Alessia, sottomessa col marito
Avevo 32 anni quando ci siamo conosciuti a una cena celebrativa dell’azienda per la quale lavoro. Lei è entrata insieme al mio superiore, una splendida creatura adornata in un lungo abito bianco, lo spacco sulla gamba destra lasciava intravedere le calze bianche autoreggenti che indossava, i suoi occhi color nocciola erano attenti, vigili e luminosi; erano gli occhi di un predatore. Il suo sorriso allegro era capace di disarmare chiunque si trovasse di fronte a lei. Una donna enigmatica, predatrice e ingannatrice al tempo stesso che, sin dal primo istante, mi ha conquistato.
I nostri sguardi curiosi continuavano a incrociarsi, un sorriso malizioso solcava il viso di entrambi ogni volta che ci guardavamo. A tavola eravamo lontani quindi potevamo conoscerci solo attraverso i nostri occhi. Terminata la cena, finalmente, siamo riusciti a presentarci. Il suo nome era Alessia.
Nonostante la presenza del mio superiore, il marito di Alessia, abbiamo iniziato a flirtare, giocavamo sulla linea sottile del tradimento in una danza dal ritmo sempre più elevato. Il gioco però è bello quando dura poco, infatti, è terminato quando ognuno di noi è tornato alla propria abitazione.
Continuavo a pensare a lei, alla sua bellezza e a quanto sembrava che potessimo trarre piacere dai nostri rispettivi corpi.
Ero ossessionato da Alessia. Volevo rivederla e farla mia, ma la mia stupida morale mi imponeva di non fare delle strane mosse nei suoi confronti.
Qualche tempo dopo, si era aperto il posto di supervisore. Ovviamente, si trattava di un bel avanzamento di carriera e non volevo lasciarmi sfuggire quella promozione. La persona preposta a prendere tale decisione era il mio superiore che aveva deciso di fare le interviste per la posizione direttamente a casa sua.
Sono entrato a casa sua, accolto da Alessia. Era avvolta in un piccolo abito nero che lasciava intravedere tutte le sue sinuose forme. Il suo sedere tondo e tonico, il suo seno prosperoso e sodo. Mi ha fatto accomodare nello studio di suo marito, pensavo che ci avrebbe lasciati soli una volta giunto suo marito ma, invece, ha partecipato anche lei al colloquio. Si divertiva a guardarmi e stuzzicarmi col suo sorriso malizioso e le sue forme.
Terminato il colloquio, ho chiesto di usare il bagno. Alessia mi ha accompagnato, ma la porta che ha aperto non dava sul bagno. Davanti ai miei occhi c’era una camera dei giochi, adornata di falli di plastica, vibratori, catene, corde, una poltrona e un letto color porpora. Lei voleva mostrarmi tutto questo mentre io, in totale imbarazzo, cercavo una via d’uscita da quella situazione. Lei si stava divertendo come non mai, diceva che nella mia futura posizione avrei dovuto mostrare tutto il mio carattere dominante e che se non fossi riuscito a farlo nella camera da letto avrei fallito miseramente.
Ora avevo capito, lei era una donna che godeva nell’essere sottomessa.
In qualche maniera sono riuscito a uscire dalla loro casa in fretta e furia, con la coda dell’occhio ho notato che Alessia e il mio superiore parlavano tra di loro. Quanto poco avevo capito di tutta la loro relazione l’avrei scoperto solo in seguito…
Nelle settimane successive, Alessia veniva spesso in ufficio. Indossava abiti sempre più succinti, il suo sguardo e il suo sorriso malizioso erano sempre rivolti a me. La mia ossessione per lei continuava a crescere con ogni nuova visita di quella ragazza dai capelli rossi. Questa mia ossessione mi ha portato a documentarmi per bene sulla stanza che avevo visto a casa del mio superiore. Volevo averla per me e solo per me.
Delle voci riguardo la promozione cominciavano a circolare in ufficio, a quanto pareva io non ero ritenuto un candidato adatto perché non mostravo sufficiente attitudine al comando.
Il fatto che non venissi preso in considerazione, nonostante fossi il candidato ideale, mi faceva ribollire di rabbia; così ho elaborato un piano per dimostrare quanto fossi in grado di comandare…
Ho monitorato i movimenti di Alessia e ho scoperto che la domenica pomeriggio lasciava sempre suo marito a casa da solo, così sono andato da lui. L’ho legato e imbavagliato a una sedia, poi mi sono diretto alla loro stanza dei giochi dove ho installato una videocamera nascosta. Davanti al mio superiore ho messo un monitor che proiettava le immagini della videocamera. Ho cercato tra le cose di Alessia gli stessi abiti che aveva indosso durante il nostro primo incontro alla cena aziendale e glieli ho messi sul letto. Le ho lasciato un biglietto con scritto solo “Mettiti questi. Ti aspetto al ristorante Taddeo alle 20:00”.
