Sera d’estate in città

Agata Mantisi
2 months ago

Decisamente fa molto caldo in questo periodo, è vero siamo a luglio, se non fa caldo adesso quando lo deve fare.

Appena esco dall’ufficio corro a casa, ho proprio voglia di una doccia, abbigliamento succinto e godermi il fine giornata con il condizionatore acceso. 

Eccomi a casa, finalmente, abbandono la borsa sulla poltroncina dell’ingresso, mentre mi sfilo camminando i sandali, lascio la scia dei miei vestiti lungo il pavimento, fino al bagno; apro l’acqua tiepida e sono in doccia. 

Che meraviglia! 

Adesso sto davvero bene, rigenerata ed anche la stanchezza di una giornata in ufficio è completamente passata; posso pianificare la serata. 

Mi sono anche depilata, sotto la doccia, odio i peli, poi mentre aspetto che mi si asciughino i capelli controllo anche lo smalto rosso delle unghie di mani e piedi, è una mia piccola mania, non sopporto che sia sbeccato.

Avrei voglia di uscire, ma non saprei a chi chiederlo, parecchi dei miei amici sono in ferie.

Scorro velocemente la rubrica dei miei contatti e trovo il nome Mario Simpatico. 

Cerco di farmelo tornare in mente, in quale occasione ci siamo conosciuti; ammetto che se ho memorizzato il suo numero con la dicitura Simpatico mi avrà appunto colpita la sua simpatia. 

Lo chiamo ed al secondo squillo mi risponde col mio nome; non è sorpreso di sentirmi, anzi mi sembra che si aspettasse una mia telefonata. 

Dopo pochi minuti ci diamo appuntamento tra un paio di ore, la sera stessa, in centro. 

Perfetto, almeno non restò in casa e magari la serata potrebbe essere divertente, un po’ di chiacchiere ed un drink seduti al tavolino di un bar in qualche piazza. 

Vado nella cabina armadio e scelgo cosa indossare, iniziando ovviamente dall’intimo, decido per un coordinato nero, reggiseno a balconcino e perizoma, poi una gonna, ancora leggera sempre nera lunga appena sopra il ginocchio, un top colorato, sandali tacco 12, metto in borsa anche una scatola di preservativi, non si sa mai, e sono pronta per uscire.

Sono abituata ad usare sempre la mia auto, soprattutto per tornare a casa, non mi piace essere accompagnata, voglio evitare che l’eventuale autista poi mi chieda di salire da me per vedere la mia collezione di farfalle esotiche.

L’appuntamento con Mario Simpatico è in una grande piazza in centro città, comoda perché anni fa il comune ha fatto un grosso parcheggio sotterraneo e quindi il posto dove lasciare la macchina è facile da trovare.

Mi sono fatta attendere qualche minuto, un pò perché la puntualità non è una mia dote, poi per il motivo che penso sia giusto che il cavaliere arrivi prima della sua dama e quindi debba aspettarla.

Mario Simpatico è davvero una bell’uomo, mi ricordavo bene; appena mi vede si alza dalla sedia del tavolino del bar dove ci siamo dati appuntamento, si avvicina a me e ci scambiamo un bacio sulle guance, lui si avvicina alle mie labbra rosse, quasi volesse baciarmi sulla bocca.

Accomodandoci sulle sedie, accavallo le gambe, noto che gli occhi di Mario mi scrutano ogni centimetro della mia pelle.

La serata scorre in modo piacevole, chiacchierando e sorseggiando un drink leggermente alcolico, che aiuta.

Mi accendo una sigaretta, Mario non stacca lo sguardo dalle mie labbra, posso intuire le sue intenzioni, vorrebbe baciarmi.

Penso che poi non potrebbe essere così male e spenta la sigaretta mi avvicino a lui, lo sorprendo prendendo io l’iniziativa; lo bacio sulla bocca, resto un attimo ferma e lentamente comincio a baciarlo con maggiore passione, ovviamente ricambiata da Mario.

Decisamente soddisfatta, decido di andare oltre; non posso accontentarmi di alcuni semplici baci, anche se molto passionali. 

