Un weekend con il professore
Un weekend insieme, da soli.
È la prima volta che mi trovo da sola con il professore. In tutti questi mesi in cui ho lavorato con lui, sono state davvero poche le occasioni in cui siamo rimasti da soli in una stanza per più di venti minuti. C’è sempre stato un continuo via vai di persone. Ma questa volta è diverso, tutto merito della convention. Partiamo domani mattina per Torino, dove resteremo per tutto il weekend. Confesso che un po' d'ansia c'è, ma allo stesso tempo la mia mente è già proiettata a quello che potrebbe succedere. Fin dal primo momento in cui l’ho visto, ho pensato che avrei voluto saltargli addosso. È alto, un metro e ottanta, forse anche di più. Ha i capelli biondi/ramati, gli occhi azzurri, una barba corta e ben curata, leggermente olivastro, sulla quarantina. Potrei ascoltarlo per ore: ha una voce calda, sensuale, e un carisma che non si può ignorare. Ma quello che più mi intriga è che è un uomo di cultura, un uomo che sa quel che vuole. Potrebbe tranquillamente finire sulla copertina di una rivista come Ford, tanto è affascinante e, a modo suo, sexy. È intelligente e irresistibile.
Non posso negarlo: ho fantasticato su di lui molte volte, negli ultimi tempi più di quanto ammetterei. Eppure, non ho mai avuto il coraggio di fare il primo passo. Qualche sguardo da parte sua, qualche sorriso complice, la posizione delle mani quando mi saluta... A volte mi sembra che mi guardi con una certa malizia. Ma forse sono solo mie suggestioni, tutto frutto della mia immaginazione.
Ricordo ancora quando ero una sua studentessa e, durante l’esame, mi parlava con quella voce bassa e suadente che sembrava quasi un incantesimo (I put a spell on you, per davvero). Mi sentivo irresistibilmente attratta da lui, come se ogni parola fosse un gioco di seduzione. Lui conosce il suo potere e sa come usarlo. All’epoca ero piuttosto ingenua, ma mi confortava sapere che avevo lasciato un segno su di lui. Gli chiesi di essere il mio relatore e l’assistente che mi seguiva, data la confidenza fra di noi, mi raccontò gli elogi che lui mi aveva fatto. Sembrerà presuntuoso da parte mia, ma mi fece piacere sentire che mi considerava preparata e con potenziale. Dopo la laurea, l’assistente vinse un dottorato e il professore mi chiese di sostituirlo. Non ci pensai due volte, accettai subito.
Difficile dire di no.
Da quel momento, quel distacco iniziale tra noi è andato via via svanendo. Ho scoperto un lato del professore più simpatico e sarcastico, che non ha fatto che aumentare il mio interesse. Io, invece, comincio a tentennare sulla mia professionalità. Da un paio di mesi a questa parte, mi presento all’università con un abbigliamento un po' meno formale, più provocante. Non so esattamente quando è scattato questo cambiamento, ma sembra che tra di noi si stia instaurando una sorta di gioco di potere e seduzione.
Voglio scoprire le sue carte… e, chissà, forse anche lui è curioso di vedere le mie.
Ho iniziato a notare piccoli segnali di cedimento da parte sua: cerca sempre più spesso il contatto fisico, distoglie lo sguardo ogni volta che mi chino sulla scrivania, e qualche mattina sembra impiegare più tempo del solito per riprendersi dopo avermi vista. Il flirt tra noi è ormai evidente, il livello di tensione sessuale è palpabile. Sono certa che non sia una sensazione unilaterale. Questo weekend, quindi, sarà la prova del nove. Spero che non mi deluda, ma al tempo stesso, ho una certa ansia: non so se sarò pronta ad affrontare davvero ciò che sembra stia per succedere.
[...]
Siamo arrivati in hotel e, dopo aver fatto il check-in, ci siamo diretti subito verso le nostre stanze per rinfrescarci. L'appuntamento per la cena era fissato per le 21:30.Mi aveva chiesto di prenotare un ristorante carino in zona, che in realtà aveva già scelto lui, e ho cercato di non sembrare impacciata o sorpresa dalla sua richiesta. Era un invito piuttosto esplicito, considerando il ristorante e il fatto che avesse chiesto a me di prenotare, come per confermare la cosa. Il viaggio fino all'hotel, dopo quella domanda, è stato abbastanza silenzioso. Credo che abbia notato il mio imbarazzo. Mi chiedo perché debba venire fuori proprio nei momenti meno opportuni! Avrei dovuto approfittarne per fare la mia mossa, ma, come sempre, mi sono giocata male la situazione. Eppure, ho ancora margine di miglioramento. Visto il ristorante, ho deciso che quella sera avrei messo in gioco il mio savoir faire un po' altolocato.
