Due sorelle: Vienimi nella gola

Giovanna Esse
8 months ago

Dal libro di @piccolaelisa

Il locale era a dir poco stupendo, tutto in legno e con una mega terrazza vista lago. Era strapieno di gente e tutti ballerini provetti. Praticamente sarò stata l’unica che non sapeva ballare, ma tra tanta gente credo che passai inosservata.

Ero un pochino delusa, Eduard era venuto si a prendermi, ma non era solo, speravo che nel tragitto avremmo un pò parlato, ma si presentò con una coppia che frequentava la palestra e peraltro lui un logorroico da impazzire mentre lei forse per la regola degli opposti che si attraggono taciturna tanto che poteva sembrare alienata.

Il tavolo era enorme e ci furono anche portate diverse brocche con decine di cannucce lunghissime con cocktail alla frutta.

Io non passai inosservate, molti ragazzi del gruppo appena mi videro vennero a salutarmi come se ci conoscessimo da sempre, dopo forse tre lezioni mi sembrava esagerato, ma forse in questi tipi di ambienti si usa cosi.

La sera trascorreva molto velocemente con decine di ragazzi che mi chiesero di ballare, oltre ad Eduard che ogni tanto mi tirava quasi a forza in pista.

Non accettai molte richieste, in verità ne accettai solo una, ma lo feci quasi per ripicca perché Eduard stava ballando con una tipa mezza nuda, grassottella e decisamente sguaiata nei modi e nei movimenti.

Il ragazzo fu gentile, non ricordo il nome, forse non gliel’ho neanche chiesto, lui capì quasi subito che non ero esperta, cosi fortunatamente si limitò ai passi base e nonostante qualche “strusciata” forse non voluta di troppo fu cortese, ma io ero troppo presa a guardare Eduard che si strusciava sulla ragazza.

Ok starete pensando che avevo preso una bella incapata, si lo ammetto, ma poi che razza di comportamento è scrivermi, farmi mille complimenti, invitarmi ad uscire, venirmi a prendere e poi mollarmi quasi sola in mezzo a gente che neanche conosco? 

Il ragazzo provò anche a offrirmi qualcosa da bere, ma gentilmente rifiutai provò in ogni modo a parlare, ma nonostante non fosse neanche tanto male trovai una scusa e mi allontanai e tornai al privè.

Fu solo a quel punto che ascoltando distrattamente il ridacchiare di due ragazze notai che Eduard era scomparso, ero infastidita e nervosa, credevo e speravo che dopo tanto scrivere e tanto parlare si sarebbe dedicato un pochino di più a me e in cuor mio speravo anche in un suo approccio come dire almeno più intimo, invece nulla.

Passò un bel pò di tempo, Eduard non si vedeva, mi alzai, presi un bicchiere con non so quale intruglio dentro e uscii dal locale.

Presi il telefono dalla borsetta per distarmi, ero nervosa agitata e delusa, camminavo per il parcheggio con il cell in mano e arrivata dov’era parcheggiata la macchina di Eduard vedo la tipa grassottella mezza nuda in macchina.

Capite, nonostante non potevo vedere lui, era la sua macchina e lei era mezza nuda.

Nonostante lo sportello fosse chiuso e si vedeva solo il busto di lei, con le tettone appese, era palese che stesse scopando con Eduard. 

Mi venne lo schifo, mi girai di scatto e rientrai dentro, incrociando una coppia che stava andando via. Non chiesi neanche dove abitassero e gli chiesi un passaggio, volevo solo andare via.

I ragazzi furono molto gentili e nonostante una deviazione non indifferente mi riaccompagnarono fin sotto casa di Silvì.

Rientrai come una furia, non sapevo se piangere o urlare. Sbattei la porta, ero nervosissima, mi sedetti sul divano ero ferma immobile. 

Forse mi ero comportata da stupida, ma dovevo andarmene. 

Pochi secondi dopo comparve Silvi, capii subito che qualcosa non andava, si sedette vicino e mi abbracciò

Silvì:” ehi cos’hai”

Scoppiai a piangere.

Silvì:” dai racconta”

Io: “è uno stronzo, prima fa tutto il carino, mi scrive che mi pensa poi sparisce e vabbè avrà da fare, poi mi cerca, poi usciamo e….”

Sono sconvolta piango e mia sorella è li che mi consola, lei c’è sempre lei è la mia pietre.

Silvì:”dai è solo uno stronzo, che ha combinato?”

Io:” prima non mi ha calcolato e poi si è scopato un’altra”

Silvì:”ma come si fa? Che stronzo. Dai ora non pensarci, ne hai tanti che ti vengono dietro, ne troverai milioni che non aspettano altro che te”

Passammo un sacco di tempo a parlare, era forse una delle mie prime vere delusioni. Lo so forse vi sembrerà esagerato, ma non ho mai sofferto per un ragazzo. Credo che ormai si erano fatte le cinque del mattino quando rincuorata Sivì riuscì a portarmi nel letto.

