Incesto sconosciuto.
Mi distendo al sole, sono in vacanza in Toscana. Sento il calore sulla pelle, mi guardo intorno, sono quasi sola, nuda. Amo esserlo, è il solo modo per prendere il sole che amo, non mi piace farlo in nessun altro modo. Sono venuta dalla Francia, sono figlia di genitori separati da anni. Avevo sei anni, quando i miei si sono separati, io con mia madre, lui sparì. Col tempo sono riuscita a sapere i motivi, della separazione, un problema di gelosia di mia madre. Lui era, anzi è un bell’uomo, sempre al centro delle attenzioni delle donne, questo ha fatto sempre impazzire mia madre, che pur amandolo, lo ha lasciato. Oggi io ho venti anni, alta uno e ottanta, capelli neri e ricci, occhi azzurri, cosce lunghe, seno terza, ben alta. Ho deciso di passare due settimane a riposarmi qui, nella terra di mio padre. Ho il suo indirizzo. Lui e mia madre, si sono sempre sentiti, lei ha anche una sua foto recente, credo che lo ami ancora. Mentre lui, non ha mai chiesto nulla di me, o almeno credo. Ieri ho preso l’auto, sono andata vedere dove abita, è proprio la costruzione che mi ha descritto mamma. Bella, a strapiombo sul mare, in uno dei posti più belli della costa, ma non ho voluto cercarlo, forse lo farò domani. Sono le dodici, mentre sto mangiando dell’uva, improvvisamente lo vedo venire verso di me. È veramente un bell’uomo. Spalle larghe, un bel quarantacinquenne di puro fascino. Capelli brizzolati, portamento fiero. Lo seguo con lo sguardo. Mi nota, mi fa un cenno di saluto col capo, poi si sdraia vicina a me, a circa cinque metri di distanza. Lo osservo. Mi piace, probabilmente lui non immagina nemmeno chi sono, decido di giocare con lui. Lo provoco un poco, apro le cosce distrattamente, vedo che lo nota, poi mi alzo, vado verso il mare, mi bagno. Mi segue con lo sguardo. Non perde un solo movimento che faccio. Quando torno al mio asciugamano, mi piego volutamente con il mio fantastico culo verso di lui. Mi distendo, con la coda dell’occhio vedo che si è eccitato. Bene, era quello che volevo! Devo trovare un motivo banale, per attaccare discorso. La fortuna mi viene in aiuto, una folata di vento fa volare il mio cappellino verso di lui, che lo afferra, me lo riporta.
«Grazie, è molto gentile, con il sole che picchia, era un vero problema.»
Mi osserva, forse nota qualche cosa di famigliare, mi sorride.
«Permette, mi chiamo Lorenzo, lei?»
«Sono Carla.»
Mi osserva attentamente, lo invito a sedersi con me. Incominciamo a parlare di tante cose, del tempo, la spiaggia, il piacere di stare nudi. Mentre parlo lo continuo a provocare. Mi distendo sempre in modo tale, che lui abbia sempre in bella vista la mia fica, lui non può resistere, ha un’erezione superba. Il suo cazzo svetta grosso, duro, vorrei prenderlo in bocca, ma voglio divertirmi ancora. Mi chiede, se mi farebbe piacere vedere il tramonto, dalla punta del promontorio. Lassù. Mi indica una casa sulla punta.
«Quella è casa mia.»