Gli prendo la mano destra alzandomi, lui mi segue, mi abbraccia, camminiamo nella piazza, ancora piena di gente, vicino ad una colonna, ci scambiamo un lungo ed in senso bacio, ci accarezziamo; sento le sue mani correre lungo la mia schiena scendere anche verso il mio culo, molto eccitante.

Sono arrivata al punto di non ritorno, quindi meglio muoversi, non so fino a quando potrei resistergli.

Mario mi fa una proposta, perché non appartarci in automobile come facevamo da ragazzini?

L’idea mi stuzzica; amo la comodità di un bel letto, ma riassaporare le situazioni e le emozioni di un pò di tempo fa, mi fanno piacere ed inizio ad essere eccitata, ovviamente lo è anche lui, noto la presenza di qualcosa di importante, ancora nascosto dentro i suoi jeans.

Scendiamo nel parcheggio sotterraneo e qui si presenta una scelta obbligata: quale auto scegliere? 

La mia è troppo piccola, un’utilitaria, anche se sportiva, fortunatamente Mario ha un Suv e lo spazio all’interno dovrebbe essere sufficiente.

Appena saliti sulla sua auto ricominciamo a baciarci, sempre con maggior impeto e passione, la nostra eccitazione aumenta sempre di più; non so fino a quando potrei resistergli, noto compiacere anche la sua erezione, deve avere un gran bel cazzo e lo voglio.

Ci dirigiamo verso la collina, ormai è tardi e ci dovrebbe essere qualche piazzale buio ed anche non affollato; meglio usare un pò di prudenza.

Mentre guida gli accarezzo la gamba, salendo piano piano, più su; anche lui mi sta toccando le gambe, le sue dita sulla mia pelle mi danno scariche di brivido e l’eccitazione sale sempre di più.

Finalmente siamo arrivati in un piccolo spiazzo, appena sotto strada, si vede sotto di noi la città illuminata, siamo soli, nessun rumore ci disturba.

Ci spostiamo nei sedili posteriori della macchina di Mario, lui ha mandato in avanti quelli anteriori e lo spazio è davvero tanto, ci possiamo muovere bene, in più i vetri sono oscurati per cui da fuori non si dovrebbe vedere niente.

Ecco il punto di non ritorno, ci spogliamo velocemente, io rimango solamente con addosso il perizoma nero, mentre Mario è completamente nudo, posso finalmente ammirare il suo cazzo davvero notevole.

Ci baciamo ancora, le sue mani corrono sul mio corpo, gli accarezzo i pettorali, lui mi massaggia il seno fino ad ottenere che i miei capezzoli diventino duri, xke li succhia, gioca con la lingua, li mordicchia dolcemente.

Sono in estasi.

Riesco a toccargli il cazzo, è duro come pietra e bello grosso, penso che abbia il diametro di una lattina di Red Bull (ops pubblicità) lo accarezzo e lo scappello.

Devo ammettere che lo spazio sui sedili posteriori del Suv è decisamente grande, non so come, ma ci ritroviamo nella posizione di un favoloso 69; Mario ha sfilato il perizoma e mi sta leccando la figa, io sto succhiando il cazzo.

Adoro la posizione del 69, è un dare e ricevere piacere, fantastico; ammetto che Mario ci sa fare, la sua lingua esplora tutta la figa, penetrandola con la punta, ho completamente in bocca tutto il cazzo, lo succhio e lo lecco, sembra sul punto di esplodere.

Mi fermo, ho il suo cazzo ancora in bocca, lo lecco leggermente, lui mi lecca la figa veloce ed improvviso, quanto inatteso, ho un orgasmo devastante, non riesco a trattenere un grido di piacere e vengo come una fontana in bocca a Mario che alza lo sguardo verso di me, vede la mia soddisfazione dipinta sul mio viso.

Lo voglio, ora, lo voglio dentro di me, non desidero altro.

Mario prende dalla tasca dei jeans un pacchetto di preservativi, sorrido, gli dico di passarmi la mia borsa, ed anch’io estraggo una scatoletta simile alla sua; abbiamo avuto, evidentemente, la stessa idea per la serata.

