una famiglia particolare

sandra
a day ago

Siamo una famiglia un po’ particolare, viviamo in montagna un po’ fuori dal Paese, abbiamo una cascina con un paio d’ettari di terreno ed un bel torrente che l’attraversa, c’è mamma che ha 40 anni, la sorella di 39, io che ne ho 17 e le mie due cugine di 15 e 16 anni, mio padre ed il marito di mia zia sono emigrati quando eravamo piccole per cercare fortuna in Australia, non so se l’abbiano mai trovata ma sono tantissimi anni che non abbiamo più loro notizie.

Grazie a mamma e zia siamo andate avanti con l’orto, i polli e le uova delle nostre galline che mamma e zia portano al mercato, con i polli, ogni  settimana, noi tre ragazze , da quando eravamo piccole abbiamo sempre aiutato secondo le nostre forze e capacità, abbiamo anche frequentato tutte e tre la scuola fino alla terza media poi abbiamo incrementato l’orto così da vendere anche al mercato verdure di  stagione.

Diciamo che siamo un po’ selvatiche noi tre ma mamma e zia ci guidano con mano ferma.

In casa abbiamo  una grandissima cucina che prende quasi tutto il piano terra, un bagno lavanderia allo stesso piano mentre al primo ci sono le due stanze cpn un altro bagno di mamma e zia, la mansarda è tutta per noi tre, un bagno e una cabina armadio dove mettiamo tutti i nostri vestiti che, a dir la verità, ci scambiamo spesso, poi c’è il pollaio, la rimessa con il trattore e i mangimi  e gli attrezzi per l’orto ed un locale dove vengono conservare le uova ed i polli dopo averli macellati.

Difficile che qualcuno, a parte il postino, venga quassù, la strada non è bellissima, mamma e zia quando vanno al mercato usano una vecchia campagnola che mio padre aveva restaurato.

A parte il lavoro abbiamo la televisione, la radio e. d’estate, andiamo a fare il bagno al torrente, internet qui non arriva quindi niente pc e come telefono abbiamo un paio di cellulari che sono di  mamma e zia.

Non viviamo come eremite, andiamo spesso in Paese, per le feste, soprattutto in estate, a fare spese, a Natale e Pasqua a messa, siamo solo un po’ rustiche, come dice mamma, parlando tra noi ragazze ci siamo convinte che mamma e zia, quando vanno al mercato, appena finito fanno altro, avrebbero finito verso le 14 ma non arrivano a casa mai prima delle 17, probabilmente avranno qualche storia giù in paese anche se non siamo mai riuscite ad individuare con chi.

Noi,  invece, ci divertiamo insieme, soprattutto di notte, non siamo mai state con nessuno, neppure io che sono la più grande, i giovani in Paese sono pochi, molti, appena possono, se ne vanno ma a noi piace stare qui, questa vita semplice e felice, visto l’effetto che ci fanno i nostri giochini di notte si manca solo qualche bel ragazzo, la verdura dell’orto è l’unica compagnia che abbiamo di notte.

Altra nostra incombenza è la legna, andiamo nei vicini boschi del comune , raccogliamo rami caduti e li portiamo a casa dove io  li taglio con la motosega e le mie due cuginette puliscono e sistemano la legna per l’inverno; proprio nel bosco, abbiamo trovato un albero strano, ad una certa altezza del tronco c’è una protuberanza, ho inciso la corteccia con il coltello togliendola e portando alla luce un piolo che sporge dall’albero, tolta la corteccia è molto liscio, con la punta arrotondata, sporgerà di una quindicina di centimetri con un diametro di 2,5/3, aiutata dalle mie cuginette, dopo averlo lavato bene ed inumidito con un po’ di saliva ho provato a farlo entrare nella mia fighetta, bella sensazione, scopata da un albero, dopo di me, anche Sara e Silvia hanno provato, senza spingere troppo e ne hanno goduto anche loro, d’ora in avanti le gite nel bosco per la legna saranno più piacevoli, prima di andar via ci leghiamo sopra uno straccio per proteggerlo, vedremo in che condizioni sarà la prossima volta.