Silvì:” dai stanotte dormi in camera con noi”

Si perché Matteo il fine settimana dormiva da Silvì. 

Io: “e dove mi metto”

Silvì:” ma dai che il letto è grande e ci si sta comodamente in tre” 

Mi sistemai nel letto vicino a lei.

Io sulla sinistra Silvì al centro e Matteo che non si era accorto di nulla a destra.

Non mi ero formalizzata più di tanto, nonostante avessi un cambio per la notte a casa di mia sorella avevo semplicemente levato pantaloni e camicia rimanendo in reggiseno e mutandine.

Presi sonno quasi subito, anche se era un sonno agitato, faceva un caldo atroce e diciamocelo, avevo sperato che la serata avesse un risultato diverso, non so se mi sarei spinta fino a farci sesso, ma so che ero frustrata da non avere rapporti da troppo e mia sorella e Matteo amplificavano la mia frustrazione ancora di più.

Credo di essermi svegliata dopo poco tempo perché mi sentivo stringere, le ragazze mi capiranno, dormire con il reggiseno è una tortura, piegandomi un pò stando attenta a non svegliare Silvì che dormiva appiccicata a me levai il reggiseno.

Silvì:”che hai?”

Io: “nulla, ho caldo”

Silvì non rispose, si mise su un fianco e mi diede un bacio sulla guancia.

Silvì:” sorellina, se fossi un uomo non perderei l’occasione di perdere tutto questo”

Dicendolo passò lentamente un dito dal mio ombelico fino al collo, passando tra i miei seni.

Ero sudata e il suo polpastrello mi sembrò quasi freddo, l’effetto fu disarmante, inarcai la schiena e sospirai profondamente. 

La stanza era illuminata dalla poca luce che filtrava tra le tende, la finestra era aperta nel disperato tentativo di far passare un pò d’aria.

La mano di Silvì si allontanò io voltai il viso trovando il suo a pochi centimetri, fu naturale baciarla, fu un bacio a fior di labbra, ma volevo di più. Mi girai su un fianco, allungai una mano e accarezzai la sua guancia, come per essere poi certa dove fossero le sue labbra.

Ci baciammo, ci baciammo e ci ribaciammo, le nostre lingue e le nostre labbra non smettevano di accarezzarsi e strusciarsi.

Non mi bastava, la mia mano iniziò a scendere lungo la sua schiena, la mia mano passo dalle sue spalle per scendere lungo la sua stretta vita per risalire sul suo bacino.

Afferrai il suo sedere e la tirai a me, indossava un pigiama, una maglietta corta e un pantaloncino anch’esso corto un pochino largo.

I baci da prima dolci divennero sempre più famelici, passionali, insomma volevo di più, volevamo di più.

Presi la sua mano e la portai sul seno stringendola attorno ad esso, poi la feci scorrere sul mio ventre fino a farla arrivare agli slip.

Aiutai la sua mano ad entrare negli slip, iniziò ad accarezzarmi, il suo palmo era appoggiato sul mio monte di venere, mentre con le dita mi torturava il clitoride, caddi di schiena tanto era il piacere che quei pochi tocchi mi avevano donato, lei si mise in ginocchio sul letto e facendomi inarcare la schiena mi sfilò gli slip gettandoli per terra.

Si rimise affianco continuando la sua opera, le sue dita danzavano sul mio clitoride, nel durante passava dal succhiarmi un capezzolo al baciarmi, credo mi baciasse per non farmi urlare.

Afferrai la sua mano e spinsi le sue dita dentro la mia fica, facendolo inserii oltre le sue anche due delle mie.

Silvì capì e iniziò a spingere detto e fuori le dita aprendo sempre la mia figa stracolma di umori.

Sentivo i miei succhi uscire la dalla mia figa e colare sul mio sedere, l’orgasmo era sempre più vicino, il mio bacino si contorceva, lo alzavo tenendomi sui talloni, mia sorella non mi dava tregua, mi stava facendo impazzire.

Ad un tratto si fermò, girai il viso e vidi Matteo che svegliato da tanto casino e scuotimento del letto avendo visto la scena si era avvicinato e stava baciando Silvì.

Io: “non ti fermare”

Silvì mi guardò sorridendo

Silvì:”ora ti faccio un regalo”

Io: “sto impazzendo ti prego”

Silvì rivolgendosi a Matteo “dai continua tu”

Matteo allungò una mano e la posizionò sulla mia figa, non mi importa più chi, ma volevo il mio orgasmo.

Silvì:”ma no che hai capito, scopatela, ma solo per questa volta”

Quelle parole mi risvegliarono, come se fino a quel momento fossi stata in un mondo parallelo.

Silvì ripeté più volte a Matteo che era tutto ok e di non aver paura.

Matteo si alzò, prese dal cassetto quello che poi capi essere un preservativo, venne dalla mia parte del letto e si levo i boxer mostrando la sua erezione.

Avvicinò il suo cazzo e Silvì lo prese in bocca per inumidirlo, poi gli prese il preservativo e con fare esperto gli mise il preservativo.

