sono una mamma

Mi chiamo Angela, sono sposata con Michele da 17 anni, ho due figlie di 16 e 14 anni, dico che ho due figlie perché non sono di Michele, la prima Caterina è figlia del suo testimone di nozze, la seconda, Marianna, sinceramente, non lo so perché sono un po’monella, dopo di lei mi sono fatta operare per non avere altri figli. E poter continuare a divertirmi.
Michele è un brav’uomo, grande lavoratore e molto impegnato con la parrocchia ed il sociale, io, invece, lavoro in una pasticceria come cassiera e, purtroppo, sono sempre impegnata la mattina quando lui e le ragazze vanno a Messa, infatti tutte le domeniche, a pranzo, mangiamo fuori perché io non ho tempo di preparare e, se non usciamo siamo dai miei suoceri.
Le ragazze, quando tornano da scuola al pomeriggio vanno dai nonni e Michele le passa a prendere la sera prima di tornare a casa, poi cucina perché è più bravo di me e, quando torno ceniamo tutti insieme.
Mia suocera è sempre stata contraria al nostro matrimonio, perché, ai tempi, io avevo 19 anni e Michele 30 ed io ero orfana da quando ne avevo 15 dove, grazie alle 4 case famiglia dove avevo vissuto, avevo fatto le mie esperienze. Mio suocero, ex Maresciallo dei Carabinieri in pensione, era stato proprio quello che ci aveva fatto conoscere e la moglie non glielo ha mai perdonato,
Michele non è particolarmente dotato e neppure molto bravo, i nostri rapporti si concludono in 5 minuti, al buio, senza alcun preliminare se non qualche bacetto, e, chiaramente, sono costretta a fingere per non farlo sentire non all’altezza, penso che molto sia dovuto alla madre ed all’educazione che gli ha impartito, a parte la dimensione della sua virilità decisamente al di sotto della media.
Quello che io vivevo, sessualmente, con mio marito, mio suocero lo viveva con la moglie estremamente bigotta. Un lunedì pomeriggio che ero a casa con Caterina che aveva 6 mesi lui è passato a trovarla, io ero già riuscita a recuperare la mia forma preparto e stavo approfittando del fatto che la bimba dormiva per fare un po’ di ginnastica sul mio tappetino in soggiorno con addosso un body decisamente succinto, come piaceva a me, comunque lui arriva ed io, chiaramente mi fermo e gli preparo un caffè,
- Angela sei bellissima, Michele è fortunato
- Grazie, ma, come vedi, costa fatica e sudore mantenersi belle
- Ahahha ma il risultato è notevole
- Posso approfittare di te? Mentre sei qui vado a fare una doccia, se la bambina si sveglia ci sei tu
- Certo, vai pure, approfittane
Quando torno con addosso il mio corto accappatoio lui sta guardando la bimba che dorme nel suo lettino in camera nostra, senza pensarci comincio a tirare fuori dal cassetto slip e reggiseno e li appoggio sul letto, lui li guarda e guarda me
- Eh si, decisamente fortunato mio figlio
- Anch’io però, ho un suocero che mi fa da baby sitter
- Quando vuoi, oltre che per Caterina posso farlo anche per te, sei talmente giovane
- Dai Maresciallo, non sei vecchio, mi sa che mia suocera deve ancora stare attenta quando vai in giro
- Una volta.
Mi siedo sul letto e non faccio caso al fatto che dal mio corto kimono non spuntano solo le gambe
- Sei sempre un bell’uomo
- Appunto, un uomo e certi spettacoli mi fanno un certo effetto
Lo guardo, mi guardo e capisco, inoltre, dall’alto, anche la curva del mio seno è in evidenza, si è ingrossato il pacco dei suoi pantaloni e allungo appena la mano per toccarlo
- Angelaaaa
- Beh Maresciallo, resta in famiglia
E la mia carezza diventa qualcosa di più mentre sciolgo la cintura dell’accappatoio, lui si china su di me, penso voglia baciarmi ma le sue labbra non cercano la mia bocca ma la mia figa, la sua lingua comincia a saettare infilandosi tra le mie grandi labbra mentre col pollice solletica la mia clitoride, gli prendo la testa tra le mani e poi mi lascio andare sul materasso e lui, lentamente sale con la lingua e con tutto il corpo, le sue mani si appropriano del mio seno e sento la sua virilità strisciare sulla mia figa come se chiedesse il permesso per entrare che, poi, gli viene concesso con gioia.