Accetto, ormai ho deciso di stare al gioco. Andiamo alla mia macchina, lui è sceso a piedi, mi lascio guidare da lui, fingendo di non sapere la strada, poi arriviamo. La casa è una vecchia torre, con annesso una piccola costruzione. Mi invita a salire su, dalla terrazza, la vista è mozzafiato. Lui osserva con me, il sole che tramonta, lo sento appoggiarsi al mio sedere, il suo cazzo è in tiro, lo lascio fare. Appena l’ultimo raggio di sole è sparito, mi giro, mi abbasso, lo prendo in bocca. Lo succhio, lo lecco, ingoio un testicolo, lui geme intensamente. Mi sto bagnando, siamo nudi. Sento le sue mani afferrare i miei seni, li impasta, li strige, mi piace. Mi solleva, mi appoggia al muro. Mi fa sedere sulla pietra, mi apre le gambe, ora è lui che si abbassa, mi lecca. Sento la sua lingua insinuarsi dentro di me. Mi fa godere, afferro il suo capo, lo schiaccio sulla mia vulva, mi sta leccando, io ho il primo orgasmo, forte, intenso, sconvolgente. Urlo. Continua succhiare i miei umori, che ora sgorgano copiosi. Lo voglio, lo trascino su, lo bacio. Mi solleva, ora sono alla sua altezza, mi infila dentro il suo palo. Urlo di nuovo. Mi infila con un colpo solo. Lo sento arrivare con forza, fino in fondo, mi schiaccia l’utero, mi provoca un piacere nel piacere. Lo afferro, lo graffio. Godo. Lui è una furia scatenata. Mi pompa come un forsennato, con colpi tremendi, lo sento ansimare, gode, io con lui. Il suo, va e vieni, aumenta di colpo, lo sento pronto ad esplodere. Mi osserva stupito, ma continua scoparmi con forza, poi gode anche lui. Lo sento di colpo spingerlo tutto dentro, urla il suo piacere, mentre mi inonda il ventre. Al suo grido, gli fa eco la mia voce, strozzata da un nuovo orgasmo.
Lo bacio con furore. Sento la mia fica riempirsi di liquido caldo, bollente. Mi inonda. Resto immobile per un momento, a riprendere fiato. Lui esce da me, mi inginocchio, lo prendo di nuovo in bocca. Lo succhio, lui si gira, si appoggia al muro, lo lecco. Geme, mi dice con voce strozzata che sono fantastica, che lo faccio morire, mentre il membro, che tengo in bocca, ritorna ad essere duro, ben teso. Mi alzo, mi giro, mi bagno il mio culo con la sborra che mi cola dalla fica. Il mio gesto lo sorprende.
«Dai, che aspetti, lo vedi che lo voglio nel culo! Prendimi anche nel culo.»
Lui si mette dietro di me. Lo sento spennellare la cappella fra gli umori della fica. Poi con decisione si posiziona, mi infila il cazzo in culo, con un solo affondo, deciso, duro. Non si fa pregare. Mi incula con forza. È tremendo, mi assesta dei colpi fortissimi. Godo, lo incito a farmelo uscire dalla bocca. Ho un orgasmo sconvolgente. Tremo tutta.
«Bella vacca! Ti sfondo!»
Mi urla, lo sento gonfiarsi. Urlo il mio piacere. Lo invito a sborrarmi in culo.
Mi devasta con bordate tremende, poi lo sento arrivare. Grida il suo piacere, quando mi scarica dentro, il suo seme bollente.
Il suo grido, è il segnale del mio ennesimo orgasmo, tremo tutta. Lo sento svuotarsi dentro di me, poi si siede sfinito.
«Sei una femmina incredibile, mi hai distrutto.»
Lo guardo, mi rivesto alla meglio, lo saluto con un bacio, lo guardo negli occhi.
«Sono molto di più, di una femmina incredibile, sono tua figlia!»
