la mia colf ucraina

sandra
a day ago

Mi chiamo Alessio, ho 15 anni, frequento il secondo anno di un istituto tecnico per geometri, non che voglia fare il geometra, ma qualcosa bisogna studiare, vivo con mamma e papà che hanno  un negozio di gioielleria, poi c’è la mia sorellina Gaia che ha un anno meno di me e frequenta il liceo classico e Grazia, la nostra sorella maggiore che è all’ultimo anno dello scientifico, sono le due studiose della famiglia, poi, con noi c’è Alexandra che è la colf Ucraina che si occupa di noi e della casa.

Alexandria e Grazia sono l’oggetto principale delle mie seghe notturne, Grazia è molto bella, assomiglia alla mamma e Alexandria che ha, più o meno l’età di papà ha un culo e due tette da sballo e, ogni tanto , facendo lo sbadato, mi ci struscio contro.

Non sono ancora mai stato con una ragazza, giusto un paio di pompini da una mia compagna di classe, comunque ho sempre nel portafoglio un paio di preservativi, prima o poi li userò e non per fare le bombe d’acqua.

Una mattina che non sono andato a scuola giravo per casa in boxer, mentre Alexandra puliva il pavimento della sala mi sono dovuto stendere sul divano per non darle fastidio, però quel suo movimento, avanti e indietro, prima da un lato e poi dall’altro ha fatto rizzare di botto il mio scettro, come lo chiamavo io, anche perché, in palestra, confrontandomi con gli altri miei compagni, era decisamente superiore alla media;

Alexandra se n’è accorta e io ho lasciato che uscisse dalla fessura sul davanti dei boxer

-          Alessio copriti che si vede tutto

-          Perché Alex non ti piace? Non è male no?

-          Piantala e copriti

-          Non ci riesco, perché non mi aiuti tu a rimetterlo dentro

-          Sei proprio stupido stamattina

Mi sono alzato ed incurante del pavimento bagnato le sono andato dietro abbracciandola così da palparle il seno e potermi strusciare sul suo culo;

-          Alessioooo

-          Hai un seno bellissimo

-          Potrei essere tua madre

-          Ma non lo sei

E la spinsi contro il divano sul quale rovinò dandomi anche un bello scorcio delle sue tette, feci finta di scivolare sul bagnato e le finì addosso aggrappandomi con le mani dove potevo e finirono dentro la scollatura della sua vestaglia, erano morbide e pastose, la sua vestaglia si aprì ancora di più ed io continuai a palpeggiarle, avevo voglia di metterci il mio cazzo in mezzo e farmi una sega con quelle due splendide tette.

Cominciai, infatti e lei dopo un tentativo di ricomporsi continuò al mio posto, anche perché la bloccavo con il mio corpo sul suo ansimando, non ci volle molto perché le esplodessi sul mento con tutta la forza che i miei lombi potevano esprimere e don un sospiro di soddisfazione.

-           vai in bagno a lavarti e poi in camera tua non voglio più vederti stamattina

non so se avevo gli occhi bassi mentre eseguivo i suoi ordini ma dentro di me sapevo che non sarebbe finita così.

Passò almeno un mese prima di avere l’occasione di rimanere in casa da solo con Alexandra, lei dopo aver rigovernato andava a riposare un paio d’ore in camera sua che era vicino alla cucina, separata dal resto delle altre camere, aprii lentamente la sua porta, ringraziando papà per la sua fissazione di lubrificare i cardini per evitare cigolii, lei era sdraiata sul fianco, rivolta verso la parete, la vestaglia le lasciava scoperte le cosce, a guardarla così io ce l’avevo già in gola, beh, a 15 anni ormoni a mille, ero andato preparato già in boxer con le bustine dei preservativi in una mano, cominciai ad accarezzarle leggermente proprio le cosce e lei spostandosi scoprì l’angolo basso dei suoi slip, non aveva peli, era depilata, la stoffa degli slip divideva a metà la sua figa alla quale arrivai sfiorandola con le dita, un leggero mugolio da parte sua, pensai non se ne fosse accorta, invece si girò di scatto

-          Alessioooo cosa fai

-          Quello che sogno da tempo

E le infilai con maggior impeto una mano tra le cosce, lei girandosi aveva scoperto il seno e ci infilai la testa in mezzo, in effetti ero parecchio imbranato, lei mi prese la testa tra le mani scostandola e guardandomi fisso negli occhi, poi la lasciò e si slacciò la cintura della vestaglia mostrandomi tutto il suo corpo ed infine attirandomi a se, doveva avere voglia anche lei perché la mia mano, sempre tra le sue cosce, si stava inumidendo, il mio cazzo già svettava oltre i boxer, lei me li abbassò prendendolo in mano e poi ci si chinò sopra con le labbra leccandomi il glande già paonazzo, i preservativi mi erano caduti sul lenzuolo, lei ne raccolse uno, lo prì e me lo infilò, poi sempre tenendomi in mano l’uccello lo guidò verso la sua figa che lo inghiottì famelica, mi ritrovai io sotto di lei che, ondeggiando si scopava da sola con il mio cazzo, io ero ipnotizzato dalla danza dei suoi seni che, finalmente, le mie mani catturarono e strinsero con forza, cominciai anche a seguirla nei suoi movimenti spingendo dentro di lei mentre si abbassava sul mio cazzo e la cosa sembrava le piacesse, mentre lei bagnava con il suo orgasmo il mio ventre io riempivo il preservativo con il mio sperma che lei tolse gettandolo in un cestino iniziando poi a leccarmi l’uccello per ripulirlo

