Mi sono offerta alla stazione

Era da poco passata la mezzanotte. Avevo deciso di uscire quella sera e di fare un giro nella zona della stazione ferroviaria. Avevo deciso di farlo vestita da vecchia. Mi ero messa allora un abito smanicato decorato a motivi floreali bianchi, calze in nylon marroni con reggicalze, sandali bianchi, parrucca bianca e foulard allacciato sotto la gola. Ero eccitata, mentre percorrevo in auto il tragitto fino alla stazione. Una sorellina, una volta, mi aveva raccontato che la sera in stazione o nei dintorni era possibile incontrare persone interessate a noi e così, quella sera, avevo deciso di provare ad andare in quel posto.

Parcheggiai l'auto in uno stallo vicino ad un bar ormai chiuso da anni, di fronte all'entrata della stazione, uno stallo in penombra affiancato da altri due in quel momento vuoti. Scesi dalla vettura e richiusi lo sportello, quindi mi misi a passeggiare nei dintorni con l'aria leggera che mi sfiorava il corpo. Ero eccitata, la mia voglia sarebbe stata quella di stimolarmi per dare sfogo alla mia eccitazione ma mi trattenni, attraversando la strada ed entrando in stazione, dove scesi nel sottopassaggio. Il luogo era deserto, nel silenzio sentivo solo il rumore dei tacchi bassi e squadrati che indossavo.

Uscii di nuovo all'aria aperta, tornando verso la macchina dove rimasi ferma, in piedi, nella penombra di fianco alla vettura.

Poco dopo, sentii arrivare un'auto e la vidi attraversare lo spiazzo, quindi parcheggiare vicino alla mia lasciando libero lo stallo al centro.

Ero sicura mi avesse notata, ma per farmi notare di più, mi avvicinai al muso della mia vettura e lo osservai come a voler controllare qualcosa. Un lieve bagliore dei fari dell'altra auto attirò la mia attenzione, era un segnale. Mi voltai in quella direzione e guardai verso la persona al volante intravedendo, nonostante la penombra ed il buio dell'abitacolo, un rapido cenno per farmi avvicinare.

Mi avvicinai lentamente, sorridendo, mentre il finestrino si abbassava.

Mi sentivo davvero come una vecchia, moralista nella vita di tutti i giorni, ma che però la sera va a fare la troia, mentre parlavamo di quello che ci andava o meno di fare.

Quando uscì dall'auto, ci spostammo dove mi trovavo poco prima e si fece slacciare i pantaloni. Tastandolo, sentii il suo sesso in erezione sotto le mutande ed insinuai le dita al di sotto dell'elastico, tirando verso il basso per scoprirlo. Era un punto di quella zona che non veniva inquadrato dalle telecamere di sorveglianza fuori dalla stazione e, oltretutto, come dicevo eravamo in penombra. Mi eccitava l'idea di iniziare a stimolarlo mentre era li in piedi, sentire il suo membro farsi sempre più grosso nella mia mano mentre, con la sua, mi palpava il sedere.

"Dai vecchia puttana, brava segami bene" disse, palpandomi con più decisione.

Prima mi aveva chiesto perché indossassi quei vestiti e gli avevo spiegato quali erano le mie fantasie, ed ora mi stata trattando in base al mio ruolo.

Si alzò la maglietta, chiedendomi di leccargli i capezzoli e, poco dopo, ero accovacciata ai suoi piedi e lui mi teneva una mano sul capo coperto dal foulard, mentre gli facevo un pompino con le mie labbra colorate da un rossetto rosa chiaro.

Mi sentivo sottomessa e oscena, accovacciata li davanti a succhiarlo con anche indosso il collare borchiato che indica la mia condizione di vecchia schiava zoccola. Indossavo un paio di mutande a vita alta, da anziana, sopra al reggicalze e presi a tastarmi il membro al di sotto del tessuto mentre continuavo a succhiare il suo, fremendo all'idea di quando mi avrebbe chiesto di sfilarmele. Non c'è niente da fare, quando penso al mio ruolo di schiava lo trovo ancora più eccitante se posso viverlo come signora anziana. Vibro di piacere, quando mi stimolo o vengo sottomessa con indosso abiti da signora di età.

Mi portò nella sua auto, dove finalmente mi sfilai le mutande intanto che lui si metteva un preservativo, seduto accanto a me sul divanetto posteriore. Messa a cavalcioni sopra di lui, mi allargai le natiche per facilitarlo ad entrarmi, poco a poco, nell'ano. Gemei di soddisfazione, quando finalmente lo sentii entrare tutto fino in fondo ed iniziai a muovermi lentamente su e giù, tenendo sollevato l'orlo del vestito, per poi via via aumentare il ritmo e cambiare posizione ad un certo punto, continuando a prenderlo dandogli le spalle, con indosso il foulard a coprirmi il capo come una donna del passato, il mio viso contratto in smorfie di piacere.

Cambiammo di nuovo posizione, uscendo dall'auto. Mi appoggiai ad essa con le mani, piegata in avanti, gambe appena divaricate per essere posseduta di nuovo, una vecchia zoccola in foulard e reggicalze sodomizzata in una posa davvero eccitante, con le mani di lui che mi tenevano allargate le natiche, fino ad arrivare al culmine, quando si staccò da me e mi fece girare per vedermi mentre mi masturbavo di nuovo, accovacciata, fino ad arrivare gemendo di piacere.

"Devo fare la pipì" dissi poi, stordita.

Ancora accovacciata, mi lasciai andare e bagnai l'asfalto creando su di esso una chiazza estesa con la mia pioggia dorata. Ne feci ricadere alcune gocce sulle dita e le portai alle labbra, in attesa del suo seme caldo che di li a poco mi schizzò tra le labbra.

Tornata a casa, mi sono cambiata e ho indossato un grembiule allacciato sul davanti ed un paio di sandali ortopedici che usano le anziane per camminare più comode, come una vecchia troia che torna a casa dopo essere stata a farsi scopare e riprende la sua facciata di anziana casalinga pudica. Ho ripensato all'esperienza appena fatta, e ho avuto la conferma di come davvero sono in questo senso:

In realtà, io sono una feticista della terza età. Abiti e scarpe da vecchia signora mi fanno eccitare sessualmente, tanto da voler delle volte indossare queste cose per entrare nel ruolo di granny e raggiungere il piacere sessuale in questo modo. Il tutto condito dalla mia inclinazione ad essere dominata e da altri feticismi come il pissing e leccare piedi o farmeli leccare. In questo senso, divento una vecchia schiava sottomessa a cui piace ancora godere. A presto.