moglie e puttana

Sono le 10 del mattino, con la mia cinquecento ho parcheggiato fuori dalla porta carraia del Carcere di Opera, aspetto che esca il fratello di mio marito che ha passato qui 5 anni, lo conosco poco perché l’hanno arrestato dopo 4 mesi che io e Carlo ci siamo sposati, mio marito è andato a trovarlo ogni volta che gli è stato possibile, io mai perché Giovanni, quello è il suo nome, ha detto che non era un posto per una ragazza come me.
L’hanno arrestato perché nel camioncino che guidava venendo dalla Romania, nei quarti di manzo che trasportava hanno trovato armi da guerra, munizioni ed esplosivi che, lui ha dichiarato di aver comprato per fini di collezionismo, chiaramente non gli hanno creduto ed il suo avvocato non è riuscito a fargli ottenere uno sconto di pena, però ha del tutto scagionato mio marito che è il titolare dell’azienda di importazione delle carni affermando di averle trasportate a sua insaputa, io non ne sono convintissima ma questa è la versione che, in ogni occasione, quando ne parliamo, anche in casa, viene data.
In effetti più che fratelli sono fratellastri, Giovanni è il figlio di primo letto del loro padre che, rimasto vedovo si è risposato con la mamma di Carlo, c’è anche una differenza d’età abbastanza grande, Giovanni ha 15 anni più di Carlo che adesso ne ha 35, inoltre sono proprio diversi fisicamente, Carlo alto, longilineo, un po’ dinoccolato, Giovanni non credo superi il metro e sessantacinque però con due spalle enormi e braccia da lottatore, tutti e due hanno gli occhi azzurri del padre.
Quando esce mi vede e viene verso di me, ha in mano un sacchetto di plastica, ci baciamo sulle guance poi tira fuori dal sacchetto due libri e butta il esto in un cestino dei rifiuti e saliamo in macchina.
- Stai bene?
- Si si, e tu?
- Adesso si, mio fratello?
- È in Romania per comprare della carne, torna sabato
- Uhm sempre indaffarato, ancora 4 giorni prima di poterlo riabbracciare
- Si, lavora molto, anche lui non vedeva l’ora
- Ehi sei sempre così spericolata quando guidi?
- Scusa non avevo fatto caso al segnale, vuoi guidare tu?
- No no, la mia patente è scaduta l’anno scorso, devo rinnovarla
- Ok
Arrivati a casa gli faccio vedere la sua camera, dove abbiamo sistemato tutte le sue cose, ed il suo bagno, gli chiedo se vuole mangiare qualcosa di particolare ma mi dice che vuole solo fare un lungo bagno e poi dormire, però per la sera mangerebbe volentieri una fiorentina fatta bene, lo lascio al suo bagno ed al suo riposo ed esco a fare la spesa.
Abitiamo in affitto a Cesano Boscone, vicino Milano, il nostro appartamento è all’ottavo piano di uno di tre palazzi che costituiscono il comprensorio, è molto grande e ha un bel terrazzo soprastante, le case sono abbastanza datate, comunque ci sono due ascensori e noi abbiamo una bella sala, una cucina, tre camere grandi e tre bagni, di cui uno di servizio, di sopra, dove andiamo con una comoda scala in legno, oltre al terrazzo che copre tutto l’appartamento c’è anche un locale con il camino.
La sera preparo il barbecue e la carne marinata pronta da cuocere, poi la tavola e accendo due griglie per gli insetti, qui la sera è necessario, dalla cantina ho preso una bottiglia di Chianti “Rocca di Castagnoli” che Carlo si fa mandare ogni anno, poi quando la griglia è pronta vado a chiamare Giovanni.
Arriva mentre ho già messo la carne sul fuoco, come mi ha insegnato Carlo, per la fiorentina, 7 minuti per parte e 3 tenendola in piedi ci costa, poi nel piatto caldissimo una passata di sale grosso e via, a me, invece piace la carne ben cotta e faccio salsicce e costine.
Giovanni ha messo un paio di pantaloncini corti ed una camicia messa sbottonata davanti, non ricordavo fosse così peloso, fa quasi impressione, anch’io ho messo degli shorts ed una polo, fa già caldo, ancora di più vicino alla griglia.
