La fanciulla e l'uomo nero 2

L'uomo di colore Uganda rimase seduto accanto a Cielo Riveros, accarezzandole le gambe e sentendo la gelida morbidezza della pelle della ragazza. Vide come la ragazza sospirava a ogni tocco che le faceva provare. L'uomo di colore sentì come il suo enorme membro si induriva sempre di più, dicendosi che se il suo capo Pedro non fosse stato lì, sarebbe stato lui a godere di quella dea divina.

La ragazza, invece, rimase immersa in quel mondo erotico in cui l'uomo nero l'aveva trasportata, tutto a causa della sua già sciocca innocenza e della sua eccessiva sicurezza; vedeva l'africano mentre la toccava, ma non lo respingeva, la sua mente le riportava indietro il momento in cui per la prima volta aveva visto con i suoi occhi l'enorme cazzo nero corvino che poteva solo immaginare nei sogni, tutti quei ricordi bollenti le facevano salire la temperatura al massimo, e lei si godeva solo il momento, non esisteva altro per lei.

L'uomo dai capelli scuri iniziò ad alzare le mani fino ad arrivare vicino alla sua vagina nubile, le sue dita stavano già accarezzando le sue delicate labbra vaginali, facendo sì che la ragazza gettasse indietro la testa e inarcasse la schiena. Lei disse solo qualche lamentela che sembrava più un gemito. - Oh no, per favore... non toccarmi lì, ahhhh... il tuo capo potrebbe sospettare di noi, ahhh, l'uomo di colore con lo sguardo giallastro sorrise quando notò che i gemiti della ragazza erano più di piacere che di lamentele.

L'Uganda non poteva resistere oltre, non voleva aspettare oltre, aveva davanti a sé una squisita prelibatezza e non voleva che si raffreddasse, così con tutta la morbosità che si portava dentro avvicinò il suo viso ripugnante al delizioso inguine della ragazza sentendo l'aroma che distillava la sua vagina bagnata, la scolaretta stimolata sentendo che l'uomo nero avvicinava le sue labbra spesse alla sua parte intima sensibile allungava le mani impedendo al Negrete di svolgere il suo compito.

no, no per favore, la-lasciami, non farlo... esclamò Cielo Riveros con una voce così innocente ma sensuale allo stesso tempo che fece impazzire l'uomo di colore perché gli fece ricordare quella volta che lo aveva visto fare pipì con il suo tubo gigante e quasi nello stesso momento l'uomo di colore ebbe un momento di illuminazione - come va ragazza, vuoi che il tuo uomo Pedro sappia che ami il cazzo nero... he he... fagli scoprire quanto ti piace che gli uomini di colore ti scopino he he...

No per favore, non lo faccia signore, farò tutto quello che mi chiede ma non lo dica a Don Pedro... L'africano sorrise vilmente e disgustosamente vedendo che la sua morbosa intenzione era sulla strada giusta, avvicinò di nuovo il suo labbro carnoso alla deliziosa pannocchia della ragazza, a pochi millimetri di distanza poteva già percepire quell'aroma femminile di Cielo Riveros, allungando la lingua diede la prima leccata a quella pelle vellutata facendola prendere con una certa forza per i capelli come un virulan, altre due leccate e la ragazza stava già espellendo i primi liquidi vaginali, con la schiena inarcata e la testa inclinata, si morse le labbra con gli occhi socchiusi.

ayyy nooo pa-pareee ahhh… la ragazza non sopportava più quella lingua ruvida che attaccava le sue labbra vaginali con una ferocia esasperante, le sue mani stringevano le lenzuola sporche e giallastre che odoravano di sudore ma stranamente per lei questo non importava e con suo grande rammarico ciò che voleva era continuare a sentire quella lingua che la faceva contorcere dal piacere.

 

L'uomo africano le fece scivolare le mani verso i seni piccoli e rotondi, massaggiandoli bruscamente. La ragazza reagì prontamente e gli afferrò le mani, cercando di staccargliele, ma invano, perché l'uomo di colore era più forte. La povera Cielo Riveros cedette presto ai forti palpeggiamenti e ai pizzicotti che l'uomo di colore violento le stava infliggendo e, ancora una volta, stringendo le lenzuola sporche, si dedicò a sopportare il piacere che le stava dando.


ayyy ayyy noooo pa-stop signore non più ahhh… L'uomo di colore che stava assaggiando i primi fluidi che la ragazza stava rilasciando con la lingua sorrise sentendo la sua voce innocente lamentarsi ma allo stesso tempo godersi il cibo di pannocchie che le stava dando, la ragazza stava praticamente afferrando la testa dell'uomo di colore con le sue gambe ben tornite desiderando che quella lingua vibrante entrasse più a fondo nella sua intimità.

-- Calmati bellezza... Arriverà presto il momento in cui il mio amico con il cazzo gigante ti farà godere come vuoi, ah ah ah... --Oh no, p-lasciami per favore... Non v-voglio ahhh ahhh... -- Qui farai quello che ti dico; o vuoi che Don Pedro scopra che puttana sei... sei venuta qui per questo, come puoi mancare di rispetto al mio capo? Ora ti farò pagare per quel tradimento del mio piccolo capo? LO VUOI!!!


molto bene bambola, ora goditi la notte che ti aspetta ha ha vorrai restare e vivere qui ha ha... Subito dopo il ragazzo nero immerse di nuovo la sua disgustosa lingua sulle labbra vaginali già distese in una leccata incessante, continuò a bere i fluidi corporei sempre più abbondanti che la ragazza produceva, erano incomparabili persino alle poche puttane che aveva assaggiato nella sua vita, Cielo Riveros era una donna incomparabile e in quel momento l'aveva a sua disposizione.

