troia al parco

sandra
11 hours ago

Ho trent’anni, sono sposata da cinque con Gianluca, per fortuna non ho bisogno di lavorare, la famiglia di mio marito ha un Azienda e lui ne è il responsabile amministrativo, il suo stipendio copre largamente le nostre esigenze, io tutte le mattine vado a correre poi a casa seguo i lavori della domestica, vado  in palestra, dall’estetista, a fare shopping, a qualche mostra ma la sera sono sempre a disposizione di mio  marito.

Ammetto di non averlo sposato per amore, lui lo sa e neppure per la sua abilità amatoria che non ha, l’ho sposato perché mi fa fare la bella vita, inoltre ha la passione della cinematografia e gli piace riprendermi e rivedermi con calma, mi ha sposato per due motivi, perché sono una bella ragazza e perchè sono decisamente troia, lui mi riprende mentre scopo, poi monta il filmato, si eccita e mi scopa a modo suo, soprattutto nel culo.

Ha comprato un mini camper, con tutta l’attrezzatura per filmare al buio e per captare anche i suoni a distanza, la sera mi vesto in modo da attirare qualche maschio, andiamo in un parco e mi siedo su una panchina, preferisco quelle di pietra, lui regola la sua attrezzatura e aspettiamo, ultimamente a Milano, non abbiamo problemi, vengo scopata anche più volte in una sera a volte anche da più uomini insieme, però sempre usando la panchina come riferimento, nessuno mi chiede di spostarmi quando gli offro il  mio corpo senza alcun tipo di pagamento. Molti, ultimamente, sono negri o comunque extracomunitari, giriamo spesso per evitare problemi, ma lui è contento, io godo e tutto va bene.

Si organizza sempre di più per avere sempre riprese migliori, a volte istalla su qualche albero altre telecamere per avere più punti di vista e poter fare un migliore montaggio.

Filma anche le mie performance a casa quando mi masturbo e ha appena comprato una fuck machine che teniamo chiusa in un ripostiglio, per la domestica, e vengo scopata contemporaneamente davanti e dietro da due cazzi di gomma ed è lui che ne gestisce il telecomando.

Quello che però devo raccontare è quello che è successo quando lui, per motivi di lavoro è dovuto andare all’estero per un mese con uno dei suoi fratelli e mi ha lasciato, chiaramente, a casa.

Senza la sicurezza della sua presenza ho evitato di andare per parchi e allora ho preso in affitto per un mese una ex palestra, con la scusa di valutarne l’acquisto dopo aver fatto visionare i locali al mio architetto, era praticamente vuota, qualche materassino, qualche attrezzo attaccato alle pareti ma nient’altro, ci feci portare la mia fuck machine dopo averla imballata e la istallai, poi venne una società di sicurezza che in mezza giornata riempì la stanza di microcamere sonore che registravano immagini e suoni memorizzandoli, era un regalo per mio marito, feci distribuire da un biker una cinquantina di biglietti con data e ore diverse dove si promettevano 20 euro e la possibilità di una doccia calda dando la priorità ad immigrati neri, poi aspettai. io facevo partire le videocamere ed aprivo la porta in accappatoio, quando mi mostravano il biglietto gli dicevo di andare pure a fare la doccia e di tornare con addosso l’asciugamano, prima di rivestirsi, che gli avrei dato i 20 euro, era una iniziativa di beneficenza, poi staccavo la registrazione che riprendeva nel momento in cui rientravano da me con l’asciugamano addosso che, a dire la verità, non era grandissimo, spesso mi facevo trovare con l’accappatoio semi aperto e, puntualmente, l’asciugamano prendeva il volo, spesso iniziavo con un pompino e poi mi facevo scopare, notai che molti prediligevano farlo da dietro usando a scelta figa o culo e usando le mie tette come trastullo, più di uno fece il bis e qualcuno volle vedere  in azione la fuck machine dandomi da bere il proprio sperma mentre due cazzi di gomma mi scopavano, fu un periodo estremamente godurioso ed impegnativo ma, quando rimisi tutto a posto e restituii le chiavi alla proprietaria avevo tanto di quel girato da far divertire mio marito per parecchio tempo.

Felice del regalo decise di acquistare la palestra e di attrezzarla in modo che io potessi usarla durante il giorno, ci saremmo inventati qualcos’altro per portare gli attori lì da me e avremmo potuto girare anche scene di gruppo che a lui e a me piacevano molto.