vita in campagna

sandra
9 hours ago

Mi chiamo Alessio, e ho 17 anni , io e mia sorella gemella Antonella, viviamo con i nonni in campagna da quando ne avevamo 12 perché abbiamo perso i nostri genitori in un incidente, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta.

Il nonno ha sessant’anni, la nonna qualcuno  meno, però tre anni fa ha avuto un ictus, l’abbiamo trovata noi due al ritorno da scuola, in terra, mentre Antonella chiamava il1 118 io correvo nei campi per trovare il nonno, purtroppo non si è più rimessa del tutto e ha bisogno di assistenza. Il nonno, però, è stato fortunato, un suo terreno vicino al paese è diventato edificabile, lui l’ha venduto e non ha più problemi per l’assistenza di nonna., ha assunto una badante ucraina che si occupa anche della casa, in quel momento Alona aveva 28 anni, oggi ne ha trentadue ed è molto carina, alta, biondissima e con 2 occhi azzurrissimi, tralascio il resto della descrizione, ma potete immaginare la reazione degli uomini del Paese quando, in biciletta va a fare qualche commissione.

Nonno è un imprenditore agricolo, abbiamo un vigna ed un uliveto, e uva e olive vengono portate in cooperativa come le mele e le pere ma in un’altra, poi abbiamo un pollaio e le uova, tolte quelle che servono a noi, vengono vendute al salumiere del Paese; di solito fa tutto da solo, a parte i momenti delle raccolte dove prende braccianti italiani o stranieri purché regolari, e terminata la raccolta facciamo sempre una festa, più che altro, una grande cena.

Io ho la ragazza, una mia compagna di scuola, ma, a parte limonare ed un po’ fi sesso orale reciproco non abbiamo mai fatto altro, Antonella, invece, no, ha respinto tutti i suoi possibili ragazzi, dice che sono solo ragazzini, mi sono un po’ offeso perché, in effetti, ne faccio parte anch’io, però, se qualcuno insiste dopo il rifiuto intervengo io, quando si tratta di mia sorella non sono proprio un ragazzo tranquillo.

Io e lei siamo gemelli ma diversi, dizigoti, io sono alto un metro e ottanta, moro con gli occhi neri, lei, invece è alta un metro e settantatre, bionda che sembra avere le meches, occhi grigi, come la mamma, se Alona si fa guardare lei li fa girare , ha le gambe che sembrano lunghissime, soprattutto quando mette i tacchi, un culetto alto e sodo, che sia sodo lo immagino, e non sono in grado di dire la misura del seno ma immagino più una quarta che una terza, se la incontrassi per la prima volta le farei il filo anch’io.

A scuola andiamo in motorino, è in un Paese a circa 20 km da casa dei nonni, quando c’è brutto tempo o d’inverno ci accompagna il nonno con il suo pickup.

Il nonno è più come era papà, non è altissimo ma è una roccia, ha due spalle da lottatore e due braccia che sembrano prosciutti, è molto forte, durante le nostre feste di fine raccolto non c’è un bracciante che riesca a batterlo a braccio di ferro.

La domenica, per noi è giorno di riposo, dopo aver dato da mangiare alle galline siamo liberi, il nonno va a Messa e ogni tanto lo accompagniamo per il resto io vado girando con il motorino e, ogni tanto, la sera, mangio una pizza con gli amici in paese, ad  Antonella, invece , piace camminare gira sempre tra i campi e i boschi intorno casa, ci passa un sacco di tempo, soprattutto quando trova qualche animaletto, nonno invece è sempre indaffarato, ripara, sistema, pulisce.

