il lavavetri

Sono arrivato in Italia con un barcone, volevo fare il pugile, al mio Paese avevo fatto qualche combattimento vincendolo ma qui non ci sono riuscito, l’unica cosa che ho fatto è stata imparare l’italiano e poi ho trovato un lavoro, faccio il lavavetri, non quello che lava i vetri della macchine per strada, sono uno di quelli che sale su delle specie di ponteggi che salgono e s scendono all’esterno dei grattacieli e lavano i vetri delle finestre.
Il mio lavoro non mi dispiace, non è troppo pesante e vedi un sacco di cose interessanti, certo che con il mio fisico speravo in qualcosa di meglio, sono alto un metro e novanta per 80 kg. Nell’ultimo anno ho imparato che il furto viene quasi sempre denunciato, lo stupro quasi mai.
Chi abita nei grattacieli dove lavoro io sono in genere coppie o single ad alto reddito e, con i dovuti accorgimenti riesci a guadagnare e a divertirti, a me piacciono molto le donne italiane, soprattutto se sono magre, quando le scopi lo sentono meglio e se sei un po’ più grosso come me le fai proprio impazzire.
Nel grattacielo 11, ad esempio, ci sono 3 single molto carine, poi c’è la moglie di un architetto al settimo piano e due mamme al decimo e dodicesimo, se ci sono i bambini piccoli è meglio, fanno di tutto per paura.
Riesci anche a vedere spesso come attivano e disattivano gli allarmi e gli oggetti che hanno in casa, l’importante è non esagerare, del resto la scelta è ampia, nel mio gruppo ci sono 12 grattacieli o simili.
Ho deciso di cominciare dalla moglie dell’architetto, è bionda, alta e gira per casa sempre in mutande con una canottierina leggera che lascia vedere il seno prosperoso e il marito almeno per due o tre giorni a settimana non c’è.
La mia tuta da lavoro nera è perfetta, leggera, si mette sopra gli altri vestiti e poi si può buttare via e si brucia in un attimo, sotto porto solo i boxer, ho delle scarpe con la suola di corda che non fanno rumore, i guanti sono importanti leggeri, due paia in lattice uno sopra l’altro, un sacchetto estensibile, fascette di plastica ed un coltello da caccia, per la faccia basta mettere qualche striscia di colore bianco , del resto io ho Studiato con attenzione, non ci sono telecamere o allarmi interni, l’unico allarme lo attaccano quando escono.
Sono le due di notte, orario perfetto, le luci quasi tutte spente nei palazzi intorno, avevo lasciato apposta il trabattello al piano, mi ci calo sopra dal terrazzo, la finestra di uno dei bagni si apre, ci ho pensato io quando ho pulito i vetri, la casa è in silenzio, ne conosco bene la disposizione sono in camera, la vedo sotto il lenzuolo, accendo la luce sul comodino, mi guarda un po’ stralunata, fa per urlare ma la mia mano è più veloce e l’altra le fa vedere il coltello, smette subito di agitarsi, la scopro di colpo, è nuda sotto il lenzuolo, le parlo con calma
- Se stai calma non ti farò niente adesso tolgo la mano non voglio sentirti urlare
- Mio marito sta per tornare
Le do una sberla non troppo forte
- Cominci male, perché mi dici le bugie? Tuo marito non tornerà fino a dopodomani
- Adesso non ti agitare, devo legarti, devo fare un paio di cose e torno da te
Non c’è molto in giro ma mi basta , qualche gioiello d’oro, un orologio, dei contanti dalla sua borsetta, sono quasi 1000 euro, tutto nel sacchetto poi torno da lei, non mi interessano le cassaforti o cose del genere.