In Paese c’è un po’ di fermento, un ex albergo è stato adibito a centro per gli extracomunitari, ne sono arrivati una decina di notte con un pullman, la gente , soprattutto gli anziani, non sono contenti, poi cominciano a scorrazzare in giro per il paese, il prete dice che sono bravi ragazzi e di non aver paura e, anzi, cercare di integrarli, anche se sappiamo che sono tutti mussulmani.

Al primo mercato siamo andate con mamma e zia anche noi, volevamo vederli, sono tutti alti e robusti e anche giovani, non  credo siano minori non accompagnati come dicono, sembrano più grandi, anche loro, abbiamo notato, ci hanno dato una bella guardata, penso anzi che ci abbiano scattato qualche foto con il telefonino, ce l’hanno tutti sempre in mano. Comunque da noi è difficile che arrivino, a piedi c’è una camminata di un paio d’ore, non hanno una macchina come noi.

Ormai sono qui da un mesetto, domenica pomeriggio siamo andate nel bosco per la legna, dopo aver preparato quella da portare a casa siamo andate vicino al nostro albero, tolto lo straccio il nostro piolo era ancora a posto, lo abbiamo pulito per bene usando anche l’acqua delle borracce e poi ci abbiamo passato la  lingua per insalivarlo ed una per volta ci  siamo tolte le mutandine per penetrarci quanto basta per godere masturbandoci con quello; quando abbiamo finito abbiamo trovato vicino alla nostra legna tre dei ragazzi neri del paese, ci avevano guardato mentre noi……….. e indicarono il nostro albero e poi si calarono i pantaloni mostrandoci i loro cazzi, anche se non parlavamo la stessa lingua capimmo subito cosa volevano dire, le mie cuginette scossero subito la testa dicendo di no e poi mi guardarono, io mi avvicinai ai ragazzi e cercai di fargli capire che non l’avevamo mai fatto, penso che capirono perché sorrisero tutti e i loro uccelli ebbero come un sobbalzo verso l’alto, avevano avuto la fortuna di trovare tre vergini.

-          Ragazze cosa ne dite? Finalmente l’occasione di provare davvero

sembrano un po’ dubbiose

-          Sembrano grossi, ci faranno male?

-          Solo un po’ all’inizio mi ha spiegato mamma ma poi basta

Ci avviciniamo ai ragazzi che ormai non hanno più le braghe addosso e con le mani gli tocchiamo i cazzi che stanno già alzandosi, io per prima faccio quello che all’inizio ho fatto con il piolo dell’albero e ne prendo  uno in bocca insalivandolo, le mie cuginette mi imitano ed i ragazzi restano in piedi tenendoci una mano sulla testa , da vicino, in effetti, non sembrano minorenni ed i loro cazzi crescono subito nelle nostre bocche, ci sfilano le nostre magliette mettendo a nudo le nostre tette più o meno grandi e cominciando a palparle, noi ci abbassiamo le mutandine permettendogli di toccarci anche le fighette, ci fanno stendere sul muschio morbido del sottobosco, pizzica sul culetto, poi ci salgono sopra allargandoci le gambe, il mio spinge subito per entrare in effetti lo sento grosso come il pilo dell’albero ma più lungo, un leggero dolore poi comincia a muoversi dentro di me, è bellissimo, no posso fare a meno di mugolare come una gatta mentre lo abbraccio e lui si muove dentro di me, sento e vedo anche le  mie cuginette agitarsi come me, il mio orgasmo è più forte di quando mi masturbo ma lui continua a scoparmi senza fermarsi, vengo ancora una volta, ma in modo più violento, lui esce subito da me e mi punta il suo cazzo verso la bocca, sento lo schizzo sulle labbra e le apro d’istinto, il suo sperma mi arriva in bocca e sulla lingua, è caldo e denso come la crema, lo riprendo in bocca e ricomincio a leccarlo, anche le mie cugine sono impegnate nello stesso modo e sembrano soddisfatte come me, pensavo finisse così ma è di nuovo duro nella mia bocca, mi fa cenno di girarmi e mi penetra da dietro, così lo sento ancora meglio nella mia fighetta e mi piace di più, per di più mi infila anche un dito nel culetto facendolo andare avanti e indietro contemporaneamente, stavolta il suo sperma finisce sulla mia schiena, poi mi bacia sul collo e si rialza come i suoi amici  rimettendosi i pantaloni e mi fa capire che la domenica prossima ritornano, io e le mie cuginette non vediamo l’ora, ci andiamo a lavare al torrente e poi ci rivestiamo e torniamo a casa con la legna, ma la notte ci masturbiamo pensando ai cazzi dei tre ragazzi.

