Pertiche

annabelle
16 August 2023

Intro

Stasera sono arrivata prima alla lezione di yoga e nello spogliatoio femmine ancora deserto mi sono spogliata restando con indosso solo gli slip brasiliana neri e poi mi sono messa i leggins a vita bassa, aderenti, anche loro neri, il reggiseno sportivo a fascia (nero) con le spalline sottili che contiene senza problemi la mia seconda abbondante e sopra un toppino rosso (ma di solito sono in total black) che mi lascia scoperta la pancia, anche lui con le spalline sottili, e le scarpe Nike bianche da running. Ho preso il mio asciugamano e lo ho attorcigliato intorno al collo, il tappetino verde e sono uscita nel corridoio per dirigermi verso la palestra piccola in fondo a sinistra e in quel momento da quella grande in fondo a destra escono tutti insieme i ragazzi che hanno terminato l’allenamento di basket. Sono tutti alti e vigorosi e devo spostarmi a sinistra contro il muro per farli passare senza essere travolta dal gruppo; parlano tutti tra loro facendo gran casino e osservandomi attentamente mentre li incrocio (e sento benissimo sulle mie tette gli occhi di quelli che incrocio di fronte, così come sento sul mio culo quelli di coloro che ho appena superato). Stranamente tra loro tutti in pantaloncini e canottiera uno ha indosso i pantaloni della tuta e anche una felpa con cappuccio molto abbassato sulla fronte che nella scarsa illuminazione del corridoio impedisce di vederlo in volto (una riserva penso). Ha anche le mani nella tasca dei pantaloni e quando gli passo accanto, lui, come se perdesse un attimo l’equilibrio caracolla contro di me colpendomi con le sue contro spalla, braccio e fianco e in quell’istante sento una fitta pungente subito sopra il gluteo destro, come una piccola scossa elettrica: senza neanche voltarsi mugugna “Scusa” e prosegue la sua strada mentre io (senza voltarmi) penso tra me e me “fanculo” sfregandomi il fianco con la mano destra e la spalla con la sinistra, e pochi passi dopo entro in palestra. Sistemo il materassino nella mia solita postazione e mi ci siedo sopra a gambe incrociate; per un attimo fisso lo sguardo di fronte concentrandomi sulle tre pertiche rosse che piantate nel pavimento risalgono fin quasi al soffitto dove sono trattenute ad una traversa metallica; poso le mani rivolte verso l’alto tra le cosce e chiudo gli occhi per ascoltare il mio respiro.

Risveglio

Non so quanto tempo trascorra, ma quando li riapro non vedo nulla e mi rendo subito conto di avere gli occhi bendati con qualcosa che li oscura completamente; passa qualche attimo prima che mi renda conto di non sentire alcun rumore intorno a me e che nelle mie orecchie pulsa solo il battito del mio cuore in un silenzio ovattato: evidentemente ho anche dei tappi che mi impediscono la percezione di ogni suono.

Non riesco a muovere la mandibola e sento in bocca subito all’interno delle arcate dentarie qualcosa come una grossa sfera gommosa ma dura che mi costringe a tenere la mascella completamente aperta, con una cinghia di pelle o forse elastica che dai lati delle labbra aperte mi percorre le guance, il collo e la nuca e a causa della quale riesco solo ad emettere dei gemiti gutturali anche se vorrei urlare “aiuto”.

Mi concentro sul resto del mio corpo; ho entrambi i piedi sollevati sulle punte nelle scarpe, con le gambe molto aperte e divaricate e le caviglie bloccate saldamente a qualcosa di rigido; riesco a ruotare appena le caviglie perché quello che me le blocca senza stringerle, forse una corda che vi gira più volte intorno, le avvolge sopra i calzini bassi; le mie gambe e le cosce sono dritte e tese e tra loro proprio tra le mie natiche, contro la mia natura e la zona perineale e perianale c’è qualcosa di rotondo e duro che la percorre tutta dal basso verso l’alto.

Siccome quando ho chiuso gli occhi (e poi non ricordo più nulla) ero in palestra, probabilmente sono fermamente bloccata alle pertiche, le due laterali per le caviglie e una centrale contro la quale appoggio il sedere.

Proseguendo la presa di coscienza sulla posizione del mio corpo, dal fondo schiena in su sono molto piegata in avanti ma poi la mia schiena ritorna nuovamente indietro e le braccia sono anche loro stirate e vanno ad unirsi dietro le spalle e i polsi legati saldamente tra loro da una corda morbida (forse setosa) che li stringe senza fare male. La corda doppia che se ne diparte all'interno probabilmente prosegue fino alla pertica centrale che attraversa il culo e tutta la mia intimità dal basso verso l'alto, obbligandomi in questa posizione a pecora inarcata che non mi permette di raddrizzare la schiena, riuscendo solo a ruotare leggermente il busto e il torace verso i lati.

Nuda

Così privata della vista, della possibilità di emettere suoni coerenti e dell’udito mi si acutizzano gli altri sensi, primo tra tutti il tatto per cui ogni centimetro quadrato della mia pelle, ogni mio pelo, riesce a cogliere qualsiasi segnale percepibile su ciò che mi circonda. Il mio olfatto si affina per percepire ogni odore come fossi un animale; la temperatura è piacevole e non colgo la presenza di correnti o movimenti nell’aria e inoltre sono ancora vestita.

In questa atmosfera tutta ovattata all'improvviso sento qualcosa di rotondo e freddo, sicuramente d'acciaio che si infila tra la pelle della mia caviglia e l'elastico dei leggins sulla parte esterna della gamba sinistra; la leggera vibrazione e il rumore seghettato mi fanno capire che si tratta di una forbice che comincia ad aprirmeli risalendo a ogni colpo lungo il polpaccio e sento cedere l'elasticità dei leggins molto aderenti nella zona sottostante il taglio.

