dopo il funerale

Giro senza meta nella calura estiva della notte di agosto in città, a Milano non c’è in giro quasi nessuno, con la mia piccola Mazda, capote abbassata percorro i viali delle circonvallazioni, sono passate le due , nel pomeriggio ho seppellito mio marito, dopo tre anni di matrimonio, un malore improvviso, hanno detto, a 25 anni mi trovo di nuovo sola, passo davanti ad un paio di locali una piccola folla di giovani tra gente che entra e gente che esce, qualcuno si ferma a guardarmi passare, vorrei fermarmi a bere qualcosa, qualcosa di forte ma devo guidare, rientrare nel nostro appartamento vuoto con la parete piena delle nostre foto insieme, no, non ce la faccio. Al funerale qualcuno mi guardava e bisbigliava, forse il mio tubino nero troppo corto o scollato o aderente? O le scarpe con il tacco troppo alto? oppure perché non riuscivo a piangere? Non lo so, quando tutto è finito al cimitero sono rimasta sola davanti al loculo, è dovuto venire il custode a dirmi che stavano chiudendo per farmi uscire, credo di essermi addormentata o forse addirittura svenuta in macchina, quando mi sono ripresa ho cominciato a guidare, avevo fatto il pieno il giorno prima, non ho bisogno di fermarmi. Non vado forte, non ne ho bisogno, mi piace concentrarmi nella guida, di solito mi rilassa, stanotte non ci riesco, ho acceso lo stereo, il nostro cd preferito di Vasco, ho spento subito.
Sul viale davanti al Parco Ravizza un paio di trans mi seguono con lo sguardo mentre passo, poi si accorgono che sono una donna e non gli interesso più, non faccio uso di farmaci, a parte la pillola. Avrei proprio bisogno di qualcosa di forte per stordirmi e non dover più pensare a nulla, non sono abituata neppure ai liquori, ne basterebbe poco, probabilmente tre o quattro bicchieri, ma non mi voglio fermare.
Lo stadio ed il galoppatoio alla mia sinistra, un paio di extracomunitari sdraiati sulle panchine, Milano di notte, sono quasi le quattro, alla fine un insegna accesa, l’auto si ferma quasi da sola lì davanti, “Bar degli amici” , per raggiungere il bancone devo percorrerlo tutto si sente solo il rumore dei miei tacchi nuovi, ho comprato le scarpe al mattino, non ne avevo un paio adatte al mio tubino nero, in uno spazio laterale un biliardo coperto da un panno, ad un tavolo quattro uomini fumano, bevono e giocano a carte a quell’ora nessuno gli dice niente, il barista dietro al banco sembra stanco oppure solo annoiato, lo sento dire
- Ragazzi dopo questo giro basta, chiudiamo
Do un’occhiata ai giocatori, non mi sembrano tanto ragazzi, arrivata al bancone non so cosa ordinare, poi vedo sullo scaffale una bottiglia di “Foundador”, Carlo lo beveva sempre e lo ordino.
Il barista me ne versa in un bicchierino e poi lo sistema sul banco vicino a me, mentre lo fa mi sbircia nella scollatura, mi siedo su uno sgabello e bevo il mio cognac, comincio subito tossire, il barista interviene
- Signora, tutto bene?
- Si si grazie me ne da un altro?
Stavolta lo bevo lentamente ruotando sullo sgabello e guardandomi intorno nel locale, mi sembra che i giocatori si siano fermati o forse stanno solo bevendo anche loro, finisco il mio secondo bicchiere, quasi non ne sento il sapore, però è forte, mi accorgo di essere senza borsa
- Mi scusi, ho lasciato la borsa in macchina, la prendo e torno subito
Dal tavolo dei giocatori
- Mario lascia stare offriamo noi alla signora, dagliene un altro
Il barista mi mette davanti un altro bicchierino, mi volto verso i giocatori alzandolo per ringraziarli, comincio a stare meglio, mi gira solo un po’ la testa ma va tutto bene, mi accorgo che il mio bicchierino è ancora pieno, o forse è un altro, comunque lo bevo e poi mi alzo dallo sgabello per andarmene ma mi sembra di barcollare, mi devo appoggiare un attimo al muro, rumore di sedie smosse
- Calma calma, le gira un po’ la testa? Eh è forte il cognac se non si è abituati
Mi fanno sedere, in effetti la testa gira un po’, mi porgono un bicchiere, un po’ d’acqua e poi un altro, questo è ancora cognac
- vuole stendersi un po’ finchè le passa?
