Sesso a tre in campeggio
Ricordo bene quella settimana di vacanza che avevo organizzato con due mie colleghe di università: Sally e Pamela.
Che grandissime e simpaticissime zoccole! Formavamo il “Trio sperma”, come ci divertivamo a soprannominarci, per via che anche loro due, oltre ad essere autentiche bombe sexy, sono totalmente disinibite e alla continua ricerca di nuove e trasgressive esperienze sessuali.
Facevamo delle nostre innumerevoli scopate un motivo di vanto.
Il nomignolo ce lo eravamo attribuite appunto dopo la nostra vacanza in Arizona.
Dopo poche ore dal nostro arrivo nell’area che avevamo scelto per accamparci, facemmo amicizia con un gruppo di sei aitanti ragazzi, anche loro universitari, che avevano avuto la nostra stessa idea per trascorrere una splendida e selvaggia villeggiatura all’aria aperta e in luoghi fantastici.
Con il testosterone a mille, non sembrò loro vero di aver incontrato tre tipe come noi. Consapevoli dell’effetto che avevamo sui maschietti, con i nostri pantaloncini striminziti e le canottiere attillate, godevamo come pazze a provocarli in ogni modo, con atteggiamenti, battute e allusioni, esaltate dall’averli ai nostri piedi e impazienti di farli sfogare.
Consumammo la nostra prima cena intorno al falò. Quindi, complici un po’ di Whisky e un paio di spinelli, l’atmosfera si scaldò velocemente.
I discorsi si fecero molto piccanti e finimmo con il fare il gioco della bottiglia. Le penitenze iniziarono con i classici casti baci ma, ben presto, tutti fummo tacitamente concordi a chiedere sempre di più. Così, i baci divennero carezze ai seni attraverso i vestiti, poi qualche strizzatina al pacco, qualche pastrugnata alla patatina, per ritrovarci infine con i loro piselli in bocca a somministrare succulenti pompini che culminarono con sborrate simili a fontane.
Come prima serata in campeggio, le mie amiche ed io fummo già contente così. Ci ritirammo nella nostra tenda ridendo e scherzando come oche, largamente compiaciute delle nostre “prodezze”.
Il giorno seguente, nessuno fece allusioni a quanto era successo la sera prima, e trascorremmo la giornata in escursione come fossimo studentelli modello, sebbene noi ragazze avessimo già pianificato che la serata successiva avrebbe previsto anche il nostro soddisfacimento.
Non furono necessari troppi giochi e schermaglie preliminari: avevamo tutti una grande voglia di far evolvere le situazioni intriganti già vissute. Perciò Sally, Pamela ed io ci spartimmo equamente due ragazzi a testa e ogni trio si ritirò in una tenda.
Appena mi adagiai sul materassino, i miei due compagni si accomodarono vicino a me, uno su ciascun lato. Presero a baciarmi con inaspettata dolcezza. Evidentemente, soli al mio cospetto, avevano messo da parte la spacconeria dietro alla quale si erano celati quando si era in gruppo.
Ricambiai le loro attenzioni, talvolta dovendo essere io ad incoraggiarli in qualche passaggio successivo. Ero quasi commossa nel constatare il rispetto che mi portavano.
Presto le loro mani stavano esplorando il mio corpo: i miei seni, svettanti sotto al top attillato, furono l’oggetto iniziale della loro libidine, assieme ai capezzoli che, in breve, divennero duri ed evidenti come chiodi.
Il più intraprendente dei due fece scivolare una mano sul mio ventre, quindi in mezzo alle mie cosce. Scostai le gambe per rendergli più favorevole l’esplorazione della mia intimità che trovò già parecchio intrisa del mio miele.
Le sue carezze portarono il mio desiderio a livelli smisurati. Mi sdraiai su un fianco e lasciai che continuasse le sue oscene carezze. Nel frattempo, raggiunsi l’allacciatura dei pantaloni dell’altro e, con il suo aiuto, glieli aprii.
Attraverso i suoi boxer aderenti, vidi il suo pisellone perfettamente eretto che premeva prepotente attraverso il tessuto. Volli torturarlo piacevolmente per un po’. Così, prima di tirarglielo fuori, gli somministrai una serie di grattini su tutta la lunghezza dell’asta e sui testicoli.
Il ragazzo teneva gli occhi chiusi e il suo viso era estasiato, facendomi supporre che mai, prima d’ora, nessuna ragazza gli avesse fatto un lavoretto del genere.
L’altro era arrivato ad insinuare una mano nei miei shorts e mi martoriava l’albicocca in tutti i modi immaginabili.
Quando mi decisi ad impugnare il cazzo del primo, sentendomelo pulsare nel palmo della mano, e con due dita del suo amico piantate nella vagina, ebbi il primo orgasmo, non squassante ma piacevolissimo.
