Chat erotiche madre-figlio 3 - da madre a troia

Non riuscì a rispondere. Mentre tornava a casa, si sentì assalita da mille domande, incertezze, paure. Aveva fatto la zoccola con suo figlio, e lui l’aveva scoperta! Come, quando? e cosa sarebbe sarebbe successo ora?

Da un lato aveva quasi paura di tornare a casa, dall’altro aveva bisogno di comprendere e di affrontare suo figlio.

Entrata in casa, salutò frettolosamente suo marito ed entrò in camera di suo figlio.

<<...>> fece per dire qualcosa, ma suo figlio la guardò con quello stesso sguardo voglioso con cui l’aveva guardata poche ore prima, appena entrato nella stanza d’albergo.

Si sentì spogliare con lo sguardo, avvertendo una sensazione di essere nuda, vulnerabile.

<<direi che puoi fare a meno di fingerti muta…>> la schernì lui

<<...c-come…>> balbettò lei

<<come?>>

<<come hai fatto a capirlo…>>

<<diciamo che ho avuto più di un mezzo sospetto che potessi essere tu.. sai, tutte queste coincidenze: una porca -ossessionata da me- che ti somiglia, tu e papà che improvvisamente vi date alla pazza gioia, e poi… davvero pensavi che una mascherina e una parrucca bastassero a renderti irriconoscibile?>>

<<beh, per me lo ero. non sono mai stata questo, mi sentivo davvero un’altra>>

<<la prova comunque l’ho avuta mentre tornavo a casa: ho chiesto di te ad una tua collega, e mi ha detto che ti eri presa il pomeriggio libero>>

Anna sospirò <<...non so cosa mi è preso. Volevo essere sexy, essere desiderata…>>

<<volevi essere troia>>

<<non rivolgerti a me così!>>

<<eppure come CasalingaAnnoiata6 ti piaceva essere trattata da troia, mh?>>

<<sono tua madre! volevo divertirmi, e ci siamo divertiti. Non volevo che mi scoprissi. Dobbiamo fare finta di nulla>>

<<eh no! adesso che ho visto quanto sei troia, tu ed io dobbiamo divertirci!>>

<<ti ho detto di non parlarmi così>>

<<vogliamo sapere che ne pensa papà?>>

<<no! ti prego non puoi nemmeno pensare ad una cosa del genere>>

<<allora se davvero vuoi che la cosa non venga scoperta continuerai a fare la maiala con me?>>

<<va bene… ma solo quando siamo soli>>

<<non mi pare tu ti sia fatta problemi a chattare quando non eravamo soli. L’importante è non essere scoperti no? Quindi farai ciò che voglio e quando voglio, intesi?>>

Anna si sentì immediatamente presa dallo sconforto, umiliata e sottomessa. Ma non aveva alternative.

Mentre cenavano, si sforzò di mantenere un atteggiamento normale, di fare le solite conversazioni, e di far finta che tutto fosse normale, anche se non lo era per niente. Era passata dall’eccitazione più estrema, allo sconforto più totale. Eppure, pur sentendosi sporca e lurida, una parte di se stava ancora godendo. Non riusciva ad ammetterlo, ma il suo desiderio di scopare con suo figlio ora poteva raggiungere il suo apice.

Seduti ai tre lati di un tavolo quadrato, aveva suo figlio di fronte e suo marito alla sinistra. D’un tratto sentì i piedi di suo figlio picchiettare contro la sua gamba, e lui le fece un fugace cenno col capo, indicando verso il basso. Li fece un brevissimo cenno di no, e finse di ignorarlo. Che cosa voleva, che lo toccasse a tavola? Era fuori discussione!

Allora il figlio fece cadere e ruzzolare la forchetta per terra

<<scusa mamma, la forchetta deve essere rotolata vicino a te, ti dispiacerebbe raccogliermela per favore?>>

la donna, chinatasi sotto il tavolo, vide che il ragazzo aveva l’uccello di fuori, quasi in erezione.

<<tieni tesoro, ma fa più attenzione>> e concluse mimando con le labbra un ‘no’

‘pie-di’ mimò lui, indicando di nuovo verso il basso

‘no’ fece di nuovo lei, e distolse lo sguardo

<<papà, nelle ultime notti c’è stato un po’ di movimento insolito in camera vostra, mh?>>

Anna sgranò gli occhi, mentrer suo padre ridacchio

<<e così hai capito eh?>>

<<non era così difficile>>

Anna si intromise con decisione <<anche mamma e papà hanno bisogno di intimità… e di privacy. Tesoro, ricordiamoci di chiudere la porta>>

il figlio fece di nuovo un cenno verso il basso, inarcando un sopracciglio.