La studentessa rimase lì in ginocchio completamente sconcertata da quanto era successo, il vecchio insegnante uscì dall'ufficio sbattendo la porta e chiudendosi i pantaloni con un grande sorriso da un orecchio all'altro, Cielo Riveros si inginocchiò sul pavimento cercando di calmarsi, anche se molte ragazze della sua età avevano già avuto quel tipo di esperienza, a 18 anni era la prima volta che la sperimentava, nel frattempo, dall'angolo delle sue labbra scivolavano fili di sperma disgustoso del lussurioso insegnante, tossì per espellere i resti di sperma dalla sua gola cercando di liberarsi del sapore che le era rimasto in bocca.

Già più calma, la ragazza si alzò, cercò il reggiseno, se lo mise sui seni formidabili e poi uscì dall'ufficio per tornare a casa. Quando arrivò, come un automa, andò a fare la doccia. Era in condizioni fisiche e mentali deplorevoli, ma dopo aver fatto una lunga doccia e aver messo tutti i vestiti in lavatrice, era pronta a dormire fino al giorno dopo, che era il fine settimana. Quando arrivò lunedì, era ancora molto confusa su quello che era successo. Non si poteva dire che fosse traumatizzata, ma la verità è che non riusciva a credere a quello che aveva fatto al casting. A poco a poco cominciò a bloccarlo nel suo subconscio, rinunciando a tutto quel voler fare l'attrice, soprattutto quando parlando con altre compagne di classe della sua scuola, venne a sapere che il vecchio Tulio era un pervertito sessuale che voleva approfittarsi di una studentessa come aveva fatto con Cielo Riveros, ma lo denunciò al direttore, e tutti furono d'accordo che lo avrebbero richiamato all'attenzione poiché il vecchio Tulio si difese dicendo che la ragazza era confusa, che lui era un grande professionista del teatro e bla bla bla, si sa che questo vecchio depravato aveva un gran dono della parlantina. Un giorno il vecchio del fruttivendolo Don Anselmo, un uomo di 60 anni, vide sul suo orologio che era l'una e mezza del pomeriggio, uscì di corsa sapendo che era l'ora in cui passava Cielo Riveros dato che studiava nel pomeriggio, e non si sbagliava la vide con il suo passo cadenzato dirigersi verso dove si trovava come tutti i giorni vestita con la sua uniforme scolastica, la sua figura sinuosa si intuiva sotto i suoi vestiti da scolaretta il suo piccolo seno si vedeva solo coperto dalla sua camicetta con una scollatura che lasciava ben poco all'immaginazione e un gilet che non copriva quasi nulla, la sua minigonna plissettata che copriva il suo sedere carnoso e lasciava in vista le sue gambe potenti e tornite, era una ragazza piena di curve spaventose, tutto questo coronato da un bel viso di ragazza ancora senza imperfezioni con grandi occhi verdi ma ovviamente ciò che catturava di più l'attenzione era il suo corpo, che nonostante i suoi 18 anni, era già quello di una donna, e a tutti i cazzi degli uomini diventava davvero duro solo a guardarla. Il volto del vecchio si illuminò quando la vide; fu come vedere un angelo sulla terra.

- "Buon pomeriggio, signore", disse la ragazza con voce melodiosa, poiché lo conosceva perché era una cliente abituale del fruttivendolo.

 

-"Ciao Cielo Riveros" disse il vecchio prendendole la mano, assumendosi compiti che non gli erano stati affidati e avvicinandosi alla studentessa per darle un delizioso bacio sulla guancia che per lui era come sentirsi in paradiso.

"Come stai? Sai, volevo invitarti al cinema uno di questi pomeriggi che ci saranno nel parco del quartiere sabato, ma so già che tua madre non ti darà il permesso", il veterano assunse un'espressione di triste rassegnazione che commosse profondamente Cielo Riveros, poiché sapeva che Don Anselmo era stato abbandonato dalla moglie dieci anni prima e che aveva una figlia che a quel punto aveva la sua stessa età, cioè 18 anni, e poiché era molto gentile con lei, e lei lo guardava come un padre che saluta una figlia e le dà speranza, disse.

"-Mi rattrista pensare che non voglio uscire con te, ma non è così, se dipendesse da me uscirei tutti i giorni perché mi piaci molto, ma mia madre è molto severa con me, non mi permette di uscire a fare una passeggiata se non con lei o con mio nonno, ma parlerò con lei, farò tutto il possibile per andare al cinema visto che è vicino a casa mia, al parco. Il fruttivendolo le sorrise quando vide che almeno aveva una piccola speranza.

La ragazza gli disse: "Domani vado in centro. Mia madre mi ha mandato all'ufficio postale per lasciare delle lettere e pagare delle bollette al negozio di mobili. Non so se puoi venire con me, e da lì puoi offrirmi un milkshake", disse.

Il giorno dopo il fruttivendolo camminava nervosamente alla fermata, era arrivato mezz'ora prima, ansioso ed emozionato di sapere che sarebbe partito con una bella donna, quando si girò alla sua destra vide arrivare a circa 30 metri Cielo Riveros, splendidamente vestita quella mattina faceva caldo, e la ragazza indossava un vestito intero con spalline sulle spalle con una scollatura che rendeva impossibile non vedere quel seno perfetto dalla vita in giù era aderente al corpo, e arrivava a circa 10 centimetri sopra le ginocchia lasciando scoperte quelle gambe prodigiose e il suo sedere carnoso, per finire con i suoi stivali neri alti fino al ginocchio che insieme al vestito la rendevano piuttosto sexy. Il vecchio notò che gli uomini la guardavano con desiderio, alcuni facevano persino complimenti molto audaci, questo fece sì che Cielo Riveros muovesse istintivamente quel paio di grandi glutei mentre camminava.

