Romina e la scoperta del sesso

sandra
3 days ago

Settembre 1971, nuova scuola, nuovi compagni, il primo anno delle superiori, Istituto tecnico per geometri, mi guardo in giro, noi ragazze siamo poche, nell’altra metà della scuola, la ragioneria, sono molte di più, girano un sacco di ragazzi, ci sono bandiere rosse, la contestazione studentesca, non abbiamo ancora cominciato che viene annunciata un’assemblea, non mi interessa anche se passano classe per classe a chiamarci, mi sa che non sarà il massimo frequentare questa scuola.

Per arrivare devo prendere il tram al capolinea e scendere in Piazza Missori, poi un pezzo a piedi, le medie erano sotto casa, il tram è sempre pieno e decisamente non puntuale, papà mi ha regalato un Ciao della Piaggio, spero di poter venire a scuola con quello quando non c’è brutto tempo.

A volte davanti a scuola ci sono i picchetti e non ci lasciano entrare perché c’è qualche manifestazione e, secondo loro, dobbiamo andarci tutti, io, quando vedo il picchetto vado a fare un giro in centro e poi torno a casa, anche se mamma non è molto contenta, seguire le lezioni così , per me , è quasi impossibile, non ci riesco proprio, a volte vado al cinema oppure bighellono vicino alle Colonne di San Lorenzo dove c’è, quasi sempre, qualcuno che suona. Nei cinema che, al mattino fanno spettacoli, non c’è mai tanta gente, sono cinema d’essai e noi minorenni non potremmo entrare ma tutti chiudono un occhio e i film non sono un granchè, la maggior parte commedie sexy e, ogni tanto qualcosa di più “erotico” per una quattordicenne che ha iniziato ad interessarsi al sesso da circa un anno non sono comunque il massimo ma si passa la mattinata e poi non ci sono quasi mai scene “esplicite”. L’importante è non mettersi mai in mezzo ma sempre all'inizio o alla fine della fila , anche così si rimedia lo stesso qualche toccata di coscia, qualche mano che si appoggia inavvertitamente sul tuo ginocchio o qualche gomito che il vicino a braccia conserte ti fa strisciare sul seno. Nel buio si intravede anche qualcuno che si fa una sega, io non mi sono mai masturbata in uno dei cinema, ammetto di farlo ma solo a casa mia, di notte, nel mio letto.

A marzo compirò 15 anni, non mi dispiacerebbe cominciare a d avere un ragazzo con il quale fare un po’ di pratica anche se in modo non completo, diciamo che sono sesso-curiosa. Per il resto sono come tutte le ragazze della mai età, mi piace ballare, ascoltare musica, porto jeans e minigonne ma non ho mai ancora preso una cotta per qualcuno.

I cambiamenti del mio corpo sono sempre più evidenti, ho comprato il mio primo reggiseno, sono già più alta di mamma, facendo atletica leggera, nello spogliatoio, dopo la doccia confrontiamo sempre i nostri corpi che crescono e mutano.

La scuola è sempre il mio chiodo fisso, mi è sempre piaciuto studiare ma in queste condizioni non ce la faccio ed i miei voti, ed in alcuni casi i non voti, fotografano l’esatta situazione, mia madre pensa io esageri e un giorno decide di venire a scuola con me, c’è il picchetto, il brigadiere in borghese davanti all’istituto la dissuade a provare ad entrare e, allora, lei capisce.

Il prossimo anno andrò in una scuola privata e cercherò di recuperare il tempo perduto.

Finalmente arriva l’estate e le vacanze, vorrei il mio primo bikini ma mamma insiste per il costume intero, passiamo le nostre ferie a Rapallo, come al solito, il mio rientro è slittato a mezzanotte e, nella mia compagnia, dove siamo tuti cresciuti praticamente insieme, adesso facciamo anche giochi diversi, ho scoperto che mi piace fare i pompini, mi piace il sapore dello sperma sulla lingua e a volte ingoio pure, mi piace mentre un ragazzo mi tocca e mi mette due dita nella mia fighetta masturbandomi e, a volte, anche un dito nel culetto, ho imparato a fare una sega mentre faccio un pompino, sto scoprendo il sesso, l’amore non ancora ma il sesso sì e comincio ad avere voglia di qualcosa di più.

