più. Non mi sono mai fatta pagare anche se avrei potuto, una bella ragazza giovane disponibile, avrei guadagnato parecchio, penso, ma non era quello che mi interessava, del resto non mi mancava niente, ci pensava papà.
Tornata a casa ho avuto un primo momento di sbandamento, abituata alle città europee trovarmi in un piccolo centro in Sicilia mi sembrava di essere fuori dal mondo, poi mi accorsi che la vita in una piccola città di provincia non era male, almeno per il genere di ragazza che ero
La mia famiglia era abbastanza in vista, papà faceva il notaio, mamma non so in quante associazioni culturali o di beneficenza era introdotta, la cosa procurava in molti un sentimento di invidia, poi giravano parecchie chiacchere su diverse persone del Paese riguardanti un argomento che da noi era sempre stato principe : le corna, poi c’era una netta divisione sociale tra le categorie e, non ultima, la presenza di un certo numero di immigrati che giravano liberamente e senza controlli per tutta la città.
Una delle categorie più numerose era quella degli avvocati, in città ce n’erano ben cinque, tutti frequentatori di casa nostra dell’età di papà o più grandi, flirtare con loro era divertente, anche perché portarsi a letto la figlia del notaio sarebbe stata per tutti una bella soddisfazione ma solo due la ebbero, uno per caso e l’altro, invece per mia scelta dopo che ebbi saputo che la moglie si lamentava per la grandezza del suo pene. Nel primo caso andavo a cavallo un paio di volte alla settimana, era una cosa che mi piaceva molto, adoravo i cavalli e mi eccitavo quando con un cavalla in calore nelle vicinanze tiravano fuori i loro attributi, comunque cavalcava anche lui e un pomeriggio che mi ero fermata vicino ad un torrente per rinfrescarmi lasciando il mio stalloncino arabo a pascolare sotto gli alberi arrivò lui con una cavalla polacca e vedendomi si fermò per fare quattro chiacchere lasciando la sua cavalcatura vicino alla mia, mentre eravamo seduti sull’erba vedemmo i cavalli che si agitavano ed il mio era decisamente eccitato e stava sfoderando il suo cazzo enorme allora l’avvocato senza scomporsi
- Eccitante vero?
- La forza della natura
- Beh, con attributi del genere quale femmina non sarebbe disponibile
Da noi la parola femmina per indicare una donna era normale
- Eh si ma voi uomini non avete attributi del genere, stuzzicandolo
- Vero ma ce la caviamo lo stesso, soprattutto quando troviamo una femmina che ci fa sangue
- E come dovrebbe essere?
- Proprio come lei, se non fosse cosi’ giovane…
- Mai guardato all’età
Ormai era vicino, ho un bel seno evidenziato dalla camicetta stretta che portavo. La sua mano mi strinse uno dei seni e mi guardò per vedere la mia reazione che fu quella di mettergli la mano sul rigonfio dei pantaloni e poi di prendere la cerniera ed abbassarla, il suo cazzo quando lo estrassi dai suoi pantaloni era normalissimo, ma ormai c’ero e mi ci chinai sopra prendendolo in bocca mentre lui aveva slacciato un paio dei bottoni della mia camicetta e ci si era infilato sotto, poi tolsi i miei pantaloni da equitazione mostrandogli il mio perizoma e mi sedetti sopra di lui di fronte infilandomi il suo cazzo nella fighetta, lui era con la faccia tra i miei seni mentre io appoggiandomi alle sue spalle andavo su e giù, avevamo dimenticato i nostri cavalli, comunque riuscii a ricavarne un orgasmo e lui a scaricare il suo sperma dentro di me, mi ricomposi e gli diedi un bacio al lato della bocca, il mio stalloncino era meno agitato, chissà se aveva concluso qualcosa.
l'altro avvocato lo incontrai in una delle tante piccole feste organizzate da una delle associazioni di mamma, mi ero messa in lungo come piaceva a mamma, le mie mini non la entusiasmavano, e neppure a papà, però avevo una bella scollatura sulla schiena ed uno spacco sulla gamba destra, il sandalino tacco 8 forse era un po’ eccessivo per me che non ci ero abituata, in totale eravamo una quarantina di persone che chiacchieravano tra loro, i camerieri giravano con vassoi di bevande e finger food, l’avvocato mi fu presentato proprio da mamma, o meglio io fui presentata, orgogliosamente, a lui, come fossi un trofeo e lui fu molto galante come molti degli uomini siciliani di una certa età, la stessa di papà.
- Signorina ha portato un aria di freschezza in questa nostra triste città
- Ma a me piace non mi sembra così triste
- Lo era prima che arrivasse lei
Un abitudine dei nostri uomini è quella, comunque, di provarci
- È qui da solo avvocato?
- Purtroppo si, mia moglie aveva una forte emicrania
- Mi dispiace
- Eh le capita spesso purtroppo in questa stagione
- Comincia a far caldo, andiamo sulla terrazza di dietro?
- Ha si certo non ci sono mai andato, solo su quella davanti
- Si quella non prende il sole al pomeriggio e resta più fresca
Ci spostiamo nella sala recuperando due flutes di spumante, papà non vuole champagne in casa, solo bollicine italiane, arrivati sul terrazzo
- Ha ragione, qui è più fresco
La terrazza è a elle
- E in quell’angolo c’è anche una bella corrente fresca
Ci appoggiamo alla balaustra guardando il giardino
- Si è trovata bene con il programma Erasmus?