A ogni "zzzc" la gamba si scopre sempre di più, prima il ginocchio e poi su lungo la coscia tesa, arriva sul fianco che piega in avanti e scavalcando l'elastico degli slip senza tagliarlo prosegue fino alla cintura elastica in vita che sento opporre più resistenza al taglio ma che infine cede di colpo e il gambale così liberato scivola penzoloni tra le mie gambe aperte scoprendomi mezza davanti, trattenuto invece dietro tra le mie natiche contro la pertica sulla quale si appoggiano.

Un attimo di silenzio e poi "zzzc" alla caviglia destra e poi di nuovo a salire e di nuovo il gambale che cede sotto ogni taglio scendendo tra le gambe, il polpaccio, l'esterno del ginocchio, la coscia, il fianco flesso in avanti, salta gli slip e poi fino all'elastico che resiste e i tagli si fanno più corti e "zac", sento che davanti dalla vita dove erano ancora trattenuti precipitano tutti in avanti penzoloni sotto di me trattenuti ancora solo tra le mie natiche. Poi subito una mano li afferra e tirandoli verso l'alto e l'avanti me li sfila e li sento scorrere in giù dietro tra le natiche strofinando il periano, il perineo e davanti la mia natura ancora negli slip. Gemo forte perché non posso dire niente che abbia un senso.

Quasi subito sul fianco sinistro torna il freddo della forbice che si infila nell'elastico degli slip, lo solleva e "zzzc" cede facendo scendere la metà sinistra lungo l'inguine e ritirarsi indietro sulla natica. Emetto un altro gemito di protesta. Tocca all'elastico sul fianco destro, la forbice lo solleva scorrendo sulla pelle nuda, "zzzc" e di nuovo scende adesso tutto lungo l'inguine scoprendo la mia natura che proprio ieri sono stata a depilare con una ceretta quasi totale avendo questa volta lasciato solo un delizioso triangolino subito intorno e sopra alla attaccatura delle grandi labbra, corto ma non troppo e che avvolge appena l'asta del clitoride nascosto tra quelle. Gemo e la mano afferra quel che resta degli slip penzoloni sotto di me e questa volta molto lentamente e alternando un tira e molla li fa scivolare, tirando appena, tra le labbra che si divaricano leggermente per accoglierli tra loro dato che ho le cosce molto aperte: aderiscono sul clitoride e mentre tutta la parte posteriore tra le natiche e poi sul periano e perineo ci scivola dentro nel lento tira e molla me lo stuzzica e stimola delicatamente, gemo: poi di colpo un grande strappo e come una frustata gli slip scivolando aderenti sul clitoride e tra le piccole e grandi labbra fin sul davanti, mi lasciano di colpo anche loro accompagnati da un lungo e poderoso gemito che mi viene naturale mentre il mio ano e le mie natiche che hanno cercato di seguire in avanti il movimento degli slip, rimbalzano indietro contro la pertica che nuovamente le divarica come erano prima e ora però sento la superficie liscia e fresca proprio a contatto con la pelle molto sensibile del mio buchino e del perineo lisci come uno specchio.

Non faccio in tempo a riprendermi dall'attimo di trasalimento seguito alla stimolazione di tutta la mia intimità più profonda, che sento la lama fredda sulla spalla sinistra che solleva e si infila tra la pelle e la spallina del top e a seguire di fianco in quella del reggiseno; "zzzc" ed entrambe cedono rimbalzando un pezzo in avanti e l'altro indietro... poi tocca a quelle sulla spalla destra che ugualmente vengono sollevate con la parte tonda della forbice dalla pelle; "zzzc" e anche quelle subiscono la stessa sorte e naturalmente però sia il top che il sottostante reggiseno a fascia, elastici, rimangono nella loro posizione trattenuti sul seno.

Vengo afferrata con una mano per la treccia di capelli che mi arriva oltre metà schiena proprio all'attaccatura contro la nuca e così costretta con forza ad abbassare il capo in avanti verso il basso data la mia posizione e subito, di nuovo, il metallo freddo si infila nell'incavo della schiena sulla spina dorsale dal basso tra la pelle e la stoffa del top e subito sotto del reggiseno insieme e "zzzc" a piccoli colpi prende a salire tra le scapole e sento il seno che a ogni taglio si libera un poco finché con l'ultimo taglio cede tutto ed entrambi gli indumenti, insieme, scivolano sulle costole ai fianchi del torace e velocemente piombano sotto il mio petto. Un brivido che non è di freddo percorre lentamente tutto il mio corpo ora completamente nudo, dalle caviglie passando per le gambe, le cosce, le natiche, la schiena, le spalle e le braccia fino alla punta delle dita delle mani, la pelle d'oca ricopre ogni centimetro quadrato del mio corpo nudo e teso. Non potendo urlare emetto un gemito prolungato e disperato.