Dopo la doccia e lo shampoo, mi sono fermata davanti alla valigia per qualche minuto, cercando di raccogliere le idee. Poi, senza pensarci troppo, ho tirato fuori l'intimo e un vestito nero, che ho portato proprio per ogni eventualità. Messo via il completo per l'incontro di lavoro del giorno dopo, ho scelto uno dei tre completini di pizzo trasparente che avevo portato con me: uno nero, uno rosso e uno verde scuro. Ho optato per il nero, classico e senza tempo, perfetto per non sbagliare. Per aggiungere un tocco in più, ho deciso di osare un po’ e, dopo un momento di indecisione, mi sono convinta e ho messo le autoreggenti ricamate. Ho infilato il vestito, semplice ma elegante. L’unica particolarità è che è corto, giusto fino all’elastico delle calze, ma senza scollature e a maniche lunghe, quindi mantiene comunque un’aria raffinata. Orecchini e una collanina oro per dare un po' di luce. Mi sono truccata velocemente. Un trucco leggero, il punto focale sono le labbra, che ho marcato con una matita marroncina leggermente più scura. Indossato il cappotto e i tacchi neri lucidi, ho preso la borsa e sono scesa.
Quando sono arrivata nella hall, era già lì ad aspettarmi. Era di spalle, ma appena si è girato, non ha potuto fare a meno di guardarmi per qualche secondo, come se fosse rimasto senza parole. Indossava uno dei suoi soliti completi oversize, nero, e una camicia bianca che fa intravedere il suo corpo allenato per quanto è perfetta su di lui. Anche io sono rimasta senza fiato, sembrava così diverso. Mi sono avvicinata e lui è tornato alla realtà. "È molto bella stasera," mi ha detto, con uno sguardo che diceva tutto. "Grazie... anche lei sta molto bene," ho risposto, arrossendo. Mi ha fatto segno verso la porta e insieme siamo usciti dall’hotel.
Arrivati al ristorante, c’è stato un attimo di imbarazzo quando ci hanno scambiati per una coppia, ma poi ci siamo accomodati e abbiamo iniziato a parlare di lavoro. Ammetto che l’argomento l'ho tirato fuori io, anche se non avrei dovuto, ma avevo bisogno di rientrare nella mia zona di comfort. La cena è stata piacevole, tra una risata e qualche bicchiere di vino di troppo, e quando il conto è arrivato, mi sono fatta coraggio e gli ho chiesto se gli andava di restare a bere qualcosa nella lounge dell’hotel. Lui mi ha sorriso con un’aria sorniona e ha risposto: "Con piacere".
Al bar, ho ordinato un altro bicchiere di vino bianco e lui un whisky, come mi aspettavo. Rispecchiava perfettamente la sua personalità. Ci siamo seduti e, mentre sorseggiavamo i nostri drink, la conversazione è scivolata su argomenti più privati. Mi ha chiesto cosa facessi fuori dall’università, quali fossero i miei interessi, dove andrei se avessi la possibilità di lasciare tutto e partire domani. "Se potessi partire domani," ho detto, "andrei in un posto dove il mare è sempre calmo, e dove posso dedicarmi solo a me stessa, lontano da tutto." Lui ha riso, appoggiando il bicchiere sul tavolo, avvicinandosi un po’ di più. "E io, che pensavo volesse sfuggire alla routine," ha detto, il tono più profondo, come se volesse capire di più. Poi ha fatto una mossa sottile, inclinando la testa mentre mi guardava dritto negli occhi. La sua presenza era avvolgente, il suo sguardo intenso, come se volesse sondare ogni pensiero che mi passava per la testa. Ma non ho ceduto, ho mantenuto la calma, anche se nel mio petto il battito aumentava.
"Magari c’è anche un po’ di curiosità a farmi restare", ho risposto con un sorriso mentre avvicinavo il calice alle labbra, sentendo la tensione crescere, e lui non ha potuto fare a meno di sorridere. I nostri occhi come calamite. La sua mano si è avvicinata alla mia, lentamente, ma non l’ha toccata. La tensione nell’aria si faceva palpabile, come un filo invisibile che ci legava, ma non c’erano parole che avrebbero potuto esprimere davvero quello che stava succedendo tra noi."È vero, lei mi incuriosisce... tu mi incuriosisci", dice tornando leggermente serio. Il suo sguardo mi sta penetrando nel profondo. Senza accorgermene, accavallo le gambe... la pressione si fa sentire sempre più giù. Lui guarda questo mio movimento incantato.- "Cosa la incuriosisce così tanto? Stasera sono un libro aperto" rispondo con un tono basso.° "Dammi del tu", dice lui.- "Cosa ti incuriosisce tanto?"° "Hai sempre questo velo di misteriosità su di te, quando penso di averti capita, mi sorprendi nuovamente... Penso che questa ricerca stia andando... Oltre le aspettative".