Mangiamo quasi in silenzio, vedo che assapora la carne ed apprezza il vino, gli unici rumori sono quelli che fanno le griglie quando gli insetti ci vanno contro.
- Allora, pensavo di trovare un paio di marmocchi, non avete ancora preso una decisione circa l’adozione?
Io non posso avere figli con mio e di Carlo grande rammarico
- Si, siamo convinti, soprattutto Carlo ma non abbiamo ancora avviato le procedure
- Beh, sbrigatevi che ho voglia di fare lo zio, hai sigarette?
- Certo Carlo me ne ha fatta comperare una stecca delle tue, te la prendo
Mentre si rilassa fumando e finendo il vino io sparecchio e pulisco, lui mi guarda lavorare
- Senti vado a fare il caffè, lo vuoi liscio o corretto?
- Ma si dai porta anche una bottiglia di grappa
Bevuto anche il caffè ci godiamo un po’ il fresco della sera poi mi dice che lui va a dormire, mi saluta con un bacio sulla guancia, io finisco di riporre le cose, spengo le griglie degli insetti e scendo, faccio una bella doccia e me ne vado a letto , il letto fresco sulla mia pelle nuda mi da un brivido di piacere, mi infilo sotto il lenzuolo e mi addormento poco dopo, è stata una giornata impegnativa.
La luce della luna filtra dalla finestra aperta, intontita dal sonno sento il fruscio del lenzuolo e , poco dopo, in corpo caldo che si attacca al mio ed una mano dura e forte che mi stringe un seno, mi sveglio di colpo
- Ma….. Giovanni
- Non tocco una donna da 5 anni, con quegli shirts mi hai fatto eccitare
- Ma Carlo……
- Non c’è bisogno che glielo diciamo, senti come sono eccitato
Mi prende per un polso e me lo porta dietro la schiena a toccare il suo pene, di largo non ha solo le spalle, fa strisciare su e giù il suo membro nel solco delle mie natiche facendosi praticamente una sega con il mio corpo, poi mi infila una mano tra le cosce che, automaticamente avevo stretto, allargandole e trovando la mia passerina, le sue dita forti l’accarezzano, mi sto bagnando ma ho ancora una reazione
- No Giovanni non possiamo……..
- Ssssst zitta, lasciati scopare
In un attimo le sue dita vengono sostituite dal suo cazzo che, da dietro mi si infila tra le cosce e mi penetra di colpo facendomi sussultare e lanciare un gridolino, quando comincia a muoversi, però, comincio a mugolare, i suoi colpi sono decisi, al limite della violenza, Carlo non mi ha mai presa così, mi piace e non lo nascondo
- non ti fermare dai, non mi fai male, mi piace sì…….
Prosegue imperterrito, poi qualche colpo più lungo e profondo, sento il suo cazzo vibrare dentro di me e poi la sua sborra calda inondarmi la vagina con un sospiro di soddisfazione di entrambi.
Esce da me e facendomi girare mi abbraccia e mi bacia schiacciando il mio seno sul petto villoso, allungo una mano verso il basso a prendergli il pene, poi mi chino a prenderlo in bocca, sento il sapore dei nostri umori mischiati
- non immagini quante volte ho sognato le tue labbra sul mio uccello e quante seghe mi sono fatto ricordando quando ti ho visto al mare con quel costumino sexy che metteva in mostra il tuo seno ed il tuo culetto alto.
Mi mette le mani sulla testa assecondandone il movimento mentre gli faccio uno dei miei migliori pompini, mi cresce ancor dentro la bocca, contro il mio palato, le sue mani mi fanno sollevare la testa , stavolta mi viene sopra, le sue gambe tra le mie che si allargano, sollevo le ginocchia e punto i piedi sul materasso sollevando leggermente il bacino per permettergli di penetrami meglio e la danza ricomincia, stavolta ci mette molto più tempo ed io riesco a doppiare i miei orgasmi, siamo un po’ sudati ed affannati ma non stanchi ci baciamo e tocchiamo continuamente, quasi con frenesia, che bello essere stretta da quel corpo muscoloso e peloso.
