Hotel con SPA - Giorno 2

Dopo una colazione abbondante — fatta di sguardi complici e ricordi ancora caldi tra le gambe — torniamo in camera.

Facciamo i bagagli lentamente, ancora nudi, ancora con addosso l’odore dell’altro. Ma la giornata non è finita.

L’hotel ci permette di rimanere fino a sera. Abbiamo accesso completo alla SPA.

Facciamo il check-out alla reception, lasciamo le valigie nel deposito e scendiamo negli spogliatoi a cambiarsi. Ci guardiamo negli specchi.

«Sarà una lunga giornata» le sussurro all’orecchio. Lei sorride, quel sorriso da puttana elegante che mi manda fuori di testa.

La mattina scorre lenta e goduriosa: piscina, idromassaggi, bagni turchi, saune…

Ci rilassiamo come due animali sazi, ma pronti a un nuovo pasto.

Raggiungiamo il giardino per prendere il sole. Troviamo due lettini in posizione perfetta, un angolo discreto ma non troppo. Lucrezia indossa un tanga minuscolo, un filo tra le chiappe scolpite, che mette in mostra tutto quel suo culetto allenato.

Si stende in topless. I suoi capezzoli si irrigidiscono al contatto con l’aria frizzante, piccoli, duri, perfetti.

Ogni volta che si gira, sento il sangue affluire nel cazzo.

Poco dopo arriva la coppia del giorno prima: Marco e Sara.

Ci scambiamo sorrisi, due parole di cortesia. Anche per loro è l’ultimo giorno.

Ma l’atmosfera è diversa. Carica. Tesa. Piena di sguardi non più timidi.

Lucrezia lancia il segnale. Si gira sul fianco, il seno mezzo schiacciato sul lettino, il culo leggermente alzato. Sorride a Sara, poi a Marco.

Un’altra ragazza poco distante fa lo stesso.

Poi anche Sara toglie il reggiseno.

Il suo seno è spettacolare: grande, morbido, fiero. Due bombe che chiedono solo di essere leccate.

Non riesco a non guardarla. E mentre lo faccio, incrocio lo sguardo di Marco.

Né io né lui distogliamo gli occhi.

Ci guardiamo. Sappiamo benissimo cosa stiamo facendo.

Stiamo spogliando mentalmente le rispettive donne. Le stiamo scopando con gli occhi. Insieme.

Durante la giornata ci ritroviamo spesso nelle saune. Nudi. Nessuno prova imbarazzo.

Anzi, gli sguardi diventano parte del gioco.

Il mio cazzo si gonfia ogni volta che Lucrezia incrocia gli occhi di Marco. E il suo fa lo stesso.

Due maschi in calore, due femmine consapevoli.

In una sauna ci ritroviamo da soli.

Lucrezia mi si avvicina, mi prende il cazzo in mano, lo fa diventare duro come pietra.

Poi, senza dire una parola, si siede sopra.

È fradicia. Calda.

Spalanca le gambe, si infila tutto dentro, e comincia a muoversi.

«Ti piacciono le sue tettone?» mi sussurra.

«Sì… sono da succhiare, da mordere…»

«Stronzo…» ride, ma non smette di cavalcarmi.

«Ho visto come guardi Marco», le dico.

Lei si morde il labbro. Mi guarda negli occhi, mentre si impala sul mio cazzo.

«Sì… è un bel ragazzo. Mi piace farlo arrapare mentre è lì… con la sua ragazza. Mi sento una troia.»

«Lo sei… e io ti voglio così.»

Il caldo è opprimente, il vapore ci avvolge, il mio cazzo pulsa dentro di lei. Ma dobbiamo fermarci.

Non vogliamo svenire.

Usciamo veloci, nudi, eccitati, le mie dimensioni difficili da nascondere.

Una doccia gelida ci riporta a terra. Ma solo per poco.

La giornata prosegue, tra sorrisi e allusioni sempre più audaci.

Quando il sole inizia a calare, torniamo agli spogliatoi per cambiarci.

«Ci metterò un po’, devo lavarmi i capelli», dice Lucrezia.

Mi bacia il collo, sa che lascerà un segno.

Apro l’armadietto, mi spoglio. Nudo. Ancora con addosso il desiderio.

La porta si apre. È Marco. Nudo anche lui.

Ci salutiamo come due amici, ma entrambi sappiamo che non è solo cortesia.

Parliamo del più e del meno, come due maschi che hanno condiviso un segreto non detto.

Poi, in silenzio, andiamo sotto la doccia.

I nostri corpi sono lì, esposti, ancora gonfi di voglia insoddisfatta.

Lo sguardo gli cade sul mio cazzo. Il suo è mezzo duro. Il mio lo segue.

Non diciamo nulla.

Ma qualcosa, da quel momento, è cambiato.