24 ore nella vita di una donna
Avevo voglia di farmi un regalo, un bel regalo. Non era successo nulla, non c’era nulla da festeggiare, semplicemente avevo voglia di staccare la spina per un po’.
Un viaggio. Detto fatto. Provo a sondare la disponibilità di alcune amiche, ma mi rendo conto che non ci metto troppo entusiasmo, e quando per un motivo o per l’altro si defilano, sono quasi sollevata. Parto da sola. Bello. Mi piace viaggiare da sola, stare da sola : seguo i miei tempi, i miei ritmi, non devo rendere conto a nessuno. Non soffro mai di solitudine. E poi se ho voglia di socializzare il modo lo trovo sempre: un sorriso, una battuta ti aprono a nuove conoscenze.
Scelgo Mauritius. Quando mare e spiaggia non bastano più, ci sono alternative. Sì, si è rivelata la scelta vincente: sono qui da pochi giorni e non potrei stare meglio. Colori, profumi, tanta bellezza, bella atmosfera. Tanti ospiti, ma i grandi spazi e un’ottima disposizione dei bungalow e delle aree comuni fa sì che ognuno viva la propria vacanza al meglio.
Ho fatto amicizia con 3 ragazze. Siamo tutte tra i 30 e i 35 anni, ci troviamo in spiaggia o a tavola, ma senza nessun vincolo, questa è libertà. Loro sono molto attive, amanti del fitness, io sono più pigra e al momento proprio non penso di unirmi a loro, in seguito vedremo. E poi ci sono 2 coppie , più grandi di me, che mi hanno preso sotto la loro ala protettrice, mi coccolano. Non si capacitano del fatto che io sia qui da sola, e si sono messi di impegno per trovarmi un fidanzato. Mi fanno morire dal ridere quando a parole mi illustrano i probabili candidati.
Stamattina sono sola in spiaggia, sole, vento leggero mi accarezzano la pelle. Sdraiata sul lettino, mi sto godendo ogni singolo minuto di questa meravigliosa vacanza. Apro gli occhi, mi guardo intorno, distrattamente. Lo sguardo viene attirato da un uomo che sta venendo nella mia direzione. Mi si ferma il cuore, anzi no, un fremito nel cuore e nel corpo. Viso maschio, corpo che si mostra quasi completamente, con naturalezza, sfrontatezza, consapevole della propria mascolinità. Sono affascinata. Devo fare qualcosa. Con gesti lenti, voluttuosi, inizio a spalmarmi di crema …………. pancia, braccia, le mie grandi tette ……. catturo la sua attenzione. Il gioco della seduzione è iniziato, non ci togliamo gli occhi di dosso, siamo come sospesi. Per quanto non lo so, so solo che viene raggiunto da un piccolo gruppo di amici …. Vanno via insieme. Mi fermo in spiaggia, la mente presa da un uomo che mi ha stregata e che probabilmente non vedrò più. Ho voglia di stare da sola, non raggiungo gli amici, mi perdo in desideri, in fantasie che credo irrealizzabili.
Mi preparo per la cena come se dovessi incontrare l’uomo della spiaggia. …. Mi diverto a pettinarmi, a truccarmi. Indosso una gonna lunga, e incrocio sul seno un foulard che fermo con un nodo sulla schiena. Mi trovo bella , e questa sensazione viene confermata dai complimenti che ricevo dagli amici a cena. Sono inquieta, provo a nasconderlo ma sono inquieta. Cerco l’uomo della spiaggia tra gli ospiti del ristorante, ma non c’è, d’altronde nei giorni precedenti non l’avevo mai incontrato. Basta, non voglio certo rovinarmi la vacanza, devo smettere di fantasticare. Dopo cena con una scusa mi allontano, ho voglia di silenzio, c’è un piccolo molo, mi fermo ad ascoltare il mare.
Lui è arrivato, è qui, è dietro di me. Ecco le sue braccia intorno al mio corpo, le sue labbra sul mio collo, l’odore di lui addosso a me. Le gambe tremano, il cuore batte all’impazzata. Non faccio nulla, mi faccio avvolgere da lui. E’ come me lo immaginavo, forte, sicuro, deciso, esperto. Mi giro, gli sorrido, prendo la sua mano e lo porto in camera.