Mi sono lavato in casa loro e sono uscito in direzione del ristorante, ma uno strano pensiero si stava facendo largo nella mia mente: il mio superiore non aveva opposto la minima resistenza quando l’ho legato e gli ho detto cosa avrei fatto a sua moglie…
Alessia si è presentata puntuale al ristorante, vestita con gli abiti che avevo tirato fuori per lei. Quando ha visto me al posto di suo marito, non si è stupita anzi, sembrava molto divertita e intrigata da questo. Abbiamo parlato poco durante la cena, io ho ordinato per entrambi, dimostrando quanto fossi in grado di comandare. Gli unici discorsi che abbiamo fatto riguardavano tutto ciò che le avrei fatto dopo.
Appena finita la cena, siamo montati nella mia auto con direzione la casa di Alessia. Una volta che Alessia è entrata in macchina, l’ho baciata. Un bacio lungo, passionale, preso di forza, al quale lei non si è sottratta. Godeva nell’essere trattata così e io, ormai, l’avevo capito e sapevo come muovermi. Il ristorante non era molto distante da casa loro, ma avevo deciso di fare un giro più largo perché, una volta usciti dal parcheggio, ho abbassato la zip dei miei pantaloni e ho mostrato il mio sesso ad Alessia.
Lei l’ha guardato per un attimo, poi le sue mani si sono mosse da sole e ha cominciato a toccarmi il membro per renderlo duro. Appena il mio cazzo si è diventato eretto, le ho preso la testa e l’ho portata con le labbra sulla mia cappella. Alessia non si è fatta pregare, ha aperto la bocca e ha cominciato subito a leccare e succhiare. La sua lingua morbida esplorava l’intera lunghezza del mio sesso, il suo movimento si accompagnava perfettamente a quello della musica trasmessa dalla radio.
La sua lingua e la sua bocca si muovevano sempre più rapidamente, sentivo il cazzo pulsare nella sua bocca mentre con la mia mano esploravo il suo corpo. I suoi seni tondi e sodi erano perfetti, una fantastica coppa che potevo stringere con la mia mano. I suoi capezzoli erano diventati duri, ci ho giocato un po’ prima di spostarmi lungo il suo corpo e sentire quanto già fosse bagnata. Ero sul punto di venire, Alessia sembrava volersi staccare da me, ma sporcare il vestito non era un’opzione accettabile. Le ho tenuto la testa sul mio cazzo intimandole di ingoiare perché quella era l’unica soluzione. Lei ha felicemente obbedito al mio comando, mi ha mostrato tutta la mia sborra nella sua bocca prima di ingoiare e tornare a leccare il mio cazzo per pulirlo.
Il suo sguardo tradiva tutta la sua eccitazione, così quando siamo arrivati a casa sua l’ho baciata di nuovo. Le ho detto di andare nella sua stanza dei giochi e di spogliarsi, ma non completamente. Volevo che indossasse ancora le mutande, le autoreggenti e le calze.
Sono andato dal mio superiore, l’ho guardato e poi mi sono avvicinato a lui per fargli espletare i suoi bisogni in un secchio. Gli ho sussurrato all’orecchio cosa avrei fatto ad Alessia di lì a poco e, infine, gli ho detto di gustarsi appieno lo spettacolo e che avrebbe fatto meglio a dare a me quella promozione. Nuovamente il mio superiore non ha fiatato e non è sembrato neppure turbato dall’idea…
Sono entrato nella loro stanza dei giochi ancora vestito, l’unica cosa che avevo tolto era la cravatta. Alessia era distesa sul letto, il suo corpo splendido e liscio in tutte le sue parti. Era trepidante di eccitazione e voleva che la penetrassi quanto prima, ma avevo altri progetti per quella sera. Le ho detto di mettersi nella posizione yoga della mezza tartaruga, con il sedere rivolto a me. Lei era pronta a obbedire a ogni mio singolo comando, chiamandomi “Signore”.
Ho preso delle manette e le ho legato mani e piedi insieme, così che non potesse uscire da quella posizione. Con una fascia di seta le ho coperto gli occhi, poi ho preso un piccolo frustino e ho iniziato a punirla per come si era comportata con me e con suo marito. Le ho schiaffeggiato il culo sodo e marmoreo finché non è diventato completamente rosso. A ogni mio schiaffo, corrispondeva un nuovo gemito di piacere di Alessia.