Lui mi guarda, rimane stupito. Ho avuto quello che volevo, mi giro, esco. Prendo l’auto, girovago tutta la notte. Ho mille pensieri, che mi passano per la mente. La mia parte razionale, si domanda per quale motivo l’ho fatto, forse per vendicarmi, di come lui ha fatto del male a mia madre. L’altra metà di me, dice che lo volevo. E l’unica spiegazione a cui giungo, è che sono una troia. Lo volevo, mi ha fatto impazzire di desiderio, vederlo eccitato. Passo due giorni, cercando il più possibile di stare alla larga da lui, ma poi il terzo giorno, ritorno al tramonto, davanti a casa sua. Mi vede, mi viene incontro. Restiamo un attimo immobili, ci guardiamo senza proferire parola, poi mi abbraccia, mi bacia, mi solleva. Entra in casa tenendomi fra le braccia, mia adagia sul letto in camera sua. Sciolgo il nodo che lega il mio pareo, in un attimo sono nuda, lei si è spogliato velocemente. Si distende al mio fianco, le sue mani incominciano a scorrere sul mio corpo, mi procura dei brividi di piacere. La sua bocca si impossessa del mio capezzolo destro, lo succhia con decisione, poi scende lungo il mio corpo, raggiunge la mia ostrica, che già secerne nettare profumato, lui lecca, succhia, facendomi godere subito. Mi giro, afferro il suo membro già gonfio, duro, lo porto alla bocca. Lo ingoio, lui geme di piacere, mi supplica di continuare.
Mi lascia giocare ancora un poco, poi si rigira, mi distende sotto di lui, mi penetra con decisione. Lo sento affondare dentro di me, subito mi fa provare un nuovo orgasmo. Godo e tremo sotto di lui. Mi sbatte, pompa come una furia scatenata. Mi fa impazzire di piacere. Mi rigira in diverse posizioni, fin quando dopo l’ennesimo orgasmo, lui mi scarica nel ventre, una dose industriale di semenza bollente. Quando lo sento arrivare, urlo il mio ennesimo orgasmo.
Mi bacia, poi lentamente lo lascio distendere al mio fianco. Mi guarda, sento il suo respiro farsi profondo quando parla.
«Mi hai fatto impazzire, quando mi hai detto che potevi essere mia figlia. Per un attimo ti ho creduto. Poi mi sono detto che non era possibile. Tua madre mi ha detto, che nostra figlia si è sposata, che vive in America a Boston. Quindi mi sono detto, che era solo uno stupido scherzo, che se era solo sesso, saresti tornata a trovarmi. Eccoti qui, questo conferma la mia teoria.»
Lo guardo, gli sorrido, prendo la mia borsa, gli mostro le foto di me, con mia madre, gli faccio vedere i miei documenti.
«Sono tua figlia, sono venuta qui perché volevo capire, per quale motivo hai abbandonato mia madre. Sei un bastardo per averlo fatto, mi volevo vendicare. Poi mi sei piaciuto, non ho avuto più nessun desiderio di vendetta, ma solo un forte impulso di averti ancora dentro di me. Purtroppo mi sei piaciuto troppo, adesso non ho la forza di stare lontana da te. Il tuo corpo, il tuo sesso, mi fa impazzire, allora ho intuito il motivo per cui mia madre, mi ha mentito su di te. Non sei tu, che l’hai lasciata, è lei, che non ha avuto la forza di restare al tuo fianco, per la forte gelosia che sentiva, quando le altre femmine ti guardavano. Per me è diverso. Voglio stare con te, e se ti devo dividere con altre, non me ne importa nulla. Voglio solo che mi scopi, e basta.»
Mi guarda, mi abbraccia forte, mi bacia con tanta passione.
«Ho sofferto tantissimo quando lei se ne andata. Volevo notizie su di te, ma lei ha sempre detto che tu, non volevi saperne di me. Le ho chiesto qualche foto, adesso ti mostro quelle che mi ha inviato. Non sei tu quella che c’è raffigurata. Vorrei che restassi, che faremo insieme tutto quello che vorrai. Voglio recuperare il tempo, che lei ci ha tenuto lontani, ti prometto che ci sarai solo tu, nella mia vita.»
Lo bacio, sento il suo sesso di nuovo duro, salgo su di lui, lo infilo ancora dentro il mio ventre. Mi lascio scopare per un tempo lunghissimo, durante il quale lui mi fa godere fin quasi allo sfinimento. Da quel giorno vivo con lui. Ho scritto a mia madre dicendole di andare al diavolo, per avermi tenuto lontana da lui. Adesso sono incinta di un figlio suo, il mio futuro lo vedo solo e soltanto con lui.
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