Chat erotiche madre-figlio 2 - oltre la chat

La mattina dopo, a colazione, Anna fece finta che la sera prima non fosse successo nulla, ma sia suo marito sia suo figlio la osservavano in modo… diverso.

Non appena arrivò in ufficio, aprì Telegram e trovò un messaggio che suo figlio aveva indirizzato alla sua alter ego virtuale

“Non puoi sapere cosa è successo…”

il messaggio risaliva alla sera prima, pochi minuti dopo che Anna era fuggita a letto

“che cosa è successo, qualche problema?” rispose, cercando una frase quanto più neutrale possibile

“ieri sera ho visto i miei che lo facevano sul divano”

L’idea di essere stata vista da suo figlio mentre scopava con foga la fece immediatamente eccitare. Voleva saperne di più, ma senza esporsi troppo. Strinse le cosce, mentre giocava nervosamente con una ciocca di capelli. Sentiva le mutandine premere contro le sue grandi labbra, ed i vestiti starle stretti e scomodi.

“te l’avevo detto che è una cosa normale”

“si ma non li ho mai sentiti scopare così!”

“ti ha dato fastidio?” Anna ebbe paura nel fare quella domanda.

“posso confessarti una cosa?”

“certo…” ora aveva davvero paura della risposta. Si sentì presa dallo sconforto, al solo pensiero che suo figlio avesse trovato la scena disgustosa

“quando l’ho vista di spalle intenta a cavalcare il cazzo di mio padre, ho immaginato che fossi tu lì, a montare il mio cazzo”

“era eccitante?”

“cazzo sì! mi è tornato subito duro e mi sono segato guardando!”

“loro sono andati avanti nonostante fossi lì?” domandò per stare al gioco, pur sapendo la risposta

“non sapevano che li spiavo. mia madre era appunto di spalle, mio padre era soffocato dalle sue tette. Appena hanno finito, mia madre è corsa via, io mi sono nascosto nel corridoio, all’ombra, e sono tornato in camera, a venire di nuovo sulla tua foto.”

“ti è davvero piaciuta tanto” Anna era davvero eccitata

“si ma non mi basta”

“per ora dovrai accontentarti, ho già fatto un’eccezione per te”

“puoi sempre farne un’altra, se vuoi avere l’esclusiva”

un’altra eccezione, o avrebbe perso quel suo nuovo gioco. Doveva farlo per tenere sotto controllo suo figlio, o perchè negli ultimi giorni si era eccitata da morire, e non sarebbe riuscita a farne a meno?

“e tu? tu non vuoi continuare a divertirti con me? davvero vorresti rinunciare a me solo perchè non ti mando un’altra foto?”

“ne parliamo a pomeriggio, ora sono a scuola”

il freddo saluto da parte di suo figlio lasciò Anna perplessa. Si distese contro lo schienale della sedia, e tirò un profondo sospiro, mentre la sensazione di calore al basso ventre non accennava a smettere.

Nel pomeriggio, nonostante fosse ancora in ufficio, ricominciò a chattare con suo figlio.

Descrissero una fantasia in cui scopavano furiosamente, lui le mandò un’altra foto in diretta del suo cazzo duro.

Anna si muoveva nervosamente sulla sedia, strusciando le gambe tra loro, e torcendo il bacino contro la seduta. Si sentiva esplodere, aveva bisogno di toccarsi, le sue grandi labbra erano dilatate, e sentiva umido sulle mutandine. Corse in bagno.

Seduta sul water, abbassati i pantaloni e le mutandine, le sue dita raggiunsero finalmente la sua fica

“ci sei?” le scrisse lui, dato che non rispondeva più da qualche minuto

“si.. non resistevo più, avevo bisogno di toccarmi”

“fammela vedere. mostrami dove venire”

“non mi sembra il caso…” scrisse in un barlume di lucidità, mentre le sue dita si muovevano freneticamente dentro di sè.

“voglio vedere la tua fica. voglio sborrarti e riempirti tutta”

Anna ci pensò per qualche secondo, e cedette: non riusciva più a resistere a quel gioco, la sua mente era annebbiata, offuscata dal desiderio; divaricò di più le gambe, e puntò la telecamera del cellulare inquadrando un primo piano delle sue cosce e della sua fica pelosa e grondante di umori

“è bellissima… ti fotto con foga” rispose lui dopo aver ricevuto la foto.

