la coppia felice

Ho conosciuto mio marito Giuseppe, in Slovenia, dove sono nata 28 anni fa, non cercavo l’amore ma la sicurezza e lui me l’ha data, la nostra differenza d’età, per il nostro tipo di rapporto non ha particolare importanza, il nostro matrimonio è di facciata perché lui è gay, lo ha sempre tenuto nascosto alla sua famiglia che non avrebbe capito e al resto del Mondo, adesso è il CEO dell’azienda di famiglia ed il suo segretario, in effetti, è il suo vero compagno e vive con noi nella nostra villa in Brianza. Per quanto riguarda me non mi fa mancare nulla, conduco una vita agiata, e ho la libertà di fare quello che mi pare, sempre con discrezione però. Ai tempi ci siamo conosciuti in Croazia, al mare, ero anch’io in vacanza ma con un cliente del locale dove lavoravo in Slovenia, praticamente una escort, una sera, nel bar del resort, lui era da solo e aveva già superato il limite alcolico, io avevo lasciato il mio ospite in camera a russare e avevo bisogno di qualcosa di forte da bere, a volte è più facile confidarsi con un estraneo e ci raccontammo a vicenda i nostri guai, aiutati da una adeguata dose di alcool, ci siamo sposati tre mesi dopo.
Non posso, e non mi interessa, avere storie di lunga durata, anche perché prima o poi si verrebbe a sapere, quindi solo rapporti occasionali, a me piacciono gli uomini un po’ rudi, che, quando hanno un rapporto con me , non dico mi trattino male o siano violenti ma decisi, virili e anche un po’ rustici al limite dell’ignoranza.
Sono anche , decisamente esibizionista, mi piace mi guardino e mi desiderino e, quindi, mi vesto e trucco in modo da evidenziare le mie peculiarità; di fronte a tutti siamo una coppia molto affiatata e, in effetti gli voglio bene davvero e, credo, che anche lui provi dell’affetto per me ma lui vive la sua storia ed io le mie.
Al mio Paese lo facevo per soldi, qui non ne ho bisogno, lo faccio perché mi piace, mi fa sentire viva, l’importante è che si tratti di sconosciuti, che succeda in una macchina, in un bar o in un albergo oppure su una spiaggia o su un prato non importa, purché succeda quando ne ho voglia.
Oltre alla nostra casa in Brianza abbiamo anche una piccola casa in montagna, in Val Camonica e, siccome a me piace anche molto camminare, ogni tanto ci vado a passare qualche giorno, soprattutto in estate.
L’ultima volta, faceva molto caldo e decisi di andarci per sfuggire all’afa, dopo una notte passata finalmente senza aria condizionata, armata delle mie pedule, calzettoni, pantaloncini, bastone e zainetto con borraccia e snack ho preso uno dei sentieri che mi portava dai 1000 ai 1500 metri, su bei prati dove, in stagione, fanno pascolare le mucche, ce n’erano una decina che, tranquille, senza nessuno che le disturbasse, mangiavano l’erba, dal camino di una malga usciva del fumo, era quasi mezzogiorno e mi fermai per mangiare qualche snack e riposarmi, dalla malga uscì un uomo, avrà avuto una quarantina d’anni
- Buongiorno
- Buongiorno a lei, una bella passeggiata?
- Si, davvero
- Un po’ più su c’è un bel torrente con l’acqua freschissima e un paio di pozze dove bagnarsi
- Ah bello, l’acqua sarà gelata
- Beh si ma può metterci i piedi a bagno e dopo una camminata è piacevole
- Sono sue le mucche?
- Si, faccio il burro ed il formaggio qui nella malga, vuole vedere ?
- Grazie, si, magari quando torno in giù, l’idea del torrente mi alletta
- Quando vuole
Continuai la mia camminata e, trovato il torrente feci proprio come aveva detto lui, tolsi gli scarponcini ed i calzettoni e misi i piedi a bagno, era proprio bello, ma il tempo in montagna cambia all’improvviso e arrivarono dei nuvoloni neri portati dal vento che promettevano pioggia, feci appena in tempo a rimettere le pedule che cominciò a piovere, arrivata all’altezza della malga ero già fradicia,
l’uomo di prima era sulla soglia e si fece da patte per farmi entrare, prese dei panni e degli asciugamani e me li porse indicandomi una porta
- Vada di là a togliere quella roba bagnata
Era un piccolo magazzino con forme di formaggelle su scaffali di legno, mi spogliai ed asciugai alla meno peggio drappeggiandomi addosso poi, il panno più grosso che altro non era che una coperta leggera, tornata nella stanza principale dove, sotto un grande contenitore era acceso un fuoco, mi fece sedere su quello che doveva essere il suo letto e mi prese la roba bagnata stendendola su una corda che aveva teso a una certa distanza dal braciere, solo le pedule erano asciutte all’interno.
