rapimento lampo

Sono in un furgone, due uomini mi hanno preso da un marciapiede e caricato di forza su questo furgone, mi hanno legato e messo un nastro adesivo sulla bocca, intanto il furgone è ripartito, quindi ci deve essere un terzo uomo, ma cosa vogliono da me? stavo andando a lezione di pianoforte quando mi hanno preso.
Sono in una specie di magazzino, vedo scaffali di ferro vuoti lungo le pareti sono stesa su un piano di legno con le mani legate sopra la testa e fissate ad una sbarra di ferro che esce da un muro, anche le caviglie sono legate tra loro e ho sempre un nastro adesivo sopra la bocca,
la voce di un uomo che, probabilmente parla al telefono
- Abbiamo tua moglie, non chiamare la polizia, ti richiamiamo
Rumore di una saracinesca che si abbassa, il neon sul soffitto si spegne ma c’è altra luce, anche se più bassa che illumina la stanza, poi la stessa voce di nuovo
- Prepara 500.000 euro per domattina, non fare sciocchezze e andrà tutto bene, ti richiamiamo
Sanno esattamente di quanto contante può disporre mio marito per la sua attività e, visto quello che fa sanno che non potrà chiamare la polizia, però dovrebbero anche sapere che per loro non sarà facile farla franca.
- Allora bella signora dovrai farci un po’ di compagnia
Uno degli uomini con un coltello in mano mi viene vicino, è un lungo coltello da caccia me lo fa strisciare sulla faccia e poi sul corpo, tra i miei seni, fino in vita, poi lo infila sotto il mio maglioncino e la mia camicia e li taglia a metà risalendo verso la mia faccia, senza il minimo sforzo, taglia anche il mio reggiseno con lo stesso movimento scostandone poi i lembi e mettendo a nudo il mio seno.
- Wow signora che bei capezzoli, ah sei una porcellina, diventano duri quando li tocco, e che bei seni pieni, speriamo tuo marito non faccia scherzi se no potrei mandarglieli tutti e due per ricordo
Usava sia una mano che il coltello per spaventarmi e ci stava riuscendo, inoltre mi stava palpando e usò anche la lingua per leccarmi i capezzoli.,
- Vediamo il resto adesso
Sempre partendo dalla vita, ma verso il basso usò il coltello per tagliarmi i pantaloni e le mutandine, adesso ero completamente nuda. Mi infilò una mano tra le cosce strette a causa delle caviglie legate e poi la sostituì con il grosso manico del coltello,
- Hey venite a vedere, la signora non è niente male, il marito è un uomo fortunato
Un altro uomo che era apparso in piedi dietro di lui
- Beh direi anche noi, adesso è qui, non è con il marito
- Hai ragione, adesso possiamo farla divertire noi la signora
Cominciai ad agitarmi ma mi teneva stretta , poi tagliò con un colpo netto del coltello il nastro che mi univa le caviglie e mi venne sopra, il suo cazzo si infilò prepotente tra le mie cosce e poi nella mia figa, ero bloccata, con la testa sbattevo a destra e sinistra ma, con il nastro davanti alla bocca emettevo solo mugugni mentre quell’uomo mi scopava con violenza, purtroppo il io corpo reagì naturalmente allo stupro ed ebbi un orgasmo prima che anche quell’uomo si scaricasse dentro di me
- Alla signora piace, ragazzi non facciamole mancare niente
Lui si scostò ma un suo amico lo sostituì immediatamente dentro di me, colpi profondi e veloci, piangevo ma continuò inesorabile, probabilmente troppo eccitato non durò più di 5 minuti prima di riempirmi di sperma, ma poi arrivò il terzo, quello fu il peggiore, era grosso più degli altri mentre scopava mi strizzava e schiacciava i seni fino a farmi male e non aveva fretta come gli altri due, gli piaceva guardare le mie smorfie mentre mi scopava, godendo di ogni affondo nella mia carne, poi finì, grazie a Dio o almeno così pensai.
Mi spostarono da lì e venni portata su una specie di branda con un materasso molto sottile e mi lasciarono lì un po’, avevo freddo, non avevo più i vestiti ma mi accorsi che era l’ultimo dei mie problemi perché tornarono ad occuparsi di me, mi violentarono rompendomi anche il culo che non avevo mai dato neppure a mio marito e, nel corso della notte mi scoparono in coppia più di una volta, ero distrutta e dolorante, speravo però di cavarmela per il fatto che avevano sempre tenuto coperti i loro volti.
Al mattino scomparvero d’un tratto e dopo un tempo che mi parve interminabile vidi apparire mio marito che mi liberò, prese in braccio e coprì con il suo cappotto per portarmi a casa.
Seppi poi, nei mesi successivi che aveva recuperato i soldi pagati per la mia liberazione e gli uomini che mi avevano rapito non erano più in giro, ma non gli chiesi mai nulla e, anche lui non chiese mai nulla a me.
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