Forse nessuno dei due se ne accorse, ma per me fu il trampolino di lancio per mettere da parte ogni riserva e sfogare appieno la mia lussuria.
Mi sfilai velocemente tutti gli indumenti e li invitai a fare lo stesso. Rimasti nudi, potemmo avere libero accesso alle reciproche intimità.
Sempre stando coricata su un fianco, presi a fare un pompino al ragazzo che mi stava di fronte. L’altro, messosi con la testa tra le mie cosce, me la leccava come un forsennato, mentre con la mano libera lo segavo con decisione.
Più di una volta i miei pensieri andarono alle mie amiche, chiedendomi e immaginandomi cosa stessero facendo, venendo colta da profonda curiosità e fregola di ascoltare i loro racconti.
Avevo una gran voglia di soddisfare i due baldi giovani, perciò interruppi le masturbazioni reciproche e li invitai ad indossare il preservativo. Ricordo ancora adesso i loro visi affranti, quando mi confessarono di non averne con sé, non prevedendo come avrebbe potuto svilupparsi una gita al Grand Canyon.
Per qualche istante, finsi che, senza condom, non se ne sarebbe fatto nulla, rincarando la dose di perfidia dicendo loro che ero nel pieno del mio periodo fertile.
Poi, scoppiai in una risata dirompente ed estrassi dal marsupio una confezione nuova da dieci pezzi. “Ragazzi, dovete imparare ad essere previdenti. Non si sa mai come possano andare le cose…” osservai divertita mentre aprivo la confezione.
I due si scambiarono uno sguardo complice che non mi nascose che, probabilmente, stavano pensando a quanto fossi zoccola e abituata a farmi scopate in giro.
In un batter d’occhio, indossarono i preservativi e fui io a suggerire loro come avrei preferito iniziare la scopata.
Ne feci sdraiare uno supino e mi misi a cavalcioni sopra di lui. Il suo pistolone entrò in me senza incontrare ostacoli e mi arrivò a toccare la cervice, tanto era lungo. Gli diedi un paio di lente pompate “di assestamento”, quindi invitai l’altro a mettersi di fronte a me, con i piedi ai lati della testa dell’amico.
In quella posizione, potevo dare piacere ad entrambi, prevedendo che, ad un certo punto, li avrei fatti scambiare di posizione, mentre io avrei continuato a fare l’”amazzone”, perché avevo voglia di dominare i miei maschietti.
Devo ammettere che quella sera ero veramente scatenata e piena di voglie, anche per via del fatto che, durante la cavalcata, più volte sentii i gridolini e i vocalizzi di piacere delle mie amiche provenire dalle loro tende.
Di nuovo, fantasticai su come si stavano prendendo i cazzi dei loro amici in tutte le maniere immaginabili. Letteralmente trivellata dai miei due pistoloni, raggiunsi il secondo orgasmo e, questo sì, fu davvero devastante, al punto che i due, udendo i miei rantoli e vedendo i miei movimenti sconnessi a causa delle violente contrazioni e scosse elettriche che mi attraversavano da capo a piedi, ne rimasero quasi sconvolti.
Recuperato il controllo del mio corpo e della mia mente, volli giustamente soddisfarli per bene: se l’erano meritato.
Mi sdraiai supina e spalancai le gambe più che potevo. Restarono esterrefatti dall’oscenità della mia posizione. A turno, li invitai a scoparmi con tutte le loro forze, incoraggiandoli a non avere riserve a farmi tutto ciò che volevano.
Credo che, sia per la mia immagine di tremenda porcella, sia per la forza e la potenza con le quali mi lasciavo scopare, incoraggiandoli anche con incitamenti irripetibili, i due non resistettero a lungo. Esplosero dentro di me e riempirono i loro preservativi.
Grandemente squassati e soddisfatti, ansimanti per l’impegno profuso e coperti di sudore, rimanemmo sdraiati fianco a fianco per parecchio tempo, tenendoci teneramente per mano.
Solo in quel frangente mi accorsi del silenzio assoluto nel quale era calato il nostro accampamento. Evidentemente, anche Sally e Pamela avevano goduto e fatto godere i loro ragazzi e, come noi, si stavano gustando i postumi della fantastica scopata.
Dopo esserci coperti con i sacchi a pelo, ci addormentammo.
La mattina seguente, Sally, Pamela ed io ci ritrovammo dietro allo stesso cespuglio per fare pipì e ne approfittammo per raccontarci le maialate che avevamo fatto.
Concordammo che, per le restanti due serate, avremmo seguito lo stesso copione, però scambiandoci le coppie di ragazzi, curiose di testarne limiti e capacità che ci eravamo narrate
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