Il suo letto in ottone è perfetto, le ho legato i polsi insieme alla testiera, le gambe gliele ho lasciate libere, tolgo la tuta e le scarpe e salgo sul letto vicino a lei, mi guarda spaventata, le faccio vedere ancora il coltello e glielo passo intorno ai capezzoli sono duri e dritti verso l’alto, davvero un seno splendido devo metterci la bocca e le mani, il mio cazzo si sta già indurendo, tra poco posso cominciare, tolgo i boxer e glielo faccio strisciare sulla pancia, poi in mezzo alle gambe sulle sue cosce, la sua figa quasi gocciola, la guardo in faccia mentre la penetro, chiude gli occhi per il piacere, me ne accorgo, poi non si lamenta ma mugola mentre la scopo strizzandole i capezzoli
- Ti piace così?
- Mmmh
- Se vuoi ti scopo più forte, ti piacerebbe?
- Uhmmm si (sussurra)
- Sei proprio una troia
I miei colpi si fanno più profondi e lunghi, i suoi mugolii più forti, la troia sta già venendo ma io sono solo all’inizio e spingo più forte, ha davvero una bella figa calda e accogliente, viene ancora mentre la inondo con il mio sperma, respira forte, mi tiro su e le passo il mio cazzo sporco sulle labbra, voglio che lo lecchi per bene e glielo dico, poi le taglio la fascetta che la tiene immobilizzata alla spalliera lasciandole però i polsi uniti e la giro, voglio dedicarmi al suo culetto, mi è passato davanti tante volte coperto dalle sue mutandine. ci ficco quasi dentro la lingua e lei già si agita, anche questo le piace, penetrarla nello sfintere con il mio grosso cazzo la fa tremare tutta, soffoca i suoi lamenti nel cuscino, la tengo stretta per le natiche e poi comincio a martellarla facendola sobbalzare sul materasso, all’inizio sento solo urletti e poi miagolii come fosse una gatta, sotto di lei il lenzuolo è bagnato dei suoi umori, dei suoi orgasmi, il suo culo è stretto e il mio cazzo ci striscia facendo rumore come di sfregamento, il suo sfintere lo stringe come in una morsa ma il mio ed il suo piacere aumentano, mentre lo tiro fuori mi svuoto dentro di lei che sospira forte.
Mi metto di fianco a lei stringendola a me e passo le sue braccia intorno al mio collo, non cerca di staccarsi, anzi accavalla le sue gambe sopra le mie, la bacio e lei risponde mettendomi la lingua in bocca, che gran troia, sarà una notte lunga.
Tra una cosa e l’altra ho recuperato più di 5000 euro ma adesso per ameno un mese la torre 11 non va toccata. Nella torre 3 all’ottavo piano c’è una coppia appena tornata dalla luna di miele lei ha una gran massa di capelli rossi lunghi e ricci, le foto che hanno messo su internet la fanno vedere in costume, merita sicuramente una mia visita, per di più la lista di nozze prevedeva solo lingottini d’oro, era scritto sempre su internet, il marito è un giovane avvocato penalista, dal suo studio dicono che sarà assente un paio di giorni per una causa a Napoli, al mattino ho pulito le vetrate, lei era vestita ma stava mettendo in una scatola di legno in soggiorno, sopra il camino dei lingottini d’oro contandoli, ho calcolato circa 4 lg.
È facile manomettere le maniglie delle finestrelle dei bagni, di giorno poi le tengono spesso aperte.
Probabilmente il fatto che il marito sia lontano non l’aiuta a dormire, è nel salone su un tappetino che fa ginnastica con un body molto carino, la guardo da fuori per un po’, alle due di notte finisce e vedo che va nel bagno principale, non quello dal quale entrerò, non aspetto e approfitto per sgattaiolare dentro casa, dalla porta chiusa del bagno sento il rumore dell’acqua, starà facendo la doccia, mi nascondo dietro una parete vicino alla sala, quando esce dal bagno con un corto accappatoio addosso va a versarsi un dito di cognac da un carrello nel salone, poi si siede sul divano, le arrivo da dietro passandole un braccio intorno al collo e mostrandole il coltello, non fa un fiato ma lascia cadere il bicchiere.