Per la nuova scuola scendo dal tram qualche fermata prima di Missori, il “24” è comunque pieno, anche se salire al capolinea mi permette quasi sempre di sedermi con lo zainetto tra le gambe, quando ho la mini, però, c’è sempre qualcuno che sbircia. Nella nuova scuola siamo in pochi in classe, però sono la più piccola, sono tutti più grandi e ho solo una compagna che, però ha già 18 anni, gli altri tutti uomini, io ho deciso di fare insieme il biennio primo e secondo anno anche se dovrò dare un esame alla fine.

Saranno passati 15 giorno dall’inizio della scuola, una mattina, con il tram pieno come al solito, ho lo zainetto semi vuoto e non lo tengo in spalla, la mia fermata è Sabotino, siamo tutti stipati come sardine, ho qualcuno dietro, proprio appiccicato, mi accorgo che la mia mini è sollevata dietro e lui è praticamente contro le mie mutandine ma non posso muovermi, adesso sono io che sento la sua virilità crescere contro la sottile stoffa dei mie slip, vorrei spostarmi ma mento a me stessa perché mi accorgo anzi di spingere più indietro il mio culetto, ormai è quasi la mia fermata, un sussurro nell’orecchio

-          Non scendere come fai di solito, resta su

Vuol dire che mi aveva già visto e continuo a rimanere attaccata alla sbarra in alto con una mano senza osare muovermi mentre la pressione dietro di me aumenta, gente scende e gente sale, la situazione non cambia, ormai abbiamo superato anche il Duomo, cerco di voltarmi per guardarlo ma riesco a vedere solo che è più alto di me, arrivati in Piazza Fontana scendiamo quasi tutti e posso vederlo bene, penso abbia almeno trent’anni, alto, magro con un paio di Rayban e i jeans, mi guarda, guardo lui, siamo proprio di fronte e quasi appiccicati

-          Ti guardo da qualche giorno, mi piaci molto e oggi poi mi hai fatto quasi impazzire dalla voglia, per quello ti ho chiesto di non scendere, ho capito che hai voglia anche tu, conosco un posto, ti va?

Mi tende una mano, non gli rispondo, sono un po’ stralunata e ho le mutandine bagnate, gli prendo la mano e lo seguo. Arriviamo in Corso Vittorio Emanuele, sotto i portici, ad un certo punto c’è una serranda scorrevole che lui, con la chiave apre e richiude dietro di noi, scendiamo dei gradini, è una sala giochi con tanti video games e un piccolo biliardo con le biglie numerate, di fronte a me mi slaccia i bottoni della camicetta mettendo a nudo il mio unico reggiseno, la mini scivola per terra, prendendo le mie mutandine per l’elastico le fa scendere lungo le mie gambe e alzandomi i piedi me le toglie del tutto, mentre è chinato così comincia  a baciarmi la fighetta umidissima, poi i rimette in piedi e tira giù la cerniera dei jeans estraendone il cazzo già rigidissimo e, decisamente grosso rispetto a quelli che ho già visto a Rapallo, mi prende per la vit sollevandomi sul biliardo e facendomici stendere sopra, poi mi raggiunge

-          Ti prego, fai piano, per me è la prima volta

Si ferma all’improvviso

-          Ma tu vuoi?

Faccio cenno di si con la testa, mi bacia e si mette tra le mie cosce, sento il suo sesso spingere ed allargarmi le grandi labbra e poi continuare, si ferma ancora poi succede, un leggero dolore ma mi sento riempita da quel cazzo imponente, mi bacia, mi guarda mentre comincia la sua danza dentro di me, lo voglio sentire ancora di più e gli allaccio le mie gambe dietro la schiena, non ho mai provato un piacere simile quando mi masturbo, non trattengo i miei gemiti né il mio orgasmo quando esplode, poi sento il suo sperma caldo sulla mia pancia e posso riprendere fiato, lui sempre su di me mi bacia ed accarezza

-          Stai bene?

