apprendistato di una minorenne

Mi chiamo Angelica e ho 15 anni, quando ho raccontato a mia madre quello che mi fa fare papà ho preso anche due sberle, mi ha detto che è colpa mia, per come mi vesto, per come giro per casa e papà lo fa solo per educarmi ma io non credo, vorrei parlarne con qualcun altro, con qualche compagna, con qualche insegnante, ma mi vergogno, anche per il fatto che, dopo le prime volte, adesso mi piace, però so che non è giusto, non è una bella cosa, ma la mamma dice che non devo parlarne a nessuno perché sarebbe peggio e mi porterebbero da un ‘altra parte, una specie di riformatorio e io non voglio andarmene da casa mia.
Viviamo in un palazzo di case popolari a Milano, in zona Giambellino, papà l’ha sistemato e adesso non è male, sopra di noi c’era il sottotetto ed un giorno lui ha fatto un buco nel soffitto e adesso, in mansarda, abbiamo una bella camera matrimoniale in più.
Mamma lavora in un supermercato come cassiera, papà, invece, ha perso il lavoro durante la pandemia, però essendo un bravo imbianchino, ogni tanto fa qualche lavoretto, anche se, dal Covid, beve un po’ troppo.
Dai tempi in cui eravamo chiusi in casa, io e lui, perché mamma ha sempre lavorato ha iniziato a comportarsi con me in maniera diversa, non come padre e figlia. Tutto è iniziato quando un giorno che era in bagno, nella vasca mi ha chiamato e ha voluto che gli passassi la spugna con il sapone dappertutto e, quando sono arrivata al suo uccello mi ha preso per il polso e ha cominciato a farmi fare su e giù con la mano, non sono una bambina so che così gli stavo facendo una sega, poi ha tolto la chiave dalla porta del bagno ed un giorno è entrato mentre lo stavo facendo e si è messo lui ad insaponarmi e le sue dita sono entrate nella mia fighetta fino a quando mi è venuto un orgasmo.
Ha cominciato anche a farmi vedere film pornografici sul suo tablet e poi ha preteso che glielo prendessi in bocca come facevano le attrici e mi ha fatto ingoiare il suo sperma. Da allora riproduciamo le scene dei film e mi ha sverginato anche il culetto, devo ammettere che, a parte le prime volte, poi ha cominciato a piacermi. Il giorno del mio sedicesimo compleanno mi hanno regalato un dildo a forma di cazzo con la ventosa e hanno voluto che lo provassi, anche mamma che poi mi ha insegnato a usare il lubrificante e le lavande vaginali ed anali e mi ha rasato completamente, per una questione di igiene mi ha detto.
Mi ha anche accompagnato al consultorio ed il ginecologo mi ha prescritto la pillola.
A 16 anni sono alta un metro e sessanta, bionda come mamma, anche se lei adesso si fa la tinta, gli occhi azzurri come papà e peso 46 kg, ho iniziato anche a portare il reggiseno, ho una terza misura coppa c.
Papà mi ha preso un pomeriggio e fatta sedere al tavolo con lui mi ha spiegato che eravamo un po’ in difficoltà, avevamo qualche problema di soldi, quindi avrei dovuto smettere di andare a scuola, i libri e l’attrezzatura costavano troppo e avrei dovuto contribuire anch’io alle spese di casa così sarei riuscita anch’io ad avere qualche bel vestito firmato, magari uno scooter e altre cose belle che adesso non potevamo permetterci, gli dissi che a sedici anni non avrei trovato nessun lavoro ma lui mi disse di averci già pensato, così cominciai la mia nuova vita.
La nostra casa cominciò ad essere frequentata da molte persone, uomini, che venivano in mansarda, dove c’ero io che facevo tutto quello che volevano e mi chiedevano, cominciai anche ad incontrarne due o tre insieme, dalle web cam che papà aveva istallato lui poteva controllare.
Io immaginavo di essere un’attrice dei film che lui mi faceva vedere, in quel periodo, fino ai miei 18 anni, facevo anche 10 incontri in un giorno, però ebbi i miei vestiti firmati ed il mio scooter e vivevo aspettando, con ansia, i miei giorni del ciclo mensile per stare un po’ tranquilla per conto mio.
Appena compiuti i 18 anni, in uno di quei periodi mensili, ho nascosto in uno zainetto che tenevo in cantina insieme allo scooter alcuni vestiti, papà, in quei miei giorni passava le giornate al bar, lui diceva che si occupava di pubbliche relazioni, poi ho preso la cassetta dove lui metteva i soldi e, con il suo trapano l’ho aperta, ci ho trovato quasi 6.000 euro, lo scooter l’ho venduto ad un commerciante con il quale mi ero accordata il mese prima per 800 euro e, con la mia carta d’identità, dalla stazione centrale sono andata in Svizzera. Ho trovato lavoro in un locale notturno di Lugano, arrivo a guadagnare anche 200 euro al giorno oltre a quello che faccio con gli “extra”, non sono più tornata in Italia.
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