Anguilla infilata

Di nuovo una mano mi afferra la treccia e mi costringe ad abbassare la testa contro il petto e subito dopo sulla schiena a partire dal collo e dalle scapole sento colare a zigzag un filo di liquido fresco e direi denso ed oleoso e così a scendere fino alla attaccatura delle natiche e della fessura tra loro, e poi di nuovo a risalire verso le spalle bagnandomi abbondantemente. Sento colare lentamente il liquido verso i lati del torace, dei fianchi, dei glutei, e verso il centro invece raccogliersi nell'incavo della spina dorsale e poi giù verso la conca formata a causa della mia posizione inarcata tra schiena e fondo schiena attorno alle fossette di Venere. Mollata la testa, due mani insieme partendo dalle spalle, intorno al collo cominciano a spalmare il liquido oleoso, scendendo sulle scapole, sui lati del torace dove sta gocciolando spingendosi fino all'attaccatura del seno da entrambe le parti; poi giù lungo i fianchi con movimenti alternati dai lati al centro schiena e viceversa, risalendo sui glutei e tra loro nella fessura che li separa fino a contatto con la pertica che mi divarica il sedere; tornano indietro a raccogliere l'olio nell'incavo centrale della schiena e lo fanno scivolare un po' tra le natiche e allora lo sento distintamente scendere abbondante lungo l'incavo, sull'ano appoggiato alla pertica e poi circumnavigandolo, più giù tra le labbra intorno all'ingresso della mia natura e poi tra loro fino sul clitoride da cui sgocciola, lungo i bordi esterni delle grandi labbra e infine passando per l'inguine all'interno delle cosce: mi stupisco della consapevolezza che (così privata della vista e dell'udito), solo tramite la mia pelle, ho di ogni parte del mio corpo e gemo.

Ancora entrambe le mani tornano a bagnarsi di olio nell'incavo della schiena e poi sento la destra che scende ad infilarsi nelle natiche tra la pertica e me mentre la sinistra scende lungo il fianco sinistro e si infila tra le mie cosce, tra le mie labbra, sul mio clitoride: la destra, raggiunto il mio ano comincia a massaggiarmelo spudoratamente (gemo forte) ruotandoci due dita intorno e giù verso il perineo e tornata su, un dito comincia a premere sul mio buchino che per risposta immediata si contrae cercando di opporre resistenza (gemo fortissimo): la sinistra invece raggiuntolo, si ferma a fare la stessa cosa sul clitoride lubrificandolo abbondantemente e cominciando poi a sollevarlo e strizzarlo tra due dita che salgono e scendono ai suoi lati e alternativamente verso i lati con ritmo lento ma deciso (gemo e cerco di stringere più che riesco le cosce ma così bloccata alle caviglie a gambe larghe posso solo ruotarle appena verso l'interno e verso il basso). Il dito dietro insiste roteando sulle labbra del buchino che comincia a rilassarsi e spingendo sempre più verso l'interno, anche a causa della scivolosità dell'olio all'improvviso cede e tutta la prima falange lo apre e lo penetra sprofondando al suo interno (gemo), ne esce però quasi subito ma poi rientra (gemo ancora) e così ancora e ancora entrandomi dentro ogni volta di più e lubrificandomi così tutto il canale rettale fin dove arriva. Continua poi ad entrare ed uscire tutto mentre le dita sul clitoride non mi danno tregua e sono ormai un gemito continuo. Il dito esce ma subito la pressione viene fatta adesso con due dita e poco dopo entrambe riescono a rompere le mie resistenze ed entrambe affondano in me completamente; inarco la testa all'indietro gemendo a più non posso sopraffatta dalla spudorata stimolazione senza tregua di tutta la mia intimità anche perché le altre due dita della destra che non mi stanno possedendo toccano e stimolano la sottostante zona perineale fino all'ingresso della natura facendomi trasalire; e il mio clitoride d'altro canto, si sta gonfiando e inturgidendo esponendosi tutto tra le labbra gonfie e divaricate dalle dita della mano sinistra su di loro. Anche il mio seno comincia a tendersi e i capezzoli solitamente introflessi si stanno inturgidendo e diventando appena sporgenti.

Il supplizio dentro e fuori tra le natiche e intorno al clitoride continua così per un po' tra i miei gemiti ormai incontrollabili, ma poi di colpo le dita escono dal mio buco e entrambe le mani scivolano verso l'alto e si staccano dal mio corpo che rimbalza nuovamente indietro contro la pertica e percepisco distintamente l'ano pulsarle ancora contro per qualche istante: dalla tensione precedente che mi ha tesa tutta come una corda di violino mi accascio sopraffatta dall'inizio del piacere interrotto.

Passa però solo un attimo e poi una mano (la sinistra direi) si infila nuovamente tra le mie natiche e tirandomi il sedere mi costringe ad allontanarlo dalla pertica; così trattenuta, un altro fiotto di olio appena versato scivola ancora tra loro, intorno al buchino dove quasi subito viene raccolto e fermato dalla mano destra che velocemente ripassa a lubrificare tutta la zona perianale, perineale e giù fino al clitoride tra le labbra, risale e ancora la falange di un dito seguita da quella di un secondo, premendo vincono ora senza alcuna fatica le mie resistenze, penetrandomi, affondando ancora in me, ruotando e lubrificandomi nuovamente fino in fondo: ri-escono però subito.

Qualcosa di freddo e rotondo, chiaramente metallico, prende a scivolare e roteare sull'intorno immediato del mio buco con una pressione in costante aumento; penso immediatamente che si tratta di un butt plug in acciaio avendo già provato quella sensazione piacevole alcune altre volte da sola; la pressione aumenta ancora e quello comincia ad aprirsi la strada in me in un lento e ahimé piacevole avanti e indietro, dentro e fuori che divarica a ogni affondo un po' di più nel mio culo (i miei pensieri cominciano a farsi più scurrili); mi aprono e mi chiudono (gemo) e nel continuum sento il mio sfintere tirare un po' deducendone che deve avere un diametro superiore a quello cui sono abituata (uso solitamente una taglia M con diametro di poco superiore ai tre centimetri, ma questo probabilmente è una L). Mi tira tutto e la spinta non diminuisce ma anzi aumenta ed insiste e il mio sfintere cede sempre più, finché di colpo viene raggiunta e superata la parte più larga del giocattolo che scivola tutto dentro di me. Sento l'ano che lo risucchia rapidamente e poi si restringe fino a chiudersi intorno all'astina del butt plug e poi va a sbattere contro il fermacorsa anti risucchio piatto (gemo). Un altro fiotto di olio e poi due dita si infilano ai lati del buco così bagnato tra la coda del butt plug e la mia pelle spingendolo in fuori e così facendo, allargano di nuovo l'ano che adesso tenta naturalmente di ritenerlo al suo interno; le dita afferrano la coda e molto lentamente la tirano verso l'esterno fino a dilatare al massimo l'orifizio (gemo) e poi la lasciano facendomelo risucchiare tutto in un batter d'occhio; e così a ripetersi per svariate volte (gemo per ciascuna). Tutto il mio corpo è di nuovo teso, il seno duro e i capezzoli turgidi.

