vacanze in Italia

Jennifer compie 16 anni, è in Italia in vacanza con i genitori, c’è stata altre volte, la Svizzera non è lontana, ma una vacanza d’estate sulla costiera amalfitana è la prima volta, il mare è splendido, la gente simpatica, il cibo fantastico, stasera festeggia in discoteca, c’è un ragazzo che la punta già da un paio di serate, è carino e lavora anche al parcheggio.
Si sono dati appuntamento alle 2, lui finisce il turno, andranno in una spiaggetta che, ha detto, conosce lui, Jennifer si aspetta di perdere la sua verginità con un bel ragazzo, ha un po’ paura ma, ormai è decisa.
Ci vanno con il suo motorino, poi scendono un sacco di scalini, la luna illumina il mare e quel lembo di sabbia, si baciano, le sue labbra sono morbide e calde, i vestiti spariscono in un momento, lui l’accarezza, la bacia, i loro corpi si strusciano uno contro l’altro, i capezzoli di Jennifer sono gonfi e duri, sente il suo pene strisciare sulla sua coscia e poi sulla sua fighetta, sta entrando, le sue grandi labbra si schiudono al contatto, un sospiro per il leggero dolore e la gioia di sentirlo dentro di se, duro, pulsante e grosso, il suo primo orgasmo non si fa attendere mentre lui continua la sua danza dentro di lei continuando a baciarla, stavolta è forte, imperioso, non si trattiene e urla il suo piacere mentre anche lui esplode inondandole la pancia con il suo sperma caldo, mentre respirano forte per riprendere fiato lui si mette in ginocchio sulla sabbia al suo fianco, delle voci, Jennifer cerca di alzarsi lui la tiene giù, qualcuno le è addosso, delle mani le tengono le caviglie e lui le tiene giù le spalle, la sua fighetta appena sverginata viene invasa da un altro cazzo duro e grosso, lei si agita ma non riesce a fare nulla, i suoi seni vengono stretti da mani d’acciaio, prova ad urlare ma la sua bocca aperta viene occupata da un altro cazzo mentre due mani le prendono la testa tirandole i lunghi capelli, quelle che sente sono risate e una lingua che non conosce, la bocca si riempie di sborra che le cola dalle labbra, la sua fighetta altrettanto ma non ha il tempo di reagire, un altro corpo su di lei, un altro cazzo viola il suo corpo, la pancia le fa male mentre viene scopata con forza, un altro uccello le striscia sulle labbra, altro sperma la insozza, viene girata con forza, ha la bocca nella sabbia, fa fatica a respirare, solleva la testa mentre anche il suo culetto viene sverginato con violenza, sente solo dolore e risate, vorrebbe svenire ma resta cosciente mentre anche il suo culo riceve più visite, ma non sono ancora soddisfatti e la tirano su, adesso è seduta su un uccello che spinge dentro il sedere e una altro le si mette davanti e le infila il suo cazzo nella fighetta, ecco che, finalmente, sviene.
L’alba la trova sdraiata scomposta sulla sabbia, riesce a malapena a muoversi, c’è qualcuno che le parla in italiano con un forte accento napoletano
- Tranquilla, stia tranquilla, ho già chiamato un’ambulanza, non si muova
Sviene di nuovo e si risveglia con l’urlo di una sirena nelle orecchie, è in ambulanza sdraiata su un lettino, quando arrivano in ospedale passano per un lungo corridoio, vede le facce dei suoi genitori passare mentre lei viene portata via.
Qualche lacerazione, qualche livido, 10 giorni in ospedale a Napoli e, successivamente, altri 30 in una clinica di Lugano, la polizia in Italia l’aveva interrogata , si trattava di tre o quattro extracomunitari, il parcheggiatore era abusivo ed irrintracciabile.
La vice ispettrice Carla Fusani è stata destinata al commissariato di Fratta Maggiore, 28 anni, in polizia da 8,
porta volentieri la divisa ma, spesso, per servizio, è in borghese, quel lunedì mattina, appena arrivata viene chiamata perché un netturbino ha trovato due cadaveri in un vicolo senza uscita, l’autista della volante l’aspetta già al parcheggio.
Sul posto già la scientifica, sotto due lenzuola, le vittime, il suo vice, già sul posto la relaziona
- 2 extracomunitari, niente documenti o vestiti, due colpi di pistola, uno sui gioielli ed uno in testa per uno, nessuno ha sentito niente, forse un delitto per droga
- Se così fosse cosa c’entra il colpo di pistola ai “gioielli”? avete controllato le telecamere? Dov’erano prima di venire qui?
- Le farò sapere
- Ecco bravo, io torno in ufficio e aspetto di vedere il rapporto, solleciti anche il medico legale, per favore.
