Zia e la sua amica: una matura lesbica

apollinaire
a month ago

(La lettura dei precedenti racconti non è necessaria, ma consigliata)

Come dicevo a casa mi aspettava zia Susy.

Io finora non le avevo detto nulla della signora Franca perché avevo paura che mi prendesse in giro. Ma quella sera zia mi aspettava al varco…

Non appena, come ogni sera,  mi sedetti sul divano capii subito che la serata sarebbe stata intensa. Zia cominciò subito a scosciarsi chiedendomi con tono fintamente lamentoso:

- Ma allora non ti piaccio più, Ninni? Non mi guardi più le gambe?

- Ma no, zia - risposi stando al gioco - perché dici così? - e intanto mi sedetti sul bracciolo sinistro della poltrona.

- Non so… mi sembra che ultimamente mi trascuri e che preferisci la signora Franca.

- Beh certo che la signora Franca è una gran bella donna… - la stuzzicai, mentre le palpavo le tettone.

- Dimmi un po’… cosa ci faresti con lei?

Era una sera di fantasie, pensai e decisi di buon grado di assecondarla, raccontandole quello che era successo tra me e la signora Franca, ma fingendo che fosse solo fantasia:

- Beh mi piacerebbe vederla con le gambe aperte davanti a me, magari mentre si tocca e io mi faccio una sega… - le sussurrai mentre le toccavo il figone già umido.

- Ah si, eh? E ti piacerebbe vedermi leccare la signora, vero? Come ho fatto con Silvia, ti ricordi?

- Cazzo se mi ricordo zia! E sarebbe fantastico con la signora Franca - e intanto avevamo cominciato a pastrugnarci l’un con l’altra.

A questo punto zia si alzò e si sfilò rapidamente le mutandine, dicendo:

- Non ce la faccio più! - e si mise nella sua posizione “standard” da pompino: accosciata davanti a me, seduta sui talloni, cosce spalancate, una mano a sditalinarsi furiosamente mentre con l’altra mi accarezza l’uccello che si imbocca voluttuosa.

Cazzo come mi piace! Potrei stare tutta la vita così… in realtà ci resto sempre pochissimo: un paio di minuti o tre al massimo e poi mi arriva una sborrata superlativa. Per fortuna zia ha l’orgasmo facile e non se ne ha a male se io vengo subito. Anzi, a volte dopo la prima spompinata me lo fa tornare duro e ci facciamo una bella scopata… il vantaggio di essere giovani!

Quella sera avvenne come sempre: sborrai copiosamente nella bocca di zia che era appena venuta e si stava quindi godendo il dopo orgasmo.

Ci ricomponemmo e ci mettemmo sul divano, uno accanto all’altra.

Zia però insisteva:

- Allora ti piace la signora Franca, vero?

- Sì zia, ma mi sembra che piaccia anche a te, o sbaglio? Gliela leccheresti volentieri, o no?

- Certo che gliela leccherei… - rispose sognante. Poi tacque, mi guardò dritto negli occhi e mi disse: 

- Sai tenere un segreto?

- Certo zia, non ti sembra che ne abbiamo già di segreti?

- Ma questo è solo mio, tu non c’entri…

- Dimmi zia, ti giuro che sarò come un muto.

- Conosci Luisa, la sarta?

- Sì, mi sembra di sì… ma non ne sono sicuro… forse l’ho incrociata qualche volta qui a casa tua. È possibile?

- Sì, è la mia sarta da anni, l’hai incrociata di sicuro, ma forse non l’hai notata… passa un po’ inosservata…

- Aspetta. È quella piccolina, magra, con la frangetta, un po’ insignificante?

- Esatto, quella.

- Sì ho capito, e allora, cosa c’entra questa sarta?

- Beh sai, da anni si dice che sia… un po’… come dire…? Lesbica insomma!

- Ma dai? E tu come lo sai? - chiesi malizioso - l’hai provata? - insinuai.

Zia divenne rossa:

- Beh… insomma, sai com’è! Dopo quella volta con Silvia e tutte le fantasie fatte con te mi era rimasta la curiosità… e una volta che mi stava provando una vestito ho trovato il modo di mostrarle le tette, dicendole che il busto mi stringeva e avevo bisogno di toglierlo un attimo.