Un ultimo rilascio dalla dilatazione massima, il mio ultimo risucchio tutto in me, l'orifizio che si chiude un'ultima volta intorno all'astina del giocattolo la cui coda si ferma contro l'ingresso del buchino e a quel punto anche la mano sinistra mi molla e ritorno di colpo verso e contro la pertica ma questa volta facendo un gran "stock" che sento sordamente anche con le orecchie tappate (ma soprattutto con la percezione che ho di tutto il mio corpo) quando il butt plug in acciaio sbatte contro la pertica in legno su cui si appoggia rientrando così molto aderente dentro di me (gemo e mi abbandono ancora e di nuovo esausta più di prima).

Olio che cola dalla coscia e poi giù lungo la mia gamba sinistra fino alla caviglia; due mani insieme mi avvolgono a partire da quella e mi massaggiano a salire spargendo l'olio su tutto il polpaccio, il ginocchio, la coscia, l'interno della coscia. La destra si distacca sotto la natica mentre la sinistra si infila lungo l'inguine e circumnavigandomi tutta si congiungono sulle mie labbra dove riprendono a lavorarsi una il clitoride e l'altra la zona perianale già occupata dal giocattolo e subito sotto l'ingresso della natura (gemo). Discendono lentamente insieme fino alla caviglia dall'interno e poi risalgono nuovamente dove erano prima e le due dita della sinistra giocano ancora per un po' sul mio clitoride tra le labbra stringendolo e percorrendolo tra loro; trasalisco e gemo rumorosamente. Si fermano e si staccano da me; l'olio cola ora lungo la coscia e la gamba destra, e poi di nuovo le due mani dalla caviglia fino su all'esterno e poi ancora giù tra le labbra a masturbarmi senza pietà pizzicandomi il clitoride (gemo, mi inarco e mi tendo tutta stringendo le cosce come posso con la pelle d'oca alta un centimetro), poi di nuovo entrambe fin giù lungo l'interno delle cosce e del polpaccio dove si fermano e si staccano da me.

Tocca alle braccia: olio colante dal polso fino verso la spalla destra e poi due mani che sempre partendo dal polso le avvolgono spargendo l'olio tutto intorno all’avambraccio, il gomito con la fossetta al suo interno sensibilissima che appena sfiorata mi fa trasalire gemendo rumorosamente, poi il braccio fino alla spalla e sotto la ascella che stuzzicata mi fa scuotere tutta e gemere ancora. Subito sul braccio sinistro, di nuovo olio abbondante che cola, le mani dal polso che scendono bagnandomi tutta fino al gomito, la fossetta (ggghhh), il braccio tornito, la spalla e la ascella (nnnhhh) e poi la mano che da lì scivola sotto sul seno penzoloni, lo accarezza tutto, si ferma sulla aureola sporgente e due dita mi prendono il capezzolo (aaahhh), lo stringono, lo fanno girare in senso orario e viceversa varie volte (aahhnn), lo stirano allungandomi tutto il seno e poi lo rilasciano (mmmhhh).

Poi mani bagnate d'olio si posano sul mio basso ventre infradiciando il triangolino della mia peluria; risalgono dal basso ventre lungo la pancia, i fianchi, l'ombelico in cui intrufolano le dita passandoci sopra; la muscolatura della pancia sopra l’ombelico e poi l’attaccatura delle costole, le costole fino sui fianchi e poi rientrano sui seni su cui si soffermano lungamente (gemo) stringendoli e schiacciandoli e rilasciandoli più volte (mi si rizzano i capezzoli e le aureole sporgono appena). Le mani si rovesciano entrambe con il dorso contro il seno e prendono entrambi i capezzoli tra due dita di ognuna, li stringono, li rilasciano, li tirano e li mollano (gemo) facendomeli inturgidire e sporgere ancora di più e infine girate sul palmo salgono ancora finendo di oliarmi décolleté e collo rendendomi così tutta lucida e oliata come una porchetta sul girarrosto, o forse come una anguilla appena pescata. Mi abbandono sulle braccia e le gambe tese bloccate sui legni, sfinita chiedendomi quando terminerà tutto questo mentre ascolto il pulsare del mio ano violato e posseduto, il pulsare del perineo contro la pertica e subito sotto l'apertura del mio sesso fremente (che sembra implorare il suo sfogo), divaricato contro l'asta verticale che trattiene il butt plug bello piantato dentro di me (come fossi una anguilla allo spiedo, ecco). Il profumo forte di incenso dell'olio da massaggi che esala da tutto il mio corpo, insieme al piacere provocatomi dalle stimolazioni sensuali che ho appena subito mi fanno girare la testa che abbandono a se stessa.