Una domenica pomeriggio che non mi sono fermato in Paese, tornando a casa ho finito la benzina a circa 200 metri dal cancello, per fortuna abbiamo sempre benzina e gasolio nella rimessa, però mi sono sciroppato 200 metri con il motorino a mano, arrivo vicino alla rimessa, il nonno sarà lì a trafficare quando dal portone socchiuso vedo Alona che si tiene ad un palo, piegata in avanti con le tette nude che penzolano verso il basso, la gonna sollevata sulla schiena ed il nonno dietro di lei che la sta scopando non senza sforzo, non riesco a capire cosa dice lei perché parla nella sua lingua ma noto che le piace molto; messo il motorino sul cavalletto giro intorno alla rimessa per arrivare alla parte posteriore dove c’è una carrucola appesa con una corda per salire nella parte alta che veniva usata come fienile e mi arrampico, su quella specie di soppalco la vista è decisamente migliore, non nego di essermi fatto una sega mentre li guardo scopare, dopo che hanno finito ed il nonno è seduto su una balla di paglia lei, senza ricomporsi gli va vicino e comincia  a leccargli e baciargli l’uccello per poi esibirsi in un pompino spettacolare, mentre il nonno le palpeggia il seno.

La sera a cena sembra non essere successo niente tra di loro, tutto normale come sempre ma io sono ancora eccitato e dopo cena vado in camera mia ed accendo il pc per guardare qualche video porno.

Siamo nel periodo di raccolta della frutta, Alona mi dice di andare in paese a prendere dello zucchero per fare della marmellata, Antonella si è defilata per non lavorare, al ritorno passo vicino al boschetto dove da bambini andavamo a giocare e a costruire le nostre capanne, vicino ad un albero mi sembra di vedere Antonella, lascio il motorino ed entro a piedi tra i cespugli, è con due dei braccianti di colore che ci stanno aiutando con la frutta, avvicinandomi vedo che ha addosso solo le scarpe da tennis e i due la stanno facendo saltare sui loro cazzi, cerco e trovo un bastone e sto per fiondarmi su  di loro quando sento la sua voce

-          Siii ancora, così, fatemi male, non fermatevi, ne voglio ancora

Mi blocco e resto a guardare nascosto da un cespuglio con ancora il bastone in mano, uno dei neri è sdraiato e lei lo cavalca mentre l’altro da dietro la sta inculando, la mia sorellina se la sta godendo come una matta e questi non sono “ragazzini”, io però resto perplesso, non mi sono mai accorto di niente, sono proprio scemo, anche se sono eccitato per la scena.

Prima il nonno con Alona, poi Antonella, solo io non scopo.

La notte prendo una decisione, ancora in preda all’eccitazione di quello che ho visto nel pomeriggio, la notte nonna dorme sempre tranquilla, il nonno dorme nel letto che hanno posizionato vicino al suo, Alona allora si ritira in camera sua che è in mansarda, salgo le scale senza far rumore, una lama di luce sotto la sua porta, è ancora sveglia, busso leggermente ed entro senza aspettare risposta, lei è seduta sul letto con addosso solo una t-shirt e le gambe nude raccolte sotto il sedere

-          Alessio cosa c’è?

-          Ti ho visto l’altra domenica con il nonno nella rimessa

-          Non vedo cosa ci sia di male, lui è praticamente solo ed io anche

-          Anch’io sono solo

-          Uhhh capisco e vorresti…….

-          Vorrei ma ………

-          No, direi di no, non sarebbe una buona idea, torna in camera tua Alessio, facciamo finta che non ci siamo mai detti niente

Me ne vado in camera mia, chissà cosa pensavo di ottenere, ha ragione Antonella, sono solo un ragazzino.

È venerdì, facciamo festa, il raccolto di mele e pere è stato consegnato in cooperativa, Alona ha fatto la marmellata, invece, con le more che io e Antonella abbiamo raccolto, a tavola, a parte noi tre ed il nonno, altre 7 persone, 5 uomini e due donne di cui  4 operai stranieri ed uno italiano con moglie e figlia.

Tutti e 7 hanno raccolto la frutta e adesso mangiano il buon cibo preparato da Alona : antipasti con affettati, formaggi e verdure grigliate, pasta al forno, non la solita lasagna, arrosto di vitello e patate al forno e torta di mele, il tutto insieme al vino del nonno.

