Zia Susy con me e un mio amico

(la lettura dei precedenti racconti è consigliata)
Zia Susy non finisce di stupirmi. Se ripenso alle prime volte con lei, a quanto si era mostrata pudica e riluttante, e anche dopo a quanto dovevo insistere per ottenere che mi facesse una sega…
Secondo me la svolta è stato l’episodio con mia cugina Silvia (vedi racconto "Zia Susy e Silvia: finalmente insieme”): da lì in avanti è stato solo un crescendo. Luisa, la signora Franca… Qualche giorno fa, dopo una bella scopata pomeridiana, mi disse:
- Ma sai che quel libro porno che ho letto (vedi racconto “La signora Franca e zia”) mi è piaciuto veramente? E non solo le scene saffiche… anche quelle con una donna e più uomini… non deve essere male aver più di un uomo che ti tocca, ti bacia… e poi due piselloni duri…
- Beh, zia. Io posso dire, grazie a te, che con due donne è fantastico, quindi probabilmente anche per una donna fare sesso con due uomini lo sarà altrettanto…
- Ma tu non ce l’hai un amico fidato…? - mi chiese sussurrando.
- Un amico fidato per…?
- Non fare il finto tonto, dai! Per andarci a letto insieme a te, no?
- Beh… sì - risposi un po’ incerto - uno ci sarebbe, è Claudio. Ha la mia età e quando eravamo ragazzini ci siamo fatti un sacco di seghe insieme guardando i giornalini porno…
- Ed è fidato? Saprebbe mantenere il segreto?
- Penso di sì… ma che faccio? Non posso certo andare a dirgli “scusa, vuoi venire a letto con me e mia zia”, ti pare?
- Ma no sciocco! Digli che ho bisogno di due giovanotti per fare le pulizie di primavera: pulire i vetri, sistemare gli armadi… digli che vi pago per il disturbo, ma non accennare neppure lontanamente al sesso. Poi ci penso io.
Come al solito, zia aveva già un piano in testa: Claudio ed io saremmo dovuti arrivare a metà mattina e aiutarla a lavare i vetri e qualche altra piccola faccenda domestica e poi… zia mi raccontò la sua idea e a me parve ottima.
Il giorno dopo quindi chiesi a Claudio se gli potesse interessare guadagnare qualche solo aiutando mia zia a fare le pulizie di primavera. Lui fu immediatamente d’accordo, alla ricerca di qualche lira come sempre e così ci presentammo a metà mattina del giorno stabilito a casa di zia.
- Eccoti qui, piacere io sono zia Susy - lo accolse sorridendo
- Piacere, io mi chiamo Claudio, signora.
Zia si era messa una gonna nera plissettata forse un po’ più corta del solito, non più di un paio di centimetri sopra il ginocchio, ma essendo plissettata, cioè tutta a piegoline, bastava poco per scoprire le cosce e intravedere la fine delle calze e il reggicalze. Ma non era nulla di ostentato, si vedeva e non si vedeva, solo quando si girava rapidamente e la gonna si sollevava un po’, a “ruota”!
Claudio ovviamente se ne accorse subito e mi fece cenno verso le gambe di zia e io gli risposi ammiccando e facendogli segno di far finta di nulla. La mattina passò tranquilla lavando vetri. A un certo punto zia chiamò dalla camera da letto:
- Ragazzi! Potete venite ad aiutarmi per favore?
- Subito zia, arriviamo.
Zia era davanti all’armadio aperto e sul letto c’erano tanti pacchi di vestiti.
- Avrei bisogno che uno di voi mi tenesse ferma la scala mentre l’altro mi passa le cose che sono sul letto.
- Ma non preferisci che vada io sulla scala, zia? Non è meglio?
- No, no, tu non sapresti come sistemare le cose nell’armadio e poi non troverei più nulla. Claudio tiene la scala e tu mi passi le cose.
A Claudio non pareva vero! La classica scena della donna sulla scala e uno sotto che le sbircia le gambe e le mutande!
Detto fatto! Zia salì sulla scala e Claudio sotto che le guardava voglioso le gambe e il culo! Mi fece segno di avvicinarmi anch’io e infatti da sotto la scala si aveva uno spettacolo meraviglioso: le gambe di zia - che non sono niente male - fasciate dalle calze grigio fumo (le mie preferite) e poi, più su, si intravedevano le mutandine nere… Claudio strabuzzò gli occhi e si toccò il pacco che diventò visibilmente immediatamente duro.
