una storia come tante

La mia è una storia come tante, mi chiamo Marianna, ragazza madre a 17 anni, single, un corpo che mi ha sempre creato problemi e che, anche se nascosto dal mio camicie da lavoro, attira l’attenzione, ho quindi una figlia di 15 anni, età critica che ricordo bene. Lavoro come operaia in una grossa Azienda, non mi sono diplomata, non ho potuto aspirare a qualcosa di meglio, ho avuto, in effetti, proposte diverse e, in apparenza, molto più vantaggiose, ma erano il tipo di proposte che volevo evitare.
Ho una storia, solo sesso, con il mio capo, non il capo in testa, solo il mio capo reparto, però ho avuto una promozione ed un aumento, tra le chiacchere dei colleghi, anche se ho sempre fatto con attenzione il mio lavoro, ma si sa, alla gente piace parlare.
Ho, comunque, un carattere abbastanza espansivo, non sono una musona e, se c’è da divertirsi, non mi tiro indietro, sono troppi i problemi della vita per non approfittare dei momenti buoni che ti offre, quindi se, in una serata, può capitare di finire a letto con qualcuno, ben venga, purchè ci sappia fare e non ci siano implicazioni di tipo sentimentale, non ne sento il bisogno, come la notte dell’ultimo capodanno, ero di libertà, mia figlia era ad una festa in discoteca per la quale ha ricevuto le dovute raccomandazioni oltre ad una scatola di preservativi, abbiamo parlato dell’argomento quando di anni ne aveva 14, quindi sono andata ad una festa in un locale per single.
In quei posti ci sono sempre più uomini che donne e, la nostra scelta è più ampia, alle tre me ne andai con due cavalieri per continuare la festa a casa di uno dei due, in macchina avevo già i capezzoli gonfi e duri e le mutandine bagnate, la mano dell’autista sulla mai coscia non faceva che peggiorare le cose, nella strada tra l’ingresso e la camera da letto spargemmo i nostri vestiti per terra e mani e lingue di tutti e tre iniziarono subito a lavorare, a prima vista avevo scelto bene,
non ci volle molto perché accogliessi nella ia figa il primo di quei cazzi lussuriosi, anche se non avesse usato un preservativo lubrificato si sarebbe mosso dentro di me quasi senza attrito, pur essendo della dimensione giusta per la tana che l’accoglieva dopo il mio secondo orgasmo ed il suo, si sdraiò e cominciai a ripulirlo con la lingua dopo che ebbe buttato il preservativo, mentre la lingua del secondo continuava a darmi sensazioni piacevolissime, ora era passato al mio buchino tra le natiche che teneva allargate con le mani, mi sussurrò qualcosa all’orecchio e feci di segno si con la testa, puntò il suo uccello al mio culo e spinse
- Dio mio siiiii
- Ma dove ti eri nascosta
- Non parlare, scopami, si, si, così
Dovetti usare la mano per riuscire ad imboccare il cazzo che avevo davanti perché gli affondi di quello dentro di me erano lunghi e profondi e l’orgasmo mi faceva tremare tutto il corpo, poi ci rilassammo vegliarlaqualche minuto riprendendo fiato ed uno dei due provvide ad altro spumante che, in buona parte finì su mio corpo che provvidero ad assaporare con le loro lingue.
Anche il primo che mi aveva scopato volle provare il mio culetto e, mentre era sdraiato mi ci impalai voluttuosamente dandogli la schiena, lui mi passò le braccia lungo il corpo prendendomi i seni e tirandomi verso di se, compresi subito cosa voleva fare perché non si era ancora mosso dentro di me e non ci volle molto che il suo amico provasse la strada principale, solo dopo cominciò la mia cavalcata, mi si rivoltarono gli occhi indietro per il piacere, il mio corpo tremava e orgasmava, un’esperienza come quella non mi era mai successa, e, pregai perché non finisse troppo presto.
Adesso tra lo spumante ed il sesso eravamo abbastanza stanchi anche se soddisfatti ed io, inezzo a quei due ricevevo e dispensavo baci e carezze, ci addormentammo così abbracciati,.
Al mio risveglio dormivano ancora, andai in bagno a fare una doccia di cui avevo estremo bisogno poi raccolsi i miei vestiti e li indossai, un bacio per uno ai miei cavalieri, i cui nomi non ricordavo, una carezza leggera ai loro uccelli e me ne andai chiamando un taxi.
Mia figlia dormiva ancora, sperai si fosse divertita almeno la metà di me, mi cambiai e cominciai a preparare la colazione anche se non volli svegliarla e la vidi emergere dalla sua stanza solo nel pomeriggio.
Purtroppo non ho la macchina, non ce la possiamo permettere, ho solo preso uno scooter per mia figlia, le gite fuori porta ce le dimentichiamo, io vado al lavoro con i mezzi, da Bonola prendo la metropolitana, a parte l’affollamento, per il resto non mi lamento, è la zona che è sempre peggio, quando torno a casa la sera non sono mai tranquilla, soprattutto d’inverno, ho sempre lo spray al peperoncino in tasca e Annalisa tiene il suo scooter nelle cantine del palazzo.
Annalisa una sera è stata ffrontata da due magrebini che l’hanno minacciata e portato via il motorino, per fortuna lei è riuscita a scappare ma così non si va più avanti, devo prendere una decisione.
Avevo avuto un offerta di lavoro a Lugano un paio di anni fa, non è una cosa bellissima ma la svizzera è molto più sicura e, visto il mio carattere non sarà la fine del mondo, per mia figlia ed il suo futuro.
Anche se nel locale sono tutte ragazze più giovani non sfiguro certo, anzi, mi ci vuole poco per abituarmi ed arrivare a guadagnare, in alcuni giorni, anche più delle altre, inoltre la mia disponibilità anche per i gruppi fa la differenza a fine mese.
Come dicevo, la mia è una storia come tante, ma è la mia storia.
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