Mentre camminava accanto al vecchio che somigliava a suo nonno, dopo aver fatto commissioni in centro, la ragazza ammirava i negozi e si lanciava come una bambina eccitata a guardare le vetrine dei negozi di abbigliamento. Il vecchio ne approfittava, scrutandola con lo sguardo dal seno alle natiche rotonde. Oppure, mentre si chinava per osservare le vetrine più da vicino, il veterano si ricreava osservando le sue lunghe gambe e quasi le natiche. Poi, quando la ragazza si voltava per indicargli qualcosa, il fruttivendolo doveva fare un grande sforzo mentale per impedire al suo bancone di irrigidirsi e farglielo notare.

Ma Cielo Riveros era più eccitata per la passeggiata, che per lei era qualcosa di straordinario per uscire dalla pesante routine, si divertiva come una bambina di 10 anni emozionata nel vedere i grandi magazzini di quel centro commerciale e la sua mentalità era ancora innocente, quella di una ragazza senza malizia, quello che non l'aiutava affatto era che quel gran corpo che aveva, già molto sviluppato e che aveva dei bisogni, chiedeva sesso anche se mentalmente non lo voleva, ma gli uomini se ne accorgevano, ecco perché i vecchi la molestavano, principalmente. Don Anselmo prese un caffè e la ragazza il suo frullato, parlarono e risero, si stavano divertendo molto, il vecchio le chiese di non chiamarlo signore ma di chiamarlo direttamente Anselmo, mentre uscivano dal bar passarono davanti ad alcuni cinema nel centro commerciale il vecchio disse a Cielo Riveros che se voleva potevano entrare a vedere un film, la ragazza si fermò a pensare, guardò l'orologio erano le 11 del mattino era ancora presto e lui disse che andava bene per lui scegliere il film, mentre la ragazza guardava i poster lui comprò due biglietti per vedere il film L'esorcista 2 entrarono nella stanza che era quasi vuota perché era mattina c'erano solo un paio di ragazze in uniforme da liceo che apparentemente si comportavano come topi e un uomo di circa 50 anni che dormiva nella stanza, la ragazza entrando nell'oscurità della stanza perché il film era già iniziato ed era buio prese la mano di Anselmo che era estremamente nervoso di sentire la mano morbida della sua dea.

Il vecchio le disse: "Andiamo in fondo, il film si vede meglio". Raggiunsero l'ultima fila e si sedettero. Lei non lasciò la mano del fruttivendolo quando si sedette, e questo gli fece piacere, pensando che non le fosse indifferente. Il film iniziò e l'aria condizionata nella sala, essendo quasi vuota, iniziò ad abbassare la temperatura, facendo battere i denti a Cielo Riveros a causa dei suoi abiti leggeri.

"-Ho freddo, Don Anselmo."

Il vecchio mise il braccio sinistro intorno alle spalle della ragazza e la abbracciò. Sentendo il caldo abbraccio, lei si strinse a lui, appoggiando la testa sulla spalla del fortunato fruttivendolo. Non stava più prestando attenzione al film; era in paradiso, a sentire la morbidezza del braccio della ragazza e il suo profumo inebriante. La sua mano accarezzò lentamente la morbida pelle dell'avambraccio di Cielo Riveros, godendo di una splendida vista del seno della ragazza mentre lei appoggiava la testa sulla sua spalla.

E lui cominciò ad avere una deliziosa erezione, godendosi il momento, c'è un urlo nel film in cui la ragazza sussultò per la paura e si strinse ancora di più al vecchio. Gli prese la mano destra con le sue mani e se la mise molto vicina al seno e gli disse:


"Non lasciarmi andare, ho paura."

In quella scena del film in cui si vede la ragazza esorcizzata urlare e schiumare dalla bocca, Cielo Riveros girò il viso inorridita, avvicinandosi molto al volto di Don Anselmo, a soli 2 centimetri di distanza, e si scambiarono un bacio spontaneo. Si fissarono e poi si baciarono di nuovo, ma questa volta più a lungo e più profondamente. Il vecchio si stava surriscaldando sempre di più e iniziò a baciarle e succhiarle l'orecchio. Lei si bloccò, cosa che lo sorprese molto e la rese molto nervosa. Con tono sorpreso, sentì la pelle d'oca, iniziò ad avere brividi e la sua voce si fece tagliente.

"-Don Anselmo, mi fai il solletico." Il vecchio non disse nulla e continuò a leccare l'orecchio dell'adolescente, sapendo che è una parte molto sensibile delle donne.

Lei chiuse gli occhi e lo lasciò fare, sentendo quel delizioso brivido su tutta la pelle, il suo respiro cominciò ad agitarsi, il vecchio continuò a morderle il lobo dell'orecchio e poi inserì la lingua nell'orecchio della ragazza, il che produsse piacevoli solletici a Cielo Riveros, il fruttivendolo con la mano sinistra andò direttamente alla nuca massaggiandola lentamente e accarezzandola molto delicatamente, la ragazza chiuse gli occhi e si contorse lentamente godendosi tutto ciò, con l'altra mano lentamente e delicatamente prima accarezzò il seno della ragazza e poi inserì la mano attraverso la sua scollatura e sentì il capezzolo che era già gonfio, Cielo Riveros inarcò la schiena per tanta stimolazione, il vecchio, ora con più sicurezza, impastò con forza i deliziosi piccoli seni di Cielo Riveros, lei chiuse gli occhi e si morse le labbra e lui le sussurrò all'orecchio: "Che piccole tette e quanto sono dure". La baciò di nuovo sulle sue labbra spesse e deliziose, lottando con la sua lingua contro la sua e poi scendendo sul collo sensibile della ragazza, facendola sospirare e gettare indietro la testa. Anselmo ne approfittò per iniziare a far scivolare giù le spalline del vestito della studentessa, rimuovendole completamente i seni e poi prendendone uno di quei formidabili seni e iniziando a succhiarlo, leccandolo e mordicchiandolo alternativamente. Cielo Riveros lo abbracciò per il collo e fece scorrere le dita lungo la nuca del vecchio, accarezzando delicatamente la calvizie prominente del fruttivendolo, inarcandogli la schiena e gemendo. Era la prima volta che qualcuno le faceva delle carezze a cui ora acconsentiva.


