mi hanno rotto il culo a Gardaland

10 anni dopo la nostra luna di miele siamo tornati a Gardaland, la prima era stato un mezzo disastro, oltre ad essere molto breve a causa dei pochi soldini che avevamo, la prima sera siamo stati praticamente avvelenati con del ragù avariato in una trattoria di Sirmione, risolto con tre giorni di Enterogermina sui sette che avevamo a disposizione,
Io e Paolo ci siamo sposati solo civilmente dopo che, praticamente ci hanno cacciato, dal corso prematrimoniale per fidanzati della mia parrocchia, chiaramente per colpa sua, comunque andiamo abbastanza d’accordo ed è un gran lavoratore, abbiamo un meraviglioso bambino di 8 anni che abbiamo lasciato ai nonni, dopo la nascita sono riuscita a riprendere il mio peso di 50kg, solo il mio seno è un po’ più grande ma non mi dispiace.
Il motivo principale di questo viaggio è di provare a riaccendere quella scintilla che, tra noi, ormai sembra spenta, i nostri discorsi ormai ruotano tutti intorno al bambino o al suo lavoro di corriere che lo impegna 12 ore al giorno.
Paolo è stato il mio primo e unico uomo, ed è il tipo da pochi preliminari, andiamo al sodo e da luce spenta, non ho mai visto il suo membro alla luce del sole, quando facciamo l’amore, abbastanza raramente, dopo la nascita di Giovanni, finisce abbastanza in fretta però, nonostante questo, ho sempre raggiunto l’orgasmo, non ho mai dovuto fingere come mi ha raccontato, invece, mia madre; comunque lo amo.
L’albergo dove siamo andati non è cambiato molto, è un tre stelle, noto, sempre pulitissimo e questo è importante, passiamo la prima giornata a Gardaland e la seconda in uno zoo safari lì vicino, il terzo giorno Paolo ha un appuntamento a Verona per lavoro ed io mi godo la mattina alle terme di Sirmione, al pomeriggio visitiamo il castello, il penultimo giorno andiamo alle grotte di Catullo, poi andiamo a Verona perché Paolo deve ritirare una macchina nuova per il suo capo, un’Audi A6 e io guiderò la nostra Ford Sierra, la nostra ultima sera andiamo in un ristorante e, per una volta nella vita, in un’auto di lusso.
Usciti dal ristorante Paolo mi fa entrare in macchina, allaccio subito la cintura, poi fa il giro per entrare anche lui ma vedo due uomini che lo spingono a terra, uno gli prende le chiavi che aveva in mano e sale in auto al mio fianco, l’altro dietro, non riesco a sganciare la cintura per andare da mio marito che l’auto parte e quello dietro di me mi passa un braccio intorno al collo
- Stai ferma e zitta
Un’altra auto ci precede, i due uomini parlano una lingua che non capisco, devono essere slavi, dopo una buona mezz’ora, siamo in una zona industriale, l’auto davanti a noi apre il portone di un capannone e poi entriamo con le auto. Due uomini, che erano nella prima auto, scendono ed armeggiano per qualche minuto sotto il cofano della nostra, hanno qualcosa in mano che prendono a martellate e poi ripartiamo, non so per quanto tempo ma poi entriamo in un altro capannone, dentro ci sono già altre 4 auto, tutte di lusso, lì mi prendono per un braccio e mi fanno scendere spingendomi in un angolo dove sono accatastati materassi e sacchi a pelo, poi parlano tra loro, mi guardano e ridono.
- Per favore, lasciatemi andare, cosa avete fatto a mio marito?
- Tranquilla signora, tuo uomo sta bene
Parlano tra loro, non capisco, comprendo solo, ad un certo punto “2 giorni”. Vengono verso di me ma prendono solo i materassi e li sistemano contro una parete con sopra i sacchi a pelo,
- signora, dobbiamo aspettare dei nostri amici ci vorranno un paio di giorni, stavamo pensando a cosa fare mentre aspettiamo, tu ci puoi aiutare
- ma io cosa………
- intanto togli vestiti
- no sentite, per favore
- vuoi che facciamo noi?