Quando bevo mi trasformo. A questa sua affermazione non posso che abbassare lo sguardo, sorridere e rialzarlo. Fisso negli occhi, con fare di sfida.- "Non è facile mantenere il controllo, vero? "Dico lentamente, sbilanciandomi, mentre accavallo nuovamente le gambe e mi avvicino a lui... già troppo vicino.
Siamo a pochi centimetri di distanza, i suoi occhi vanno dai miei alle mie labbra. Sento il suo respiro sulla mia pelle.° "A volte è più interessante perdere il controllo... non credi?" dice avvicinandosi pericolosamente alle mie labbra,° "e se dovessimo approfondire la discussione in un luogo più tranquillo?", continua, "C'è una parte del progetto che dobbiamo... esplorare più a fondo".
Senza dire molto, mi avvicino ulteriormente alle sue labbra, sfiorandole, e poi mi allontano in fretta... annuendo. Ci alziamo e ci dirigiamo verso l'ascensore. Le stanze sono sullo stesso piano. Appena chiuse le porte, mi spinge verso una parete e mi blocca fra le sue braccia, mettendole ai lati della mia testa. Uno sguardo ferale preannuncia quello che sta per accadere. Mi bacia con foga e io ricambio ardentemente. Una mia gamba si appoggia ai lati delle sue per dargli più spazio. Le sue mani scorrono lungo i miei fianchi, stringendomi a sé con urgenza. Il bacio si fa più profondo, le nostre lingue si cercano e si intrecciano con passione. Sento il suo corpo premere contro il mio, il suo desiderio evidente. Con un movimento fluido, la sua mano scivola sotto il mio vestito, accarezzando la pelle nuda sopra l'elastico delle autoreggenti. Un brivido mi percorre la schiena, quando affonda le sue mani sul mio sedere. Sento le dita impresse, che mi lanciano scariche elettriche. Gemo piano contro le sue labbra. Il ding dell'ascensore ci riporta bruscamente alla realtà. Ci stacchiamo di colpo, ansimanti. Cerchiamo di ricomporci, ma appena messo piede fuori dall'ascensore ricominciamo a baciarci.
Camminiamo a fatica verso le nostre stanze, ogni passo più difficile. Quando arriviamo alla sua stanza: "Vuoi entrare?" chiede con voce roca, mentre prova già ad aprire la porta senza allontanarsi da me. Non c'è bisogno di rispondere, entriamo nella stanza non facendo attenzione a dove mettiamo i piedi. Le sue mani sono già tornate a esplorare il mio corpo mentre ci baciamo con sempre più ardore. Chiude la porta con un piede. Mi spinge verso il letto e mi fa sedere sul bordo, poi si inginocchia davanti a me e solleva il vestito sopra la mia testa. Sono ora in lingerie davanti a lui, sentendomi vulnerabile ma allo stesso tempo eccitata dalla sua presenza così vicina al mio corpo nudo. Le sue mani scorrono lungo i miei fianchi, stringendomi a sé con urgenza mentre si mette a cavalcioni su di me. Ha già perso la sua giacca sulla porta. Il bacio si fa più profondo, le nostre lingue si cercano e si intrecciano con passione. Sento il suo corpo premere contro il mio, il suo desiderio sempre più evidente.
Espertamente, la sua mano scivola in mezzo alle mie gambe, accarezzando la pelle nuda dell'interno coscia. Un brivido mi percorre la pelle, che risponde rapidamente al suo tocco. Le sue dita risalgono lentamente, sfiorando il pizzo del mio intimo. Gemo ancora, più forte questa volta, contro le sue labbra. Si stacca un attimo e si allontana dal mio viso restando a cavalcioni su di me. “Voglio ammirarti nella tua bellezza” dice mentre allunga un dito verso il reggiseno e gioca con il bordo. Lascia poco all'immaginazione ma lui sembra vedere cose non così evidenti. Vedo il fuoco ardere nei suoi occhi e potrebbe bruciarmi mentre prova a scavarmi dentro. Non riesco a trattenere un gemito quando le sue dita sfiorano delicatamente i miei capezzoli attraverso il pizzo. Il suo tocco è elettrizzante, mi fa fremere di desiderio. Con un gesto esperto, slaccia il reggiseno e lo fa scivolare via, liberandomi da quell'indumento inutile. I suoi occhi si illuminano alla vista. "Sei stupenda," sussurra, prima di chinarsi a baciarmi il collo. La sua bocca scende lentamente, tracciando una scia di baci ardenti sulla mia pelle. Quando raggiunge il mio seno, la sua lingua circonda un capezzolo, facendomi inarcare contro di lui. Le sue mani vagano sul mio corpo, accarezzando e stringendo, come se volesse esplorarlo interamente.
