Prime esperienze scambiste di una neo-diciottenne - Capitolo 3
“Grazie per la bella serata...” apostrofai la biondina che si era accomodata nel box doccia affianco al mio.
“Non te ne andrai mica adesso… il bello deve ancora venire… e poi è prestissimo!” replicò lei con entusiasmo.
Fu in quell’istante che mi resi conto di avere ancora addosso il mio swatch… solo quello avevo addosso. E con sorpresa mi accorsi che segnava le 23.30.
Era successo tutto in poco più di un’ora e mezza !
Mentre ancora rimuginavo su come era stato intenso quel così breve periodo di tempo...la biondina comparve sulla porta del box, aggiustandosi la mascherina da gattina.
Era proprio bella.
In piena luce potevo ammirare i suoi seni da cerbiatta e le natiche sode come il marmo che nella luce soffusa del privè avevo solo intuito.
“Dai… ti faccio fare un giro del locale...non hai ancora visto niente”.
“Ma… ok …” replicai con un sorriso imbarazzato e abbassando lo sguardo, capendo che stavo arrossendo.
Uscimmo dal bagno dopo aver indossato reggicalze, baby doll e tanga.
Ci incamminammo su per una scaletta a chiocciola.
Nella prima saletta che incontrammo una morettina con fisico da urlo si esibiva in uno spettacolo di Lap Dance.
Fra gli avventori, sia uomini che donne, non mi sfuggì sprofondato in un divanetto e con una birra ghiacciata in mano, il ragazzo della biondina e al suo fianco Francesco.
Entrambi si erano a loro volta rinfrescati e ora indossavano i boxer d’ordinanza.
Notai con estremo piacere che lo spettacolo stava già facendo il suo effetto, almeno stando al rigonfiamento che caratterizzava i boxer di entrambi.
Incrociai lo sguardo di Francesco.
Ci sorridemmo e lui mi fece un cenno di saluto con la mano.
Capii che voleva sapere se andava tutto bene.
Risposi sollevando il pollice in segno di approvazione.
Gli feci capire a gesti che la ragazza mi portava a fare un giro per il locale.
Rispose a sua volta sollevando il pollice.
Uscimmo dalla stanza tenendoci per mano come due amichette il primo giorno di scuola e non senza attirare l’attenzione degli avventori della stanza.
“Ti va di fare un salto al glory hole? E’ giusto qui in fondo al corridoio...” ammiccò la ragazza.
Non sapevo come dirle che non avevo idea di cosa si trattasse.
Ma lei lo capì al volo.
Dopo alcuni passi entrammo in una stanza con luci soffuse, completamente vuota ma con voluminosi cuscini sparsi ovunque. Alle pareti fori di vari dimensioni più o meno all’altezza del bacino.
Lei si accomodò su di un cuscino e appoggiò due dita al di là del foro più vicino.
“E adesso aspettiamo...” disse guardandomi maliziosamente.
Non dovemmo aspettare molto.
Dopo pochi istanti, un pene ancora piuttosto moscio fece capolino al di là del buco.
Poi l’uomo che stava dall’altra parte lo spinse tutto fuori (o dentro, a seconda dei punti di vista) appoggiando i testicoli oltre la gommapiuma che rivestiva il buco
Capii solo allora l’attinenza col nome che la ragazza aveva dato alla stanza quando mi aveva proposto di visitarla. Il buco della gloria.
Divertente, pensai.
La biondina non perse tempo, iniziò subito a masturbare forsennatamente il pene.
Mi guardò facendomi l’occhiolino come per dire “vediamo quanto resiste...”.
Il gemito arrivò quasi immediatamente dall’altra parte del muro, accompagnato da una risibile eiaculazione che a malapena imbratto la mano della mia nuova amica.
Presi un kleenex da un dispenser li vicino e glielo porsi.
Non riuscimmo a trattenere una risata di complicità.