Ecco qualcosa in cui Michele non assomiglia a suo padre, lo sento grosso e fremente mentre mi penetra e mi riempie la vagina, appoggio i piedi sul materasso allargando le gambe ed alzando le ginocchia, mio suocero mi sta scopando proprio come piace a me, sbuffa un po’ ma non si ferma, il mio piacere aumenta mentre il suo batacchio mi percuote, poi con un grosso sospiro di soddisfazione mi inonda con la sua sborra mischiandola al mio orgasmo. Il pianto di Caterina ci riporta alla realtà, si solleva da me e si ricompone
- Meglio che vada scusami
- Si, certo, vai.
Mi alzo anch’io prendendo la bimba dal lettino, devo cambiarla e darle la pappa, adesso devo fare la mamma.
Per qualche tempo mio suocero il lunedì pomeriggio approfittava del mio giorno di riposo per passare a trovarmi con reciproca soddisfazione, era anche il giorno che tenevo Caterina tutta per me, mentre il resto della settimana se ne occupava mia suocera e la riprendevo la sera.
Un lunedì, dovevo andare in clinica per alcuni esami e al mattino lasciai Caterina da lei perché si trattava di una cosa abbastanza lunga, mi sarei liberata solo al pomeriggio e presi la macchina che, comunque, non usavo molto spesso, ho solo una piccola Matiz, comoda per parcheggiare a Milano, faccio i miei esami e mi sbrigo prima del previsto , sono in zona Forze Armate, quasi quasi vado in centro e mangio un boccone prima di recuperare la bimba.
Lascio l’auto al multipiano di Corso Matteotti, è l’orario in cui gli impiegati sciamano dagli uffici per la pausa pranzo, sono indecisa, poi propendo per un localino in Via Bagutta, giusto una pizza, una semplice margherita, mentre passeggio, dopo mangiato, sotto i portici mi sento chiamare
- Angela, Angelaaaaa
Un ragazzo vicino ad un furgone, non ci credo, è Vittorio, un ragazzo che era con me nell’ultima casa famiglia dove ero stata, gli vado incontro sui miei tacchi alti, ci baciamo sulle guance
- Vittorio, quanto tempo, cosa fai qui?
- Cosa fai tu, saranno quanti, 4/5 anni?
- Si si, più o meno, io niente, andavo a bere un caffè dopo pranzo
- Lavori qui intorno?
- No, no lavoro in zona Buonarroti ma oggi riposo, tu?
- Io sono con altri 2 stiamo facendo un’ intervento in un palazzo quì dietro, sono uscito per riprendere il furgone e andarli a recuperare
- Che intervento<<<’
- Faccio l’idraulico, abbiamo istallato dei climatizzatori
- Ah bello
- Insomma, tu sei sempre bella, forse anche di più
- Adesso sono una signora sposata e ho una bimba
- Ma pensa, io ricordo come ci divertivamo
- Beh non sempre
- Vero, c’era il nostro “papà” affidatario che non era il massimo
- Lui si divertiva, soprattutto
- Vero ma tu eri uno spettacolo
- Per lui ed i suoi amici
- Anche per noi quando non c’erano loro, non ti sei mai tirata indietro e guardati adesso, io e Alfredo ancora ci vediamo
- Sta bene?
- Beh .non proprio
- Cos’ha?
- Eroina
- Uhhh
- Già
- Ecco i miei compagni, un caffè con noi?
- Perché no
- Angela, questi sono Luigi e Samuel
- Piacere Angela
- Vittò, come fai, ti lasciamo solo un momento e guarda cosa rimorchi
- Ragazzi è una mia amica da tempo
- Non sarà quella di cui ci hai raccontato
- Cosa hai raccontato?