"-Ahhhhhh, ahhhhh ahhhhhhhhhhhhhhhhh che riiiiiiicoahhhhhh.

Il vecchio succhiava avidamente i seni duri e deliziosi della gnocca al suo fianco. Si divertiva a leccare il capezzolo duro con la lingua mentre con l'altra mano stringeva l'altro seno. Lei continuava a lasciarsi andare e gemeva sempre di più. Stava iniziando a sudare nonostante l'aria condizionata del cinema fosse al massimo. Il suo profumo era delizioso. Il vecchio poi abbassò una mano sul ginocchio di Cielo Riveros e iniziò ad accarezzarlo delicatamente. A poco a poco, iniziò a far scorrere la mano lungo le deliziose gambe della ragazza. Le accarezzò dall'interno: erano lisce, morbide e carnose.

Cielo Riveros per un attimo, sentendo quelle mani sudate e ansiose che le salivano sulle gambe, gli disse con voce rotta.

"Per favore noooo vai signore non andareoooo" e chiudendo le gambe intrappolando la mano di Anselmo tra le sue grandi gambe, il vecchio non disse nulla e iniziò a mangiare avidamente i seni sensibili della studentessa già eccitata facendo inarcare la schiena alla ragazza allentando la pressione delle sue cosce sulla mano del fruttivendolo lasciandogli la strada libera per continuare a salire, il vecchio sentì nella sua mano il calore che proveniva dalle gambe dell'adolescente, ebbe un'erezione come mai prima in vita sua il rigonfiamento nei suoi pantaloni aumentò di tre volte e naturalmente se aveva una bella ragazza con un corpo statuario che lo teneva sveglio la notte e lo faceva impazzire per lei ogni notte si masturbava nel suo letto sognando di baciarla, accarezzarla, toccare tutti i suoi angoli deliziosi e quel sogno era realtà in quel momento, il vecchio fruttivendolo in quei momenti deliziosi non cambierebbe posto nemmeno per l'uomo più ricco del mondo.

Il respiro di Cielo Riveros si era trasformato in un ansimare delizioso per le orecchie del vecchio sessantenne.

"-Ohhhhhhhhhhhhh ahhhhhhhhhhhhhh amore mio, Cielo Riveros

Poco dopo che la studentessa istintivamente aprì le cosce e cominciò a gemere più distintamente, già in preda a quelle sensazioni che la stavano facendo impazzire, la mano di Anselmo che stava frugando tra le gambe della studentessa raggiunse finalmente la terra promessa e sentì l'umidità e il calore emanati dalla fessura virginale della ragazza. Inserì un dito, scostando il perizoma e iniziò ad accarezzarle il sesso non protetto e con le dita le aprì delicatamente le labbra vaginali che in quel momento erano già bagnate, e poi iniziò ad accarezzarle con cura la deliziosa fessura con le dita, sapendo che la ragazza era vergine e per non farle male.


"-Ahhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhhh diiiiiiiiceeee" urlò e ansimò la ragazza contorcendosi come un serpente, entrambe non ricordavano nemmeno il film, entrambe ansimavano in modo incontrollabile,...la sua carne lussuriosa di Cielo Riveros soddisfaceva i desideri del vecchio Anselmo, le sue grandi gambe, la sua piccola fessura, la sua schiena, le sue piccole tette, tutto, era alla portata del vecchio, lui le palpeggiava i seni a piacimento, le leccava e succhiava i suoi deliziosi capezzoli, le toccava delicatamente la piccola fessura, scuotendo la statuaria studentessa, lei...gemette follemente-"sìììì... così... papà."


Erano nel bel mezzo di tutto ciò quando all'improvviso si accesero le luci del cinema, lo spettacolo era già finito. Cielo Riveros, rendendosene conto, si allontanò rapidamente dal vecchio e si tirò su le spalline del vestito e del reggiseno. I suoi bellissimi occhi verdi si posarono sul fruttivendolo mentre si sistemava i vestiti. Il suo sguardo era assente e la sua fronte era imperlata di sudore. Abbassò lo sguardo sui suoi pantaloni e vide che aveva un'erezione tremenda. Sembrava un tendone da circo. La ragazza non fece altro che abbassare la testa, rossa come un pomodoro, e subito si alzò e uscì dal cinema senza aspettare il vecchio, piena di rimorso e vergogna per essersi lasciata trasportare dai suoi istinti.

E fuori dal cinema il veterano la raggiunse pieno di angoscia pensando che si fosse arrabbiata per quello che avevano fatto al cinema e glielo raccontò.

"Cielo Riveros, ti prego di scusarmi. Mi sono lasciato trasportare. Non sono riuscito a controllarmi. Ti prego di scusarmi."

Si voltò a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime e disse:

 

"Non ho nulla di cui scusarmi se non sono arrabbiato con te. Quello che succede è che provo una grande vergogna per quello che è successo. Cosa penserai di me?"