- Adesso se non fai storie non ti faccio male, se hai capito fammi un cenno con la testa
Lei dice di si, con il coltello scendo verso la scollatura dell’accappatoio, da dietro ed arrivo alla cintura sciogliendola e poi ne allargo i lembi, una leggera peluria rossiccia sulla sua figa un seno pieno con delle efelidi e dei bei capezzoli rosa, la punta del mio coltello ne disegna il contorno, la sento trattenere il fiato
- Sai cosa farò vero?
Lei fa ancora cenno di sì
- Io ti scoperò fino a farti male ma se non farai storie non ti ucciderò, hai capito?
Altro cenno di assenso
- E non farai storie?
Stavolta scosse la testa
- Porta le braccia in alto e unisci le mani
Quando lo fece ci passai intorno la fascetta e la strinsi, poi tirandola per le braccia la feci alzare portandola da me dietro al divano, col coltello tagliai l’accappatoio e lo lasciai a terra, aveva anche un bel culo alto, forse sarei partito proprio da quello, la spinsi contro la spalliera del divano facendola piegare un po’ in avanti e mi sfilai la tuta , le scarpe e i boxer, le feci sentire il mio cazzo nel solco tra le natiche mentre con l’altra mano la tenevo piegata in avanti per il collo, le infilai u dito nel buchino dello sfintere, con forza sentendo un suo leggero “aha” istintivamente allargò un po’ le gambe, la spinsi a piegarsi ancora un po’ di più, i suoi piedi toccavano a malapena il pavimento poi tolsi il dito e lo sostituii con la mia cappella, faticai un po’ a farla entrare e lei soffiava respirando forte
- Il tuo maritino non te l’ha mai messo nel culo?
Ancora scosse la testa
- All’inizio fa un po’ male ma poi vedrai ti piacerà un sacco
Non spinsi lentamente ma a scatti la sentivo agitarsi e muoversi cercando forse di agevolarne l’ingresso per sentire meno male poi comincia a scoparla forte ed iniziò a mugolare anche lei come le altre, la tenevo per i fianchi e vedevo le sue tette andare avanti e indietro mentre la scopavo, per un paio di volte i suoi mugolii cambiarono mentre veniva, alla fine però urlò il suo orgasmo senza trattenersi ed io feci lo stesso riempendole l’intestino con la mia sborra, poi la tirai indietro facendola sedere per terra con la schiena appoggiata al divano e la obbligai a prendermelo in bocca anche se era sporco oltre che del mio sperma anche un po’ della sua merda, probabilmente quando era andata in bagno prima si era anche scaricata perché era appena accennata, comunque leccava e succhiava come una professionista, poi la tirai in piedi di fronte a ne e passai la lama affilatissima del mio coltello sulla peluria rossiccia della sua figa, qualcuno dei peli venne reciso mentre lei tratteneva il fiato, poi lasciandola appoggiata con il sedere al divano la penetrai di colpo spingendo i mei colpi con forza, ad ogni affondo i suoi piedi si staccano da terra e lei d’istinto mi passò le sue braccia legate sopra la testa sopra il mio collo fino a che anche le sue gambe si incrociarono sulla mia schiena, quando venimmo tutti e due lei non sciolse il nostro abbraccio, anzi mi sembrò facesse più forza per aumentare la pressione tra noi
- Voi bianche siete incredibili, quando provate un cazzo nero non lo mollate più
Lei non rispose ma il suo sorriso fu eloquente, per il testo della notte ci trasferimmo nella sua camera da letto, mi disse che suo marito non la scopava così e poi non era dotato come me, me ne andai prima dell’alba lasciandola dormire anche se ancora con le mani legate, non avrebbe avuto problemi a tagliare la fascetta, e avevo quasi ragione sull’oro, 3 kg e 800 grammi.
Passai due anni facendo lo stesso lavoro, avevo poi un regolare permesso di soggiorno dovuto anche all’attività totalmente legittima che avevo messo in piedi, una piccola palestra per difesa personale dedicata alle donne, facevamo anche boxe e avevo assunto anche un paio di aiuti arrivati dal mio stesso paese e, ogni tanto, la sera, chiudevamo la palestra e allieve ed istruttori si divertivano insieme ma i nostri incontri non erano propriamente di lotta.
Generi
Argomenti