- Si abbastanza ma mi mancava la Sicilia, il clima, il paesaggio, la gente
- Vero, a volte penso sia la cosa più simile al paradiso che ci sia
- Però la vita in provincia…….
- Cioè?
- Troppe voci, pettegolezzi, nessuno che si fa gli affari propri, anche inventando storie
- Non immagina quanto sia vero
- Uffa mi scusi avvocato, mi slaccerebbe il bottone sul collo, avevo detto a mamma che volevo mettere un altro vestito
Me lo slaccia ed io con le mani tengo il davanti del vestito per rimanere con il seno coperto
- Ecco grazie, così va meglio, quel colletto intorno al collo mi faceva mancare l’aria
- Beh ma adesso deve fare attenzione, serviva a tenere tutta la parte alta del vestito
- Si si certo grazie,
cominciai a farlo sventolare come per farmi aria, scoprendo ogni volta un po’ del mio seno, il suo sguardo era fisso lì
- Devo proprio dirglielo, lei è bellissima come la sua mamma
- Anche lei avvocato, simpatico, elegante e un bell’uomo, sono stata fortunata stasera
Lui mi si mette dietro, dapprima con le mani sulla balaustra ai miei fianchi, poi staccandole dalla balaustra e portandole oltre la stoffa sui miei seni, sento la sua virilità premere sulle mie natiche
- Forse sono stato io il fortunato?
- Forse lo siamo entrambi
Mi solleva il vestito dietro lasciando i mie seni che io non penso più a coprire, il mio perizoma non è un ostacolo sufficiente, sento il suo cazzo premere e superare le mie grandi labbra, non era una fake news, è davvero grosso, mi godo ogni centimetro del suo tragitto nella mia figa e quando comincia a scoparmi tenendosi ai miei seni ho già un primo sentore di orgasmo, i suoi colpi sono profondi e decisi, non posso fare altro che subire il suo piacevolissimo assalto, cerco di soffocare il mio orgasmo ma non posso, anche la sua sborra è copiosa mentre mi allaga la figa, poi esce da me respirando forte
- Hai un culetto stupendo, se ci fosse tempo……..
- Ci sarà occasione, ora aiutami a mettermi in ordine e torniamo di là
Torniamo tra gli ospiti e sia io che lui andiamo in bagno quando ci rivediamo dopo mi dà un biglietto
- Ho una casetta al mare, ti ho messo l’indirizzo, il mio numero ed il percorso
- Io posso solo domattina ma tu lavorerai
- Mi libero non ti preoccupare
La notte in camera mia tiro fuori dal borsone il lubrificante anale e i tre plug in che ho comprato ad Amsterdam, durante la notte li suso tutti e tre con il lubrificante lasciando poi il più grande fino al mattino, dopo la doccia e la colazione prendo il motorino e parto, in effetti è a mezz’ora di strada, lui è già lì sotto la verandina, quando arrivo si alza e mi offre un the freddo, fa già caldo, poi entriamo, si sta bene, c’è l’aria condizionata accesa, nella camera da letto c’è un letto antico a baldacchino, i vestiti volano via in un baleno, finalmente lo vedo, la sera prima l’ho solo goduto, è grande, sarà lungo una ventina di centimetri in erezione, valuto ed una dozzina di circonferenza, sul letto me ne approprio subito e comincio a segarlo e leccarlo, poi me lo metto in bocca per succhiarlo e insalivarlo meglio che posso, lui invece esplora tutto il mio corpo, prendo i cuscini dal letto e me li metto sotto la pancia offrendogli il mio culetto, mi lecca il buchino per un po’ poi ci punta il suo attrezzo e inizia a spingere per far entrare intanto almeno la cappella, inizio a soffiare come penso facciano le donne che partoriscono, solo che da loro si esce e non si entra, lo fa lentamente, un centimetro per volta dando al mio sfintere il tempo di adeguarsi, ho le sue mani sulle natiche che le tengono allargate, è quasi dentro tutto quando comincia ad arretrare e poi a spingere di nuovo, mi sciolgo dal piacere, sento i suoi coglioni sbattere sul mio culetto ad ogni affondo, il primo orgasmo non si fa attendere e lui pompa imperterrito, mi godo ogni colpo, le mie dita nella mia figa che gronda, non è una cosa veloce , per fortuna, poi arriva il diluvio nel mio sfintere, tanto sperma caldo e denso.
Rimango sul letto mentre lui va in bagno a lavarsi, mi piacciono le presone pulite, , quando torna si stende vicino a me continuando ad accarezzarmi, io faccio lo stesso con lui poi gli vado sopra e mi metto il suo uccellone tra i seni cominciando a segarlo con quelli, ha gli occhi chiusi, si gode il trattamento, quando i miei seni non riescono più a trattenerlo si erge ancora spettacolare e stavolta sono io che mi ci impalo sopra accontentando la mia figa ed iniziando a cavalcarlo fino a quando godiamo tutti e due ed io crollo su di lui.
- Cosa farai in futuro ?
- Sono iscritta all’università a Roma
- Facoltà?
- Giurisprudenza
- Bellissimo, quando finisci i corsi d’estate puoi venire da me a fare la stagista
- Così da alimentare nuove dicerie sul tuo conto?
- Così da scopare tutta l’estate
- Ahahah vedremo
Torno a casa contenta, devo rimanere in Sicilia ancora un mesetto prima di cominciare la mia nuova avventura a Roma e devo ancora conoscere il macellaio, il direttore della posta, lo chef dell’unico ristorante stellato della città, un bagnino del lido ed uno stalliere di colore particolarmente carino, un mese impegnativo, piacevolmente impegnativo.
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