Anna si masturbava freneticamente con la sinistra

“gemo e godo”

“te lo infilo dentro fino alle palle”

Anna aveva il respiro pesante, le sue dita sfregavano velocemente la sua vagina mentre il bacino si contorceva dal desiderio

“si! si! fottimi così, fammi godere” scrisse con dita tremanti

“sto per venire spingo più veloce”

“non smettere continua a fottermi” Anna si morse il labbro per trattenere un gemito

“ti schizzo sui peli della fica e spingo ancora”

“vengo! si si si!” scrisse lei contorcendosi mentre sentiva il piacere esplodere dentro di sé.

Guardò tra le sue gambe: i suoi peli grondavano dei suoi umori, le sue dita della sinistra completamente unte.

Senza nemmeno sapere il perchè, scattò un’altra foto al primo piano della sua fica, inquadrando anche il primo piano dei polpastrelli.

“guarda come mi sono bagnata…” aggiunse

“sei davvero porca.. questo dovresti berlo tu, guarda quanta me ne fai fare” le mandò una foto di un fazzoletto pieno di sperma, e la punta del cazzo lucida e bagnata

“magari, a stasera” rispose, riprendendo un barlume di lucidità.

Dopo cena, Anna notò che suo marito sonnecchiava sul divano, e decise di rischiare.

Sedette sul divano in sala, poco lontana da suo marito, e riprese a chattare con suo figlio.

Descrissero un’altra scena di sesso, Anna sentiva le sue mutandine inumidirsi, desiderava toccarsi, ma desiderava anche un cazzo. Controllando che suo marito non la vedesse, aprì la galleria e riguardò le foto che il figlio le aveva guardato.

Stava guardando il cazzo di suo figlio accanto ad un ignaro marito! L’oscenità della cosa la mandò fuori di testa, si sfregò freneticamente tra le gambe sopra i pantaloni della tuta, mentre il tessuto delle mutandine quasi veniva risucchiato dalle grandi labbra sempre più gonfie.

Poteva svegliare suo marito e fare sesso con lui, ma voleva che il gioco con suo figlio continuasse.

e le venne una nuova, perversa, idea: cosa sarebbe successo se avesse ‘beccato’ suo figlio a masturbarsi?

Prima di poterci riflettere su, si alzò dal divano facendo meno rumore possibile, si diresse verso la cameretta del figlio, ed entrò.

<<ehi>> disse, fingendo che fosse una cosa assolutamente normale

<<che c’è?>> rispose lui, seccato. Era sussultato, ma era stato abbastanza veloce da infilarsi il cazzo nei pantaloni e coprire la sua erezione con la felpa. Era seduto al pc, rivolgeva le spalle alla porta, e questo gli aveva dato un secondo di vantaggio sufficiente a coprirsi e mascherare tutto prima che lei potesse avvicinarsi e beccarlo.

<<mah niente, volevo sapere se è tutto apposto>>

<<si, tutto apposto. sto studiando. Ti serve qualcosa?>>

avrebbe voluto dirgli che voleva il suo cazzo, voleva sentirlo davvero dentro di sè, ma in quel momento si rese conto che ai suoi occhi lei era ancora la mamma poco sexy, quella dei felponi e che nulla ha a che vedere con il sesso.

Imbarazza e frustrata per ciò che aveva cercato di fare, si allontanò verso l’uscio della camera

<<no, nulla. non voglio disturbarti. buono studio>> chiuse la porta, e andò in camera da letto.

“scusa l’attesa, era entrata quella rompi di mia madre” le scrisse lui, mentre Anna si sedeva sul letto, confusa.

“non preoccuparti. dove eravamo rimasti?”

“me l’ha fatto ammosciare…”

“te lo massaggio io, ti accarezzo le palle e lo bacio”

“brava, tu sì che sai tirarmelo su”

Nervosa e frustrata, Anna si spogliò completamente, e distese nuda sul lettone. Questa volta però rimase sopra le coperte.

Continuarono a chattare, e dopo che lui scrisse di essere venuto, lei era più vogliosa che mai.

