È successo anche a Me

È Successo Anche a Me
Scusate ma inizio quello mio nuovo racconto con una parolaccia: cazzo!
Si ricordando quanto i è successo qualche settimana fa, per fortuna, dopo qualche giorno di convalescenza, sono qui a dirvelo, mi fa solo imprecare contro me stessa.
Veniamo ai fatti, una sera sono uscita dal lavoro, era abbastanza tardi, sono stata impegnata fino a quasi le 21 a completare il resoconto di una riunione che avevamo avuto nel pomeriggio ed avrei dovuto presentare l’indomani ai miei titolari, ero, ovviamente stanca ed anche affamata, non avendo mai fatto una pausa dal mezzogiorno; decido all’ora di fermarmi a mangiare qualcosa fuori, già non sono una brava cuoca, non amo come tante amiche perdere troppo tempo a cucinare, poi così non avrei neppure dovuto aspettare che fosse pronta la cena.
Sono indecisa tra un paio di ristoranti che mi hanno parlato le amiche, vorrei provarne uno nuovo, appunto, cerco su google gli indirizzi e se come orario avessero ancora aperta la cucina e scelgo quello in collina, appena fuori città, sono solo pochi minuti di auto, comunque, prenoto un tavolo e guido la mia macchina velocemente per le curve che salgono dal centro fino al ristorante.
Cena squisita, accompagnata da un calice di vino rosso, sono proprio soddisfatta e dopo aver pagato, saranno state le 23 da poco passate, risalgo in auto e inizio la strada al contrario di prima verso casa.
Accade a questo punto l’imprevisto, una spia del cruscotto mi avvisa che ho bucato una ruota.
Lo potete immaginare, non so come fare a rimediare, ovviamente non conosco come procedere a cambiare la ruota, usando quella di scorta, devo anche aggiungere che la zona non è troppo illuminata e data l’ora non passano neppure altre autovetture che potrei fermare per chiedere un aiuto.
Cerco di non farmi prendere dal panico, dal cellulare cerco il nome di qualche amico a cui telefonare per chiedere se può darmi una mano, magari uno che possa essere vicino al luogo dove mi trovo ed in pochi minuti mi possa raggiungere; chiamo, infatti, Paolo che abita a qualche minuto, stava per andare a dormire, ma si offre ugualmente di aiutarmi, devo solo aspettare.
Con un pò di timore, ma non mi piace nel modo più assoluto fumare in macchina, esco e mi appoggio alla portiera per accendermi una sigaretta, a questo punto si ferma un’auto, penso possa essere già Paolo, anche se è trascorso troppo poco tempo, il guidatore abbassando il finestrino mi squadra da capo a piedi, soffermando lo sguardo sulle gambe che sono abbastanza esposte in quanto questa mattina ho deciso di indossare una una minigonna in jeans.
Alla mia richiesta d’aiuto, scende anche lui e mi si avvicina; ecco scattare qualcosa a cui non avrei mai pensato, mi afferra per i polsi con vigore, è parecchio alto e muscoloso, non riesco a divincolarmi, cerca di avvicinare le labbra alle mie, prima che riesca a baciarmi, cosa che non voglio affatto, d’istinto, gli sputo in faccia, ma questo ha solo l’effetto di renderlo più violento e di farlo incazzare, mi scuote e si rivolge insultandomi; che di me, se desidera, può fare ciò che vuole, mi stringe ancora di più e aprendo la portiera del passeggero, mi obbliga ad entrare nella sua auto.
Ho paura, ma purtroppo non posso reagire se non obbedire, anche se contro la mia volontà.
Sono praticamente in uno stato di catalessi, non mi accorgo neppure che mi ha preso il cellulare, che ha spento e mi ha legata i polsi con un foulard per immobilizzarmi ed evitare che apra la portiera, mette in moto la macchina e parte a velocità sostenuta, un paio di minuti e si ferma davanti al cancello di una villetta della collina, si apre automaticamente ed entra nello spiazzo davanti alla porta, mi fa scendere strattonandomi per le braccia; lungo tutto il breve tragitto mi diceva che questa notte non poteva capitargli di meglio, che è ingrifato come un maiale ed ha proprio voglia di divertirsi e di chiavare una troia come me.
Varcata la soglia della casa mi getta, come fossi un cappotto, su di un divano, mi da una sberla in faccia, così imparo ad avergli sputato addosso, prima, riprova a baciarmi, questa volta sposto il viso dall’altra parte rispetto a lui, non voglio che mi picchi nuovamente.
