Grazie per il passaggio

Me lo avete chiesto in tanti, sui miei profili social, e allora ho deciso di scriverlo qui. Non una delle mie storie, più che altro un “racconto” dei fatti.

Claudio (nome di fantasia) è uno dei miei più cari amici. Ci conosciamo dai tempi della scuola e nell’ultimo periodo, prima di conoscere il mio attuale compagno, abbiamo avuto qualche momento di “avvicinamento”.

Non eravamo trombamici, ma qualcosa di simile.

Durante la mia permanenza in Puglia per le feste di Natale sono uscita parecchio con la mia vecchia compagnia, tra cui c'era ovviamente anche Claudio.

Quando una sera mi ha detto che sarebbe salito a Milano in macchina non ho perso l’occasione di chiedergli di viaggiare insieme dividendo le spese.

Per chi se lo stesse chiedendo, al mio ragazzo ho ovviamente detto che sarei salita con lui e no, per lui non è stato un problema.

Il viaggio, a parte un lungo tratto in cui siamo stati fermi per un incidente, è andato piuttosto bene. Abbiamo parlato un sacco, cantato, mangiato, ho dormito… 

Ma ogni volta il discorso cadeva sempre su argomenti sessuali. E io non riuscivo a non notare che gli si rizzava il cazzo sotto i pantaloni della tuta.

È stato molto carino anche a prestarsi per un mini video che ho pubblicato su Twitter, in cui si vedeva la mia mano accarezzargli quel rigonfiamento.

Ma averlo fatto arrapare così, oltre ad aver eccitato un po' anche me, mi ha fatto sentire in colpa. 

Così, complice il buio, l'atmosfera un po' calda che c’era nell’aria, e anche i suoi pantaloni della tuta, all’altezza di Lodi ho pensato che poteva essere un buon momento per “ringraziarlo”.

Ho iniziato ad accarezzargli piano la gamba e risalendo verso l’elastico dei pantaloni gli ho sfiorato il cazzo. Lo sentivo crescere nella mia mano, mentre lo accarezzavo sopra la stoffa.

Allora l’ho liberato e ho iniziato a segarlo piano.
Lui sospirava e io ero molto eccitata, perché quando i cazzi sono grossi nelle mie manine piccole sembrano enormi.

La cappella era turgida e umida. Quel riflesso lucido era così invitante che non ho potuto frenare l’impulso di assaggiarla.

Mi sono chinata su di lui e ho baciato la sua cappella umida. Ho poi accolto la punta del suo cazzo tra le labbra e ho iniziato a succhiare e a baciare.
L’ho spompinato piano, continuando a muovere la mano su e giù e a sentirlo ansimare. Intanto io mi toccavo. Ma non volevo godere. Volevo preservarmi per il mio ragazzo. Erano così tanti giorni che non lo vedevo che gli avevo promesso il primo orgasmo dopo giorni di astinenza, e non mi andava di rompere quella promessa.

Sentivo il cazzo di Claudio duro nella mia bocca, mentre il movimento della mia testa si faceva più intenso. Mugolavo, mentre era nella mia bocca.
Fare i pompini mi eccita così tanto che credo sia tra le mie cose preferite di sempre.

Lo sentivo ansimare sempre più intensamente, e allora ho avvicinato la bocca al suo orecchio e gli ho sussurrato “ti va se ti faccio sborrare?”

Lui ha avuto un sussulto.

La mia mano ha iniziato a muoversi più velocemente e io mi godevo le sue espressioni. Ansimava e tremava. 

Quando ha sibilato un “cazzo…sto venendo” mi sono fiondata con le labbra sulla sua cappella. L’ho presa nuovamente in bocca e ho ricominciato a succhiarlo, ma con più foga. 

In un attimo mi ha riempito la bocca di fiotti caldi. Ho ingoiato tutto, per evitare di macchiare i sedili della macchina.

Sentivo il suo cazzo pulsare al ritmo del suo cuore mentre era ancora tra le mie labbra.

Una sensazione stupenda.

Dopo averlo ripulito minuziosamente con la lingua l’ho rivestito giusto a pochi metri dal casello.

"Mimì, tu non sai quanto mi sono mancati, i tuoi pompini..."
Mi ha detto. Una bella iniezione di autostima, non c'è che dire!

Sono tornata a casa e ho baciato il mio Christian che ancora sentivo il sapore di Claudio sulla lingua.

Mi ha chiesto di rivederci, finché resterà in zona. Chissà, magari potrei approfittare della sua macchina per farmi accompagnare a fare spese nei centri commerciali.
Tanto saprei benissimo come ringraziarlo.