Praticamente mi rannicchiai sul letto e mi porse un the caldo dove aveva messo, probabilmente, del brandy.
- Grazie
- L’ha presa proprio tutta
- Già non ho fatto in tempo ad arrivare qui prima
- Senta, è proprio un bel temporale
- Mi spiace averla disturbata
- Nessun problema, sono sempre solo qui, un po’ di compagnia non guasta, per di più di una bella donna
- Ahahah grazie, davvero
- Altro the?
- Volentieri, grazie, ci voleva
- Comunque io sono Sandrino, mi chiamano così, Sandro era mio padre
- Ljuba, piacere
- Ah non è italiana?
- Slovena ma vivo in Italia
- E le piace?
- Si, molto.
- Ho paura ci vorrà un po’ perché la sua roba si asciughi
Lui aveva addosso una di quelle tute bianche usa e getta e dei guanti di lattice, stava facendo il formaggio.
- Sta riprendendo un po’ di colore,
in effetti mie sentivo le guance bruciare
- Senta, il letto è pulito, si sdrai pure sotto le coperte mentre io lavoro
Il temporale continuava, dalla porta arrivava uno spiffero di aria fredda e seguii il suo consiglio, sarà stato il brandy nel the ma mi addormentai. Passò sicuramente qualche ora prima che mi svegliassi, perché fuori era buio, non pioveva più, Sandrino si era cambiato, adesso aveva dei pantaloncini ed una canottiera ed era seduto su uno sgabello vicino ad un tavolo sul quale c’era del pane, del formaggio ed una bottiglia di vino
- Ben svegliata
Nel rispondergli mi stirai scoprendo qualche centimetro in più di pelle
- Grazie, sono stata proprio maleducata, mi sono addormentata e le ho, anche, occupato il letto, la mia roba adesso sarà asciutta, mi vesto e torno a casa in Paese
- Col buio? Non se ne parla, stasera non c’è neppure la luna, neanch’io, che conosco la montagna come le mie tasche, mi ci avventurerei
- Mi spiace, le ho imposto la mia presenza
- Una presenza piacevole, vuole mangiare qualcosa? ha fame?
- Da morire, grazie
- Venga si sieda qui
Indicandomi un altro sgabello , mi sedetti a mangiare e intanto mi raccontò che aveva lavorato nell’edilizia all’estero, per cinque anni, poi suo padre era mancato e lui era tornato ad occuparsi delle mucche.
- Domattina l’accompagnerò io con il Quad, devo anche portare in Paese il burro ed il formaggio
- Le ho rubato anche il letto
- Vuol dire che quando se ne andrà dormirò tra le lenzuola impregnate del suo profumo
- Wow Sandrino, ci sta provando? Ahahah
- Beh una donna come lei nella mia malga, e quando mi ricapita? Ahahah
Già, pensai, quando gli ricapita?
- E dove dormirà stanotte Sandrino?
- Oh una coperta per terra, non è un problema, mi creda
- Oppure potremmo dividere il letto
Detto questo mi avvicinai al letto, lasciai cadere a terra la coperta che indossavo e mi girai verso di lui, mi raggiunse con un balzo, mentre io mi sedevo sul bordo del letto, gli abbassai i pantaloncini mentre lui si sfilava la canottiera, era già in eccitazione, il suo membro, notevole, sembrava vibrare mentre lo accarezzavo usando mani e labbra, e che virilità, soppesai ed iniziai a suggere il suo scroto mentre lui mi infilava le mani tra i capelli, la sua erezione si fece prepotente, la mia vagina pronta per essere scardinata da quel rustico , attrezzo colava umori, un sospiro di sollievo e soddisfazione quando mi penetrò con un unico movimento fluido cercando subito in profondità, un leggero dolore quando la raggiunse sfiorandomi l’utero e poi aggrappata alle sue spalle mentre mi dimostrava la sua forza non dando tregua alla mia carne.
Un controllo incredibile del suo piacere mi portò ad orgasmare una volta dopo poco che mi aveva penetrato e dovetti urlare quando, prepotente ne arrivò un altro insieme al suo.
Sdraiati su quel giaciglio massaggiai tutto il suo corpo muscoloso con il mio, il suo recupero sembrava impossibile in un tempo così breve e la sua resistenza quando volle provare il mio sfintere mi sorprese piacevolmente, rare volte un uomo mi aveva amato per tutta una notte, ma questa volta accadde e, al mattino, mentre dormivo ebbe anche il tempo di mungere le sue mucche, quando mi raggiunse di nuovo e mi svegliai volli anch’io assaggiare il suo, di latte, succhiandoglielo direttamente ed ingoiandolo golosamente.
Mentre tornavo in Brianza pensavo che avrei sicuramente tradito i miei principi, con Sandrino non sarebbe stata la cosa di una notte.
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