Le disse "non devi vergognarti, quello che è successo è stato qualcosa di meraviglioso, ti amo anche se a causa della mia età potrei essere tuo padre e se provi anche solo un po' di affetto per me ti chiederò di essere la mia ragazza" le disse mentre le prendeva le mani, lei accettò e già più calma andarono a braccetto verso casa sua protetti dall'oscurità salutandosi con un tenero bacio, quando arrivarono nel loro quartiere, dovettero essere cauti perché non era naturale per una ragazza di 18 anni avere una relazione con un ragazzo di 60 anni, era qualcosa di immorale quasi proibito, nessuno doveva sapere che erano fidanzati perché potevano andare a pettegolezzi alla madre della ragazza.

La studentessa cresciuta dalla madre e dal padre defunto si sente attratta dagli uomini dell'età del padre.

Ancora una volta Cielo Riveros era spettacolare in un vestito così sexy e scollato, la notte era già arrivata e c'era un po' di vento, così Veronica, la sua compagna di scuola, le prestò una giacca di pelle nera che le aderiva al corpo facendo sembrare il vestito una minigonna rosa che la faceva sembrare molto più sensuale, entrambe le ragazze con i loro quasi 19 anni sulle spalle si stavano preparando per uscire quando incontrarono il padre di Veronica, un uomo anziano di circa 57 anni, con i capelli corti e brizzolati, alto 1,82 cm, panciuto e con un viso sadico e pigro con una corta barba non rasata, inutile dire la faccia che fece quando vide la deliziosa Cielo Riveros, nemmeno l'ubriachezza che aveva gli impedì di notare la splendida ragazza che si trovava nella sua precaria casa.

-- Buonasera signore... salutò la ragazza dimostrando l'attenta educazione con cui era stata istruita, d'altra parte al vecchio veniva l'acquolina in bocca sentendo una voce così dolce... finché non hai portato a casa un'amica, piccola puttana... Cielo Riveros fu sorpreso dal modo volgare e rozzo con cui l'uomo si rivolgeva alla propria figlia... -- e come ti chiami, preziosa ragazza... chiese con gli occhi sgranati a una ragazza nervosa... -- L-Lupe signore, piacere di conoscerla... Il padre di Veronica bevve un lungo sorso dalla sua bottiglia di birra senza staccare gli occhi dalla timida studentessa... -- ma che bel nome... Sono Florencio, al tuo servizio per qualsiasi cosa tu voglia, preziosa... disse, porgendo la mano, alla quale, un po' infastidita ma sorridente, anche Lupe gliela offrì. Veronica vide come suo padre le baciava la mano con un bacio forte ed esagerato, Cielo Riveros aprì la bocca un po' sorpresa ma con piacere per un saluto così attento e cordiale, questo fu preso dalla gelosia di Veronica e decise di interrompere... -- bene, andiamo, sbrigati Lupe... il che irritò Florencio che, aggrottando la fronte, rimproverò rudemente la figlia... -- cosa ti prende, troia... non vedi che ci stiamo conoscendo... la ragazza si innervosì ancora di più sentendo il maltrattamento con cui si stava rivolgendo alla figlia.


Don Florencio era il tipo peggiore, era sempre stato un sessista e un playboy, costringendo la moglie a prostituirsi quando si rifiutava di fornire le risorse necessarie alla famiglia. La sua immoralità era tale che faceva pressioni persino sulla figlia perché lavorasse con la madre, ecco perché il comportamento ribelle, difensivo e aggressivo di Veronica. Veronica affrettò il passo verso Lupe, dirigendosi verso l'uscita di casa, la ragazza sentì il vecchio ubriaco afferrarle leggermente un sedere, spaventandola... - Non disturbarla, dannazione!!! Una Veronica molto mortificata e gelosa glielo disse, lasciando un accenno di sospetto che la ragazza avesse una relazione losca con suo padre, forse incesto, così chiuse ermeticamente la porta, ascoltando dall'interno mentre il vecchio la insultava, chiamandola puttana, troia e sgualdrina, vedrai quando tornerai, e mi implora di mettertelo dentro, come la puttana di tua madre.

Cielo Riveros non disse nulla, dispiaciuto per quello che stava soffrendo Veronica, che l'avrebbe accompagnata alla fermata dell'autobus. Lungo il tragitto, alcuni ragazzi di strada, pigri, flirtarono con Cielo Riveros quando la videro con la sua camminata ritmica e il movimento sensuale del sedere... - Puoi smettere di muovere il sedere, guarda cosa stai combinando? - lo rimproverò Veronica... La ragazza, un po' arrossita, abbassò la testa, inconsapevole di ciò che stava chiedendo perché quella camminata sensuale era naturale per lei. Una volta arrivato l'autobus 152 che va da La Boca a Retiro, salutò una Veronica infreddolita e infastidita e salì subito, la ragazza si spostò in fondo alla ricerca di un posto solitario ma erano tutti occupati, solo quelli con due posti erano liberi e poiché al centro c'era un gruppo di ragazzi e alcune donne, andò sul sedile posteriore per cercare di pensare a tutto ciò che ancora non ricordava, non importava quanto ci provasse non riusciva a capire cosa le fosse successo, la sua ultima immagine fu quella del padre della sua amica che la molestava.