- E lei?

- All’inizio fece finta di niente, ma vedevo che mi sbirciava sia le tette sia le mutandine: avevo messo quelle di pizzo bianco in modo che si vedesse tutto in trasparenza.

- E poi?

- E poi… e poi successe… ci leccammo e fu molto bello ed eccitante. E ti posso assicurare che Luisa ha delle doti nascoste...

- Cazzarola zia, me lo hai fatto tornare duro! Guarda qui! - e le mostrai il mio palo ben dritto e duro.

- Ma allora ti ecciterebbe vederci? - Chiese zia.

- E me lo chiedi pure? - risposi cominciando a rispogliarla. Zia mi lasciò fare e ci facemmo una scopata superlativa fantasticando sulla signora Franca e sulla sarta lesbica…

Alla fine zia mi disse:

- Sai che mi piacerebbe farmi vedere da te intanto che lecco Luisa?

Non risposi, aspettando che zia continuasse.

- E secondo me ci possiamo riuscire… - concluse pensosa.

Un paio di sere dopo zia mi mise al corrente del suo piano:

- Domani pomeriggio Luisa verrà a casa mia e, come succede ultimamente, avremo un… momento di intimità… mi capisci, no?

- Certo che capisco zia.

- Ecco, allora, tu sarai nella cameretta accanto, nascosto ad aspettare e dopo un po’ che Luisa ed io siamo in camera, potrai venire a spiarci. Io lascerò la porta socchiusa e cercherò di mettermi in modo da poterti vedere, ma tu, mi raccomando! non farti vedere da Luisa, non so come potrebbe reagire.

- Ok zia, stai tranquilla.

- E non toccarti mentre ci guardi... se fai rumore ti scopre! Poi, la sera, tu ed io ci raccontiamo tutto: cosa hai visto, se ti è piaciuto, cosa ti ha eccitato di più…

Rassicurai zia Susy e trascorsi il giorno seguente nell’attesa di andare da lei. La signora Luisa sarebbe dovuta arrivare alle quattro e zia mi aveva detto di essere lì alle tre e mezza al massimo, non voleva rischiare che io arrivassi dopo Luisa.

L’indomani mi nascosi nella cameretta degli ospiti, accanto alla camera di zia e lasciammo la porta socchiusa in modo da non dover far rumore aprendola più tardi. Chiesi a zia di aspettare con me l’arrivo della sarta, ma lei rifiutò:

- Sono già troppo nervosa così! Non riuscirei a concentrarmi e poi ho paura che arrivi prima… abbi pazienza Ninni, aspetta qui da solo.

Rassegnato mi disposi ad aspettare. Il tempo non passava mai… all’inizio ero eccitato all’idea di quello che doveva capitare, ma man mano che passava il tempo prevaleva l’impazienza. Zia intanto era in sala ad ascoltare la radio.

Verso le quattro e un quarto finalmente suonò il campanello.

Mi alzai di scatto dal letto e mi misi dietro la porta, in modo da non poter essere visto.

Sentivo le loro voci:

- Scusa Susy, sono un po’ in ritardo…

- Non importa, figurati, ti aspettavo. Lasciami il soprabito Luisa. Accomodati pure in sala, io arrivo subito.

Come “in sala”? Cazzo! Ma se andavano in sala come facevo a spiarle? Tra la sala e il corridoio infatti non c’era porta, solo un arco a separare i due ambienti.

- Siediti, Luisa. Ho preparato del tè, so che ti piace…

“Cazzo il tè! Anche il tè adesso!” pensai scocciato… e poi dalla sala non capivo cosa dicevano! Sentivo solo le voci: i toni erano bassi, ma non distinguevo una parola. Un quarto d’ora in senza capire cosa stavano facendo in sala! Ogni tanto ridevano, ma nient'altro.

Finalmente sentii le voci avvicinarsi e mentre passavano davanti alla cameretta riuscii a intravederle un po’ discinte, zia non aveva più la camicetta, la sarta era senza gonna ed era rimasta in calze, reggicalze, slip e reggiseno: magrolina, poche curve… niente di che insomma.