Al momento non ho nessuna possibilità di scelta, posso solamente essere un suo oggetto di piacere; si apre la zip dei pantaloni e mi mostra il cazzo duro, mi prende una mano e me lo fa toccare, ubbidisco, anche se non lo farei nel modo più assoluto, ma sono terrorizzata che poi possa picchiarmi, comincio lentamente a segarglielo, lo sento crescere rapidamente e diventare un cazzo davvero di tutto rispetto, supera abbondantemente i 23 centimetri come lunghezza e forse più di 7 come diametro, adoro gli esemplari fuori misura; lui prova nuovamente a baciarmi sulla bocca, non voglio, mi sposto indietro, ha una reazione di rabbia, mi strappa il leggero top che indosso, lasciandomi solo con il reggiseno a fascia, per un mio movimento però anche quello si slaccia e sono a seno scoperto.
Me lo stringe forte, provo un misto tra dolore e piacere, una sensazione che non so ben descrivere, lo sto masturbando, guardo il suo cazzo, è enorme, adesso, morde un mio capezzolo, salto sul divano, devo stringere le labbra per non urlare, lui si eccita sempre di più, capisco che non vuole accontentarsi solo di quello che gli sto facendo, insultandomi, dicendo che sono una puttana e che mi vuole chiavare come si sbatte una troia come me.
Mette una mano sulla mia nuca e mi spinge la testa verso il suo cazzo, desidera che lo prenda in bocca e gli faccia un pompino.
Lo lecco, ha un forte profumo di sesso, apro le labbra e lo prendo in bocca, fatico a tenerlo, è grosso e venoso, muove il bacino, quasi per scoparmi, succhio, ha la cappella tonda, quasi come una pallina da ping pong; se non fosse in questa occasione, ammetto che mi piace quello che sto facendo, adoro avere un cazzo in bocca.
Una mano sulla testa, mentre con l’altra mi tocca il culo, obbligandomi ad alzarlo per poterla infilare sotto la minigonna, tira il dietro del perizoma che indosso, la parte anteriore mi apre la figa, sento di essere bagnata; non ho mai provato un’esperienza simile, non amo la violenza, non mi piace essere costretta a fare qualcosa, specialmente se si parla di sesso, in questo momento mi sto emozionando piacevolmente.
Vengo costretta a continuare a ciucciarglielo, gli piace, lo spinge tutto e fino in fondo alla mia bocca, ho un conato di vomito, spinge ancora più in basso la mia testa, ho le labbra sul suo ventre; ho nuovamente un sobbalzo, quando infila un dito nel mio culo, lo affonda con un colpo solo, poi lo fa uscire e mi sculaccia un paio di volte lasciandomi sulle chiappe il segno degli schiaffi.
Vorrei mordere il suo cazzo, ma temo una sua reazione, glielo succhio ancora, è diventato enorme, mi fa male la mascella per quanto devo tenere la bocca aperta; strappa con violenza il perizoma, questa volta mette il dito nella figa, mi sditalina veloce, sono in un lago di umori che mi bagnano, sarei pronta, se non fossi in questa situazione a prenderlo tutto dentro, scalcio con le gambe, mi strattona ancora, chiamandomi puttana e mi sdraia sul divano, velocemente si spoglia, ha un erezione monumentale.
Si sega il cazzo, sputa più volte sulla mia figa, la saliva mi correi all’interno delle cosce, che mi obbliga a spalancare, me lo sbatte dentro con un colpo secco e profondo, apro la bocca per lo sforzo che faccio, prova ancora a baciarmi, sposto il viso, mi lecca in faccia ed incazzato sputa ancora, sporcandomi tutta, tutto ciò mentre ha iniziato a martellarmi la figa.
Sbuffa, impreca chiamandomi troia, urla dicendo che mi farà prima soffrire poi vuole godere, le puttane come me vanno umiliate e scopate, insomma è in preda alla foga di montarmi ed il desiderio di farmi male; mi schiaffeggia in faccia forte, sono terrorizzata, ma nello stesso tempo nella mia testa passano mille pensieri; non so come comportarmi di fronte alla sua violenza, se assecondarlo, se ribellarmi, oppure lasciarmi andare, offrirgli il mio corpo per tutto quello che vuole fare, da ultimo, non lo nego, un pò mi piace subire, sono molto eccitata.
Le martellate che mi da in figa col cazzo sono aumentate di ritmo, riesco con una mano a toccarmela, mi sfrego il clitoride, se ne accorge e si incazza ancora, dicendomi che lui è il mio padrone, è lui a decidere cosa debbo fare, ora gli appartengo.