Purtroppo lo spettacolo fu molto breve: c’erano solo tre pacchi di indumenti da riporre nell’armadio. Ma io sapevo che zia aveva in mente anche altro.
Tornati in sala infatti zia disse:
- Qualcuno di voi ragazzi saprebbe sistemarmi lo scarico del lavandino della cucina? Si è intasato e lo si dovrebbe smontare per pulirlo.
- Certo, zia, ora viene Claudio. Vai tu Claudio che sei più bravo di me in queste cose.
Dalla sala io potevo vedere bene il lavandino della cucina: Claudio si infilò sotto e smontò il sifone.
- È pulito, signora, non c’è nulla di sporco.
- Mah… si vede che si è sgorgato da solo - rispose noncurante zia.
Claudio, sempre sotto il lavandino, si mise a rimontare il sifone: era sdraiato sulla schiena e zia gli era praticamente sulla faccia a trafficare con qualcosa nel lavello. Vidi chiaramente che Claudio strabuzzava gli occhi davanti allo spettacolo che gli si offriva: sdraiato sotto la gonna di zia che ogni tanto apriva un po’ le gambe come a sistemare meglio qualcosa nel lavandino.
In qualche modo Claudio riesci a rimontare il sifone e si rialzò tutto rosso e visibilmente agitato, forse addirittura un po’ scosso.
- Ma hai visto tua zia? Mi ha fatto vedere tutto…! - mi disse sottovoce.
- Non ti preoccupare, lei non ci bada, non si sarà accorta di nulla.
- Mah… sarà… comunque a me è venuto duro ancora!
Dopo pranzo zia ci disse:
- Mettetevi tranquilli sul divano a riposare. Nel pomeriggio ci sono ancora un paio di faccende da sbrigare, ma ora io ho bisogno del mio sonnellino pomeridiano. Voi aspettate qui.
Non appena zia se ne andò Claudio mi chiese:
- Ma Ninni, hai visto che roba? Prima sulla scala, poi al lavandino… A me è venuto un cazzo durissimo… io non ce la faccio più! Mi farei una sega se non fossimo qui a casa di tua zia…
- Perché, qui non ce la possiamo fare?
- Ma c’è di là tua zia!
- Non ti preoccupare, quando zia fa il riposino, non la svegliano neppure le cannonate. Per almeno un’ora è come se non ci fosse.
- Beh allora io, se non ti spiace... - mi disse Claudio, slacciandosi i pantaloni - io farei come ai vecchi tempi - e tirò un fuori un cazzo imperiale che cominciò ad accarezzarsi.
- Nulla in contrario, anzi… dimmi cosa preferisci: le mutandine sporche o le calze?
- Che intendi?
- Beh, sai, io quando mi faccio le seghe qui da zia mi vado sempre a prendere qualcosa dalla cesta della biancheria… che ti prendo?
- Ah.. allora tutt’e due direi.
- Ok, arrivo - e andai in bagno.
Quando tornai mostrai a Claudio il mio bottino: un paio di calze velatissime nere e un paio di mutandine di pizzo nere con evidenti segni di qualche perdita di umori all’altezza della figa.
- Cazzo che meraviglia! - disse Claudio prendendo le mutande e portandole la viso per sentirne il profumo - che profumo di figa! Dammi anche le calze.
E con una calza avvolta sul cazzone cominciò una sega grandiosa imitato da me.
Ci stavamo masturbando da un paio di minuti quando - come d'accordo - sulla porta comparve zia:
- Ma che fate? - chiese facendo l’ingenua, ma la voce roca tradiva le sue reali intenzioni.
Claudio cercò, senza riuscirci, di nascondere il cazzo, mentre io continuai tranquillo il mio segone:
- Nulla, zia. Come vedi ci stiamo rilassando un po’.
- E vi rilassate così voi? Con le mie calze e le mie mutandine? - chiese maliziosa.
- Ti dispiace, zia? Perché non ti rilassi un po’ anche tu qui con noi?
Claudio con gli occhi fuori dalle orbite mi guardò tra lo sbigottito e l’incredulo:
- Ma…? Ninni...? Che significa…?