L’unica immagine delle telecamere non permette di identificare nessuno, si vedono due uomini di colore con una ragazza di spalle, sempre che siano loro, la balistica ha confermato quello che la vice ispettrice sospettava, pallottole di piccolo calibro, 7,65, probabilmente sparate da una pistola abbastanza piccola comoda per il porto occulto, comunque nessuno ha sentito nulla.
- Dottoressa nulla dall’immagine della telecamera ne’ da quelle del traffico, quella che vede è della discoteca vicina, chissà se si tratta di loro, la ragazza, comunque deve essere carina
- E come fai a dirlo, si vede solo di spalle
- Beh se il davanti è come il di dietro…….
- Stupido
Sarà uno sei soliti fascicoli che resteranno aperti, pensa Carla mentre nella sua cucina sorseggia un po’ di vino rosso mentre si prepara due spaghetti al pomodoro fresco, infatti per qualche giorno nessuna novità.
Mentre legge il giornale trova una notizia di un uomo di colore trovato ucciso a Giugliano, vicino ad una discoteca, viene presa da un sospetto e telefona al commissariato del Paese, le passano un collega che gli conferma l’omicidio con due colpi di pistola, uno ai “cojones” ed uno in fronte, il corpo ritrovato nudo.
- Collega, forse ho altri due casi simili, mi manderesti il fascicolo?
- Volentieri, se se ne vuole occupare lei , dottoressa per noi va bene, siamo già abbastanza infognati.
- Ok aspetto, grazie.
Tre delitti uguali, stessa pistola, stesso assassino, nessun indizio, nessun sospettato.
Castel Volturno, discoteca all’aperto, Ferragosto, una miriade di ragazzi dentro ed intorno al locale, la musica è a palla, la ragazza bionda con una lunga treccia sorseggia un cocktail da un bicchiere di plastica ondeggiando leggermente al ritmo della musica, avrà 18 anni, un miniabito che lascia poco all’immaginazione con dei sandali tacco 10 che slanciano le sue caviglie tornite seguite da un paio di gambe lunghissime, è in un angolo in ombra vicino ad un muretto; tre ragazzi di colore sembrano circondarla, uno ha un coltello, la costringono a seguirli, sono nel giardino di una delle tante case abbandonate
- Sentite non ho soldi non fatemi del male
- Se non hai soldi vuol dire che ci darai qualcos’altro
- Sentite non è un problema, volete scopare scopiamo ma non fatemi del male
- Avevamo capito che eri un po’ troia, dai fatti guardare
Intanto si cominciano a massaggiare gli uccelli oltre la stoffa dei pantaloni mettendosi uno a fianco all’altro, si sentono i botti dei fuochi artificiali, la ragazza con la mano nella piccola tracolla li guarda cadere uno dopo l’altro portandosi le mani al cavallo dei pantaloni, poi estrae dalla pochette la mano che impugna una piccola pistola cromata e si avvicina ai tre che si tanno contorcendo a terra sparando altri tre colpi, estrae dalla borsetta un paio di guanti di lattice e, dopo averli indossati recupera da terra tre bossoli, gli altri sono rimasti già nella borsa, poi, si gira e si allontana nella notte illuminata dai fuochi d’artificio, arriva vicino ad una moto di grossa cilindrata nera, estrae dal bauletto una tuta che indossa spogliandosi del miniabito che indossava, i sandali sostituiti da degli stivaletti, un casco nero come la moto e sparisce nella notte, solo il rombo del motore mischiato a quello di altre moto e motorini che fanno la sarabanda per le strade di quella sera di festa.
Carla prende il primo caffè della giornata, sono le 6 e mezza, e già andata a fare i suoi 10 km di corsa, fatta ormai anche la doccia ed è ancora in accappatoio, lo apre davanti allo specchio dell’armadio, l’immagine riflessa è quella di una giovane donna decisamente in forma, il seno pieno, il ventre piatto ed il suo culetto sodo, manca solo un uomo che si goda tutto questo, mah arriverà.
Altro fascicolo sulla scrivania, i commissariati di tutta la Campania ormai lo sanno e quando hanno per le mani qualcosa che potrebbe essere dello stesso tipo dei crimini su cui lei sta indagando, le mandano i fascicoli completi, le prime pagine, le foto dei tre cadaveri, poi c’è da leggere, sì, direi che si tratta della stessa mano, in tutto questo tempo è stata solo individuata il tipo di arma usata, una Walther ppk che risale alla seconda guerra mondiale, ai tempi un arma in dotazione alla polizia tedesca.