Sentì la televisione in sala spegnersi, ed i passi di suo marito. E le venne una nuova, malsana, idea.

Si girò a pecorina, con le chiappe all’insù ed il viso vicino al cuscino. Da quella posizione, poteva tenere il cellulare seminascosto sotto il cuscino, e continuare a chattare.

“mio marito oggi è molto stanco e si è addormentato. Credo lo sveglierò più tardi, ho così tanta voglia… i tuoi che fanno?” scrisse

“non lo so.. potrei andare a sbirciare”

“ti va? così mi racconti. attento a non farti beccare però” rispose lei, mentre suo marito, sorpreso ed eccitato, faceva cascare i pantaloni per terra

<<ti aspettavo, tesoro>> disse lei, muovendo il bacino

Lui salì sul letto e lappò la sua fica grondante di umori, facendola gemere, mentre già gli veniva duro

“sono sul letto e le sta leccando la figa!”

sapere di essere spiata da suo figlio ma mandò fuori di testa

“anch’io vorrei che me la leccassi..” gli scrisse, facendo attenzione a non essere vista

“ora è in piedi sul letto, lei è a pecorina e la sta chiavando”

“è bellissimo” rispose lei, tenuta per i fianchi da suo marito che la pompava con foga

<<com’è che sei diventata così porca?>> le sussurrò il marito, mentre spingeva

<<non ti piace?>> domandò lei

<<certo che si>> uscì quasi del tutto, e lo infilò con forza dentro di lei

“si sono detti qualcosa, forse delle oscenità, ora la sta fottendo più forte. Mi stanno facendo segare di brutto”

“che bello, anch’io sto godendo”

“non resisto devo andare” scrisse lui

“godi tesoro” scrisse lei, e nascosto il telefono sotto il cuscino, si concentrò sul cazzo di suo marito che la pompava incessantemente, e ondeggiò il bacino allo stesso ritmo, ampliando il piacere delle sue spinte

<<brava così, prendilo tutto>> le disse il marito, e lei gemette più forte.

Venne dentro di lei, rimasero abbracciati per qualche minuto, poi si infilarono sotto le coperte.

Ben nascosta, Anna riprese il telefono e scrisse a suo figlio

“ci sei ancora?”

“è stato bellissimo. Hai avuto davvero un’ottima idea!”

“sono contenta. Ha fatto godere molto anche me. Sai, anche se sono i tuoi, possono essere molto eccitanti”

“si ma anch’io voglio scopare e godere con te”

“non ti faccio godere abbastanza?”

“voglio godere davvero. Incontriamoci”

Anna sgranò gli occhi e sentì il cuore batterle forte

“lo sai che non possiamo”

“non possiamo o non vuoi? Dimmi dove abiti”

“sono sposata, lo sai”

“se non a casa tua, vieni a casa mia. Nel primo pomeriggio i miei non ci sono mai, lavorano entrambi”

“non se ne parla, è troppo rischioso”

“allora troviamoci da qualche parte. Una stanza d'albergo, un motel”

“non possiamo continuare a divertirci così?”

“no. Devo vederti”

“devo pensarci. Tu dove abiti?” chiese, anche se lo sapeva benissimo.

Si salutarono, ed Anna sbuffò, mentre escogitava un piano.

Voleva davvero andare oltre? scopare con suo figlio?

Si vergognava profondamente, ma la cosa la eccitava da impazzire.

E forse, fargli credere di avere una relazione con una donna sconosciuta poteva davvero essere una soluzione.

Passò la notte praticamente sveglia.

“ci hai pensato?” le scrisse lui, il mattino seguente.

“si…”

“e…?”

“anch’io voglio vederti”

“bene! quando vieni a casa mia?”

“troppo rischioso. devo prendere le mie precauzioni. Prenota una stanza d’albergo” sapeva che lui non avrebbe potuto farlo

“ehm… sono a corto di soldi. Se non vuoi venire a casa mia, prenotala tu”

“va bene, ma mi servirà qualche giorno” in questo modo, avrebbe potuto ordinare online tutto ciò di cui aveva bisogno

“non farmi aspettare troppo”

Acquistò una mascherina, una parrucca, e della lingerie sexy, facendo spedire tutto all’ufficio. Nessuno controllava mai i pacchi degli altri, era molto più sicuro che farli arrivare a casa. Quindi, prenotò una stanza di albergo.