Alla fine, il nonno si ritira, ne ha bevuta, praticamente da solo, una bottiglia intera, non prima, però, di aver dato ad ognuno la busta con il pagamento del loro lavoro; Alona, le due donne , mamma e figlia, e Antonella sparecchiano, poi anche Alona saluta. Gli altri 5 uomini e la moglie di uno di loro raggiungono le roulotte che il nonno ha organizzato per loro dietro la rimessa mentre io Antonella e Giulia, così si chiama la ragazza quindicenne della coppia, rimaniamo  a guardare un concerto di Vasco sul mio pc.

Giulia, anche se più piccola, è molto più avanti di noi, vive a Milano, in periferia, a Gratosoglio ed è, decisamente, scafata, ha i capelli castani lunghi acconciati con treccine tipo africa, sarà alta un metro e sessanta ma ha già tutte le sue cosine al posto giusto e porta gli occhiali che, però la rendono carina, finito il concerto Antonella dice che andrà a letto, Giulia ed io continuiamo a chiacchierare,

-          Cosa c’è li dentro?

E indica la rimessa

-          I due trattorini del nonno, attrezzatura varia, , mangime e paglia per la cova delle galline e un po’ di cianfrusaglie,  oltre ai due scooter  mio e di Antonella ed il pickup del nonno, vuoi vedere?

-          Si dai sono curiosa

Mentre andiamo verso la rimessa, resto due passi indietro e mi godo il suo culetto stretto negli shorts di jeans, entrati in rimessa comincia a girare dappertutto

-          E lì sopra?

-          Quello era la parte dove, una volta, il nonno teneva il fieno per le mucche  che adesso, non ha più, ce l’hai il ragazzo?

-          No, adesso no

-          Scusa. Non sono fatti miei

-          Nessun problema, mi ha lasciato perché mi ha visto con un altro

-          Allora sei birichina

-          Ahahah sì, un po’

Poi si arrampica sulla scaletta che porta al soppalco ed io continuo ad ammirare il suo fondo schiena

-          Tu non vieni?

-          Sì, sì arrivo

La raggiungo e quando arrivo su lei si è tolta la maglietta ed abbassato gli shorts

-          Ce l’hai il preservativo ?

Deglutisco guardandole le tettine prima di risponderle

-          Si ne devo avere un paio nel portafoglio

-          Beh tu non ti  spogli? ho voglia di scoparti da quando siamo arrivati qui

In un baleno resto con i boxer ed in mano il portafoglio, lei  si inginocchia davanti, mi abbassa le mutande ed impugna il mio uccello che sta già diventando duro

-          Vediamo cosa abbiamo qui, wow, interessante

Comincia a farmi un pompino, mi succhia anche lo scroto ed io gli metto una mano sulla testa, quando si rialza le metto le mani sui seni palpeggiandoli, il cazzo tanto è duro da farmi male, lei si sfila anche le mutandine e mi abbasso per sentire il sapore della sua fighetta sulla mia lingua

-          Umm dai, continua

Sento i suoi umori che iniziano a bagnarla, poi mi rialzo , è lei che mi riporta giù prendendo in mano il mio uccello e sdraiandosi sul pavimento di legno, e guida il mio pene, già con il preservativo indossato, tra le sue cosce, è stretta e calda, il mio uccello si fa strada tra la sua carne, per me è la prima volta ed è bellissimo.

-          Non ti faccio male?

La sento ansimare

-          No, no, continua

Mi stringe le natiche con le mani tirandomi a sé, per ogni affondo un suo gemito, il mio respiro si fa  pesante, purtroppo ci metto solo 5 minuti prima di riempire il preservativo con il mio sperma, però ha un orgasmo anche lei.

Quando mi sfilo il preservativo, prima limoniamo un po’ poi me lo riprende in bocca, ne vuole ancora ed io sono d’accordo, mi siedo con le spalle appoggiate alla parete ed il cazzo sull’attenti, lei, dandomi le spalle si sta sedendo su di me, con una mano punto il mio uccello al suo buchino posteriore

-          No, lì no, non l’ho mai fatto

Faccio cambiare la destinazione infilando un altro preservativo, le piace mentre la penetro ed infilando le mano sotto le sue natiche la faccio andare su e giù ma poi lei punta i piedi a terra e continua da sola, con le mani libere le stropiccio i seni , questa volta duro molto di più e lei orgasma ad alta voce, speriamo non ci senta nessuno;

buttato anche l’ultimo preservativo  lei si gira e me lo riprende in bocca, io….