Mi aggrappo ai suoi capelli mentre le sue labbra si muovono sempre più in basso, raggiungendo l'orlo del mio perizoma. Senza esitazione, sposta il tessuto e mi lascia un bacio morbido, in contrasto con tutto quello che mi aveva fatto fino a quel momento. Un brivido mi percorre nuovamente quando sento la sua lingua giocare, muovendosi in modo sensuale e provocante. Con ogni bacio e carezza, mi sento sempre più vicina al limite della mia resistenza. Non ho mai provato nulla del genere prima d'ora; è come se ogni parte del mio corpo fosse in fiamme per lui. È la prima volta che non sono io in controllo.
Quando finalmente arrivo al culmine del piacere, urlo il suo nome mentre mi tiene i fianchi tra le sue braccia forti per non farmi muovere. Continua a leccare e a succhiare mentre sono al - fottuto - culmine - dell’orgasmo. Appena mi calmo, si alza e mi bacia con passione mentre mi riprendo, i miei liquidi ancora sulle sue labbra. Le mie mani scivolano sotto la sua camicia, accarezzando la pelle calda del suo petto. Lentamente, comincio a sbottonargliela, anche se vorrei strapparla direttamente, desiderosa di sentire il suo corpo contro il mio. Lui si solleva leggermente per aiutarmi. I miei occhi vagano sul suo torso muscoloso, ammirando ogni curva e ogni linea. Non resisto alla tentazione di baciarlo, lasciando una scia di baci leggeri sul suo petto mentre le mie mani esplorano la sua schiena.
Mentre entrambi prendiamo fiato, mi sorride con uno sguardo malizioso negli occhi. "Ora tocca a me," sussurra, e prima che io possa reagire, mi gira al contrario sul letto. Si spoglia lentamente, prendendosi il suo tempo per esplorare ogni centimetro del mio corpo con le labbra e le mani. Il suo tocco è sia delicato che affamato, come se avesse aspettato questo momento tanto quanto me. Quando siamo entrambi nudi, si posiziona sopra di me e mi fa sentire l'erezione sul culo. Mi gira di nuovo, mi guarda negli occhi per qualche secondo mentre mi sfiora un capezzolo con il dito. "Non sai da quanto volevo vederti così.. forse dal primo momento che ti ho vista," confessa, mi alza le gambe intorno ai suoi fianchi e i miei occhi cadono sul suo membro, spalancandosi per la sorpresa insieme alle mie gambe. Non ho mai avuto qualcuno con queste dimensioni… e sono stata sempre fortunata.
Si abbassa per un bacio rapido e una volta riposizionato entra in me con un colpo profondo, gemendo… come se non aspettasse altro. Sta fermo qualche minuto per farci abituare e mi sussurra cose oscene all'orecchio, che includono una gonna che ho messo un paio di settimane fa e una scrivania. Ansimo al sentirlo dentro di me, così caldo e duro, che riempie ogni angolo del mio essere. Inizia a muoversi lentamente ma con spinte sempre forti e decise. Sento l'orgasmo crescere nuovamente e mi servono poche spinte per venire ancora. È un bulldozer, non si ferma anche quando sto venendo e rende l'orgasmo più forte.
Ad un certo punto, aumenta la velocità e la stretta delle sue mani sul mio corpo si fa più violenta. Mi viene dentro, gemendo, mentre la mia figa ancora si contrae. "Non so come ho fatto a resistere così tanto” dice affannosamente prima di baciarmi ancora. 0“Neanche io” dico a fior di labbra. Restiamo abbracciati per qualche minuto, riprendendo fiato. Il suo corpo è caldo contro il mio, e sento il suo cuore battere forte nel petto. Le sue mani continuano ad accarezzarmi dolcemente la schiena, come se non volesse lasciarmi andare. Alzo lo sguardo verso di lui e vedo un sorriso soddisfatto sulle sue labbra. "Sei incredibile," mormora, baciandomi la fronte. "Anche tu," rispondo, sentendomi improvvisamente timida nonostante quello che è appena successo. Si solleva leggermente, appoggiandosi su un gomito per guardarmi meglio. I suoi occhi vagano sul mio viso, come se volesse memorizzare ogni dettaglio.
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