-          Si, benissimo

-          Allora ok, io sono Carlo

-          Romina, piacere

Che stupida, ho fatto sesso  per la prima volta e non conoscevo neppure il suo nome

-          Lavori qui?

-          Si questo posto è mio ma oggi è lunedì e non apro, vuoi qualcosa da bere? Una coca una fanta?

-          No grazie però vorrei andare in bagno

-          Certo vieni ti faccio vedere

Solo con le mie Adidas ai piedi lo seguo, quando torno vedo che ha raccolto da terra i miei vestiti mettendoli su uno sgabello e, comunque, ha stappato due bottigliette di coca, mi siedo sullo sgabello indifferente del fatto di essere completamente nuda

-          Sei davvero bellissima, ho avuto una fortuna incredibile stamattina

-          Beh si vede che era destino e adesso?

-          Siamo qui, nessuno ci disturba, possiamo farlo ancora no?

-          Certo ma il biliardo è un po’ duro ahahah

-          Beh nel mio piccolo ufficio c’è una divano

-          Ok

La seconda volta fu più bello anche perché ci perdemmo un po’ con i preliminari, poi il divano era più comodo. Poi andammo a mangiare una pizza lì vicino e mi accompagnò al tram per tornare a casa, ci demmo appuntamento al lunedì successivo, nessun tipo di infatuazione, non pensavo a lui come al mio ragazzo, era solo sesso, avevo scoperto un altro lato del mio carattere.

Sono stata benissimo tutta la settimana, non so cosa pensavo sarebbe successo, beata ignoranza, ho usato una lavanda vaginale di mamma, devo cominciare ad usarla frequentemente, nell’armadietto dei medicinali ho trovato anche un lubrificante anale e ne ho letto i componenti, è a base di acqua, allora anche mamma con papà……….. . comunque non vedo l’ora che arrivi lunedì anche se non posso saltare scuola in giorno alla settimana, mi inventerò qualcosa, magari per il pomeriggio.

Incontro Carlo al bar tre gazzelle, mi offre un cappuccino con un cornetto, poi andiamo alla sala giochi, stavolta il divano è stato aperto ed è un vero letto, su un tavolino una scatola di preservativi, nella mia borsa il lubrificante anale di mamma, lo riporterò a casa prima che rientri, mentre mi accarezza e bacia comincio a fargli un pompino, non aspetto altro che sentirlo dentro di me

-          Sei una porcellina

Mi dice Carlo mentre mi accarezza la testa che sta andando su e giù sulla sua asta, mi fermo un attimo

-          È colpa tua, hai un buon sapore

Mentre è sdraiato prende un preservativo e se lo infila, il suo cazzo svetta verso l’alto, gli salgo sopra ed impugnandolo mi penetro lentamente, che sensazione piacevole, così lo sento ancora meglio, ho quasi subito un primo orgasmo, poi continuo a cavalcarlo con forza, dalla sua espressione gli piace molto, a me moltissimo, mi dice che sono un po’ rumorosa mentre scopo, ne ridiamo insieme e poi lo sento venire insieme a me, mi sfilo dal suo corpo e lui getta il preservativo, non posso non sentire il sapore della sua sborra ripulendogli il cazzo con la lingua, poi ci abbracciamo e baciamo distendendoci sul letto.