Ero nelle loro mani, mi avrebbero violentato e poi, forse, ucciso, l’istinto di conservazione mi spinse ad assecondarli allora mi alzai in piedi e cominciai a spogliarmi, slacciai la camicetta e poi la tolsi mostrando il mio reggiseno nero, poi feci scendere la zip della gonna e la feci cadere ai miei piedi, applaudirono, slacciato il reggiseno vidi che si toccavano i pantaloni all’altezza dell’inguine, mi girai, piegandomi in avanti per sfilare gli slip e poi mi rigirai cercando di coprirmi con le mai il seno e la figa.
Uno dei 4 si alzò e mi venne vicino, mi girò intorno, poi mi spinse facendomi cadere lunga distesa su uno dei materassi da terra vidi che in piedi si slacciava i jeans e tirava fuori il suo cazzo, poi l’ebbi addosso, spingendo con le ginocchia mi allargò le gambe, sentii il suo uccello forzare le mie grandi labbra e poi penetrarmi in un solo colpo, mi mancò il respiro, non era come Paolo, e poi a secco, rimase fermo immobile piantato dentro di me, le mani che tormentavano i miei capezzoli che cominciarono ad inturgidirsi, anche i miei umori cominciarono a bagnarmi e poi cominciò il suo lento e preciso andirivieni dentro il mio corpo che iniziò a reagire naturalmente, disse qualcosa ai suoi amici che poi tradusse
- è bella stretta, mi sa che con il tuo maritino non scopi molto eh?
Non risposi, stavo cominciando ad apprezzare quell’uccello che mi trapanava
- scommetto che non ti ha mai scopato così
i suoi colpi si fecero più veloci ed aggressivi, grugniva e mi guardava ed io non riuscivo a stare ferma e, naturalmente, ne assecondavo il movimento
- si vero, sento che ti piace
poi qualche affondo e scaricò il suo sperma dentro di me che avevo appena raggiunto l’orgasmo, mi lasciò così stesa a respirare forte, con le dita toccai la mia figa dalla quale fuoriusciva qualche goccia del suo sperma, poco il tempo di attesa prima che in altro prendesse il suo posto, portò le mie gambe alte sopra le sue spalle e cominciò a pomparmi, non credevo di riuscire a godere ancora così velocemente ma successe, anche se in forma leggera, altri colpi, altri affondi, il mio corpo incassava e, mio Dio, accettava con gioia, poi mi fece girare su un fianco continuando e tenendomi alzata una gamba sola ,anche la sua sborra calda mi riempì nuovamente.
Gli altri due non furono da meno , uno mi prese facendomi inginocchiare come una cagnolina, l’ultimo, invece, e fu quello che sentii di più, si sdraiò lui sul materasso e mi dovetti calare io su di lui,
ormai lo sperma colava tra le mie cosce imbrattandole, mi portarono nel bagno che non aveva alcuna finestra e mi chiusero lì con i miei vestiti. Li usai per lavarmi e poi rimasi seduta sul water per almeno un ora prima che tornassero, io avevo indossato la biancheria lasciando il resto dei mie abiti nel bagno, avevano preso pizza e birre e mi dissero di mangiare, sembravano soddisfatti e pensai fosse finita ma non era quello che pensavano anche loro, mi dettero un materasso ed una coperta e, probabilmente per la tensione e lo sfinimento mi addormentai, fui svegliata la prima volta da qualcuno che mi toccava tra le gambe spostando le mie mutandine e, poco dopo, mi penetrava iniziando scoparmi di nuovo, non feci resistenza, anzi abbracciai il suo corpo nudo sentendone i muscoli ed il vigore, cosa che successe anche con gli altri nel corso della notte, al mattino fu l’odore del caffè a svegliarmi, una caffettiera borbottava su un fornellino, ne bevvi senza zucchero come al mio solito poi tornai in bagno senza che mi ci dovessero accompagnare.
- Stai bene signora?
Feci cenno di si con la testa mentre addentavo una brioches, senza osare guardarli, sapevo cosa pensavano di me, sapevano che da spaventata e ritrosa ero diventata compiacente e soddisfatta.