-          Ho visto che ne hai un altro, non sprechiamolo

Continuò il suo pompino fino a quando il mio scettro non riacquistò la forma iniziale, poi si inginocchiò come un cagnolino sul materasso mostrandomi le natiche ed infilandosi un dito nel culo. Infilai lìaltro preservativo, gliele allargai con le mani e puntai il mio cazzo al suo buchino spingendo, non fu così agevole come con la figa ma estremamente godurioso penetrarla mentre lei si agitava aiutandomi, poi cominciai a pompare dentro di lei che teneva la bocca contro il cuscino per soffocare i suoi gemiti, sentivo il mio cazzo strisciare in quell’antro di carne provando anche un leggero dolore per lo sfregamento ma poi, il piacere mi colse all’improvviso, cosa che lei aveva previsto spingendo il sedere indietro proprio in quel momento.

Poi mi mandò via e corsi in camera mia con i boxer in mano e mi infilai subito sotto la doccia, se avessi avuto altri preservativi sarei andato avanti, cosa ti combinano gli ormoni.

Nei mesi successivi, fino al mio compleanno, ogni tanto, , scivolavo in camera sua, le sue “lezioni” riuscivo a seguirle con attenzione, soprattutto quelle dove mi insegnava a far godere una donna.

Mia sorella Grazia ha iniziato l’università, ogni tanto quando passavo con il motorino vicino alla facoltà la vedevo fuori dai cancelli con qualcuno, era troia prima e ancora di più adesso, in casa non ha mai fatto attenzione al fatto che ci fossi anch’io che la vedevo seminuda, o forse le piaceva il fatto che la guardavo cercando che non se ne accorgesse

Una sera tardi la luce filtrava ancora da sotto la sua porta, sempre ringraziando papà entrai in camera sua senza che se ne accorgesse, era intenta in qualcosa che faceva sul suo letto a occhi chiusi e no  stava dormendo, mi avvicinai di più per poter guardare meglio mia sorella che si stava masturbando

-          Se hai bisogno io sono qui

aprì gli occhi di colpo e vedendo che ero io

-          Alessio cosa cazzo ci fai qui e come ti permetti di entrare senza avvisare

-          Per fortuna sono io e non Gaia

-          Oh Gaia lo fa anche lei, tranquillo e, comunque non sono fatti tuoi

-          Volevo solo essere gentile

-          Vai ad esserlo in camera tua.

-          Ti stai facendo un nome anche in università?

-          In che senso

-          Beh al liceo eri famosa per i tuoi pompini, anche tra i professori, mi hanno detto

Intanto si era ricoperta di nuovo con il lenzuolo, erano rimaste fuori solo le tette che non erano come quelle di Alexandra ma una buona terza misura direi, poi la presi alla sprovvista, scostai il lenzuolo che aveva sulle gambe e ci infilai in mezzo una mano

-          Vorrei provare anch’io i tuoi pompini, dicono che sei molto brava

-          Se non te ne vai subito…..

-          Cosa fai? Chiami papà?

Senza attendere una risposta cominciai a muovere le dita sulla sua fighetta e poi ci misi anche la lingua, aveva un buon sapore, lei tirò subito la testa all’indietro chiudendo gli occhi e cominciando a mugolare

-          Dove hai imparato?

-          Sono un autodidatta

Poi, senza che se ne accorgesse infilai un preservativo e, mentre lei stava a gambe larghe assaporando la mia lingua la sostituii con con il mio cazzo penetrandola di colpo, strabuzzò gli occhi mentre cominciavo a scpoarla ma, d’istinto, intrecciò le sua lunghe gambe sulla mia schiena

-          Wow, sei bravo

-          Ti piace così?

-          Si, siiii continua, non ti fermare

Iniziai a portare colpi più forti e profondi, arrivò a mordermi sulla spalla, fino a quando la sentii venire mentre io riempivo il preservativo, poi pretesi che mi ripulisse l’uccello e mi facesse un pompino, con lei non avevo finito, aveva due natiche dure come il marmo e mi ci volevo infilare in mezzo, mentre la sua lingua lavorava io, intanto, con le dita intrise del suo e mio piacere iniziavo a ravanarle il culetto e, lei, mentre lavorava di labbra e lingua si dimenava agitandosi, mi feci infilare da lei il preservativo, questa volta, poi la feci mettere come aveva fatto Alexandra, mentre spingevo il mio cazzo dentro il suo pertugio vedevo le sue gambe tremare ma non mi disse mai di fermarmi, arrivai a sbattere i miei coglioni contro le sue natiche e poi cominciai a martellarla incurante dei suoi lamenti che soffocava nel cuscino stringendo tra i pugni il lenzuolo.

Era vero quello che diceva Alexandra che alle donne piace prenderlo nel culo perché godono di più e, infatti, Grazia venne più volte prima che lo facessi io, poi volli unn ultima cosa, riprese a farmi un pompino e poi le feci bere tutto il mio sperma senza perderne una goccia e ripassandosi la lingua sulle labbra.

Con Alexandra e Grazia, la mia adolescenza sessuale era ben organizzata adesso.