- Tranquillo Claudio, zia sa bene di cosa hanno bisogno due ragazzi come noi e vedrai che ci aiuterà…
- Certo che vi aiuto! Sempre che tu Claudio sappia tenere un segreto… oppure devo raccontare a tua madre che ti ho trovato qui sul mio divano con fuori il pisello?
- No, no, signora. Per carità, io non dico niente a nessuno.
- Bene, bene. Vediamo un po’ cosa abbiamo qui - disse zia accovacciandosi sui tallono davanti a noi - Mmmh… vedo che tu hai bisogno di un piccolo aiutino - disse a Claudio a cui nel frattempo lo spavento aveva ammosciato l’uccello.
E così dicendo glielo prese in bocca tutto intero e comincio a succhiarlo mentre io li guardavo facendomi una sega.
Non servì molto impegno da parte di zia: una decina di secondi e il cazzo di Claudio era ancora sull’attenti e zia lo scappellò e cominciò a leccarlo. Io non volevo essere messo da parte e avvicinai il mio cazzo alla bocca di zia che cominciò un pompino doppio: un po’ leccava me e un po’ leccava lui. Ogni tanto si metteva la mano tra le cosce e si sgrillettava un po’ la figa che sicuramente era fradicia di voglia.
Un paio di minuti dopo ci disse:
- Ora però mettiamoci più comodi, ragazzi. Forse è meglio il letto del divano, che ne dite?
E si incamminò verso la camera da letto seguita da noi due con i cazzi dritti fuori dai calzoni.
Appena entrata in camera zia si spogliò restando solo in calze e reggicalze:
- Mettetevi comodo ragazzi, non restate con tutti i vestiti addosso!
In pochi secondi sia io, sia Claudio eravamo nudi e ci sistemammo sul letto, zia in mezzo a noi due; eravamo entrambi un po’ bloccati, non sapevamo come muoverci e cosa fare.
- Perché non mi cominciate a baciarmi un po’? - ci incoraggiò zia.
Io mi fiondai vedo la sua figona nera mentre Claudio fu attratto dalle tettone bianche di zia. Entrambi leccavamo e succhiavamo e si sentiva il rumore delle nostre lingue e dei nostri risucchi sovrastato solo dai mugolii di piacere di zia che intanto aveva preso in mano i nostri cazzi e ce li menava lentamente.
Poco dopo Claudio chiese il cambio: voleva anche lui assaggiare la figa di zia e io mi dedicai alle tette. Zia continuava e farci una meravigliosa sega.
Non passò molto e Claudio sussurrò un po’ dispiaciuto:
- Io sto per venire…
- Vieni Claudio, vienimi in bocca!
Claudio non se lo fece ripetere e le sborrò immediatamente in bocca; zia, da esperta pompinara qual era, non ne perse neppure una goccia e poi lo ripulì per bene.
Mentre Claudio si riposava mi disse:
- Ninni, ti prego prendimi, fammi godere!
La misi a pecorina e la impalai con un cazzo che nel vedere Claudio sborrare in bocca a zia era diventato ancor più di marmo. Zia trovandosi un cazzo in figa e un altro davanti al viso non si fece scappare l’occasione e imboccò di nuovo il cazzo sborrato di Claudio che reagì prontamente, nonostante fosse appena venuto.
Io ero infoiato, ma anche zia era super eccitata e venne nel giro di un paio di minuti leccando e succhiando il cazzo tornato duro di Claudio. Ma una scopata non poteva certo bastare a zia e subito dopo essere venuta disse a Claudio:
- E tu? Non vorresti prendermi anche tu?
Claudio non rispose neppure: la sdraiò sulla schiena, si mise tra le sue gambe, le alzò le cosce, se le mise sulle spalle e la infilò in un colpo. Cominciò quindi a pomparla con metodo e grande calma, un colpo dopo l’altro, senza affannarsi, un vero martello. Zia era uno spettacolo: a cosce larghe, con indosso solo le calze e il reggicalze, le tette che ondeggiavano per le spinte che riceveva da Claudio… le chiesi:
- Zia, te lo posso mettere in bocca, vero?
- Ma certo Ninni, cosa aspetti?
E così ce ne venimmo tutti una seconda volta: Claudio in figa, zia con un cazzone che la stantuffava e io nella sua bocca!
Esausti ed ansimanti sentimmo zia che ci diceva:
- Avete già finito, ragazzi? Non ci facciamo un altro giro?
(sono molto graditi i commenti)
Generi
Argomenti