Quella surreale conversazione.. l’aveva eccitata! Era tutto così assurdo e così perverso che decise di obbedire al comando del figlio. Allungò entrambe le gambe, e quando le punte dei suoi piedi accarezzarono il cazzo, lo trovarono già duro

<<già, ricordatevi di chiudere la porta, avete diritto alla vostra privacy>> chiuse la conversazione lui, godendosi la sega con i piedi della madre.

Anna faceva fatica a mangiare, far finta di nulla, e al tempo stesso fare una sega coi piedi. La pianta del destro sfregava l’asta su e giù, mentre con la sinistra massaggiava la base e le palle.

Suo figlio sembrava gradire, dato che mentre masticava gli sembrò sentirlo mugolare.

Lo sentì poi sussultare, ed un istante dopo sentì la sborra calda schizzarle sulle calze, mentre lui la guardava con aria soddisfatta e compiaciuta.

Corse via a pulirsi, e suo figlio la raggiunse

<<dovevi subito mettermi alla prova così?>> lo rimbrottò lei

<<però sei stata brava, scommetto che se tocchiamo qui sei bagnata>> rispose lui toccandola tra le gambe, mentre lei sciacquava nervosamente i calzini nel lavandino

<<potevi almeno fermarmi prima di venire, vuoi che ci scopra?>>

<<preferisci che la prossima volta gli chieda se sei brava a fare seghe? E poi, oggi mi hai svuotato, visto che ne ho fatta pochissima?>>

<<sarà, ma non fare più il cretino>>

<<vedremo.. a più tardi troia>> la salutò con una pacca sul sedere.

Il resto della serata trascorse in maniera ordinaria come non accadeva da tanto. Anna era completamente esausta, ed il silenzio di suo figlio le diede il tempo di rivivere mentalmente tutta la giornata, e il turbinio di emozioni che aveva vissuto.Era così confusa che aveva un enorme mal di testa, aveva avuto una dose di sesso e perversione come mai in vita sua, e pur essendone sazia, sapeva di volerne ancora.

Quando lei e suo marito andarono a letto, mise il suo solito pigiama e si infilò sotto le coperte.

Suo marito le si fece vicino, accarezzandole il ventre ed infilando la mano sotto il pigiama, verso il suo seno.

<<no tesoro dai, stasera non mi va>> disse lei, scacciando la sua mano.

<<per giorni hai fatto la porca e oggi non ti va? ma non esiste!>> sbottò seccato lui. Le salì sulla schiena, sentiva la sua erezione sfregare tra le sue natiche

<<dai tesoro, sono stanca>> disse lei chiudendo le gambe, strizzando il cazzo già duro tra le natiche

<<ah ho capito, stasera vuoi giocare a fare quella che viene presa a forza, ti accontento subito>> rispose lui, credendo fosse un altro gioco erotico.

le abbassò a forza il pigiama, nonostante lei si dimenasse per opporsi. Le sollevò il bacino e divaricò le natiche, esibendo i suoi due buchini.

<<lo sapevo che stavi giocando, guarda com’è dilatata questa fica>> sputò dentro, e la penetrò

<<ahh…!>> gemette Anna, affondando la testa nel cuscino

<<ti piace eh?>> suo marito uscì e spinse di nuovo, facendolo entrare fino alla base

<<ahhh…!>> gemette più forte

Le teneva le natiche divaricate con le mani, e la pompava con violenza, uscendo fino alla cappella e spingendo con foga. Ad ogni spinta Anna sobbalzava e gridava, mentre suo marito godeva.

Prese a fotterla più velocemente, dandole degli schiaffi sul culo, mentre entrambi gemevano e ansimavano senza ritegno.

Sentì dentro di sè il cazzo fremere, e fiotti di sperma invaderle l’utero, mentre suo marito rallentava il ritmo

<<ti preferisco quando fai la cagna, che la sottomessa>> disse lui, quasi seccato, prima di stendersi sul fianco e girarsi dalla parte opposta.