Ma in fondo sapeva che le era successo qualcosa, il suo corpo esuberante come per prendersi gioco di lei comunicava al suo cervello di essere stato usato e saziato, se ne rendeva conto lei stessa perché sentiva i capezzoli irritarsi al contatto con la stoffa del vestito e, sommato al bruciore che sentiva nell'ano, le faceva capire che in quel momento, ricordandosi del fruttivendolo che aveva abusato di lei, con totale tristezza e profonda angoscia si pentì di aver acconsentito lei stessa a ciò, di essere stata così stupida da fidarsi di Don Anselmo, lui era abbastanza vecchio da poter essere suo padre. La ragazza appoggiò la testa contro il finestrino freddo guardando le strade con quei pensieri preoccupanti quando sentì qualcuno sedersi accanto a lei, sentì un terribile odore di sudore, alcol e sigarette economiche e girandosi per vedere il suo sgradito compagno di viaggio trovò un tipo sgradevole, un linyera ubriaco di circa 50 anni, magro quasi malaticcio, occhiaie molto scure con baffi corti ma folti, indossava una maglietta nera scolorita e sudata e jeans anche loro strappati a causa della loro età, il suo aspetto le ricordava il personaggio di Chavo, il vecchio Don Ramón, quando vide che la guardava con un sorriso sfacciato e agghiacciante la ragazza si spaventò. -- ho-hi bambola, è bello condividere un posto con te... disse il tipo disgustoso avvicinando il suo viso al suo, sentì l'odore di alcol e il suo sgradevole sudore, Cielo Riveros era spaventata guardò avanti e alcuni erano già scesi, poteva vedere un posto davanti e chiedendo il permesso fece per andarsene ma lui non glielo diede. permesso... -- Voglio dire, io ti saluto con rispetto e tu mi snobbi... -- no... no signore, mi scusi... Voglio solo sedermi davanti...

Il disgustoso tipo notò la paura che incuteva nella ragazza molto nervosa e ne volle approfittare e con la più totale stupidità la prese con forza per un braccio e le parlò con tono autoritario... --siediti dannazione... facciamo conoscenza io e te... con uno strattone la fece sedere cadendo sul sedile il suo paio di natiche la spaventava ancora di più, la ragazza non sapeva cosa fare, se chiedere aiuto o urlare, di quei dubbi approfittò il barbone che le prese la mano e la baciò presentandosi... --mi chiamo Ramón... ai tuoi ordini tesoro... disse con la voce tipica e abituale di chi è ubriaco.

- N-piacere di conoscerla signore... ora mi scusi, devo scendere... Don Ramón, per niente stupido, si accorse che lei gli stava mentendo e, infuriato ancora di più, la minacciò con un coltello che aveva in tasca - ascoltami, stronza bugiarda, resta qui con me... impareremo a conoscerci e vedrai che ci divertiremo un mondo... quella precisazione fu accompagnata da una mano che le accarezzava la gamba sotto il vestito corto, l'individuo poteva sentire la deliziosa morbidezza della pelle di quella dea, innervosendo i suoi sensi al massimo... --hmmm ma che belle e morbide gambe hai bambola, v-voglio essere la mia ragazza... Inutile dire la completa disperazione che provava Cielo Riveros, provò una paura terribile cercando di togliere quella mano disgustosa e ruvida dalla sua gamba ma quest'ultima avvicinò il freddo metallo al suo viso - calmati amore, non vorrei rovinare quel tuo bel viso d'angelo... disse l'individuo spietato cercando di darle un bacio che fu respinto dalla ragazza quando sentì l'alito disgustoso che emanava dalla sua bocca.

-- per favore signore... lasciami andare, ti prego... chiese l'innocente Lupe a quel ragazzo che muoveva sempre più le mani sotto il suo vestito, la ragazza le stringeva le gambe bloccando la strada a quella mano sporca ma quella non era l'unica calamità che stava accadendo perché il ragazzo aprì la cerniera della sua giacca lasciandole vedere la scollatura dove erano nascosti quei bellissimi seni... -- oh ma cosa abbiamo qui, guarda queste due regine nascoste hummm... il ragazzo fece una smorfia di assoluto shock quando vide i piccoli ma appetitosi limoni, e il suo sorriso assomigliava sempre di più al personaggio di Don Ramón. Lupe deglutì saliva per la disperazione, si sentiva in balia di quel ragazzo e senza la speranza che qualcuno la salvasse e sfortunatamente per lei l'autobus andava lentamente a causa del traffico nella zona. Non può essere, questo non può succedere a me... si disse la povera ragazza pensando che da nessuna parte e in nessun momento poteva essere al sicuro da sadici e persone depravate, il suo corpo sembrava una calamita che attraeva quel tipo di ragazzi.

