una quindicenne incazzata

Viviamo in un vecchio palazzo in Via Ripamonti, io mamma e papà, papà lavora in una società di stampaggio della plastica e dal lunedì al venerdì fa il turno 12/19, il sabato e la domenica è a casa, mamma fa la sarta in casa e guadagna bene, io vado a scuola, alle superiori e torno a casa tutti i giorni verso le 14 compreso il sabato.
Fino allo scorso anno non avevamo un custode nel palazzo, poi l’amministratore ha assunto un ragazzo senegalese che pulisce anche le scale ed il cortile e dorme in un monolocale al piano seminterrato.
Il problema è che un giovedì la prof di latino è stata male e sono tornata a casa un ora prima, ho la chiave per cui non ho bisogno di suonare il campanello, entro, mollo lo zaino, come al solito nell’ingresso e faccio per andare in cucina ma sento rumore dalla camera di mamma, allora ci vado per dirle che sono tornata, il rumore è più forte e sembrano lamenti, apro la porta piano socchiudendola, vedendo dallo specchio dell’armadio cosa sta succedendo, mamma piegata in due con i seni al vento con il custode dietro di lei che la sta scopando, lascio la porta socchiusa, ripendo lo zaino ed esco di corsa sedendomi poi sui gradini della scala, mia madre che tradisce papà con il custode, e chissà da quanto, ma che stronza, penso, non voglio comunque che si accorga che io so. salgo di un pianerottolo ed aspetto che lui esca, poi scendo ed apro la porta facendo il massimo rumore possibile ed urlando dal corridoio
- Ciao mamma, sono a casa
Lei arriva sistemandosi la vestaglia e si mette subito a scaldarmi il pranzo lei ha già mangiato con papà prima che uscisse, la guardo e ha la faccia un po’ arrossata, immagino ancora un po’ eccitata, la stronza.
Forse è vero che noi figlie femmine siamo innamorate dei nostri padri, però a me, a 15 anni dà decisamente fastidio quello che fa la mamma.
Al mattino quando esco l’altro stronzo mi saluta dandomi il buongiorno mentre pulisce il cortile, rispondo con un monosillabo.
Voglio capire se è una cosa capitata oppure si tratta di un’abitudine, anche se, adire il vero, non è che la cosa faccia molta differenza, ma a volte ci mettiamo in testa delle cose che, in effetti sono inutili.
Aspetto il giovedì successivo per vedere se è il giorno in cui loro si incontrano e mi faccio una giustificazione fasulla per uscire prima, arrivata a casa lo stesso rumore della settimana prima, non vado ad indagare aprendo la porta, esco e mi nascondo come avevo già fatto, è assodato che lo fanno il giovedì e magari anche altri giorni.
Non posso affrontare mamma ma posso rompere le palle al senegalese, devo inventarmi qualcosa.
Il lunedì pomeriggio vado a giocare a tennis, con il mio completino scendo nel seminterrato, la porta del monolocale è aperta come quella del bagno in fondo ed entro, lui è uscito dalla doccia e si sta asciugando dando le spalle alla porta, non pensavo avesse un fisico del genere, ancora non mi ha visto quando si gira e resto di sasso, non ne ho mai visto uno così, non che abbia molta esperienza e poi sono ancora vergine anche se di notte fantastico un po’ nel mio letto trastullandomi la fighetta con le dita fino a godere, mi sembra davvero grosso e poi è nero, ecco che alza gli occhi e mi vede, ma ormai sono dentro non posso far finta di essere passata lì davanti per andare in cantina come avevo pensato di dire.
Lui si copre con l’asciugamano e poi
- Ciao, avevi bisogno?
Balbetto qualcosa di decisamente incomprensibile, lui intanto si è avvicinato e ha chiuso la porta dietro di me
- Che nel completino, vai a giocare a tennis?