Entra dentro di me e come lo sento, è davvero grosso.

Sono piena piena del sui cazzo, che meraviglia quando lo sento iniziare a muoversi e spingere sempre più a fondo, il mio seno balla sotto la furia dei colpi che assesta nella figa.

Urlo di godimento.

Non sono in grado di trattenermi, lo sento sto per godere, sto per venire una seconda volta; è stupendo, intenso quanto il precedente, un orgasmo violento come il primo tuono di un temporale estivo.

Sto divinamente, sono felice.

Mario mi gira, vuole che mi metta nella posizione della pecorina, ovviamente lo accontento, adoro essere presa da dietro; mi sistemo sul sedile puntando le mani sul rivestimento della portiera, lui mi schiaffeggia leggermente il culo prima di infilarlo ancora dentro la figa bagnata e succosa.

Scivola bene il cazzo, sento le sue palle gonfie sbattermi contro, mi viene voglia di toccarmela, masturbarmi mentre mi scopa.

Lui è bravissimo, affonda il cazzo fino in fondo con colpi veloci, poi si ferma, per un paio di secondi, per riprendere a sbattermi, favoloso.

Con le dita mi sgrilletto la figa, il cazzo di Mario mi scopa con veemenza, sono di nuovo alla soglia di un orgasmo; lo sento uscire, per un attimo sono vuota, mi stimola il buco del culo con le dita, lo lecca alcune volte e ne infila dentro una e spinge, capisco la sua intenzione, mi vuole inculare.

Cambia il preservativo, appoggia la punta del cazzo al mio buco del culo e fa entrare solo la cappella, 

mmmm 

Con colpo più violento spinge dentro tutto il cazzo nel culo, mi fa spalancare la bocca, inizia a scoparmi nel 

culo.

Ammetto, poi lo sapete se avete letto gli altri miei racconti, che mi piace molto essere inculata ed ho anche avuto la fortuna di ricevere grossi calibri, questo entra di diritto in classifica, è davvero bello grosso.

Mario mi incula con forza, mi riempie completamente, lo sento entrare dentro e quasi sembra mi voglia spaccare in due, squartarmi, è stupendo, riprendo a masturbarmi con la voglia di darmi ancora piacere, infatti dopo qualche minuto che subisco questa fantastica inculata godo ancora, oh si, vengo urlando di piacere, cerco di tenermi sulle ginocchia, ma la forza devastante dell’orgasmo me le fa piegare, sono scossa da fremiti di godimento estremo.

Lui che non ha mai smesso un attimo di affondare il cazzo dentro il mio culo è sul punto di godere.

Esce, sfila il preservativo, io mi giro, Mario desidera sbarrarmi addosso, a me piacerebbe riceverla sulla lingua, in bocca, magari poi anche inghiottirla, si sega velocemente il cazzo finché non sborra sul mio seno, da quanto è abbondante e potente, alcuni schizzi raggiungono il mio viso, con un dito la raccolgo e lo porto sensualmente sulle mie labbra per assaporarla.

Siamo letteralmente sfiniti, ci siamo fatti una scopata favolosa, e lo dico, è stato davvero bravo a farmi godere più volte, lo ringrazio con un lungo bacio.

É parecchio tardi, adesso, domattina, o meglio tra qualche ora, dovrei andare in ufficio, ci rivestiamo, Mario mi chiede come ricordo della serata se gli regalo il mio perizoma, quasi un feticcio da conservare, ovvio che glielo lascio, non ho intenzione che si possa dimenticare presto di me, così come d’altra parte io di lui.

Prendiamo posto nei sedili anteriori del Suv, opportunamente sistemati, partiamo, molto lentamente verso il centro città, dove nel parcheggio c’è la mia auto, lungo il tragitto, ci scambiamo dei baci, lui guida tenendo appoggiata la mano sulle mie cosce.

Arrivati mi accompagna a riprendere la macchina, un ultimo saluto pieno di passione e ci lasciamo ripromettendoci di vederci presto.

Sono quasi le tre del mattino, quando rientro a casa.

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