Suo figlio si avvicinò al lato del lettone di Anna

<<ha ragione>> sussurrò a voce bassissima

<<che fai qui? vattene!>> intimò lei, sussurrando

<<oggi mi hai così svuotato che non sono ancora venuto guardandovi. finiscimi>>le si avvicinò di più e puntò il cazzo alla sua bocca

<<non qui!>>

<<fallo e basta, o lo sveglio>>

Anna prese il cazzo in bocca, lo leccò e succhiò facendo attenzione a non far rumore, aiutandosi anche con le mani. La sua lingua era veloce, succhiava e leccava avida, senza smettere di segarlo e di massaggiargli le palle.

Le venne in bocca, e lei la bevve tutta

<<brava troia, buonanotte>> sussurrò lui, e tornò in camera sua.

Anna si chiese cosa l’avrebbe aspettata nei giorni successivi.

“che fai, bella maiala?” le scrisse lui il mattino dopo, mentre lei era a lavoro e lui a scuola

“lo sai. sto lavorando”

“anche gli altri giorni, ma questo non ti ha impedito di divertirti con me, o sbaglio? Ora è forse cambiato qualcosa?”

“non vuol dire che debba diventare la norma. E poi anche tu sei a scuola, non puoi stare al telefono”

“sono andato in bagno, ho riguardato le tue foto e mi è venuto duro”

Anna inspirò profondamente, rivivendo di nuovo tutto mentalmente. Le chat, la paura di essere beccata, l’eccitazione per la trasgressione, suo figlio che la desiderava.

Sentì quasi un capogiro, mentre una sensazione di calore si diffondeva attorno al suo basso ventre.

Prima che potesse rispondere, suo figlio le mandò un’altra foto, con il primo piano del suo cazzo in erezione. La sensazione di calore tra le gambe di Anna aumentò.

“vedi quanto ha bisogno di te? non posso tornare in classe in queste condizioni”

“mi inginocchio davanti a te, lo lecco e lo succhio” scrisse lei, immaginando una scena che era successa davvero

“fammi vedere qualcosa anche tu”

“non posso…”

“puoi sempre andare in bagno. Anche se mi ecciterebbe di più saperti a fare la porca alla tua scrivania. Un giorno voglio sbatterti lì, nel tuo ufficio”

Anna sentì l’irrefrenabile bisogno di toccarsi. Avvicinò la sedia sotto la scrivania, sbottonò i pantaloni, ed infilò una mano sotto le mutandine. La sua fica calda accolse due dita dentro di sè

“mi stai facendo masturbare alla mia scrivania” scrisse lei usando la sinistra

“mi piaci quando fai la maiala fuori controllo. Fammi vedere”

Anna si strizzò un seno. Nonostante reggiseno, canotta e maglioncino, i suoi capezzoli gonfi e turgidi premevano contro i tessuti. Ebbe un brivido quando il pollice accarezzò il clitoride

“devo andare in bagno, qui mi vedono”

Tolse le dita, umide dei suoi umori, e prima di leccarle per pulirsi fece una foto, e la mandò a suo figlio

“questo è solo un assaggio, dammi due minuti” gli scrisse

Senza farsi notare, richiuse i pantaloni e corse in bagno

“non fotterti da sola, anche io ho bisogno di godere” rispose lui, mentre lei si chiudeva in bagno ed abbassava i pantaloni.

Si sollevò il maglione e la canotta, spostò le coppe del reggiseno e i suoi seni furono finalmente liberi.

Strizzò tra due dita un capezzolo, e scattò una foto al primo piano delle sue tette, con i capezzoli turgidi e dritti

“adoro queste tettone!” scrisse lui

“che cosa faresti ora?”

“ti strizzo i capezzoli e infilo il cazzo tra quelle belle tette”

Anna sfregava le grandi labbra contro il bordo del water, e con la mano libera torturava prima il capezzolo destro e poi il sinistro

“scopami ti voglio dentro di me” gli rispose

“fammi vedere quanto è bagnata la tua figa”

Divaricò le gambe, si accarezzò le grandi labbra, sparpagliando i suoi umori tra i suoi peli pubici, e scattò la foto

“ti fotto, mamma!”

“siii” poi non riuscì a scrivere altro, perché posò il telefono e prese a masturbarsi freneticamente, due dita in figa ed una mano sul seno.

L’orgasmo fu intenso e travolgente come al solito.

Prima di cena, suo figlio la portò in bagno. Lei era in piedi, con le mani appoggiate al lavandino, e lui da dietro pompava con foga.