Mi metto a pancia sotto mentre lui a cavalcioni del mio culetto mi fa un massaggio stupendo, lo sento crescere ancora e sento la sua lingua sul mio buchino, anche a Carlo piace ma lui è più piccolo
- ti prego non farmi male
- noooo tranquilla, faccio piano piano
prendo i cuscini e me li metto sotto la pancia, lui continua ad usare la lingua e le dita sul mio sederino, poi, di colpo, accende la luce della stanza dall’interruttore vicino alla parete sul comodino
- voglio vederti bene mentre ti inculo
appoggia la sua cappella al mio buchino e comincia a spingere, sollevo i piedi piantando le ginocchia sul materasso, entra un centimetro per volta, e quando si ferma il dolore lentamente scema per poi riprendere il centimetro successivo, il suo grosso glande è dentro tutto, lo vedo dallo specchio che riflette i nostri corpi e che riveste le porte esterne dell’armadio, anche lui si guarda, sembra soddisfatto di quello che vede, le sue mani sulle mie natiche, il mio seno che penzola quasi toccando il materasso, io appoggiata con i gomiti e gli occhi che si spalancano per ogni centimetro che il suo cazzo percorre dentro di me.
adesso che ne vedo sparire nel mio corpo poco più della metà comincia ad arretrare e poi spingere entrando sempre di più, le mie mani stringono forte il lenzuolo stropicciandolo, le sue bloccano i miei fianchi
- ah Dio sei bellissima
non faccio che gemere e lamentarmi, quando sento i suoi coglioni sbattere ad ogni colpo contro le mie natiche ho il mio primo orgasmo dovuto a quel meraviglioso strumento che mi trapana il culetto, adesso le sue mani percorrono la mia schiena, lui è quasi sdraiato su di me ed arriva ai miei seni che usa come fossero maniglie alle quali aggrapparsi per ogni spinta, dallo specchio vedo i nostri corpi sudati e, quando lascia i seni per tornare ad aiutarsi con i miei fianchi vedo i segni bianchi lasciati dall’impronta delle sue mani
- ecco così, ti spacco questo bellissimo culetto
e mi lancia una sberla su una natica
- ah cazzo, questo è vivere
e sbuffando continua a pompare dentro di me che assorbo i suoi colpi con un dolore ed un piacere che si mischiano e che non so definire, il suo sperma irrompe dentro il mio sfintere con la forza di un idrante spegnendo parte del dolore che sento ed aumentando il piacere che si completa con un altro, stupendo, rumoroso orgasmo, lui resta fermo, immobile dentro di me come fosse incastrato, come fa un cane con la sua cagna, poi mi scivola fuori e rotoliamo tutti e due sul materasso
- vieni, facciamo una doccia,
lo porto nel mio bagno e ci laviamo ed insaponiamo a vicenda e poi entro nell’idromassaggio, lui dice
- un attimo
torna con le sigarette ed il suo zippo, mi raggiunge e si fuma una Camel appoggiato alla parete della vasca al mio fianco.
- Mi sento in colpa
- Non ci pensare, ti è piaciuto?
- Certo non te ne sei accorto? Ma non è giusto nei confronti di Carlo
- Beh voglio bene al mio fratellino ma basta non dirgli niente
- Ogni volta che lo vedrò ricorderò quello che è successo stanotte
- Naaaaa vedrai che non sarà così
- Fai presto tu
Sono passati una ventina di minuti e mi alzo uscendo dalla vasca ed asciugandomi con un grosso telo bianco, esce anche lui, si mette alle mie spalle in piedi e mi bacia sul collo
- Dai lasciami, torno a letto
- Certo, vengo anch’io
- Ancora?
- Tesoro ho 5 anni da recuperare e tu mi fai sangue
Mi prende in braccio e mi porta sul letto, poi mi mette la faccia tra le gambe e comincia a leccarmela sventolando il suo cazzo davanti alla mia faccia che faccio buon viso a cattivo gioco e comincio a passarci la lingua. Ci addormentiamo abbracciati che comincia ad albeggiare, io sono davvero stanca.