Analizzata

Isolata nel mio buio silenzioso non riesco a rendermi conto di quanto tempo duri quello stato di abbandono e di ascolto delle sensazioni che provengono dalla mia intimità più profonda che non smette di pulsare intorno al ferro che l'ha penetrata e al legno che la tiene divaricata, quando nuovamente la mano sinistra (che riconosco perché quando è appoggiata sul mio sedere il pollice sta sulla mia natica sinistra appunto), scivola e si infila nella fessura e mi tira nuovamente allontanandomi dalla pertica, dopodiché due dita della mano destra afferrano da sopra e da sotto la coda del butt plug nell'incavo delle mie natiche e molto lentamente cominciano ad estrarlo mentre un nuovo fiotto di olio cola sul buchino che si sta dilatando per il passaggio della testa del giocattolo (gemo). Arriva alla dilatazione massima e questa volta non sento più tirare tanto come prima perché il mio sfintere evidentemente si sta adattando e ammorbidendo, lo supera ma viene trattenuto piantato ancora in me che invece lo sparerei fuori e così il mio buco si restringe lentamente fino a richiudersi completamente. Ma poi in un sol colpo viene nuovamente piantato tutto in me (gemo fortissimo mentre lo risucchio tutto dentro): segue una serie di tira e molla, le dita lo estraggono allargandomi completamente il buchino ma poi subito prima di superare il punto di massima mollano il butt plug che il mio sfintere risucchia subito (gemo ogni volta). Poi afferrato viene estratto tutto di colpo e per un attimo il mio sfintere spossato da quell'esercizio rimane spalancato e in quel momento un abbondante fiotto di olio fresco mi inonda il canale rettale così esposto, che subito richiudo e che pulsa da solo ancora per un po'.

Senza darmi un attimo di tregua però la falange di un dito seguita immediatamente da quella di un secondo spingono e senza ormai resistenza da parte mia entrano nuovamente nel mio ano spalancando lo sfintere e affondano completamente entrambe nel retto (gemo) e poi vengono ruotate in senso orario e viceversa alcune volte (gemo) per poi uscire da me soffermandosi un attimo ancora a massaggiare l'intorno del buchino mentre si rilassa e si richiude del tutto. La stimolazione prolungata ha di nuovo reso tutto il mio corpo teso come una corda di violino. Il mio seno gonfio con le aureole sporgenti e i capezzoli turgidi, il clitoride gonfio tra le labbra tese anche loro e quando anche la mano sinistra tra le mie natiche mi molla mi abbandono tornando di colpo contro la pertica su cui sbatto l'ano da cui sento uscire un po' d'olio a causa del contraccolpo, e sotto sulla passera che si apre un poco scivolando verso i lati della parte cilindrica, fin contro la cuffia del mio clitoride su cui mi fermo e che sfrega sulla superficie bagnata d’olio della pertica (ho alcune contrazioni contro quella e il mio gemito è incontrollabile).

Non faccio in tempo a riprendermi che la mano sinistra si infila di nuovo tra il mio culo e la pertica e mi allontana ancora da quella e poi sento sul buchino la pressione di qualcosa di grosso da subito e siccome tra me e la pertica non ci può certo passare un maschio con il suo cazzo in erezione devo immaginare che si tratti di un dildo di gomma però grosso come un grosso cazzo (gemo). La spinta è costante e di nuovo il mio ano cede morbido e si dilata ormai senza troppi problemi anche perché sono esausta, ma sento tirare di nuovo perché evidentemente il diametro del cazzone probabilmente è ancora maggiore di quella del butt plug con il quale sono stata infilata prima, (gemo a ogni millimetro della lenta ma continua penetrazione), finché in un batter d'occhio sento lo sfintere richiudersi appena (gemo e realizzo che forse è stata superata la parte più larga del dildo come succederebbe con la cappella di un cazzo vero). A quel punto la penetrazione prosegue senza intoppi per diversi centimetri che mi fanno nuovamente tendere ed inturgidire ovunque ciò mi sia possibile.

Sento muovere e come sistemare la parte del dildo di gomma che non è già dentro di me e poi di colpo la mano sinistra molla il mio sedere: trasalisco e con un grande sforzo mi tendo tutta ancor di più di quello che non sia già per impedire che il cazzone di gomma mi sfondi di botto; inarcò il corpo, mi tendo sulle gambe e spingendo sulle braccia dopo che il dildo mi è entrato già dentro di alcuni altri (troppo lunghi) centimetri (gemo disperatamente). Il mio sforzo è però vano e non sostenibile per più di qualche secondo, dopo i quali devo desistere abbandonandomi al mio peso il meno velocemente che riesco, ma, anche a causa della massiva lubrificazione sia interna del retto che intorno al mio ano, il cazzone di gomma mi scivola lentamente dentro e mi sembra di cogliere con il mio sfintere ogni protuberanza sulla sua superficie facendomi realizzare trattarsi di uno di quei cazzoni molto realistici con tutte le vene in evidenza, fatti apposta per stimolare meglio durante la penetrazione, con al fondo quella coppia di mezze palle e la ventosa per farla aderire alle varie superfici e che nel mio caso evidentemente adesso è appoggiata alla pertica verso la quale sto miseramente sprofondando.

Millimetro dopo millimetro nel lento ma non troppo arretrare del mio sedere e di tutto il resto di me stessa, percepisco e sento distintamente il mio canale rettale che si dilata per fare spazio al lungo affare che mi sta invadendo, finché arrivo a contatto con le “palle” (come immaginavo) che mi dilatano l’intorno delle natiche, l’ingresso della vulva subito sotto, le grandi labbra e poi, mollata a quel punto ogni mia resistenza affondo senza pietà fino contro il mio clitoride turgido e tumefatto la cui cuffia arretra e sfregando sulle “palle” mi provoca una fitta di piacere che mi percorre tutta, seguita da alcune contrazioni del retto intorno all’organo artificiale che mi ha sfondata fin dove arriva (gemo come una cagna e mi abbandono del tutto cercando ancora di stringere le cosce che mi tremano come foglie).