La domenica successiva diciamo a mamma e zia che approfittiamo del caldo per fare il bagno nel torrente, poi fare un pic nic nel bosco e infine raccogliere la legna, così andammo via prima, i tre ragazzi/uomini erano già nel bosco, facemmo il bagno tutti insieme, poi seduti sugli asciugamani completamente nudi abbiamo mangiato e poi con i ragazzi abbiamo cominciato a giocare con i nostri corpi, stavolta ci hanno scambiato rispetto alla volta precedente, il mio cominciò ad usare le dita e la lingua sulla mia fighetta che, ancora, dimostrava la sua freschezza, quasi ancora vergine, mentre io mi attacco al suo uccello con le labbra e la lingua, lo vedo crescere e diventare duro accarezzandolo con la mano, quando svetta verso l’alto pronto mi prende per la vita e mi porta sopra di lui calandomi lentamente sul suo scettro, lo sentivo dentro di me fino in fondo, un leggero dolore quando la sua punta mi sfiorò l’utero ma poi il piacere, mentre mi faceva andare su e giù superò quel leggero dolore.

Le me cuginette sembravano delle gatte in calore ma anche i miei gemiti si unirono al coro, fu un pomeriggio intenso, ci scoparono a turno scambiandoci ancora, anche i nostri culetti vengono interessati dalle loro dita che ci si infilano andando dentro e fuori, ci fanno venire, almeno a me ma poi la sera anche le mie cuginette me l’hanno confermato la voglia di provare ad essere scopate anche nel culetto.

Alla fine dobbiamo ancora bagnarci nel torrente per lavarci, poi ci lasciamo mentre raccogliamo velocemente la legna per terra per tornare a casa però già col pensiero alla prossima domenica.

Mamma e zia devono aver notato qualcosa perché ci chiedono come mai siamo così tranquille e  rispondiamo che siamo solo stanche, ma la notte non possiamo fare a meno di masturbarci insieme anzi iniziando anche a toccarci e baciarci a vicenda cosa che non avevamo mai fatto prima, limonare con le mie cuginette toccandoci a vicenda ci eccitò ancora di più.

Tutte e tre prendemmo la decisione di farci sverginare dai ragazzi anche il culetto, se già ci era piaciuto solo con un dito, figuriamoci con il cazzo dei tre ragazzi.

La domenica successiva li sorprendemmo dicendogli quello che volevamo, la cosa sembrò eccitarli molto e, dopo averci scopato ci fecero usare la bocca sui loro uccelli, poi si misero dietro di noi con le nostra borracce spargendoci l’acqua sui nostri buchini ed usando poi la lingua, poi sempre un dito e poi lentamente ma inesorabilmente iniziarono a spingere i loro cazzi dentro i nostri buchini che si adattavano, centimetro dopo centimetro ai nuovi ospiti. I nostri mugolii mentre i nostri culetti venivano scopati per la pria volta si mischiavano ai nostri urletti di dolore, la sensazione era incredibile, godevo come una matta sentendo anche un po’ di dolore che sembrava amplificare il mio piacere e lo stesso doveva succedere per le mie cuginette da quello che vedevo, ci dimenavamo come anguille con i loro cazzi dentro i nostri culetti, riprendemmo fiato dopo essere state riempite del loro sperma ma i ragazzi non ci lasciano tregua e continuano a toccarci e a farci usare mani e bocche sui loro attrezzi, volevano scoparci ancora sempre nei nostri culetti scambiandoci, ci misero tutte e tre con i sederini per aria una a fianco all’altra e poi cominciarono a entrare ed uscire dai nostri culetti cambiando sederino ogni volta, loro si divertivano e noi godevamo di quel trattamento, quando se ne andarono dovemmo tenere a bagno nel torrente i nostri sederini per almeno mezz’ora, l’acqua fredda ci fece bene ma mentre tornavamo a casa ne ridevamo  parlandone.