- Si si ecco dovevo andare in cantina a prendere due scatole di palline, papà le tiene lì
- Sicura? Perché quelle che vedo uscire dalla tua borsa sono proprio due scatole di palline
Intanto si è seduto su uno sgabello alto con l’asciugamano in grembo
- O volevi altro, questo per esempio
E spostò l’asciugamano portandoselo sulla spalla
Rimasi impietrita a guardarlo, adesso era vicino, allungò una mano prendendomene una delle mie e la portò a toccarlo, si mosse impercettibilmente appena la mia mano lo toccò, feci per ritrarla ma me la teneva ferma lui adesso proprio attaccata al suo uccello e poi la portò ad impugnarlo e tenendomi per il polso cominciò a farla muovere su e giù
- Tranquilla, non morde mica….. di solito
Non riuscivo a sollevare lo sguardo per guardarlo in faccia, mi ero fissata su quel tubo nero che tenevo in mano continuava a crescere ed indurirsi, quasi non mii accorsi quando la sua mano lasciò il mio polso e passò dietro la mia nuca facendomi abbassare la testa per portare la bocca all’altezza del suo pene
- Dai questo lo saprai fare
E me lo spinse tra le labbra, mi tremavano le gambe, lui mi mise una mano sul seno, si era accorto che i miei piccoli capezzoli sembravano voler bucare la stoffa della mia maglietta, sentivo anche le mie mutandine bagnate, intanto la mia testa faceva su e giù su quell'asta e la mia lingua ci passava sopra succhiando e leccando , le sue mani intanto mi avevano sollevato la maglietta mettendo a nudo i mie seni e le sue dita giocavano con i mie capezzoli, un leggero tremore nella mia bocca, unno schizzo caldo contro il mio palato, cercai di sottrarmi ma una sua mano premeva ancora sulla mia nuca allora ingoiai assaporandone il sapore un po’ acre che non mi dispiacque, poi tutto finì
- Ragazzina, quando vuoi venire io sono qui,
uscii un po’ rimbambita e mi tolsi dalle labbra con la lingua un ultima goccia del suo sperma.
Non andai più a tennis dissi a mamma che avevo mal di testa e volevo solo stendermi al buio, andai i camera mia, mi tolsi le mutandine bagnate e mi infilai sotto il lenzuolo masturbandomi pensando a quel coso che avevo tenuto in bocca.
Ho avuto modo di fare altre verifiche e il senegalese va da mamma solo il giovedì, altri giorni l’ho visto uscire da altri appartamenti, sembra che nel palazzo, a parte mamma ci siano altre signore che lo apprezzano, sicuramente la fiorista del primo piano la domenica pomeriggio quando il marito va in Liguria a caricare fiori o la giovane moglie del ragioniere del terzo che ha un bambino di tre anni e lui che passa tutto il giorno in ufficio tornando a casa solo la sera.
In effetti io lo chiamo il senegalese ma è figlio di senegalesi nato in Italia, non è un immigrato irregolare.
Il caldo è passato, ormai siamo a ottobre e sembra la stagione delle piogge, io non sopporto gli ombrelli, poi andare a scuola con oltre allo zaino anche l’ombrello e magari l’impermeabile è uno stress, soprattutto sul tram che è sempre pieno e qualcuno ne approfitta sempre per toccarti il sedere.
Per andare in cantina, dalla mia scala, devi attraversare il cortile, devo portare il cestello delle bottiglie vuote in cantina e riportarne di sopra uno di piene, all’andata nessun problema, al ritorno scivolo e finisco in una pozzanghera rompendo anche una delle bottiglie di vino, il senegalese mi soccorre e mi tira in piedi tenendomi lontana dai cocci di vetro
- Aspetta pulisco io prima che qualcuno si faccia male
Scendo dietro a lui per andare in cantina e prendere un'altra bottiglia, al ritorno è davanti al suo monolocale
- Dai entra che ti dai un’asciugata ed una pulita
In effetti ho tutta una gamba sporca dalla caviglia alla coscia fin sotto la mini e anche il mio maglioncino non è da meno. mi dà un asciugamano e mi indica il bagno e mi lavo ed asciugo la gamba, per il maglioncino non c’è niente da fare, lo cambierò di sopra, mentre esco dal bagno mi guardo per vedere se sono sporca da qualche altra parte
- Belle gambe, sto facendo una cioccolata ne vuoi?
- Beh grazie, magari un po’
- Mamma non c’è?
Stavo per rispondergli che non era giovedì e invece
- No, aveva una visita torna con papà stasera
- Ah allora sola tutto il pomeriggio
- Devo studiare
- Brava, dovrei anch’io, sono indietro con gli esami in università
Anche questa volta stavo per rispondergli per forza era indietro, invece di studiare andava in giro a scoparsi le inquiline del palazzo, e invece
- Ah vai all’università
- Si ma molto fuori corso direi
La cioccolata era buona, una volta finita stavo per alzarmi dallo sgabello quando mi passa una mano sulla coscia che avevo asciugata prima
- Non ti sei fatta male vero?