Silvì mi fece mettere di traverso sul letto, Matteo in poco mi fu sopra.

Sembrava di stare su un set dove mia sorella dirigeva tutti.

Matteo si mise tra le mie gambe, appoggiò la cappella all’ingresso della figa che con tutti questi movimenti non era più tanto bagnata, dopo un tentativo, mi prese per le caviglie e le alzò fino a far arrivare la mia figa ad altezza della sua bocca. Non mi leccò, fece solo cadere della saliva sulla mia fica. Sentii la saliva colpirmi in pieno la figa che aveva aperto con le dita, quando riappoggiò il mio sedere sul materasso sentii scendere la saliva tra le mie gambe bagnandomi cosi anche il sedere.

Mia sorella era in ginocchio affianco a noi, dopo aver diretto tutto era lì in ginocchio con il sedere appoggiato sulle sue ginocchia ad assistere la scena.

Non per essere ripetitiva, ma il concetto di normalità, nel nostro rapporto è del tutto anomalo.

Io sdraiata e nuda ed il ragazzo di mia sorella nudo tra le mie gambe con il preservativo infilato da mia sorella, cosa ci sta di normale in tutto ciò? Me ne accorgo solo ora che lo sto scrivendo, in quei momenti la cosa non mi sembrava per nulla strana.

Matteo appoggiò la sua cappella sulla mia figa, si sdraiò ed entrò senza il minimo problema.

Ricevere quel pezzo di carne dentro mi sconvolse, quando entrò tutto afferrai le lenzuola per resistere al dolore provocato da quel cazzo che come sempre era duro in maniera incredibile.

Matteo teneva le mani tese, la poca luce che entrava dalla finestra illuminavano il suo volto il busto e le braccia.

Riuscivo a vedere il suo ventre nel movimento di spingere il suo fantastico cazzo dentro di me, regalandomi ad ogni spinta un profondo piacere. Ad ogni spinta perdevo il respiro, andava piano come se avesse capito che dopo tanta astinenza dovevo abituarmi ad avere un attrezzo tanto grande ficcato dentro. Era fantastico, ma volevo di più.

Gli feci capire che poteva accelerare mettendogli le mani sui fianchi, fu immediata la sua risposta, diede un colpo più forte, mi fece perdere il fiato, era pazzesco.

Dopo pochi colpi persi ogni remora, inizia ad incitarlo, iniziai a fargli i complimenti.

Urlavo frasi sconnesse “di più, ti prego di più, hai un cazzo fantastico, scopami più forte” insomma cose cosi.

Mia sorella che nuda non aveva cambiato posizione mi teneva la mano come a proteggermi, era bellissima e dolcissima, volevo anche lei, lasciai la sua mano e la intrufolai tra le sue gambe,

Io: “voglio anche te”

Mi guardò con il suo sorriso malizioso, si alzò, mise le sue ginocchia ai lati della mia testa e mi offrì la sua dolce figa.

Non mi feci pregare, afferrai le sue gambe e la feci abbassare fino ad averla ad altezza naso, piegai la testa all’indietro e mi tuffai nella sua figa liscia e bagnata.

Le spinte di Matteo erano sempre più forti e veloci, la mia testa veniva spinta sempre più forte verso la figa di Silvì.

Ebbi uno due forse tre orgasmi, sembrava che Matteo ne avesse all’infinito, quando ad un tratto urlò che stava per venire.

Non volevo che finisse tutto cosi

Io: “fermati”

Feci spostare Silvì, levai il preservativo a Matteo e lo feci mettere in piedi, volevo inginocchiarmi davanti a lui, amo farlo, amo essere sottomessa.

Inizia a succhiare il cazzo di Matteo

Io:” vienimi in gola”

Si avete capito in gola non in bocca, spinsi l’asta più in fondo che potevo, gli presi le mani e le posai dietro la mia testa, volevo che mi scopasse la bocca.

Non è una cosa che solitamente faccio, anzi diciamo che mai e poi mai l’avevo fatto, ma volevo ringraziarlo per tutto il piacere che mi aveva dato. E quale riconoscimento migliore se non fargli capire che venero il suo cazzo?!

Mi spinse il cazzo in bocca tenendo le mani dietro la nuca e sbattendomelo in gola con grandi colpi di bacino.

Non ci volle molto ed un paio di fiotti caldi mi inondarono.

Quando ebbe finito caddi con le mani per terra alla disperata ricerca d’aria.

Respiravo profondamente tossendo rumorosamente, dalla mia bocca colava una quantità enorme di saliva e sperma, ero sudata e distrutta, mi sentivo al settimo cielo.

Ero talmente distrutta dal piacere che Matteo mi aveva regalato che avevo le gambe che mi tremavano, era fantastico, ogni singola parte del mio corpo mi sembrava a pezzi e anche solo strofinare la mano sulla gamba mi donava piacere, come se il mio corpo si fosse acceso.

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