Anna voleva gridare, ma si limitava a piccoli ansiti e sospiri. Con un rantolo lui la fece girare poco prima di venire, e le schizzò sul viso.

Mentre lei si sciacquava, lui ruppe il silenzio

<<sai, un mio compagno di classe non ci crede che mi scopo una figa adulta>>

Anna rimase pietrificata <<tu.. cosa?>> ne aveva parlato con un suo compagno?

<<dovevo assolutamente dirlo, è una questione di popolarità e rispetto>>

<<non ci posso credere…>> Anna si sentì inizialmente terrorizzata all’idea che il loro segreto non fosse più un segreto <<...e cosa hai detto?>>

<<che in chat ho conosciuto questa figa matura, che abbiamo chattato un po’ e che poi ci siamo visti in albergo>>

<<e…?>>

<<e non ci crede. gli ho mostrato la chat, e dice che dietro potrebbe esserci qualche fake pervertito; gli ho mostrato le foto, e dice che sono prese da internet; gli ho detto che abbiamo scopato davvero, e dice che me lo sono inventato. Non resta che una cosa>>

<<no…>> lo interruppe Anna <<...non ho nessuna intenzione di fare un video mentre lo facciamo>> obiettò lei

<<ma no, quale video. Potrebbe non crederci comunque dicendo che l’ho montato con l’intelligenza artificiale. No no, per crederci, deve vederci dal vivo>>

<<è fuori discussione>> tagliò corto Anna. Fece per uscire dal bagno, ma lui la bloccò

<<dai, non ti piacerebbe avere due bei cazzi giovani che non desiderano che te?>>

una parte di Anna trovava tutto ciò estremamente interessante, ma un’altra parte temeva per le conseguenze

<<potrebbe riconoscermi>> fu il motivo più convincente che le venne in mente

<<non ti ha mai vista. e metterai comunque la tua parrucca e la tua mascherina da troia…>> propose lui

<<doveva essere un gioco momentaneo. Non le ho più>>

<<ricomprale…>> disse lui, <<...ti do tre giorni>> e uscì dal bagno

Qualche ora più tardi, a letto, il marito di Anna la montava a pecorina.

Lui spingeva con foga, grugnendo ad ogni colpo, le palle che sbattevano contro il corpo di Anna.

Lei era praticamente immobile, ansimava ma non gemeva. Pensava al fatto di essere diventata la troia di suo figlio, e che ora avrebbe dovuto condividerla con un altro giovane cazzo che lei avrebbe dovuto soddisfare. Il cazzo di suo marito, ora, era estremamente meno interessante.

Notando il suo pressochè assente coinvolgimento, suo marito si fermò <<si può sapere che hai?>>

Anna sospirò <<niente, sono solo un po’ stanca. Continua, vieni>> disse sforzandosi di essere più convincente possibile.

Lui si fermò, uscì da lei e la fece girare <<no adesso mi spieghi. Dal nulla hai iniziato a fare la porca, ti ho anche detto che mi piace. E adesso ti trasformi in una figa di legno. Cos’è, hai un altro?>>

Anna non poteva permettersi che lui sospettasse. Se si fosse messo ad indagare e l’avesse scoperta, a fare la troia perdipiù con suo figlio, sarebbe stata la fine.

<<hai ragione, scusami. Ero solo un po’ sovrappensiero. Ora ci divertiamo, tesoro>>

doveva farlo godere, e continuare a farlo nei giorni successivi, per tenerselo buono e lontano da ogni sospetto.

Salì sopra di lui, si impalò sul suo cazzo, e puntellandosi con le ginocchia scuoteva il bacino e il culo

<<ti piace tesoro? lo senti come la mia fica ti fodera il cazzo?>> gli sussurrò

<<brava continua!>> la incitò lui, schiaffeggiandola sul seno

Anna gemette, e iniziò a ondeggiare col bacino più velocemente, dicendogli frasi oscene. Pensava a suo figlio, a quanto fosse troia con lui, e questo la eccitava tantissimo.

dedicò attenzioni a suo marito anche nelle due sere successive, cavalcandolo e facendosi montare, senza lesinare mugolii e gemiti.

Mentre suo marito si addormentava, prese il telefono, trovando un messaggio di suo figlio

“per stasera ti lascio libera. Domani ti riempirò di sborra. è tutto pronto?”