L'ubriaco affondò il viso nei seni della ragazza, inalando la fresca fragranza che emanavano, un gesto che fece aumentare la disperazione di Cielo Riveros - per favore signore, mi lasci, non mi tocchi... quel tipo era ben lontano dal prestarle attenzione, alienato dalle parti deliziose della sua giovane vittima... -- ma quanto sei deliziosa, troia, ti porterò a casa mia e farò l'amore con te come nessuno ti ha mai fatto, sarai mia moglie... ascoltare le sporche intenzioni di Don Ramón la terrorizzò, il suo respiro si fece più agitato, pieno di nervosismo e disperazione. -- no per favore, ti prego lasciami andare per favore, per ciò che desideri di più... vedere quel faccino timoroso ma grazioso era eccitante per Ramón, non trattenendo la sua voglia la afferrò per il viso e le rubò un bacio rumoroso su quelle labbra carnose, Lupe reagì con forza gettando la testa all'indietro sbattendo un po' contro il finestrino, d'altra parte il barbone sentiva ancora sulle sue labbra secche la deliziosa freschezza delle labbra della ragazza - ma sei così deliziosa mamma... dammi un altro bacio amore mio... disse il ragazzo avvicinandosi di nuovo a Lupe che cercando di evitarlo allentò le gambe sentendo come quella mano che era ancora lì avanzava fino a conficcarsi nella sua parte intima vaginale. -- AHH ma guarda che piccola puttana sei, che vai in giro con la figa in aria... Fu allora che si pentì di non aver accettato che Veronica le prestasse un capo di abbigliamento, naturalmente questo non avrebbe impedito le sporche intenzioni del sadico soggetto che con la massima lascivia le sue dita sporche iniziarono a scavare nella deliziosa intimità della ragazza... -- NO!!! No per favore, togli le mani da lì, noooo... disse la studentessa disperata senza nemmeno rallentare le sporche intenzioni dell'ubriaco Don Ramón che, dopo il fallito tentativo di baciarla, le passò le labbra sull'orecchio destro sul punto di attivare il lato ansioso del piacere che affiorava sempre in lei. L'ubriaco spietato tolse le mani dalla pannocchia della ragazza, notandole bagnate dalle deliziose secrezioni che vi colava. Con estrema morbosità, se le portò al naso, annusando con piacere esasperante l'aroma squisito che avevano... --hummm, quanto sei deliziosa, tesoro, vedrai come nella mia casetta ingoierò tutti i tuoi succhi, hehe, ti lascerò asciutta amore mio, hummm, odora dei tuoi succhi... Don Ramón, prendendola per il viso, avvicinò le sue dita bagnate a lei in modo che la ragazza potesse sentire il suo sapore. Cielo Riveros non riusciva a credere a quanto fosse buono il suo profumo. Era la prima volta che sentiva i suoi sapori.


Con il suo bel viso ancora tra le mani, Ramón si avvicinò a lei, dando ancora una volta un bacio terrificante alla distratta Cielo Riveros, che chiuse le labbra per fermare quella lingua invadente che puzzava e faticava a entrare e a intrecciarsi con la sua... -- quindi stai facendo la preziosa, idiota, ora saprai chi sono... la ragazza spaventata andò nel panico quando lo vide turbato e minaccioso, Ramón, con il coltello in mano, la avvicinò a sé, che le afferrò il viso, spaventata a morte, a quel punto le afferrò il vestito, strappandole la scollatura che le nascondeva il seno. Poteva vedere come quei due bellissimi seni da adolescente apparivano alla vista, seppellendoci dentro il suo viso cadaverico, uno a uno passava da un capezzolo all'altro con succhiate e leccate affamate che rendevano la ragazza ancora più disperata. Respirava affannosamente, sentendo come il suo corpo stava iniziando a reagire a quegli attacchi selvaggi, cercando inutilmente con le sue mani delicate di allontanarlo dai suoi seni. - Per favore... per favore lasciami, no accidenti noooo... implorò la studentessa a bassa voce, cercando di non attirare l'attenzione su di sé perché sarebbe morta di vergogna se gli altri passeggeri se ne fossero accorti.


-- hummm prezioso, che seni deliziosi hummm… una mano scivolò sotto il suo vestito per ricominciare ad accarezzare quella lenta intimità umida, Cielo Riveros a poco a poco iniziò a perdere il controllo del suo corpo, quella lingua puzzolente salì dai suoi seni al collo per scendere di nuovo e mordicchiare delicatamente quei capezzoli eretti, fu un attacco intenso che non poté più sopportare e appoggiando la testa contro il finestrino iniziò ad ansimare dolcemente ma cercando ancora di controllarsi… -- s-stop, no pp-continua per favoreeee… s-stop aaahhh…

 

Quel suono era eccitante per Don Ramón che, alzando il viso e senza smettere di strofinarle il coglione, la vide con gli occhi socchiusi, quasi ansimante. Era un'immagine unica, una bellissima ragazza con i seni scoperti che faceva gesti di piacere grazie alle mani sporche. Poteva sentire le prime gocce di liquido pre-seminale che iniziavano a gocciolare dal suo cazzo...


-- Ayy piccola bambola, mi fai scoppiare... la ragazza non rispose, si mordeva solo le labbra cercando di evitare di gemere forte a causa di quella mano disgustosa sulla sua pannocchia che le faceva provare deliziose sensazioni nel suo corpo infido. Questo era già esasperante per Ramón e con la mano libera aprì la cerniera dei pantaloni tirando fuori il suo membro che era scomodo in quel posto stretto, e prendendo Cielo Riveros per la testa la fece chinare in direzione del suo cazzo, in quel momento Lupe riacquistò un po' di sanità mentale potendo sentire l'odore sgradevole emanato dal membro di Don Ramón, e per sua tortura era a pochi centimetri dal suo bel viso.


- Dai - bellissima... succhialo, mangialo tutto... è per te... la ragazza non era disposta ad assecondare una simile richiesta, le veniva da vomitare solo a immaginare quel cazzo puzzolente dentro la sua bocca... -- nooo!!! p-lasciami per favore... s-fermati... il ragazzo ubriaco e vile non era disposto a rimanere senza il desiderio che l'adolescente assaggiasse il suo cazzo e con tutte le sue forze la piegò ulteriormente sentendo la punta del suo membro cercare l'ingresso tra le sue labbra chiuse e carnose. Era così forte il suo desiderio che stringere una buona parte dei suoi capelli setosi le fece aprire la bocca per il dolore, fu lì che la ragazza sentì come il cazzo disgustoso e puzzolente entrò nella sua bocca fresca, il sapore che aveva era ripugnante, cercò di estrarre o espellere quel cazzo intruso dalla sua bocca facendo delirare ancora di più Don Ramón mentre sentiva come si strofinava nella sua cavità orale e come la sua lingua le faceva piacevoli massaggi nel suo vano tentativo di espellerlo... -- AYYY tesoro sììì... continua così che lo stai facendo bene ahhhh...