Quando mi sveglio lui non c’è più, sento della musica arrivare dalla sua camera e gli busso alla porta mentre ci passo davanti gridandogli dall’altra parte della porta
- Io vado a fare il caffè
E senza vestirmi vado in cucina, dallo specchio della consolle nel corridoio guardo il mio corpo, nonostante tutto non sembrano esserci danni evidenti, si, mi fa ancora un po’ male il buchino del sedere che tocco leggermente con le dita, devo mettere un po’ di crema, suona il mio cellulare
- Pronto
- ciao tesoro, tutto bene?
- Si amore, benissimo
- Con Giovanni? Come ti è sembrato?
- Sollevato e stanco
- E certo, ci credo, senti devi dargli un po’ di soldi, prendi 500 euro dalla cassetta
- Va bene lo faccio appena si alza
- Ah dorme ancora, certo non è il letto di una prigione
- E già
- Senti, portalo dove vuole e mi raccomando tutto quello che vuole o di cui ha bisogno, pensaci tu, io devo andare ci sentiamo domani, un bacio
Certo, diciamo che un acconto se lo è già preso, arriva in cucina in accappatoio mentre il caffè sta salendo e gli dico della telefonata di Carlo e, mentre beve il caffè contando i soldi che gli ho messo sul tavolo
- Hai sentito cosa ha detto Carlo? Quello che voglio e di cui ho bisogno, devi pensarci tu.
- Stupido
- Non sono né stupido né scemo bellezza
- Non volevo dire ……..
Si scioglie la cintura dell’accappatoio
- E adesso fammi un pompino così prendi il caffè con la panna
Mi prende per un polso portandomi ad inginocchiami davanti a lui
- E da oggi ricordati, sarai la moglie di Carlo e la puttana di Giovanni e ti voglio sempre disponibile, bella e profumata e adesso succhia
Ero stranita dal cambiamento di Giovanni ma non mi sembrava stesse scherzando e, infatti non scherzava.
Nei due giorni successivi mi scopò quando voleva, anche in bocca ficcandomi il suo cazzo fino in gola, in ogni momento della giornata avesse voglio mi prendeva, in cucina in salotto o sul terrazzo e la notte era lo stesso, il terzo giorno, Carlo sarebbe rientrato il giorno dopo, mi disse di prepararmi che la sera saremmo usciti,
- Ti voglio figa, sexy e metti qualcosa di carino
Pensai saremmo, finalmente, andati in qualche locale carino, misi un miniabito nero, senza reggiseno con la schiena nuda, un perizoma di pizzo sempre nero e dei sandali dello stesso colore con tacco 10, quando uscimmo volle le chiavi della macchina
- Guido io
- Ma la patente….
- Non ti preoccupare
Arriviamo a Trezzano sul Naviglio, in zona industriale, davanti ad un capannone si ferma suonando il clacson tre volte e poi un’altra volta ancora, il portone si apre ed entriamo direttamente in macchina.
- Ti resta in macchina
Tre uomini gli vanno incontro e si stringono la mano e si abbracciano, vanno in una zona del capannone con un paio di divani ed un tavolino e si siedono, io mi guardo intorno, a parte un paio di casse di legno ed un furgone non c‘è altro, poi dopo una ventina di minuti m raggiunge, penso adesso andremo a cena
- Scendi ti presento degli amici
Scendo dalla macchina e lo seguo
- Eravamo insieme in galera, sono usciti un po’ prima di me, abbiamo degli affari insieme
- Non andiamo a cena?
- Dopo
Arrivati in quella specie di salotto
- We Giovanni chi è la tua amica? È davvero un bel pezzo di figa
- La moglie di un amico che mi facevo prima di essere ingabbiato
- Ah però un bell’amico
- Si adesso è via e lei ne approfitta
- Ah quindi un po’ troia
Parlano di me come se io non ci fossi
- Decisamente tanto troia, volete farci un giro?