- Solo che eravamo un po’……….fuori di testa
- Ah si dice così
- Dai andiamo a bere un caffè sotto la torre Velasca che è un amico
- Io veramente ho la macchina in Matteotti
- Vabbè, dopo ti riportiamo indietro
Uno degli altri due sale dietro ed io davanti tra Vittorio e Samuel, arrivati al bar prendiamo il caffè ed il loro amico, non ricordo il nome
- Mi guardate i frigoriferi dabbasso, ne ho uno che fa le bizze
- Siamo con lei dobbiamo riportarla indietro
- Dai ragazzi, ci mettete un minuto, tra poco arriva il ragazzo che mi sostituisce, non voglio che abbia problemi e mi venga a rompere i coglioni mentre mi riposo giù in camera mia
- Angela ci aspetti un momento?
- Veramente dovrei andare ma prima un bagno per favore?
- Vada dietro a loro, il mio bagno è giù, usi quello, questo di sopra va ancora pulito
- Va bene, grazie
Nel seminterrato un magazzino di bevande e dei frigoriferi, Vittorio mi indica una porta, è quella della camera del suo amico con un letto matrimoniale e. dietro un'altra porta il bagno, quando esco trovo Vittorio nella stanza
- Fatto adesso vado
- Angela, io, te, un letto, non ti ricorda niente?
- È passato molto tempo e poi non siamo soli
Si sporge dalla porta della camera
- Ragazzi mi date un quarto d’ora?
Poi si gira di nuovo verso di me
- Il mio cazzo extralarge ti piaceva, ricordi?
E mi viene vicino, sono tra lui ed i letto
- Si ricordo bene
Mi infila le mani sotto il vestitino corto che ho e mi prende gli slip tirandoli verso il basso
- Io sono già pronto
Mi solleva la gonna e mi fa girare con le mani sul letto, lo sento entrare ed, in un attimo, affiorano i ricordi, Dio come era bello, i suoi colpi mi fanno quasi piangere per il piacere che mi provoca, sento la zip del mio vestitino scendere e lui lo porta fino alla mia vita, con le mani sulla mia schiena nuda continua a spingere dentro di me, non sono io, è la mia carne che ricorda, ci vuole decisamente un po’ perché mi riempia del suo sperma caldo non prima, però, di averi provocato un orgasmo squassante, quando esce da me mi fa girare di nuovo e mettere in ginocchio davanti al suo attrezzo ancora sporco dei suoi e miei umori, le mie labbra e la mia lingua con cercano altro.
Non mi accorgo della porta che si apre dietro di lui, sono troppo impegnata ma è un attimo che davanti alla mia faccia gli uccelli che cercano la mia bocca siano tre, poi vengo sollevata e messa sul letto, il mio vestito non c’è più, sono rimasta solo con i sandalini tacco 8 addosso e un altro cazzo che trova la strada della mia figa mentre gli altri due mi continuano a strisciare sulle labbra e 4 mani si appropriano dei miei seni, altra sborra dentro e su di me, mi girano, uno sotto di me che mi scopa mentre Vittorio, so che è lui, spinge per entrare nel mio culetto e, quando ci riesce, mi sento squartare piacevolmente.
- Ah ecco dov’eravate, c’è una festa e non mi avete detto niente?
Una quarta voce, un quarto cazzo che mi cerca e poi mi trova. Sdraiata sul letto disfatto per cercare di riprendere fiato guardo il mio orologio, sono le quattro, devo correre a casa, mi alzo un po’ a fatica e vado in bagno, quando esco c’è solo Vittorio che mi porge il vestito e gli slip
- Ti accompagno, sei stata incredibile, come e forse di più dei miei ricordi
Se mai fosse possibile mi sento arrossire e imbocco la scala per salire, Vittorio mi riaccompagna al garage e me ne torno da mia suocera a recuperare Caterina, dopo 2 mesi scopro di essere incinta di Marianna.
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