Lupe non ne poteva più, il sapore era disgustoso e con grande sforzo riuscì a toglierselo dalla bocca sputandolo a terra completamente disgustata, Don Ramon le teneva ancora i capelli in modo dominante con un'espressione soddisfatta... -- lo succhi così bene... fallo di nuovo... la ragazza guardò il suo viso con segni di disgusto ma con un'espressione di disperazione quando sentì che le persone che erano sull'autobus si stavano alzando, alcune per scendere e altre stavano salendo per fare il loro viaggio... -- Per favore-per favore signore non più, non qui per favore... quel chiarimento fu eccitante per il barbone che capì che questa bella donna sarebbe stata disposta a esaudire i suoi desideri ma in un luogo più privato e con un'espressione soddisfatta le lasciò andare i capelli... Prendendola per la vita la fece sedere sulle sue gambe con la schiena rivolta a lui mettendole il coltello al collo e con l'altra mano attaccando con morbide carezze la sua deliziosa pannocchia... -- molto bene piccola puttana... ti comporterai bene con me o te ne pentirai... rifiuta subito e io le taglierò la gola in questo momento tu capì... la ragazza piena di terrore annuì con la testa, non più disperata di salvarsi da questo vile tipo che, riponendo il coltello, iniziò a palparle disperatamente i seni mentre le sussurrava all'orecchio che quella sera l'avrebbe fatta sua, che l'avrebbe riempita di latte e che avrebbe trascorso la notte più deliziosa di tutta la sua vita. Don Ramón non ne poteva più, avere tra le mani quella meravigliosa e deliziosa studentessa proprietaria di un corpo da dea era da morire, le sue mani non avevano mai toccato una pelle così morbida, tanto meno seni giovanili che nonostante la loro età avrebbero fatto invidia a qualsiasi donna adulta e Cielo Riveros poteva sentire come riempiva le dita dell'ubriaco di succhi con così tante carezze, i suoi capezzoli erano eretti al massimo sentendo sul collo e sull'orecchio le parole o le intenzioni sporche che Ramón le aveva detto che avrebbe fatto.


-- Okay... non ne posso più stronza, scendiamo proprio qui e passiamo sotto un ponte lì vicino, è buio e nessuno ci disturberà, ti scoperò fino all'alba amore mio... le disse l'ubriaco schifoso, avvicinando il suo viso ripugnante e dandole un bacio sulle labbra, diresse la mano ad accarezzarle la vagina e a chiuderle la giacca, nascondendole il seno scoperto... -- ora bambola, calmati, scendiamo e fai attenzione a non fare stupidaggini perché ti taglio la gola... disse con un tono malevolo e spietato. Cielo Riveros, che respirava ancora affannosamente, in preda alla paura e all'eccitazione, gli si fermò accanto e, camminando in avanti, stavano per scendere dall'autobus, le sue belle guance erano arrossate dagli stimoli forzati che aveva ricevuto, stava appena realizzando cosa le sarebbe successo, ancora una volta in balia di uno sporco abusatore e senza nessuno che la aiutasse, si stava già immaginando con terrore in qualche posto buio, un ponte sporco con le spalle al muro, scopata da quell'uomo orribile che se sembrava magro e malaticcio nudo con i vestiti addosso, avrebbe dovuto essere ancora più orribile.

Sentì la punta del coltello sulla vita, il che non le diede il coraggio di chiedere aiuto. Quando l'autobus si fermò, si rese conto di essere a una fermata dal suo quartiere. Don Ramón le diede una leggera spinta e la costrinse a scendere. Proprio in quel momento, un gruppo di ragazzini astuti si precipitò sull'autobus, disperati per salire. Cielo Riveros, già scesa dall'autobus, vide come quel gruppo di ragazzini avesse portato dentro il loro disperato stalker. Pensò rapidamente che finalmente la fortuna che l'aveva abbandonata molto tempo prima si fosse ricordata di lei e iniziò ad accelerare il passo per sfuggire al suo rapitore, scontrandosi con un uomo robusto. Quando alzò lo sguardo, vide che era uno dei pochi poliziotti a sorvegliare quelle strade. "Ehi, cosa ti prende, ragazzo? Fai attenzione a dove vai." La dolce Cielo Riveros, preoccupata per il barbone, si voltò per vedere se la stava ancora seguendo, vedendo come era risalito sull'autobus, terrorizzato quando l'aveva vista con un poliziotto.

Don Ramón non riusciva a credere che quel monumento di ragazza fosse sfuggito alle sue grinfie, persino nel suo torpore da ubriaco, con assoluta impotenza, si lamentava che quell'orda di monelli gli avesse rovinato la migliore notte di sesso che avrebbe potuto avere in tutta la sua miserabile vita... --fottuti stronzi, ma un giorno la incontrerò di nuovo su questo autobus... pensò molto mortificato mentre si sedeva di nuovo sui sedili posteriori dove si masturbava senza vergogna, rovesciando il suo seme bianco e giallastro su tutti i sedili. Dopo aver visto il 152 allontanarsi da lei con grande sollievo, sentendosi liberata da quel disgustoso argomento e scusandosi con il poliziotto Cielo Riveros, si diresse verso il suo quartiere, in quelle strade pericolose la fauna maschile riconobbe la camminata sensuale dell'oggetto più desiderato del quartiere, il sogno d'oro di molti, l'amore platonico di alcuni e la fantasia depravata di tutti, a testa bassa meditava sull'evento accaduto a scuola, non capiva come nonostante fosse vittima di un pervertito il suo corpo reagisse agli stimoli che le davano, non prestava nemmeno attenzione ai fischi e ai complimenti di ogni genere che le venivano rivolti durante il suo viaggio sensuale.