Lentamente, senza fretta, sono sguardi, baci, carezze. Ci respiriamo. Ci siamo sussurrati i nostri nomi, null’altro. Ma i nostri corpi è come se si conoscessero da sempre. C’è un’intimità che ci stupisce e ci eccita. Inizia a spogliarmi, via il foulard, con mani sicure mi accarezza il seno, lo stringe, bacia i capezzoli. Gli farò scoprire più tardi che i miei capezzoli possono essere strizzati e mordicchiati, che non è una violenza ma un piacere caldo. Io frenetica gli tolgo camicia, pantaloni e slip. Il suo pisello è nella mia mano: pronto, duro, sorrido immaginando giochi senza limiti. Via la gonna, e lui scopre il minuscolo perizoma con cui inizia a giocare, non me lo toglie ma struscia il filo tra le labbra del mio sesso che inizia a bagnarsi, mentre lui bacia lecca il mio culo. Gli piace il mio culo tondo, si sofferma parecchio a giocare con lui, capisce anche che la cosa mi eccita. Vuole capire fino a che punto può arrivare, fino a dove può spingersi. Lecca il mio ano. Tremo di piacere, mi chino in modo da favorire la penetrazione della sua lingua. E’ un uomo che sa come dare piacere a una donna, e che prova piacere a far godere una donna. Ci fermiamo e iniziamo a guardarci, senza più toccarci. Ci mostriamo, ci esibiamo senza pudori, i nostri corpi emanano erotismo, potente, un mix perfetto di psiche e fisico. I nostri corpi odorano di sesso. Questo gioco ci porta a desiderarci sempre di più. Lui va verso la grande finestra, c’è una luna stupenda, mi riempio gli occhi del suo corpo. Mi sta aspettando. Mi avvicino a lui. Appoggio le mie grandi tette alla sua schiena, che si inarca, spingo con movimenti sapienti il mio sesso contro il suo culo. Asseconda i mie movimenti, spinge anche lui. Poi si gira, mi blocco guardando la sua potente erezione. Mi inginocchio, gli occhi fissi sul suo sesso, non lo tocco, continuo a guardare, è bello, è un cazzo bellissimo. Questo nascondeva il suo mini costume, che non mi aveva ingannato la mattina in spiaggia, sapevo dal suo modo di esporsi agli occhi degli altri, dalla sua sicurezza che c’era tanto da scoprire. Sono sempre più bagnata. Inizio ad accarezzarlo, bacio le sue palle, inizio a leccare loro e il pisello. Stiamo esplodendo di desiderio. Penso di prenderlo in bocca, di fargli un pompino, sento che lui sta pensando la stessa cosa. Ma voglio essere penetrata, voglio accogliere, voglio sentire le spinte di quel cazzo potente dentro di me. Mi alzo, lo accompagno sul letto, lo faccio sdraiare, lo bacio sulla bocca, lo bacio ovunque, e poi mi siedo su di lui. Mi sta scoppiando dentro, inizio a muovermi, seguendo le sue spinte. Mi stringe le tette, va sui capezzoli che gli dico di strizzarmi, ha un attimo di esitazione ma capisce che questo mi eccita ancora di più. Il suo cazzo spinge sempre di più, un ritmo che si fa sempre più veloce. Non ho mai provato una potenza simile. Raggiungo un orgasmo urlato, anche lui urla di piacere.
Sudati ed esausti, ci addormentiamo. Io mi addormento. Vengo riportata al presente dalle sue mani che mi accarezzano la schiena, dolcemente. Una sensazione di calore appagante, che trasmetto a lui quando sono le mie mani ad accarezzare il suo corpo. Ci parliamo con sguardi e sorrisi, troppe parole sarebbero stonate. Riprendiamo i nostri giochi, vogliamo riempirci i sensi di noi, abbiamo fame di noi. Riprendo a giocare con il suo sesso, gli piace come lo prendo e lo faccio sparire nella mia bocca, e gli piace guardarmi mentre lo faccio. Dai movimenti del mio corpo , che mostro a lui senza alcuna inibizione, capisce che provo un piacere intenso. Lo sento godere nella mia bocca. Non mi muovo, continuo a tenere il suo bellissimo cazzo in bocca fino a quando non ho finito di succhiare fino all’ultima goccia del suo sperma.
Una doccia veloce, di nuovo a letto, è ora delle confessioni. Mi dice che due giorni dopo lascerà l’isola, e che non è solo. Non mi stupisco, anzi mi sarei stupita del contrario. L’ho immaginato da subito, ma non mi sono fermata, non mi sono tirata indietro, volevo lui, volevo darmi a lui e così ho fatto, non mi pento di nulla. Mi ha regalato emozioni mai provate, mi ha fatto sentire viva e donna come mai mi ero sentita prima. Il resto non conta. Rimane stupito dalla mia reazione, aveva timore di scenate, insulti, urla. Dice che questa giornata, questa notte gli rimarranno dentro, io gli rimarrò addosso. Ci credo. Non perché voglio crederci ma perché lo sento sincero, sento emozione nella sua voce. Dobbiamo lasciarci. Si veste, ma non riesce ad andare, non vuole andare. Si china davanti a me, mi apre le gambe e inizia a leccare clitoride e figa, gli tengo ferma la testa perché non smetta. Lui si alza, mi spinge sul letto, mi chiede di masturbarmi davanti a lui. Lo faccio, senza alcuna inibizione, anzi mi piace mostrarmi, godo a esibirmi. Le sue dita prima si uniscono, poi si sostituiscono alle mie. I suoi occhi sorridono mentre un orgasmo mi fa tremare. Un ultimo bacio , un bacio che racchiude un mondo, e va via. L’uomo della spiaggia mi ha preso l’anima.
Il giorno dopo sono partita per un tour dell’isola di 3 giorni. Ho preferito evitare il rischio di incontrarlo, ci saremmo fatti male.
Sono passati decenni, quanta vita è trascorsa. Lo sconosciuto di Mauritius è rimasto in un angolo del cuore, a volte quando sono in giro, specie negli aeroporti, mi sorprendo a cercarlo. Sorrido pensando che probabilmente solo i nostri corpi si riconoscerebbero, dopo tutti questi anni. Mi piacerebbe chiedergli se anche a lui quelle 24 ore sono rimaste addosso. E lo sconosciuto, l’uomo della spiaggia, a volte è ricomparso nella mia mente e sul corpo mentre facevo l’amore. Prepotentemente. Rimanevo come sospesa, invasa da un emozione che non riuscivo a trattenere. E allora mi chiedevo : cosa ci faccio qui? Perché sono qui? Voglio lui.
Generi
Argomenti