“ci vediamo alle 3”

Il giorno successivo, Anna si prese di nuovo un permesso da lavoro, andò in hotel e comunicò il numero della stanza a suo figlio.

Ripetè quindi lo stesso rituale della volta precedente: le autoreggenti, la lingerie in pizzo con le aperture lungo la fica e attorno ai capezzoli, trucco vistoso in viso, mascherina e parrucca. Tacchi a spillo ed una vestaglia semitrasparente, e attese.

Sussultò quando bussarono alla porta. Aprì, facendo entrare suo figlio e il suo amico, che la guardò estasiato

<<magnifica…>> disse l’amico, e Anna sentì del calore al proprio basso ventre, quindi gli rivolse le spalle, ancheggiando sinuosamente fino a raggiungere il letto.

Fece segno ai due di avvicinarsi. Suo figlio non perse tempo, l’altro sembrava quasi imbambolato.

Anna abbassò i pantaloni a suo figlio, gli massaggiò le palle, soppesandole, e accolse il suo cazzo in bocca, sentendolo crescere ad ogni lappata della sua lingua.

Suo figlio gemette, e si voltò verso l’amico <<adesso ci credi?>>

<<cazzo, quanto la paghi questa?>> disse lui

<<ma che pagare! questa è una vera troia vogliosa di cazzi!>> e le schiaffeggiò un seno, facendola sussultare <<diglielo anche tu, troia!>> disse poi verso di lei

Suo figlio aveva superato ogni limite, ma lei… era così eccitata! sentiva la sua fica dilatarsi. Con la mano libera fece segno all’altro ragazzo di avvicinarsi.

Mentre succhiava il cazzo di suo figlio, con l’altra mano segava quello dell’amico.

Le loro mani tastavano il suo seno, le tolsero la vestaglia e le strizzarono i capezzoli. Anna gemeva e mugolava.

L’amico fu il primo a sborrare, senza alcun preavviso: fiotti di sperma arrivarono sul petto di Anna, e qualche schizzo sul suo volto.

Ripensò alla prima sborrata di suo figlio, e si rese conto di quanto ora durasse molto di più.

Lo succhiò più avidamente, la lingua vorticava attorno alla cappella, con una mano gli tastava le palle, e ora che aveva l’altra libera, prese a segargli velocemente la base.

Prima di venire suo figlio si ritrasse <<apri la bocca troia>> le disse.

Anna obbedì, spalancando la bocca: lo sperma schizzò in parte direttamente in gola, in parte attorno alle labbra, e lei prontamente lo raccolse con le dita.

Il cazzo di suo figlio svettava davanti a sè ancora eretto.

La fece distendere carponi per terra, e prese a montarla da dietro, schiaffeggiandole il culo ad ogni colpo.

Anna mugolava e gemeva senza ritegno, nonostante la presenza dell’altro ragazzo.

<<guarda come ti fissa il cazzo…>> disse suo figlio all’amico, <<...faglielo assaggiare, a questa porca vogliosa!>> e le schiaffeggiò ancora le natiche.

Anna si ritrovò con suo figlio a pomparla in figa, e il cazzo dell’altro che le scopava la bocca.

Di nuovo l’amico venne prima, direttamente nella sua gola, mentre il figlio andava avanti a fotterla e insultarla.

Anna urlò quando l’orgasmo la travolse

<<senti come gode!>> disse l’altro, strizzandole le tette che ondeggiavano ad ogni colpo.

Gemendo, suo figlio sfilò il cazzo, e le schizzò sulle natiche.

Anna succhiò i cazzi di entrambi, ripulendoli con la bocca e la lingua.

Scoparono ancora: lei sopra, a cavalcare il cazzo di suo figlio, mentre all’altro faceva una spagnola.

Poi fu l’altro a volerla scopare, mentre suo figlio la schiaffeggiava e palpava tutta, e lei glielo succhiava.

Sborrarono sulle sue gambe, sul suo seno, Anna era stravolta, e loro completamente svuotati.

<<allora?>> disse suo figlio all’amico, mentre si rivestivano, quasi ignorandola <<...che te ne pare?>>

<<è proprio una gran troia!>> disse l’altro; ridevano e continuavano a parlottare quando uscirono. Anna si distese sul letto, sporca di sudore, sborra, e umori.Era distrutta, ma era certa di una cosa: adorava i cazzi giovani.