Dunque forse è questo l’orgasmo anale del quale ho sentito favoleggiare dalle mie amiche più “scafate”. Mi gira la testa, sono confusa e mi sento quasi svenire.

Vibrazioni

Un fremito mi percorre ancora dalla punta dei piedi fino alle dita delle mani, le cosce mi tremolano ancora mentre le chiudo e rilascio come posso, ho il fiato corto ed emetto brevi gemiti, il mio seno è ancora gonfio e teso quando le mani che ci arrivano sopra dal basso prendono a palparmelo di nuovo come non ci fosse un domani; poi si girano entrambe con il dorso verso i capezzoli e li pizzicano tra due dita di ognuna (gemo), strizzandoli e tirandomeli. La destra si stacca dal seno sinistro (è sempre la posizione dei pollici che me le fa identificare nel mio buio silenzioso che mi rende ipersensibile agli stimoli che ricevo dagli altri sensi) e le dita dell’altra rigirate, mi stuzzicano l’aureola lubrificata del destro (gemo) e poi la strizzano facendo sporgere ulteriormente il capezzolo già turgido e duro (gemo). Una improvvisa fitta lancinante che parte proprio da quello invade tutto il seno, poi il torace arrivando al cervello tramite la spina dorsale come una scarica elettrica; qualcosa di metallico e freddo lo stringe atrocemente facendomi emettere un gemito interminabile mentre sollevo e ribalto il capo abbassato fin che posso all’indietro verso la schiena lanciando la treccia come fosse una frusta che mi arriva fino sul culo. È sicuramente una di quelle clips per capezzoli appunto che viene ancora stretta per un po’ serrandosi saldamente tra la base del capezzolo dritto, duro e l’aureola morbida. Respiro corto e ansimo e subito la mano sinistra si sposta sul seno destro, sull’aureola che strizza e questa volta dopo l’attimo di piacere so almeno cosa mi aspetta: e infatti lo stesso dolore quasi indicibile (gemo e stringo le cosce o almeno ci provo come solito e sento il clitoride che continua a sfregare contro le finte palle) e questa volta il capo rimane dritto sul collo ma gemendo lo scuoto come per cercare di allontanare dal mio seno il supplizio che lo attraversa. Anche il mio ano sussulta e si contrae sul dildo che lo possiede spudoratamente. Poi il dolore si trasforma rapidamente in un “piacevole” formicolio che pervade tutto il seno e il petto mantenendomi ulteriormente nello stato di tensione sensuale cui sono sottoposta ormai da troppo: come non bastasse dopo un attimo qualcosa di pesante (dei piccoli pesi immagino) vengono agganciati alle clips provocandomi lo stiramento verso il basso dei capezzoli e del seno che esalta il tutto alla ennesima potenza. Gemo ancora e di nuovo mi abbandono al mio peso accasciando il mio corpo nudo che sprofonda per l’ennesima volta contro la pertica tra le mie natiche con il dildo che spinge ancora di più nelle mie viscere e la natura, le labbra e il clitoride turgido e tumefatto stimolati in modo indicibile.

La mano sinistra si appoggia sulla natica destra e poi sento la destra oliata che dal fianco scivola sotto il mio ventre, lungo l'inguine, passa sul pube rasato e due dita affondano tra le labbra ormai spalancate, passano ognuna a fianco del clitoride in erezione stringendolo e strofinandolo per bene, superano la cuffia (gemo ansimo e "stringo" le cosce), e passando sulla testolina sporgente, scendono ancora più giù ed entrambe aprono ed affondano nella vulva rigirandosi subito verso la parete anteriore a mo' di gancio. Sono tutta bagnata e lubrificata anche li e non solo per l'abbondante uso dell'olio per massaggi. La mano e le sue dita cominciano così a masturbarmi con forza, impietose, sia internamente che esternamente: gemo fortissimo e mi tendo di nuovo tutta su gambe e braccia inarcando il capo all'indietro e abbandonandomi non potendolo allontanare da me, al godimento estremo che mi pervade adesso tutta ad ogni sfioramento del mio corpo ipersensibile ad ogni stimolo tattile. Naturalmente l'energico movimento nel mio laggiù si ripercuote anche sul membro fasullo che adeso alla pertica scorre nel mio culo quel poco che basta per stimolarmi terribilmente il buchino spalancato e dintorni (gemo e ansimo). Mordo ferocemente la gagball tra le mascelle e trattenendo il respiro arrivo al top ed esplodo: le contrazioni mi scuotono dal più profondo di me, il bacino scrolla ripetutamente in su e in giù, avanti e indietro mentre la mano sulle e nelle mie intimità non mi da tregua e a causa del movimento inconsulto e incontrollabile il membro di gomma violenta il mio culo e il canale rettale anche loro vibranti. Le gambe e le cosce che "stringo" a più non posso tremano e vibrano come foglie al vento, il seno e i capezzoli stirati dai pesi sembrano esplodermi, il capo e gli occhi ribaltati all'indietro, le labbra e le narici spalancate per iperventilarmi ansimando e gemendo. Non so quante violente contrazioni mi devastino, ma mentre il mio addome e il bacino rallentano le scosse, continuo a lungo a tremare e vibrare dalla punta dei piedi fino alla cima dei capelli, quando finalmente le dita escono da me e la mano scivolando a ritroso sul pube e sul basso ventre abbandona la mia passera infradiciata dai miei umori e io mi accascio letteralmente distrutta affondando di nuovo sul dildo nel culo contro la pertica tra le mie chiappe, sbattendo anche questa volta il clitoride tumefatto contro le "palle".

