Hotel con SPA giorno 1

Peccati e Guai
9 days ago

Quest’anno, per il mio compleanno, Lucrezia mi ha regalato una giornata in un hotel con SPA. Un posto incantevole, in Alto Adige, circondato dai boschi e dal silenzio.

Sapevo che non sarebbe stata solo una fuga rilassante. Quando Lucrezia vuole, sa essere diabolica.

Nel tardo pomeriggio, scendiamo insieme alla SPA. L’ambiente è intimo, quasi segreto: luci basse, profumo di legno caldo, il suono morbido dell’acqua che accarezza le pareti.

I nostri corpi nudi sotto gli accappatoi si sfiorano mentre camminiamo. E già sento il sangue affluire.

 

Dopo un po’ in piscina, decidiamo di entrare in sauna. Qui si entra senza costume, è la regola. Una regola che trasforma tutto in un gioco voyeuristico, silenzioso, animalesco.

Appena seduti, il calore mi invade. I pori si aprono, i muscoli si sciolgono, ma io ho occhi solo per lei.

Lucrezia è perfetta nel suo corpo asciutto e tonico, piccole tette sode, culo scolpito e provocante.

Le gocce di sudore le scivolano sulle cosce, tra le labbra della figa rasata.

Mi viene da morderla. Il mio cazzo si indurisce subito, e pulsa, vivo, impaziente.

 

Attraverso la porta in vetro, una coppia si avvicina. Giovani, più di noi.

Lui ha un’aria strafottente, bel fisico, cazzo grosso anche da flaccido.

Lei… Una madonna. Viso da bambola, ma seni pieni, capezzoli duri, un culo da scopata lenta e profonda. Un corpo da sbattere contro il muro mentre ti supplica di non fermarti. 

E' l’opposto di Lucrezia. E questo mi eccita ancora di più.

 

Entrano. Ci salutano con un cenno educato, ma gli occhi parlano già.

Li vedo. Guardano Lucrezia. Le studiano il corpo come se stessero scegliendo cosa assaggiare.

E lei lo sa. Lo percepisce. Sorride, si siede, e apre un po’ di più le gambe. Lo fa per me. Ma anche per loro.

 

Il ragazzo non riesce a smettere di fissarla. Quando Lucrezia si alza, lentamente, con le gocce che le scivolano dalla schiena fino all’attaccatura del culo, lui si tocca.

Lo fa davanti a tutti. Se lo accarezza piano. Il cazzo prende forma.

Lei esce. Lui guarda me. E io sorrido. Maledettamente eccitato.

 

La raggiungo. Ci tuffiamo di nuovo in acqua, poi ci sdraiamo su un lettino.

Lucrezia mi sussurra: «Hai visto come mi guardava?»

Annuisco. E il cazzo è di nuovo duro.

 

Poco dopo escono anche loro. Lei cammina nuda, il seno le balla leggermente, i capezzoli gonfi, tesi.

Vorrei succhiarli. Vorrei scoparla con Lucrezia che guarda.

E vorrei che Lucrezia sapesse.

 

Mi guarda e mi dice, come se mi leggesse nel pensiero: «Bagno turco?»

Io annuisco. La seguo. Nuda. Sudata. Voglio farla urlare.

 

Il vapore nel bagno turco è denso, opaco. Ci sediamo. Io le sussurro:

«Quel ragazzino ti scopava con gli occhi. Mi piace. Mi fa impazzire.»

Lucrezia ride. E poi mi afferra il cazzo, che ormai è pronto a esplodere.

 

Mi masturba lentamente, poi sempre più forte.

«Ce l’hai durissimo», mi sussurra.

Lo prende in bocca. La sua lingua è calda, sapiente. Mi succhia con voglia, come se volesse dimostrare qualcosa a qualcuno.

Mi immagino lui dietro di lei, che glielo infila mentre mi guarda negli occhi.

 

Sborro. Tanto. Lei beve tutto, poi mi bacia, mi sbatte la lingua in gola.

Il sapore del mio sperma sulla sua lingua mi eccita ancora di più.

 

Le infilo la mano tra le gambe. È bagnatissima. Un lago.

La sua figa è pronta. Spalancata.

 

Quando torniamo in camera, la spingo sul letto e la divoro.

La mia lingua gioca col suo clitoride, lo succhia, lo tormenta.

Lucrezia geme, si muove, mi afferra i capelli.

«Ancora… non fermarti…»

E io no, non mi fermo.

La faccio godere finché trema tutta, finché grida e si svuota.

Le sue cosce mi stringono il viso.

Io bevo tutto. Sì, bevo la sua voglia, la sua sborra.

 

E non è ancora finita...