Entrarono in camera e zia lasciò la porta socchiusa, purtroppo solo di 4 o 5 centimetri! Piano piano uscii dalla cameretta e mi accostai alla porta semichiusa. Si vedeva poco: la porta era alle spalle del letto e io vedevo, sbirciando dentro verso sinistra, solo la parte centrale del letto, verso i piedi. La sartina era semisdraiata appoggia alla testata del letto e io la vedevo da dietro, dalle cosce in avanti: era a cosce larghe e zia era inginocchiata sul letto davanti a lei e gliela leccava intensamente. Intanto si erano spogliate ed erano rimaste seminude: zia con busto e calze nere e le tette fuori, la sartina calze color carne e reggicalze bianco.

Cercai di sporgermi di più, volevo vedere almeno le tettine della signora Luisa, visto che la figa era completamente coperta dalla faccia di zia. Finalmente ci riuscii.

Ne rimasi stupito, non avevo mai visto tette così, nemmeno sui vari giornalini porno che ogni tanto sfogliavo: piccole, ma… appuntite, rivolte verso l’alto, con un’areola larga scurissima e capezzoli grossi come piccole olive, dritti, lunghi. E lei se li tormentava, se li tirava… Niente male davvero! Il mio cazzo era già duro da un po’, ma adesso era di marmo! Mi tirava di brutto e me lo tirai fuori per accarezzarmelo e dargli  un po’ di sollievo.

Zia alzò lo sguardo e mi vide. Prima sorrise ma poi, quando vide che mi stavo facendo una sega, mi rimproverò con gli occhi… io le feci cenno con le spalle, come a dire “non importa”. Lo spettacolino era decisamente interessante e io continuavo a menarmelo sempre più.

Inevitabilmente accadde l’irreparabile! Senza volerlo spinsi di più la porta, che si dischiuse con un cigolio. La signora Luisa trasalì, si voltò verso la porta, mi vide e sbarrando gli occhi lanciò un grido.

Mi ritrassi, ma era tardi.

Intervenne zia:

- Non ti preoccupare Luisa, è mio nipote - cercò di tranquillizzarla - e tu, entra…

- Come “entra”? - chiese Luisa sbigottita

- Ma sì, cosa vuoi che sia? Lo conosco, ti puoi fidare, non dirà niente a nessuno.

- Ma no, no, ma che dici? - insistette la sarta.

Io intanto stavo timidamente entrando… senza rendermene conto continuavo ad accarezzarmi l’uccello, alternando lo sguardo tra zia e la sartina.

- Ma sì, cosa vuoi che sia? - continuò zia - io e lui ce la spassiamo insieme già da parecchio…

La signora Luisa guardò zia sbalordita:

- Come? Tu e lui…?

- Sì ti ho detto… lasciamolo guardare, senza toccare, tanto ormai ci ha visto… cosa vuoi che sia? - proseguì insistendo zia.

A questo punto entrai del tutto in camera e mi sedetti sulla poltroncina che era a fianco del letto, verso il fondo e rivolta verso la testata.

La sartina si era raggomitolata a sedersi sul cuscino e quando entrai si strinse in posizione fetale cercando di coprirsi. Zia le si avvicinò, a gattoni sul letto, mostrandomi il culo e cominciò ad accarezzarla teneramente, baciandole le tettine con gli enormi capezzoli. Luisa mi guardava mentre io continuavo ad accarezzarmi il cazzo lentamente.

Poco dopo sembrò decidersi. Mi guardò dritta negli occhi e, con un’aria da sfida, allargò le cosce davanti a zia che non si fece pregare e ricominciò a leccarla.

Lo spettacolo era a dir poco entusiasmante: davanti a me vedevo il culo di zia e la sua figona nera mentre lei leccava la bernarda dell’amica. A proposito della figa della signora Luisa: nera, nerissima, pacioccona, cicciottella… insomma in contrasto totale con il suo aspetto fisico magro. Insomma: una gran figona… invidiavo zia che se la stava leccando goduriosa.