Passa però troppo poco quando una grossa testa rotondeggiande che sale tra le cosce aperte tra le labbra spalancate, viene appoggiata contro il clitoride e spinta a sufficienza per aderirvi completamente comprimendolo un po' contro il monte di Venere. Raggiunta quella posizione si ferma e forse viene fissata alla pertica che scende a terra sotto il mio sedere. Mi appoggio a quel qualcosa che sembra appena elastico e attendo il mio destino per scoprire di cosa si tratti mentre naturalmente il mio clitoride che ci si adagia sopra non smette di pulsare.

Appena comincia la vibrazione realizzo immediatamente che si tratta della testa di un vibratore Hitachi e trasalisco gemendo; per allontanarmi istintivamente cerco di spingere più che riesco sulle gambe larghe in punta di piedi e tirandomi sulle braccia ma pur diminuendo un po' la pressione mi resta tutto ancora a contatto con il clitoride che comincia a "soffrire" nuovamente subito poiché la mia e la sua eccitazione non sono scemate affatto.

La vibrazione inizia lieve ma poi aumenta gradualmente e così facendo siccome la testa del vibratore oltre che sul mio clitoride appoggia evidentemente anche contro la pertica, anche quella comincia a vibrare e con lei anche il dildo infilato ormai del tutto nel mio culo. Il risultato è devastante per il mio godere: mi tendo immediatamente tutta come un arco gemendo nuovamente in modo incontrollabile e mordendo la museruola che mi impedisce di urlare. Il seno gonfio e i capezzoli duri come l'acciaio penzolano stirati dai pesi attaccati alle clips che roteano in tutte le direzioni a causa del dimenare del mio torace, le caviglie doloranti nel tentativo forsennato di tirare le gambe verso l'interno per stringere le cosce tremanti. Penso di stare per svenire quando il vibratore viene fermato e già sfinita mi adagio sulla sua testa che mi schiaccia e divarica le grandi labbra; ansimo e gemo con la testa che mi crolla. Ma la tregua viene fatta durare appositamente troppo poco e lo strumento di tortura ri-acceso ad un livello più alto o forse con un altro tipo di vibrazione. Di conseguenza risalgo immediatamente su me stessa di nuovo devastata e pervasa dal piacere che non da tregua ormai in nessun punto del mio corpo, fuori e dentro; di nuovo inarcata e tesa che "urlo" e mordo quello che ho in bocca dalla quale escono bollicine a causa della salivazione abbondante e della respirazione compulsiva. Il seno, il clitoride e il culo violato e tutto il resto che vibra fuori e dentro, facendomi arrivare fino ad un attimo dal top e poi stoppando sadicamente tutto proprio in quell'istante facendomi crollare di colpo su me stessa come corpo morto cadrebbe. E il sadico giochetto continua: appena mi sto per calmare un poco e il mio respiro e il mio battito cardiaco rallentano la macchina infernale tra le mie cosce riparte, provoca devastazioni in tutto il mio essere e quando arrivo a quella che sarebbe l'esplosione e lo sfogo necessario e finale che se potessi implorerei mi fosse concesso urlando, tutto si ferma. E ancora, e ancora, sempre più vicina a quell'attimo che mi viene negato di superare con precisione sconcertante (evidentemente il mio corpo indica precisamente al carnefice il momento esatto in cui sospendere il mio piacere per prolungare il supplizio).

Sento ogni centimetro quadrato della mia pelle oltre che oliato, anche bagnato da finissime goccioline che trasudano da ogni poro, collo, spalle, décolleté, tutto il seno e i fianchi, la schiena, il ventre, le natiche e la valle tra loro, le cosce e le gambe fino alle caviglie. Ogni tanto più gocce si uniscono formando dei rivoli che ne raccolgono tante altre lungo il percorso e le sento scorrere tutte insieme verso il basso come piccoli ruscelli e poi staccarsi da me sgocciolando.

L'ultima pausa dura un po’ di più o forse è solo una mia impressione, fattostá che quando viene riacceso la vibrazione mi sembra fortissima e pulsante e il mio corpo nudo, bagnato, trasudante tutti i miei umori più intimi e profondi reagisce immediatamente raggiungendo subito uno stato di tensione indicibile. Mi sollevo in punta di piedi come non mai il che mi consente di sollevarmi appena dalla testa vibrante e di uscire di pochi centimetri dal dildo che mi incula. Inarco il petto tirandomi atrocemente con spalle e braccia e la testa si rivolta completamente all’indietro e spalanco di nuovo bocca e narici a causa della iper ventilazione; il seno tirato dai pesi e i capezzoli strizzati sono gonfi e turgidi da farmi urlare, il clitoride e le grandi labbra ai suoi lati sono frullate e martellate, la pertica vibra e il cazzone dentro di me vibra di conseguenza. Sono un gemito senza sosta e aspetto da un istante all’altro un nuovo fermo e questo mi crea ancora maggiore tensione sensuale. Interminabili istanti di godimento indicibile.

Esplosione

Le sensazioni che provo dal momento in cui viene superato l'attimo fatale del non ritorno le vivo, le provo, le sento come se il tempo fosse rallentato o stesse per fermarsi anche se immagino che tutto si svolga in pochi interminabili secondi.