“Adesso tocca a me!” dissi con tono perentorio, mentre un nuovo cazzo si affacciava da un buco vicino al precedente e al quale avevo appoggiato una mano per dimostrare la mia disponibilità.
Presi a mia volta a masturbare freneticamente il nuovo venuto...questa volta dotato di un argomento tutt’altro che trascurabile.
Quando la biondina mi fece il segno di vittoria con due dita sollevate, intendendo così che non sarei mai riuscita a battere il suo record, mi sentii colpita nel vivo e prontamente ingoiai il cazzo del nuovo venuto, iniziando a pompare a più non posso.
Quasi immediatamente il cazzo iniziò al pulsare.
Mi ritrassi appena in tempo per vederlo schizzare nel cavo della mia mano destra mentre con la sinistra continuavo a masturbarlo.
“Però così non vale...” sussurrò la biondina fingendo un sorriso imbronciato e porgendomi a sua volta un nuovo kleenex.
Andammo avanti così per un buon quarto d’ora facendo sborrare in rapida successione parecchi cazzetti di varie dimensioni. Insomma “qualche single alla fine era saltato fuori” pensai ridendo fra me.
Ad un tratto vidi il viso della ragazzina illuminarsi.
Dal foro accanto a lei si affacciava un notevole cazzo di colore, già completamente in erezione. La ragazza non ci pensò su due volte.
Lo lubrificò con alcuni rapidi colpi di lingua e poi si alzò in piedi.
Volse le natiche verso quel meraviglioso palo di carne nera, si allargò i glutei con le mani mentre facendo leva sulle ginocchia cercava la posizione più consona alla penetrazione e… fece sparire di colpo quel totem nella propria vagina.
La scena fece ripartire in me l’eccitazione, fino a quel momento ancora assopita dopo le emozioni forti vissute nella prima parte della serata.
La sua vagina iniziava a gocciolare e vedevo perfettamente i rigagnoli di umore scendere dalle sue cosce.
Dopo essersi fatta scopare la fica per alcuni minuti prese fuori il cazzo, ci sputò sopra e poi lo puntò nuovamente dietro di se mentre con le ginocchia cercava la giusta altezza.
Dal gemito suo e dell’uomo dall’altra parte capii che la biondina si stava facendo inculare.
Ne ebbi la conferma quando, lasciate le natiche, la ragazza mi fece cenno di avvicinarmi e divaricando ancor di più le gambe mi prese la testa fra le mani invitandomi ad avvicinarmi.
La sua vulva rosa pulsava di fronte a me, mentre il cazzo nero le scivolava fuori e dentro dal retto.
Iniziai a leccarle la fica.
I suoi umori mi inondavano la bocca mentre con la mano destro mi masturbavo vorticosamente.
Un ulteriore “Aarrgghhh...” proveniente dall’altra parte del muro mi fece capire che il nero stava per venire.
Continuai a leccare la fica della ragazza fino a quando non fu lei stessa che, percependo le pulsazioni del cazzo che precedevano la sborrata, se lo estrasse dal culo e continuando a masturbarlo me lo puntò verso il viso.
Mano a mano che gli schizzi mi raggiungevano il volto realizzai che stavo vivendo l’ennesima prima volta di quella incredibile serata.
Mi stavo facendo sborrare in faccia da un negro.
E mi piaceva.
Aprii la bocca, avida di ingoiare almeno gli ultimi schizzi.
Mentre il cazzo nero si ritirava al di là del buco, la ragazza avvicinò il suo viso al mio mentre leccava lo sperma che gli era colato sulla mano che aveva portato il cazzo all’eruzione.
Con la lingua raccolse le ultime gocce di sperma dal mio viso e ci baciammo con passione.
Ci ripulimmo per bene con l’ennesimo klinex.
Poi mentre, sempre mano nella mano, uscivamo dal Glory Hole la ragazza mi fissò negli occhi e: “...ti sei mai fatta scopare da un negro ?” mi chiese con tono serio e perentorio.
No. Non lo avevo mai fatto. Almeno fino a quella sera.
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