Due giorni dopo, scrisse nella chat di famiglia che quel giorno sarebbe tornata tardi perchè aveva delle urgenze da sbrigare necessariamente in ufficio.

Come sperava, suo figlio abboccò, dato che pochi minuti dopo Anna ricevette un messaggio su Telegram, all’altra sim

“allora? sono già passati due giorni. Tra l’altro oggi pomeriggio ho pure casa libera per più tempo. vieni o la chiudiamo qui?”

“stai calmo va bene, vediamoci oggi. prenoto subito un albergo e ti scrivo”

Avendo già prenotato l’albergo, aspettò qualche minuto, e gli scrisse indirizzo e stanza.

“Sali direttamente in camera, ti aspetto intorno alle 3”

“ottimo, non vedo l’ora”

Anna aveva solo un altro, enorme problema: la sua voce. Non poteva camuffarla, e rifiutarsi di parlare poteva essere rischioso.

“c’è solo un’altra cosa che devi sapere su di me: sono muta” azzardò

“cosa?”

“si, ho un problema alle corde vocali, me ne vergogno molto e non volevo dirtelo. Anche per questo non ho mai voluto che ci telefonassimo. Ma dato che ci vedremo, ormai dovevi saperlo”

“mi farai godere lo stesso?”

“tantissimo, tesoro”

“bene, allora non importa”

Anna tirò un profondo sospiro di sollievo. Era fatta!

A lavoro, si prese il pomeriggio libero ed arrivò in hotel con più di un’ora di anticipo.

Nascose i suoi vestiti nell’armadio, e iniziò a prepararsi: infilò le autoreggenti nere, che fasciarono le sue spesse cosce rendendole più sinuose, ed ai piedi mise dei sandaletti con tacco a spillo. Passò quindi al perizoma, in pizzo semitrasparente, con una fessura dal clitoride fino al buco del culo, perfetto per essere penetrata senza bisogno di toglierlo.

Mise quindi un bustino rigido, che arrivava fin sotto i seni, e un reggiseno dello stesso tipo del perizoma, aperto attorno ai capezzoli.

Osservandosi nello specchio del bagno, il suo corpo grasso costretto all’interno di quegli ‘abiti’, si sentì incredibilmente porca. Essersi preparata così per suo figlio la stava già eccitando.

Mise del trucco più pesante sul viso e attorno agli occhi, indossò la parrucca e la maschera, che la copriva dalla fronte fin sotto al naso. Sperò di essere davvero irriconoscibile.

Completò il suo outfit indossando dei guanti in retina lunghi fin sopra il gomito, ed una vestaglia nera semitrasparente. Chiuse le tende, lasciando la camera in una lieve penombra, ed attese.

Quando finalmente la porta bussò, camminò lentamente, facendo sentire il rumore dei suoi tacchi contro il pavimento. Aprì, osservando suo figlio con un malizioso sorriso nel volto semicoperto dalla maschera

<<Mamma mia che spettacolo!>> esclamò lui, quasi saltandole addosso.

La baciò con foga, e lei ricambiò le sue labbra e la sua lingua. Stava limonando con suo figlio, ed era eccitatissima. Indietreggiò, per portarlo verso il letto

<<fatti guardare>> disse lui, contemplandola, mentre l’erezione già appariva prepotente tra i suoi pantaloni

<<che porca meravigliosa>> aggiunse, dandole una pacca sul sedere burroso.

Sedette sul letto, mentre lui si spogliava. Suo figlio, con il suo cazzo duro, era lì davanti a lei

<<succhiamelo come sai fare tu>>

Anna in realtà non era mai stata una gran pompinara, erano anni che non prendeva un cazzo in bocca. Ma si lasciò guidare dall’immaginazione che l’aveva portata fin lì, ad essere la troia perfetta per suo figlio. E poi, era certa che il ragazzo non avesse abbastanza esperienza in fatto di sesso orale.

Leccò la cappella, e la prese tra le labbra, prima di baciarlo e leccarlo lungo tutta l’asta

<<ohhh si che brava, voglio fotterti questa bocca>> disse lui, sollevando le braccia verso la tua testa. Averlo preannunciato, diede ad Anna il tempo per reagire: se le avesse preso la testa, avrebbe scoperto della parrucca!