Mi sono spogliato lentamente, ho usato il mio cazzo duro per sentire quanto fosse bagnata. Le ho chiesto se si meritasse di essere scopata dal mio sesso, ma non avevo intenzione di accontetarla, almeno non ancora. Ho preso uno degli hitachi e ho cominciato a stimolare la sua figa calda, si stava bagnando sempre più nonostante io non la facessi mai venire completamente. Non potevo vederla ma, in un angolo della mia mente, ero certo che lei stesse sorridendo di questa situazione…
Alessia obbediva, da brava schiava del piacere, e ora si era meritata una bella scopata. Ho appoggiato la mia cappella calda e dura alle labbra della sua vagina. Lei era tutta bagnata, ho cominciato a spingere. La sua figa accoglieva il mio cazzo senza sforzo, con piacere crescente. Una volta che la mia cappella era penetrata completamente dentro di lei, ho spinto più forte facendo entrare tutta la lunghezza del mio sesso nel suo. Un urlo di piacere e dolore ha riempito la stanza, Alessia godeva come la gran troia che era. La penetravo senza sosta, con forza e ritmo crescenti quando un’idea ha fatto capolino nella mia mente. Per punirla, le ho infilato un dito nel culo tondo e lei, ansimando di piacere, è venuta squirtando sulle coperte rosso porpora del letto.
Ho continuato a farla godere finché il mio cazzo ha cominciato nuovamente a pulsare, la sua figa stringeva il mio sesso come una morsa. Non voleva abbandonare il piacere della penetrazione e io ero ben felice di continuare a darglielo. Un nuovo gemito di piacere, unito a una nuova ondata di piacere da parte di Alessia, mi ha spinto oltre il limite. Il mio sesso è esploso dentro di lei inondando la sua figa con tutta la mia sborra.
Alessia era felice di aver goduto così tanto, ma il mio piano non era ancora finito.
L’ho legata al letto con le corde, il suo corpo formava una stella e la sua figa liscia era in bella mostra. Ho legato un hitachi in modo tale che continuasse a stimolarle il clitoride donandole piacere costante. A quel punto sono andato a recuperare suo marito che aveva visto tutto e, incredibilmente, era duro. L’ho messo sulla poltrona, nudo e ancora legato e imbavagliato.
Ho slegato Alessia e le ho detto che avevo un’ulteriore sorpresa per lei. Sorridendo e anticipando il piacere, Alessia era felice di continuare questo gioco.
Le ho detto di sedersi sul dildo che avevo posizionato sulla sedia, ma in realtà la stavo facendo penetrare dal cazzo del marito. Il mio superiore ha lasciato che Alessia si sedesse su di lui, la mia sborra ancora calda colava dalla figa di lei e sporcava lui che rimaneva incredibilmente in silenzio.
Lei sembrava essersi accorta che quello non era un fallo di plastica, ma un cazzo vero. Quindi mi sono diretto verso di lei, le ho fatto colare dell’olio sul buco del culo e sono entrato piano nel suo sedere sodo e tonico. Alessia ha urlato tutto il suo piacere, riempiendo tutta l’aria della camera. Lei stessa ha cominciato a muoversi come un’ossessa mentre il mio cazzo duro trapanava il suo culo e le allargava per bene il suo orifizio.
Lei ha squirtato ancora, godendo come una cagna in calore, a quel punto le ho tolto la benda dagli occhi. Credevo di averli distrutti che tutto fosse andato perfettamente secondo i miei piani, dio quanto sono stato stupido…
Alessia si è girata verso di me, mi ha guardato con i suoi occhi grandi e mi ha baciato appassionatamente, poi ha guardato il marito e gli ha detto che lei aveva ragione, che sapeva che avevo l’attitudine per comandare e che lo avrei fatto se spinto nella giusta direzione.
Sono rimasto interdetto da quell’affermazione, ma la passione nei suoi confronti era incredibile. Io e il marito abbiamo continuato a scoparla con ancora più trasporto rispetto a prima. Lui è stato il primo a venire, ma Alessia non gli ha permesso di venire nella sua figa calda, quello era un onore che spettava al suo padrone: io.
Ci siamo rimessi sul letto e ho lasciato che lei mi cavalcasse con passione crescente. Il suo seno ballonzolava a ogni suo movimento, mentre io prendevo un dildo da infilarle nel culo e farla godere ancora come una pazza. Una nuova ondata di squirt, unita a un nuovo urlo di piacere, ha riempito ancora la stanza. Le sue gambe tremavano dal piacere, quindi l’ho girata e l’ho messa supina e ho cominciato a penetrarla sempre più forte finché non le ho sborrato nuovamente il mio seme dentro la sua calda figa.
Il piano di Alessia aveva avuto successo, io avevo ottenuto la mia promozione; inoltre, la nostra storia di libidine e lussuria non si è fermata a quella notte. Potevo chiamarla tutte le volte che volevo e farle fare qualsiasi cosa, come la brava troia sottomessa che era…
Racconto selezionato dalla redazione, scritto originariamente da: PorcAutore
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