La domenica successiva guardavamo la pioggia cadere mentre immusonite guardavamo fuori dalla finestra, una occasione persa, uffa!!

La domenica successiva ci muovemmo subito dopo la messa, avevamo preparato dei panini con il formaggio che preparava un pastore della zona e preso tre bottiglie di coca che mettemmo a bagno nel torrente appena arrivate nel bosco, poi ci spogliammo e cominciammo a giocare nell’acqua, io mi ero portata le pillole che mi aveva dato il consultorio  e che avevo cominciato a prendere dopo la prima volta con i ragazzi, nella mia ignoranza le facevo prendere anche alle mie cuginette, nei mesi successivi, poi ognuna di noi ebbe  le proprie.

Mentre sguazzavamo nella pozza del torrente arrivarono i ragazzi anche loro nudi correndo dentro al torrente ma non erano soli, c’erano anche i loro amici che fecero la stessa cosa, un pensiero stupido mi attraversò la mente , i panini no sarebbero bastati per tutti, poi mi resi conto mentre ci spruzzavano l’acqua addosso cominciando a toccarci dappertutto, venimmo prese in braccio e portate sulla riva dove tre di loro ci posarono per terra e poi ci infilarono i loro uccelli in bocca tenendoci per i capelli standoci sopra a gambe larghe per permettere a d altri loro tre amici di allargarci le gambe ed infilarsi nelle nostre fighette bagnate, ognuna di noi aveva un uomo in ginocchio davanti alla faccia con il suo cazzo in bocca mentre un altro la scopava cedendo il proprio posto, dopo una decina di minuti al compagno che si stava facendo fare un bocchino, chissà da quanto tempo non scopavano, prima o poi ritrovammo i nostri tre ragazzi soliti che non fecero alcun complimento facendo la stessa cosa dei loro amici, anche i nostri culetti ricevettero le loro attenzioni ma il massimo fu quando tutte e tre venimmo scopate contemporaneamente davanti e dietro da coppie di neri infoiati che ci fecero ballare sui loro cazzi facendoci godere come matte, fu così per tutte e tre più volte e ci ritrovammo anche in ginocchio ad abbeverarci ai loro cazzi che schizzavano crema verso le nostre bocche, ci furono momenti di sosta dove i nostri corpi diventavano i loro cuscini i nostri seni il loro trastullo, le nostre fighette il  loro dolce dal quale succhiare e leccare il nettare che producevamo, dopo il primo periodo di ordinaria follia sessuale sdraiati sull’erba scopavamo con calma prima con uno e poi con l’altro, nella figa o nel culetto  indifferentemente, ci lavammo mentre ci lasciavano per tornare in Paese stanche, un po’ doloranti ma sazie, era quasi buio quando tornammo a casa con la legna che, a dire la  verità, nascondemmo nel fienile perché era poca.

Dopo mangiato andammo subito a letto. Nei mesi successivi, vista anche la stagione, trovammo un paio di posti al coperto dove vederci, eravamo diventate le loro puttanelle, in Paese i ragazzi non creavano  problemi e, presto la gente non  fece più caso a loro, la domenica facevamo festa tutti insieme e nel resto della settimana noi tre facevamo il nostro lavoro come la solito, i ragazzi se ne andarono dopo un anno ma vennero sostituiti da altri 8 che impararono presto la strada, per sicurezza avevamo anche cominciato ad usare i preservativi che poi sotterravamo, nessuna di noi tre rimase incinta, solo un po’ costipata qualche volta per la quantità di cazzi che aveva preso.