Devo aver fatto cenno di si con la testa, perché mi aiutano ad alzarmi
- su datemi una mano, sul biliardo
- le manca l’aria? Sarà il vestito troppo stretto
sento la cerniera che viene fatta scendere e subito mi sento meglio, anche il gancio del mio reggiseno push up viene aperto, respiro proprio meglio, quasi mi sollevano di peso e mettono sul panno del biliardo, la voce del barista
- le scarpe
mi sfilano le decoltè, cominciavano a farmi un po’ male, qualcuno mi accarezza il seno, la parte alta del mio vestito è stata ribaltata in avanti, sento i mie capezzoli irrigidirsi, sto veramente meglio, qualcun altro sulle mie cosce fino a sotto il vestito, sento le mie mutandine scendere sulle mie gambe fino alle caviglie e poi sparire, un'altra costrizione in meno, il mio vestito mi viene sfilato da sotto e segue i miei slip, adesso respiro bene, mi verrebbe voglia di dormire, poi tutte queste carezze mi conciliano il sonno, solo il rumore fastidioso di una serranda che scende, sto sognando di essere con Carlo, il suo cazzo striscia sulle mie labbra, tiro fuori la lingua per catturarlo, non ci riesco, sembrano quasi due anziché uno, la mia lingua va da uno all’altro, le mie labbra li trattengono per poco.
Adesso lo sento strisciarmi sulle cosce, arriva alla mia figa che non aspetta altro che essere penetrata dal suo bell’uccello, ecco che entra, uhmmm che bello mentre mi scopa, continuo a godere e lui sembra non fermarsi mai va avanti per tantissimo tempo, addirittura alla fine mi sembra che il suo cazzo sia sempre più grande, ho sempre adorato il suo cazzo e le sue mani poi che non smettono di stuzzicare i mie capezzoli, sento il suo sperma caldo dentro e sopra di me, quando esce da me io sto angora godendo, cambio posizione girandomi prima sul fianco e poi a pancia sotto mettendo la testa sopra le mie braccia, sento la sua lingua sul mio buchino del culo, gli è sempre piaciuto il mio culetto, l’ho concesso solo a lui, è stato il primo e l’unico, ecco che vuole anche quello, mi agito un po’ per permettergli di entrare e allargo le gambe il più possibile, le sue mani forti sulle mie natiche tenendole allargate è dentro di me, mi ha riempito con la sua carne dura, è instancabile, come sempre, forse ora ancora di più i miei orgasmi si susseguono senza sosta, chi mi scopa nel culo sembrano due Carlo o forse tre, quattro o addirittura cinque, non mi ha mai fatto godere così tanto, ancora i suoi baci sulla schiena e continuo a dormire.
Ho la bocca secca devo bere un po’ d’acqua, apro gli occhi sono sdraiata su un biliardo, ho vaghi ricordi, devo aver bevuto troppo, i miei vestiti ben piegati su una sedia, li prendo e vado nel bagno che è evidenziato dall’etichetta sulla porta, devo essermi masturbata nel sonno perché sono tutta appiccicaticcia e anche il culetto mi brucia un po’, comunque c’è anche un bidet che uso, poi mi vesto ed esco a recuperare le mie scarpe, oltre il banco riesco a versarmi un bicchiere d’acqua, poi la serranda si alza
- a buongiorno, si è svegliata, ehh ieri sera ha esagerato un po’ con il cognac
- ho paura di sì, mi sono ritrovata senza vestiti sul biliardo
- non ricorda nulla?
- Solo qualcosa di confuso
- Mia moglie ha pensato sarebbe stata più comoda senza vestiti e poi faceva caldo
- Si è vero, ho approfittato del suo bagno
- Ha fatto bene, vuole un caffè?
- Ucciderei per un caffè e magari anche per qualcosa da mangiare
- Abbiamo solo delle brioches confezionate, si serva pure mentre faccio i caffè
Fatta la colazione mi dà le chiavi della mia auto che è parcheggiata lì davanti, saluto e mi rimetto alla guida, poi come un macigno mi colpisce all’improvviso il ricordo di Carlo e vado verso il cimitero, poi per forza dovrò andare a casa, per fortuna ho trovato quel bar e mi sono potuta sfogare con qualche cognac e sono stati così carini da farmi dormire sul biliardo, per il futuro, se sentirò il bisogno di bere per tirarmi su so che potrò andare in quel bar in sicurezza.
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