- Dai Luisa, leccami anche tu - disse zia sdraiandosi ed invitando l’amica ad un bel sessantanove.

Cambio di scena: zia sdraiata a pancia in su a gambe larghe rivolge la figa verso di me; la sartina le si mette a cavalcioni offrendole la figa da leccare, si mostra in tutta la sua nudità, mi rivolge uno sguardo ambiguo, si tocca e si tira i capezzoli e infine si abbassa a quattro zampe per leccare zia.

Mi sentivo il cazzo scoppiare, le palle mi facevano male dal tanto che mi tirava, ma non volevo sborrare, volevo vedere come sarebbe finita.

Davanti a me un meraviglioso sessantanove: Luisa leccava zia in modo plateale, mostrandomi la lingua prima e dopo, partendo dal grilletto e arrivando fino al culo e tra una leccata e l’altra fissava il mio cazzo ipnotizzata.

Mi feci coraggio, mi spogliai e, nudo, mi misi in ginocchio tra le gambe di zia, davanti alla sua figa e davanti alla faccia della sartina leccafighe.

Avevo voglia di ficcarglielo in bocca, ma mi trattenni: volevo che fosse lei a fare la prima mossa.

Improvvisamente zia cominciò a muovere ritmicamente i fianchi e rantolò:

- Sto venendo! Luisa, non smettere!

Luisa obbedì e si chinò sulla figa di zia coprendola completamente alla mia vista. Anche zia però si stava dando da fare perché anche la sua amica fu percorsa da un fremito e si accasciò su zia sfinita e stremata.

Erano venute insieme e adesso si accarezzavano le fighe languidamente e dolcemente.

E io restavo lì con il cazzo duro in mano!

Lasciai passare un minuto o due e poi mi avvicinai a zia dicendole:

- Adesso manco solo io a venire…

E mi misi seduto appoggiandomi alla testata del letto.

Zia mi guardò teneramente:

- Hai ragione Ninni, ma adesso a te ci pensa zia… - e cominciò un pompino lentissimo.

“Finalmente”, pensai e mi lasciai andare godendomi la pompa meravigliosa di zia.

Luisa intanto si era sistemata per gustarsi lo spettacolo offerto da zia che mi spompinava.

Zia se ne accorse e le chiese ammiccante:

- Ti piace? Vuoi provare?

Luisa restò in silenzio, ma dischiuse leggermente le labbra.

Zia insistette:

- Dai, prova… vedrai che ti piacerà… - e così dicendo si spostò di fianco per far posto all’amica. 

Luisa si inginocchiò accanto a zia e si avvicinò con la bocca al mio cazzo che zia stringeva tra le dita.

Esitò, guardò la sua amica, poi il mio cazzo, poi mi guardò negli occhi ed infine diede un timido bacio alla mia tesissima cappella.

Zia si portò il cazzo vicino alla propria bocca, dischiuse le labbra, le sporse e lentissima fece scivolare la cappella dentro la bocca per pochi centimetri, due o tre al massimo. Sempre lentamente se lo sfilò e lo avvicinò alla bocca dell’amica che, esitante, accolse il mio cazzo tra le labbra. Ma le teneva strette, dure, come se volesse limitare il contatto.

Zia paziente le tolse uccello di bocca:

- Devi tenere le labbra così… - le disse dolcemente sporgendo le labbra e avvolgendomi il cazzone con la bocca.

Io stavo morendo… zia stava insegnando a fare pompini alla sua amica lesbica e la “cavia” ero io...

Poi se lo sfilò lo mise ancora in bocca a Luisa che sembrava più convinta e più morbida. E continuò così: un po’ in bocca a lei e un po’ alla sua amica che sembrava prenderci sempre più gusto…

Passarono forse due minuti, forse tre e io stavo per venire:

- Zia... vengo!

- A me Ninni, a me… - disse zia ficcandoselo in bocca

E le eruttai qualche litro di sborra dentro la gola. Fantastico.

Lei come al solito inghiottì tutto, mi asciugò per bene la cappella e poi si girò verso Luisa:

- La prossima volta la assaggi tu in bocca… vedrai che ti piacerà…