Con le sue mani intercettò quelle del figlio, e gliele portò dietro la schiena

<<vuoi fare tutto tu eh?>> Anna annuì.

Tenendo le labbra ben serrate attorno alla cappella, mosse la testa avanti e indietro, prendendolo il più possibile in gola.

Mentre il figlio gemeva di piacere, lei sentì un conato, e si trattenne dal tossire. Non poteva fargli capire di non essere brava!

Lo tolse dalla bocca, mentre un rivolo di saliva le colava dalle labbra e restava appeso alla punta del cazzo; ne leccò la punta, lo avvolse tra le labbra, e prese a fare movimenti più piccoli ma più veloci, attorno alla cappella, mentre con una mano segava la sua base, e con l’altra massaggiava le palle.

Lui le toccò i seni, lei interruppe la sega per allargare le gambe e masturbarsi con entrambe le mani

<<si, sei così porca e oscena!>> gemette lui

i suoi capezzoli turgidi erano più gonfi che mai mentre le dita di lui non smettevano di tormentarli; nonostante il reggiseno fosse aperto sui capezzoli, le sentiva incredibilmente costrette e gonfie.

Si tolse il reggiseno, liberando i suoi seni gonfi e morbidi.

Gli prese il cazzo tra le tette, muovendole velocemente e sfregando l’asta con i capezzoloni turgidi

<<ohhh si che belle, si!!>> gemette, mentre fiotti di sperma incontrollati le schizzavano sul petto e sul volto, macchiandole le labbra e la maschera.

Anna si sentiva bruciare dentro, aveva un’incredibile voglia che doveva essere soddisfatta.

Avrebbe voluto dirgli tutte le oscenità che si dicevano in chat, ma si morse la lingua, pulendosi parte della sborra che aveva sul labbro.

Si distese supina sul letto, divaricandogli le gambe, mentrer con una mano apriva la fessura del perizoma che rendeva libere le sue grandi labbra, invitandolo ad un sesso orale a parti invertite.

Lui si inginocchiò, e quando la sua lingua fu nella sua fica, Anna inspirò profondamente serrando le labbra, per trattenersi dall’urlare.

Anche lui non era molto pratico, e lo sentì più volte sputacchiare per via dei peli umidi della donna. Le infilò due dita, e di nuovo lei quasi gemette

<<stai godendo eh? vediamo come godi ora>>

si alzò in piedi, e con un colpo solo infilò con prepotenza il suo giovane cazzo nella sua figa bagnata.

Anna sospirò e mugolò, avvinghiandosi con le gambe a lui, mentre con una mano tormentava il suo seno.

<<finalmente posso chiavare>> disse lui, e prese a scoparla con foga, sfogando il suo desiderio e gemendo senza ritegno.

Anche Anna stava realizzando la sua perversa fantasia, era in estasi e sentì la sua pancia contorcersi mentre raggiungeva un orgasmo così travolgente come non ne aveva mai avuti.

I fremiti del suo bacino e della sua figa dovevano averlo stimolato, perchè la scopò con ancora più vigore, mentre lei ansimava sudata.

Quando ebbero finito, erano entrambi sudati e sfiniti. Anna aveva la sua sborra sulle calze, sulle mani, sulla pancia, sul petto e in viso. Mentre si rivestiva, lui la guardava con aria soddisfatta.

<<devo andare, spero di rivederci presto>>

lei lo salutò mandandogli un silenzioso bacio con la mano.

Una volta sola, si tolse la parrucca e la maschera, guardandosi allo specchio, ancora col fiatone. Era un disastro: il suo corpo pieno di sudore e sborra. E aveva goduto come mai!

Si spogliò, osservando la sua lingerie insozzata, e si fece una doccia, pensando a come ritagliarsi ancora altri momenti di sesso sfrenato con suo figlio.

Mentre si rivesti, prese il telefono, e scrisse un messaggio su Telegram

“spero ti sia divertito con me, è stato bellissimo”

pochi secondi dopo, arrivò la risposta

“si, è stato proprio bello… mamma…”

Anna trasalì.