Lo guardo stringendogli il braccio con tutte e due la mani
- Perché no, sembra appetitosa
Lui si stacca da me e mi spinge in avanti verso di loro, non faccio in tempo a reagire che ho già 4 mani dappertutto, qualcuno mi slaccia il vestito dal collo e questo mi scivola ai piedi mostrando tuto il mio corpo
- Ah però puttana di classe
Quello rimasto seduto ha già tirato fuori l’uccello dai calzoni
- Vieni qui fammi un bocchino, ahahah
Mi spingono in ginocchio, cerco di voltarmi per guardare Giovanni ma si sta spogliando anche lui, l’uomo seduto mi mette una mano sulla testa e mi ficca il suo cazzo subito in bocca palpeggiandomi poi il seno, dietro di me sento rumore di vestiti che vengono tolti il mio perizoma viene strappato e vengo sollevata per i fianchi sempre tenendo la bocca occupata, una mano mi passa sulla figa più volte
- Giovami hai ragione, è già umida
Mi manca il respiro mentre vengo penetrata di colpo da un uccello che comincia a sbattermi come non ci fosse un domani, ad ogni colpo mi ritrovo il cazzo che ho in bocca sempre più in gola
- Succhia troia che poi ti faccio bere
Una scarica di sperma dentro la vagina e subito un altro uccello prende il suo posto, deve essere Giovanni è grosso ma alzando gli occhi vedo che lui è in piedi a guardarmi da dietro il divano, eccomi riempita, in gola ed in figa ricevo lo sperma caldo dei due uomini, non vedo più Giovanni ma lo stento, è lui che mi sta forzando il culo, questa volta senza tanta accortezza
- Ehi ragazzi, le piace proprio, guarda come si fa inculare questa,
ricevo anche la dose di Giovanni, poi mi spinge contro il divano, sto ansimando cerco di riprendere il ritmo del mio respiro ma non è facile, il primo che mi ha scopato si sdraia sul tappeto davanti ai divani e gli altri due mi prendono per le braccia e , a gambe larghe mi calano su di lui, anche lui ha puntato al mio culo che Giovanni ha preparato, mi lasciano andare quasi di colpo, per fortuna riesco a mettere i piedi a terra, nonostante i tacchi, mi fa ballare sul suo cazzo e, purtroppo, godo ancora una volta, mi ritrovo, mentre lui mi incula, due cazzi davanti alla faccia, mi costringono ad impugnarli e, a turno, leccarli ed imboccarli, lo sperma di quello sotto di me mi cola dal culo sulla sua pancia, mi sollevano e mi fanno inginocchiare con la testa sui cuscini del divano, il mio culo a loro disposizione, l’ultimo è quello più grosso che, ad un certo punto alterna gli affondi nel culo a quelli nella figa, sono sfatta e sporca ma non è finita, seduta per terra con la schiena appoggiata al divano mi spruzzano in faccia gli ultimi residui di sborra, Giovanni il più corposo, poi indicandomi il bagno e restituendomi il vestito che ha raccolto da terra
- Vatti a dare una ripulita e rivestiti che ho fame
In bagno mi lavo, mi asciugo le lacrime e mi sistemo il trucco, quando esco stanno chiacchierando e ridendo
- Sali in macchina che arrivo
- Ehi bella tu e il tuo culo siete sempre benvenuti ahahah
Mi siedo sul sedile del passeggero un po’ a fatica, mi fa male davvero il sedere e la pancia, poi arriva Giovanni che sale in macchina, io, con voce piagnucolosa
- Perché Giovanni ?
- Per ribadire il concetto, sei la mia puttana e fai quello che voglio, mio fratello ha un debito, tu sei sua moglie, tu lo paghi.
Rimasi in silenzio anche mentre mangiavamo la pizza in Via Antonini da Calafuria, poi a casa mi chiusi in bagno, la sua voce oltre la porta
- Io vado a letto, riposati stanotte, domani torna Carlo
Da allora il nostro è un menage a trois all’insaputa di mio marito, non lavorano più insieme ma io li vedo tutti e due, Carlo normalmente e Giovanni no., devo dire che non mi ha più messo in situazioni tipo quella del capannone, però alcune volte mi ha fatto scopare da quelli che lui chiama i suoi clienti e quando Carlo va all’estero per lavoro si piazza sempre a casa nostra e nel mio letto.
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