Squilla il telefono, è il Prefetto, chiede a che punto sono le indagini, la relazione non lo entusiasma., ormai che si tratti di un serial killer è appurato. Arriva la fine dell’estate, in Campania gli omicidi sono diventati 16, la polvere si è accumulata sui fascicoli che riempiono un angola della scrivania della Vice ispettrice Fusani, lei pensa che, prima o poi il killer farà un errore e così lo prenderà. Intanto, questa sera ha un invito a cena, non sa ancora cosa mettere, del resto è la prima volta che escono insieme, lui è un giovane procuratore, si sono conosciuti in tribunale a Napoli nord, dopo mezz’ora che parlavano l’ha invitata a cena, è carino, un bell’uomo, chissà che non sia anche simpatico ed intelligente. All’ultimo momento è tentata di annullare tutto, è parecchio che non esce con un uomo, poi si guarda nello specchio e si dà della vigliacca da sola, ha messo un bel tubino aderente non cortissimo ed una mantella per proteggersi dall’aria fresca della sera, il tutto portato con un paio di sandali argentati con tacco 8, la borsa stona un po’, ma la sua beretta è grande e pesante.
Il ristorante ad Aversa è carino, probabilmente un ex convento si mangia molto bene e Carla ammette che anche la compagnia è piacevole, arrivati al dessert, una fetta di torta con le pere, la conversazione si comincia a fare più personale e Luigi, questo il suo nome, comincia a raccontarle della città da cui proviene : Milano, lei un po’ la conosce, ha fatto la scuola di polizia vicino a Piazza Sant’Ambrogio, ancora qualche anedotto ed arriva il caffè, si è fatta mezzanotte, ora di andare anche se il giorno dopo è domenica, salgono sulla jeep di Luigi e dopo una mezz’ora sono sotto casa di Carla
- Vuoi salire per un limoncello?
- Grazie, volentieri
Appena entrati cominciano a baciarsi, continuano lasciando per terra in corridoio un scìa di vestiti, arrivati in salotto sono ormai nudi e abbracciati sul grande divano di Carla, lei, stupita di questa cosa si scopre già bagnata in mezzo alle lunghe cosce
- Prendimi, per favore prendimi adesso
Luigi stacca per un attimo le sue labbra da quelle di lei e, guardandola nei suoi splendidi occhi grigi la penetra con un unico movimento fluido e Carla esprime la sua soddisfazione con un lungo respiro.
I suoi capezzoli duri e gonfi contro il petto villoso di lui, lo asseconda in ogni movimento, è proprio vero, anche se non lo fai da tanto ti viene naturale e, dai ricordi che ha Luigi si esprime in una performance decisamente niente male
- Carla, voglio sentire il tuo sapore
E porta la sua bocca e la sua lingua nella mia figa, non so come abbia fatto ma ci ha infilato due dita e, contemporaneamente ha iniziato a leccarle la clitoride con veloci colpi di lingua e Carla , dopo pochissimo ha un altro orgasmo, una doccia fatta insieme li porta, ancora bagnati, in camera da letto dove i loro amplessi si moltiplicano per buona parte del resto della notte.
La ragazza bionda ha fatto un lungo viaggio, mentre Carla ha la sua notte di sesso, lei parcheggia la sua moto nel garage di un condominio di Paradiso a Lugano, lascia il casco sulla sella e staccate le due valigette laterali ed il bauletto prende un ascensore ed è di nuovo a casa.
Dopo una doccia è stanca ma non ha ancora sonno, i bagagli li disferà più tardi, per il momento, in accappatoio si gode la vista della luna che si specchia sul lago bevendo un calice di Arneis piemontese.
Carla e Luigi fanno colazione a letto continuando a scambiarsi effusioni, poi lui si alza e dice che, purtroppo, deve andar via, fatta una doccia e recuperati i suoi vestiti le dà un bacio e le dice
- Dovremo rifarlo, prima o poi
- Sì, certo, ma non aspettare troppo, non dimenticare che sono armata
Lui esce ridendo e lei si lascia andare ancora sul letto circondata dal profumo della pelle di Luigi.
Ormai l’autunno è inoltrato, nessun altro caso di omicidio con caratteristiche analoghe a quelli del serial killer, il prefetto lo chiama il giustiziere e gongola guardando le statistiche che affermano che le violenze e gli stupri commesse da extracomunitari irregolari sono in netta diminuzione, effetto giustiziere<’
Jennifer, ormai diciannovenne, passa le vacanze di Natale a S. Moritz con i genitori, tutte ski, Spa e buon cibo, sembra essersi lasciata alle spalle la sua brutta avventura in Italia, però i genitori sono preoccupati, non l’hanno più vista con un ragazzo.
In effetti lei, senza dire niente a loro, convive con qualcuno, si chiama Gabrielle ed è Ginevrina, Jennifer non sa se sia amore o solo sesso, ma ha scoperto un mondo che le piace e la fa sentire bene, per il resto insegna in una scuola secondaria, le piace stare a contatto con i ragazzi ma non vede l’ora che torni l’estate e con essa le lunghe vacanze, nel frattempo va in palestra, in poligono e si occupa personalmente della manutenzione della sua moto.
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