-          Non ho altri preservativi

Lei non mi risponde e continua a lavorarmi di bocca, sto venendo e le spruzzo il mio sperma in faccia, anche sugli occhiali, lei lo raccoglie con le dita e se le porta tra le labbra succhiandole

-          Uff, adesso devo andare prima che i miei comincino a cercarmi

-          Domattina partirai e non ti rivedrò più

Mi dà il suo numero di cellulare ed io resto lì appoggiato al muro, finalmente ho scopato, non sono più vergine, faccio per raccogliere i miei vestiti, la mezzanotte è passata, il portone della rimessa si apre e vedo entrare Antonella, ha solo la t-shirt lunga che usa per andare a letto e un paio d’infradito, sto per chiamarla e chiedere cosa fa lì ma il portone si riapre ed entrano i nostri 4 braccianti, allora mi fermo e mi sdraio per terra perché non mi vedano.

Sono tutti a torso nudo con i pantaloncini corti, anche Antonellina si toglie la t-shirt, sotto non ha niente, sono neri, la pelle lucida, solo uno è più chiaro, si inginocchia e loro la circondano togliendosi anche i pantaloncini, ce l’hanno tutti più grosso del mio che, pure, a scuola, sono uno dei meglio dotati, quando dopo la palestra facciamo la doccia posso confrontarmi con gli altri, da quel punto di vista.

Antonella continua ad accarezzare i loro cazzi e ad passarci copra le lingua, ogni tanto ne prende uno in bocca, poi uno la fa alzare, la spinge contro una parete, la prende in braccio sollevandola, lei gli passa le gambe sulla schiena e si aggrappa al suo collo, lui la penetra e lei lancia un piccolo urlo, poi comincia a scoparla sollevandola ad ogni affondo, lei mugola per il piacere, gli altri tre, in piedi si tengono gli uccelli in mano segandoli, poi, uno dopo l’altro la scopano in quella stessa posizione, i suoi orgasmi si moltiplicano, poi, quando anche l’ultimo le ha scaricato dentro il suo sperma (speriamo non resti incinta) lei si lascia scivolare a terra sempre circondata da quei quattro.

Se la passano l’un l’altro esplorandone il corpo ormai sudato, poi uno ad uno se la mettono sull’uccello inculandola e facendola saltellare, lei sembra invasata, mulina le braccia cercando, mentre la inculano di prendere in mano qualche altro uccello e portarselo alla bocca, vanno avanti quasi tre ore anche prendendola due per volta e, alla fine, scaricando il proprio sperma sul suo corpo disteso su alcune balle di paglia, poi, uno per volta, le danno un bacio e se ne vanno, lei resta stesa un po’, io non voglio si accorga della mia presenza e resto sul soppalco ad aspettare.

Sono passate le quattro quando si alza lentamente raccogliendo la sua t-shirt e, un po’ barcollando, uscire dalla rimessa. La seguo dopo poco e, passando davanti alla sua camera sento lo scroscio dell’acqua della doccia, ne faccio una anch’io dopo, prima di rimettermi a letto.

Per fortuna è sabato e non dobbiamo andare a scuola, quando scende per colazione è già truccata, forse per nascondere le occhiaie.

È passato un mese, la mia ragazza continua a non darmela, e, un pomeriggio vado in camera di Antonella

-          Ti ho visto nella rimessa la notte prima che i braccianti se ne andassero

-          E ti sei fatto qualche sega guardando?

Non mi ha mai risposto con quella veemenza e reagisco male

-          Si, mentre ti sfondavano mi sono masturbato, da quanto tempo ti fai scopare e inculare?

-          Non ti riguarda

-          Ma lo fai solo quando vengono i braccianti?

-          Insomma, si può sapere cosa cazzo vuoi?

-          Voglio riuscire a capire come sei diventata così?

-          Così come?

-          Così troia

-          Sei uno stronzo

-          E tu sei una grandissima puttana

-          Quello che faccio sono solo fatti miei

-          Per Dio hai solo 17 anni e……

-          E cosa?