Chiacchieriamo un po’, lui pensa che io abbia appena compiuto 18 anni, non lo disilludo, poi prendo dalla mia borsa il lubrificante anale e glielo faccio vedere, mi guarda sorpreso ma noto subito la sua eccitazione, mi metto a pancia sotto , una mano sulla mia fighetta mentre lui usa il lubrificante e poi un dito, va avanti e indietro nel mio culetto e poi lo fa roteare, altro lubrificante, le dita sono due, io sto già godendo , mi metto ginocchioni sul materasso, mi allarga bene le natiche puntando la sua cappella al buchino, comincia a spingere, non è come con le dita, è grosso, spinge piano, anche il suo cazzo è stato lubrificato, un centimetro dopo l’altro mi contorco cercando di agevolarlo, il dolore c’è ma il piacere di quella penetrazione anche, non è ancora entrato del tutto quando comincia ad arretrare e spingere, lentamente, piacevolmente, piano piano la mia carne si abitua all’ospite, l’orgasmo mi colpisce all’improvviso violento, adesso scivola dentro di me più velocemente, i suoi colpi sono più profondi, all’improvviso il calore del suo sperma che invade il mio intestino e mi cola sulle cosce, lui si lascia andare sulla mia schiena prendendomi i seni tra le mani, mi rendo conto che non potrò più farne a meno, è addirittura meglio che una scopata nella figa.

Voglio andare a casa presto ma prima voglio rifarlo e Carlo non si tira indietro, stavolta mi metto in piedi appoggiando la pancia ad un bracciolo del divano e lui dietro di me, dovrà passare un po’ di tempo a ripulire il disastro che combino con i miei orgasmi, dopo essermi fatta una doccia e rivestita lo bacio mentre è ancora nudo sul divano e scappo via, il culetto mi brucia un po’ ma non mi importa.

Mercoledì, quando lo chiamo mi dice che lunedì ha gli operai in sala perché cambiano i giochi e non ci possiamo vedere, sono un po’ delusa ma non posso farci niente, domenica pomeriggio andrò a ballare al Safari vicino a Largo Corsia dei Servi.

I parcheggiatori del vicino parcheggio sotterraneo i lasciano parcheggiare il “ciao” giù da loro, qualche moina ed ancheggiamento con la  mia mini li convincono, inoltre ho messo una maglietta con i laccetti sul davanti senza il reggiseno, quando esco sono un po’ accaldata ed è meglio tirar fuori il K-way per non prendere un malanno, nel gabbiotto per ringraziarli chiedo di usare il bagno, mentre mi passo delle salviettine profumate sotto le ascelle sollevando la maglietta uno dei due entra, del resto sono nella zona lavandini , la porta non si chiude a chiave

-          Ah scusa, sei ancora qui,

io mi ero girata di colpo con il seno al vento, le sue mani se ne appropriano subito e i mei capezzoli si irrigidiscono immediatamente, ho il sedere contro un lavandino, una delle sue mani lascia i miei seni e si infila sotto la mia mini, intanto mi mette la lingua in bocca cominciando a limonarmi, sinceramente non mi dispiace, sono ancora eccitata per il ballo, sento la sua erezione prepotente, comincia a spostarmi le mutandine

-          Hai un preservativo?

Gli chiedo  un po’ ansimante, mi risponde di no, allora mi giro appoggiando le mani al lavandino

-          Allora mi scopi nel culo

Non se lo a ripetere due volte, mi abbassa gli slip e mi allarga le natiche e spinge il suo  cazzo nel mio sederino aggrappandosi poi ai miei seni mentre io stringo con le mani il bordo del lavandino, i suoi colpi sono violenti, la cosa lo eccita, ma anche a me, dopo che si è scaricato dentro di me mi bacia sul collo e mi lascia lì con gli slip abbassati, recupero il fiato, la porta del bagno si riapre, è l’altro ragazzo,

-          Io il preservativo ce l’ho, però prima fammi un pompino

Mi giro e ha già l’uccello fuori dai pantaloni, non posso fare altro che inginocchiarmi e servirlo, poi, ad un certo punto mi fa alzare, si infila il preservativo e mi prende in braccio sollevandomi, mi spinge contro il muro e mi penetra tenendomi a cavalcioni sul suo cazzo, sento le piastrelle del muro contro la schiena, mi scopa con forza e dopo cinque minuti ha finito ma mi lascia senza fiato, devo usare le salviettine per pulirmi, rivestita esco, devono essere in giro perché il gabbiotto è vuoto, riprendo  il mio motorino e vado a casa; sarà la novità, ma mi rendo conto che, probabilmente non sono come le altre ragazze che cercano il ragazzo, l’amore, o, almeno non ancora, voglio solo godere.