- Domani ce ne andremo e ti lasceremo qui legata ma riuscirai a scioglierti e potrai chiedere aiuto e tornare dal tuo maritino che sarà preoccupato ma potrai dirgli che ti abbiamo dato tutto quello di cui avevi bisogno – e risero in coro-
Dentro di me la vergogna per come avevo reagito ma anche la consapevolezza che, per la prima volta nella mia vita era emersa la mia vera natura, infatti ero pronta a ricominciare, volevo godere ancora di quei cazzi, volevo ancora provare il piacere che non avevo mai conosciuto prima.
- Sei molto bella signora, e hai una fighetta bella stretta, o almeno lo era – altra risata-
Però adesso che hai fatto colazione perché non vieni qui vicino a me e mi fai anche un bek pompino?
- Ma io non ho mai…….
- Mai fatto un pompino a tuo marito? Bisogna rimediare, vieni qui
Mi alzai ed obbediente gli andai vicino,
- Ok adesso prendilo in mano, tira fuori la lingua e poi come faresti con un gelato
Così feci mentre gli altri guardavano e ridevano, lo baciavo e leccavo, infilandomelo anche in bocca
- Ci sei portata signora, insalivalo bene però, molto molto bene che poi ho un’altra sorpresa per te
Inginocchiata tra le sue gambe continuai, ad un certo punto sembrava duro come un paletto di legno
- Ecco, adesso resta così
Mi venne dietro e strappò le mie mutandine, lo sentii sputare e poi un dito forzare il mio buco del sedere, urlai un “ahi” e mi arrivò una sberla su una natica, poi tolse il dito e sentii la punta del suo cazzo spingere per entrare, era doloroso, mi tremavano le gambe mentre lo faceva,
- È stretto ma vedrai che allarghiamo anche questo signora
Centimetro dopo centimetro entrò nel mio sedere e poi quando decise che era il momento cominciò a muoversi, avevo la faccia contro il materasso e ci battevo anche sopra con le mani mentre lo faceva anche i miei piedi erano sollevati, ero appoggiata a terra solo con le ginocchia poi arrivò l’orgasmo ed il piacere e quando il suo sperma allagò il mio intestino anche un po’ di sollievo.
Ma aveva aperto la strada e gli altri vollero approfittare, non solo del mio sederino ma anche della mia bocca.
Dopo aver mangiato della pizza avanzata dalla sera prima e bevuto della birra, tutti andammo a stenderci sui materassi fino a sera, mangiammo delle bistecche che avevano cotto alla griglia e della frutta, dopo cena provai il piacere che si prova ad essere scopata da due uomini insieme, uno nella figa e l’altro nel culo, mi sembrava di impazzire dal piacere, quando fummo davvero tutti stanchi e io anche un po’ dolorante, ci addormentammo, al mattino andai in bagno a cercare di riparare i danni usando anche i cosmetici che avevo recuperato dalla mia borsa, ma non avevo nulla da indossare e mi rimisi su un materasso con la coperta drappeggiata addosso ad una certa ora si aprì il portone del capannone ed entrarono due camion che caricarono le auto di lusso, i due autisti, dopo aver caricato e parlato con i compari mi vennero vicino e, dopo essersi tolti i pantaloncini mi strapparono la coperta di dosso, ci volle un ora prima che si rialzassero completamente soddisfatti.
Pronti ad andarsene mi legarono i polsi, ci misi parecchio, usando i denti a sciogliermi, poi, prima di chiedere aiuto usai un’ultima volta il bagno e con la coperta addosso raggiunsi la strada, dei carabinieri mi raccolsero dopo circa un’ora.
Raccontai che mi avevano tenuta bendata tutto il tempo e che mi avevano tolto i vestiti per non farmi scappare legandomi solo le mani, nel capannone non avevano lasciato nulla, neppure i materassi. A Paolo dissi che non mi avevano toccato ma sempre tenuta legata e bendata. Per un certo tempo rifiutai di avere rapporti con lui accampando la scusa dello stress causato dal rapimento, ma quando non c’era mi masturbavo più volte al giorno rivedendo quello che era successo, arrivai anche ad usare della verdura, zucchine o cetrioli per masturbarmi penetrandomi contemporaneamente sia la figa che il culetto, poi, dopo un certo tempo, ricominciammo ad avere rapporti ma, spesso, dovevo fare quello che aveva detto mia madre: fingere.
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