Alla prima contrazione fortissima il mio bacino si solleva con tutto il mio ventre e il torace e avanza violentemente in avanti, il clitoride enorme scivola anche lui sulla testa del vibratore Hitachi che lo sta martoriando e che passa subito dietro sulla vulva che si dilata come se volesse uscire da me e nel movimento il cazzone nel mio culo ne esce quasi mezzo perché la contrazione interessa anche tutto il mio canale rettale che cerca di spararlo fuori. Il seno dolorante nel movimento inconsulto lancia verso l'alto le clip strette sui capezzoli duri come l'acciaio stirando ulteriormente le aureole già molto sporgenti. Uno schizzo fortissimo fuoriesce dal mio uretere ora sollevato e spalancato in avanti a cavallo della testa del vibratore mentre aprendo in modo impossibile la bocca ho adesso la gagball mezza tra i denti e il mio gemito spaventoso somiglia già di più ad un urlo liberatorio. Le gambe e le cosce stirate all'inverosimile tremano e scuotono mentre le stringo più che posso e i polsi legati mi dolgono da morire. Il ritorno è altrettanto devastante: il torace e il bacino schiantano verso il basso cosicché i pesi e le clips con il seno volano e sbattono sulle costole e ho l'impressione che cedano scivolando appena più distanti dalle aureole sui capezzoli stiratissimi. La vulva aperta e subito dopo la testa del clitoride turgida e tutta scoperta fuori dalla cuffia tornano a sfregare sulla sfera del vibratore che continua a martellare. L'ano ripercorre tutta la parte fuoriuscita che affonda di nuovo in me e percepisco tutte le nervature sul membro di gomma e sento scuotere attorno a quello il canale rettale e lo sfintere come se stessero loro scopandosi il dildo, anziché lui stuprando me e con tutto il mio peso torno a sbattere le natiche, il culo e l'ano pulsanti contro le "palle" contro la pertica.

La seconda contrazione è ancora più violenta della prima: il bacino e tutta la parte superiore del mio corpo ripartono verso l’alto e in avanti, le gambe si sollevano sempre tremolanti sulla punta dei piedi e le braccia e le spalle si contorcono per assecondare il movimento. Il mio retto e l’ano si contraggono e scuotono per fottersi il dildo che li possiede e la mia estensione è abbastanza ampia da fare in modo che l’uscita naturale del cazzone dal mio culo e la forza della spinta dall’interno lo sparino fuori completamente torcendolo tra il mio buco liberato (che continua a pulsare dentro e fuori donandomi un godimento pazzesco, ed ecco penso, questo è l’orgasmo anale di cui favoleggiare), e la pertica a cui è fissato, e l’arnese uscito prima rimbalza gommoso tra le natiche verso l’alto e poi alla massima estensione del mio corpo torna a flettersi verso il basso infilandosi tra il vibratore e la mia passera tra le grandi labbra: infatti di nuovo, il clitoride e poi l’apertura della vagina hanno superato la testa del vibratore e dalla mia uretra tutta esposta tra le piccole labbra esce un altro schizzo ancora più poderoso del precedente; gemo urlando con la gagball morsa tra i denti e il capo ancora sollevato e ribaltato tra le scapole. Il seno rilancia clips e pesi verso l’avanti e questa volta il contraccolpo è così potente che le pinze si staccano dai capezzoli scivolando via (la fitta di dolore è ancora più lancinante di quando sono state messe, ma poi subito liberatoria e a suo modo goduriosa diffondendosi a tutto il seno così liberato); gemo senza sosta. Arrivata all’apice rinculo ancora verso la pertica con il bacino che si riabbassa di colpo e lungo il percorso il perineo, la vulva e poi il clitoride tutto si appoggiano cavalcandolo sul cazzo finto che vibra ancora poiché appoggia sulla testa vibrante del Hitachi, finché anche questa volta tutta la mia intimità sbatte contro la pertica e rimbalza.

Seguono una serie di contrazioni minori ma ognuna ancora devastante per il mio essere che sento fluire come un fiume in piena verso la figa e il culo: il retto continua a scuotere dentro di me e l’ano a pulsare sporgendo e rientrando, aprendosi e richiudendosi ritmicamente (sensazione sconvolgente); ogni movimento (e ne ho parecchi) in avanti e indietro del bacino comporta lo sfregamento di tutto il clitoride (dalla testa all’asta) sul cazzone che adesso sto cavalcando, e quando per un attimo si solleva esponendo l’uretra, da questa fuoriesce l’ennesimo poderoso spruzzo (e io che pensavo che lo squirting così abbondante fosse anche lui una leggenda metropolitana). Tremo tutta, il cuore batte a mille ma alla fine mi accascio con tutto il peso su me stessa o meglio su quello che ne resta e le gambe, le cosce soprattutto, il petto e il seno, le braccia continuano a fremere e vibrare inconsulte anche se il vibratore Hitachi si è fermato smettendo di suppliziarmi. Abbandono il capo in avanti e distrutta chiudo gli occhi sotto la benda che li avvolge.

Outro

Quando li riapro sono sdraiata supina sul mio materassino da yoga e l’istruttrice mi tiene le gambe sollevate dritte reggendomi con le mani le caviglie e tutt’intorno a breve distanza in cerchio le altre compagne di corso che mi guardano preoccupate (come se mi avessero trovata priva di sensi e stessero osservando le manovre di rianimazione). Ho indosso un senso di grande spossatezza e appagato rilassamento generale ma laggiù nella mia intimità, negli slip brasiliana neri, nei leggins neri, tra le cosce, tra le labbra dove mi sento tutta umida, il clitoride, il perineo, il periano, lo sfintere e tutto l’orifizio anale che mi dolgono, mi stanno pulsando appena e ho delle piccole contrazioni; sotto il top nero, nel reggiseno a fascia sportivo nero i seni gonfi, le aureole sollevate e i capezzoli appena sporgenti mi provocano piacevoli fitte strofinando contro la stoffa degli indumenti aderenti mentre respiro; la mandibola mi duole come indolenzita, così come i miei polsi e le mie caviglie che guardandole, non presentano alcun segno: forse ho sognato, forse.

Generi

Linea Erotica Z