Non sono mai stata violentata in vita mia, ne avrei mai potuto pensare mi succedesse, non so neppure cosa possano provare tutte le altre donne che vengono umiliate e possedute contro voglia, sicuramente non è possibile ribellarsi, nel mio caso è molto meglio non fare gesti strani, ho paura.
Mette le mie gambe sulle sue spalle, il bacino si alza, ho la figa slabbrata e dolorosa per la potente chiavata che mi sta facendo, mi sento aperta e violata fino alla bocca dell’utero; mi fa anche male, nonostante la lubrificazione che posso avere dovuta ad uno stato di eccitazione, mi sta scopando con un cazzo davvero notevole.
Inatteso mi sputa sul buco del culo, ho un brivido, posso immaginare che non si sia ancora accontentato, ed abbia l’idea di incularmi, decido che se questa debba essere l’ultima umiliazione e violenza, lo assecondo, tanto non posso oppormi, una mano mi stringe il collo, costringendomi a tenere la bocca aperta per respirare.
Passa dalla figa al culo, deciso, forte, cerco di agevolarlo ad entrare, ma il dolore è troppo forte, spinge con un ossesso entrando fino alla radio del cazzo; picchia duro, chiamandomi vacca, puttana, si eccita ad insultarmi, io subisco la sua violenza solo cercando di divincolarmi dalla sua presa, ma ottengo l’effetto di ricevere ancora una sberla in faccia, chiudo gli occhi, cerco di urlare, ma non esce nessun grido.
Mi sta spaccando il culo, ho sempre i polsi legati, cerco di picchiare dei pugni sulle sue spalle, ma non ce la faccio; vedendomi così, che sto cercando di liberarmi, picchia ancora più duro il cazzo, mi sento squartata, è muscoloso, mi ribalta come fossi un fuscello sulla pancia, adesso ho il sedere per aria, capisco dai grugniti che emette, si sta segando, ho il buco aperto, lo sento pulsare, spero non mi faccia sanguinare rompendo le vene dello sfintere, sono comunque parecchio indolenzita e dolorante.
Ho le braccia legate dietro la schiena, mi obbliga ad alzare il culo, sputa ancora, mi chiama troia per l’ennesima volta, prima di sbattere il cazzo dentro fino in fondo, grido, il dolore è insopportabile, inizio anche a piangere, che voglio un briciolo di pietà, vorrei godesse ed quel punto si fermasse, mi tiene con una mano sul mio fianco destro, mi incula brutalmente, sempre più forte; urla che sono una vacca da spaccare, da chiavare e basta, non ha mai smesso neppure un secondo di muoversi e scoparmi.
Ho tutto il suo peso addosso, è sudato, mi fa schifo, sono schiacciata sul divano, non oppongo più resistenza, non so neppure quanto tempo possa essere passato, ho la sensazione che siano trascorse delle ore, invece che solamente qualche minuto.
Mi bacia sulla schiena e sul collo, mi fa schifo, ma ho ugualmente un brivido.
Vorrei godesse, che mi riempisse il culo con la sua sborra, all’improvviso esce e lo rimette nella figa, urla che vuole sborrare dentro, ingravidarmi per avere un figlio bastardo da lui, singhiozzo, mi tappa la bocca con una mano, ho gli occhi pieni di lacrime, svanga la mia figa sempre più velocemente, quando esce mi sbatte il cazzo sul culo per poi rientrare e colpirmi forte, sempre di più.
Urla, sbraita che sta godendo come un porco, che una puttana come sono, va solamente usata per svuotarsi le palle dopo una giornata faticosa di lavoro.
Finalmente viene, sento dentro il me il cazzo che scoppia, erutta come un vulcano una quantità di sborra indescrivibile con più schizzi abbondanti.
Ne ha ancora, toglie il cazzo lo mette sul mio viso e scarica gli ultimi fiotti del suo seme, sono sporca ovunque, cola lungo le mie guance, la spalmi sulle labbra e mi costringe a leccargli le dita, insultandomi come la peggiore delle troie, una puttana da usare per godere e basta.
I miei singhiozzi sono diventati un pianto a dirotto, riesco a mettersi su di un fianco, non voglio più vederlo; sono distrutta, oltre che sporca, sudata, mi fanno male tutte le parti del corpo, il culo martoriato ed indolenzito, la figa arrossata, provo a sedermi sul divano, lo supplico di togliermi il foulard che ancora mi stringe i polsi, mi libera, finalmente.
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