- No no
Ma non tolse la mano anzi si spinse un po’ più in alto infilandola per un pezzettino sotto la mia mini a pieghe scozzese e tenendocela, anzi quasi afferrandola
- E hai guardato sotto il maglione che è tutto sporco, nessun segno?
Ne sollevai appena un lembo dalla vita per dirgli di no e lui prendendomi la mano lo sollevò di più fino quasi a scoprirmi un seno e poi disse
- A prima vista sembrerebbe di noma fammi vedere bene e mi tirò il maglione sopra la testa fino poi a sfilarmelo
- Daiiii non ho niente sotto
- Non direi che non hai niente, hai quello che serve
Avevo già le sue mani sul mio seno e le sue dita che pizzicavano i miei capezzoli
- Questi li ricordavo ma l’altra volta non li avevo visti
- Si avevo la maglietta
- Resta un po’ mi piacciono le tue tettine, mi sembrano più grandi dell’ultima volta
- Devo studiare
Intanto aveva sostituito le sue dita con la sua bocca succhiandomi i capezzoli la cui reazione fu subito evidente
- Vedi loro vogliono restare
Poi la sua mano raggiunse le mie mutandine
- E anche loro dicono lo stesso
Mi sollevò dallo sgabello e mi appoggiò sul bordo del letto che occupava buona parte della stanza, stesa così con la sua bocca sui seni e la sua mano sotto la mini che stava abbassandomi gli slip gli dissi, ma con poca convinzione
- No, non l’ho mai fatto
- Non ti farò male
Invece un po’ me ne fece perché oltre che duro era grosso, la mia mini era sollevata sulla mia pancia e lui era entrato nella mia fighetta con un unico movimento fluido, però il dolore passò subito mentre cominciava ad andare su e giù dentro di me, venni quasi subito senza pensare a soffocare il gemito del mio orgasmo, lui intanto non si fermava i suoi colpi erano profondi e decisi e questa volta il mio orgasmo lo urlai proprio mentre lui mi sporcava la gonna con il suo sperma lasciandomene un po’ anche sulle grandi labbra.
- Stai bene?
- Adesso si
- Vuoi farlo ancora?
- Si per favore si
Allora mi aiutò a sfilare la gonna e si tolse pantaloni che aveva solo aperto e maglione , io avvicinai la bocca al suo pene cominciando a leccarlo, non ci volle moltissimo perché fosse pronto fi nuovo e questa volta fui io a stargli di sopra, così mi sembrò ancora meglio, sapevo che non avevamo il preservativo e non era il caso di rischiare ma accidenti come avrei voluto mi sborrasse dentro, ma non successe, riuscì ancora ad uscire per tempo.
Quel pomeriggio persi la verginità , ormai avevo quasi 16 anni, quando li compii come regalo gli concessi anche il culetto e, nel frattempo ero andata al consultorio per farmi dare la pillola e mi ero goduta i suoi schizzi di sperma nella mia vagina.
Un pomeriggio, dopo qualche mese andai da lui e mi sembrò di vedere doppio, erano in due, quasi uguali, non avevo bevuto, era un suo cugino arrivato regolarmente dal Senegal e avrebbe passato qualche giorno con lui prima di andare a Roma dai suoi genitori, contenta per loro ma un po’ delusa, poi mi dissero di fermarmi un po’ ed il cugino mi raccontò un po’ del suo Paese, poi Alex gli disse che aveva acceso lo scaldabagno se voleva fare la doccia e lui si scusò ed andò in bagno, noi ne approfittammo sicuri che almeno per una mezz’ora non saremmo stati disturbati e così fu, avevo il cazzo di Alex in bocca quando rientrò il cugino con un asciugamano in vita
- Ah però, ragazzi, dovevate avvisarmi
Alex senza scomporsi
- Beh il letto è grande
Io mi ritrovai il cazzo di Alex in bocca e le mani del cugino dal nome impronunciabile, dappertutto.
Non passò molto tempo prima che il cugino si infilasse con il suo cazzo nella mia fighetta, se possibile era anche più grosso di Alex, poi successe che Alex decidesse di infilarsi nel mio culetto e feci lamia prima “doppietta” impazzendo dal piacere che mi fecero provare, penso che riuscii ad avere almeno tre orgasmi prima di venire un ultima volta con lo sperma di tutti e due dentro di me e talmente eccitati che continuammo tutto il pomeriggio e tutti i pomeriggi fino a quando suo cugino non partì per Roma promettendo di tornare.
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