-          Oh cazzo, ……..niente……. lasciamo perdere

-          Ecco bravo, lasciamo perdere

Faccio per andarmene ma poi cambio idea e mi volto ancora verso di lei

-          No Cristo santo, una persona non può cambiare così dall’oggi al domani, fammi capire

-          Ok facciamola finita, l’anno scorso, durante una delle mie passeggiate nei boschi sono stata….violentata

-          Ma chi……..

-          Non lo so, erano zingari che si erano accampati per qualche giorno, mi hanno presa e stuprata per due ore.

-          Perché non mi hai detto niente, a me o al nonno

-          Al nonno non ho detto niente perché se no avrebbe preso il suo fucile da caccia e si sarebbe rovinata la vita

-          E a me?

-          A te no perché mi vergognavo

-          Perché ti vergognavi, non è stato colpa tua

-          Mi vergognavo perché mi è ………piaciuto e mi sentivo in colpa, però da allora ho deciso che l’avrei fatto solo con chi volevo io e quando volevo e dove volevo.

-          Mi dispiace, davvero, non avevo idea, però potevi parlarne con la psicologa a scuola

-          Ne ho parlato solo con Alona che mi ha detto che anche lei……..è stata stuprata nel suo paese.

-          Alona avrebbe dovuto dirmelo

-          Le ho detto io di non farlo, però, grazie a lei, non ho provato più vergogna e  adesso, appena mi è possibile, mi…….diverto

-          Capito

-          Dai vieni qui, abbracciami

-          Naaa sei nuda

-          Non fare il fesso

Vado da lei che si tira su a sedere sul letto e l’abbraccio, lei mi bacia sulle labbra, il problema è che mi sono eccitato, sia per il racconto che per l’abbraccio con quel corpo nudo, caldo e sinuoso, e se ne è accorta

-          Ti sei eccitato?

-          Noooo…..si, no

Mi slaccia la camicia e mi accarezza il petto

-          Chissà che strage di cuori fai a scuola

-          Non scherzare, lo sai che sto con Cecilia che, oltretutto non me la da

le sue mani scendono, dal mio petto al mio rigonfio dei pantaloni che lei strizza

-          Antonella

-          Sssst non dire niente, è venuta voglia anche a me

Mi prende una mano e se la porta alla fighetta, è vero, è bagnata, mi ritrovo sul letto con lei, mi slaccia la cintura dei pantaloni e mi tira giù la zip, il mio uccello schizza fuori dai miei boxer, lei mi guarda in faccia e si china per prenderlo in bocca, io già sto godendo di quelle labbra calde, mi abbassa sulle caviglie pantaloni e boxer e poi, con una mossa repentina mi cavalca e si penetra da sola con il mio cazzo, sto sognando, o forse no, i miei versi si mischiano al suo ansimare, nonostante l’eccitazione riesco a durare fino al suo orgasmo e poi, senza spostarsi si sdraia sul mio corpo, immobile.

Quando mi riprendo vuole darmi anche il suo culetto che per me è la prima volta, dice che le piace molto e scarico il mio piacere anche nel suo intestino, dopo, mentre siamo abbracciati al caldo nel suo letto le dico che è pericoloso farlo senza preservativo, a parte le eventuali malattie c’è il rischio che resti incinta, mi tranquillizza, al consultorio le hanno prescritto la pillola, ci addormentiamo insieme, lascio la sua stanza prima che si alzi Alona lasciandola ancora riposare.

Da allora, ogni tanto dormiamo insieme e quando arrivano i braccianti lei continua a divertirsi. io ho lasciato Cecilia  e appena compiuti 18 anni ho fatto la patente, il nonno mi ha comprato un’auto usata, una Mini e sono andato a trovare Giulia che ci eravamo sempre tenuti in contatto con il cellulare, anche se lei ha solo 16 anni stiamo insieme e i genitori la lasciano venire, ogni tanto, qui a casa del nonno, lei è sistemata in un letto in camera di Antonella, ma quando tutti sono a dormire lascia il suo lettino per venire nel mio.

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