Da bruco a farfalla

geniodirazza
2 months ago

Da bruco a farfalla

La fragilità connaturata agli anni ‘difficili’ è la leva che muove certe scelte giovanili quasi sempre sbagliate e da correggere nel tempo; per le ragazze di una certa generazione, l’impatto particolare è quello col sesso, la grande incognita degli anni tra i sedici e i diciotto; a Roberta capita la ‘sbandata’ per il presunto principe azzurro che individua in Osvaldo, un insegnante alla sua prima esperienza in un liceo.

Ha solo diciotto anni ed è completamente immersa nello studio, in parte perché deve affrontare la maturità; in parte per le pressioni di una madre ipercattolica fino ad essere bigotta, rigorosa e imperiosa come un ‘sergente di ferro’; in parte anche per una personale abitudine alla diligenza e all’attenzione che le hanno consentito un percorso esemplare per tutto il cursus scolastico, dalle elementari al liceo.

Crede di vedere in Osvaldo il principe dei suoi sogni, anche letterari, e perde completamente la testa; quando le propone di vedersi una sera, deve frenare il cuore che rischia di scoppiarle perché il suo ‘idolo’ l’ha degnata di un invito; si precipita ad accettarlo e non oppone nessuna resistenza; non ha nessuna difficoltà a portarla nell’appartamentino che ha preso in affitto, a sfilarle le mutande e a sverginarla in un colpo.

Si rende conto che per lei è in assoluto la prima volta che ha a che fare con un sesso, che non ha preparato la cosa nemmeno con un qualsiasi approccio e che senza problemi è venuto in vagina; il giorno seguente, naturalmente, è già in caccia di altre donne più disponibili e meno impegnative; a lei riserva qualche blanda carezza e l‘assicurazione che è sempre nel suo cuore.

La notizia che il ciclo non le è venuto arriva come una bomba; sua madre si lancia in una delle filippiche che caratterizzano i suoi scatti d’ira; suo padre si limita e commentare che vanno riparati i danni più che scovate le colpe; Osvaldo trema anche fisicamente quando valuta l’impatto che può avere sulla sua carriera ‘l’oltraggio’ recato ad una delle famiglie più in vista ed autorevoli della città.

La coscienza di ‘averla fatta fuori dal vaso’ e di avere messo a repentaglio tutte le sue ambizioni professionali lo induce a farsi avanti e ad affermare che intende riparare, com’è abitudine a quel tempo, sposandola immediatamente; sua madre adotta subito la soluzione del matrimonio riparatore, per non essere costretta al dilemma dell’aborto; suo padre conviene che è un percorso praticabile, a patto che non distrugga le speranze, di lei ma soprattutto del genitore, che si laurei.

Li prendono nella loro casa che avrebbe potuto contenere anche molte famiglie contemporaneamente, si danno da fare per sostenere la nuova famiglia, in difficoltà specialmente dopo la nascita di Nicola, Nico per sua madre, e con il solo stipendio di suo marito, per qualche tempo supplente senza garanzia di continuità, e con la necessità che lei si dedichi allo studio per laurearsi in Lettere ed insegnare come suo marito, professore di matematica.

Sono anni non facili per Roberta, costretta a fare la pendolare tra il piccolo centro e la città sede dell’Università; fortunatamente, è anche sede del Tribunale più vicino; i viaggi che almeno uno dei suoi genitori, ambedue avvocati, deve fare quasi quotidianamente per il lavoro le tornano utilissimi per andare e venire a prendersi cura del figlio senza doverlo affidare totalmente ad una baby sitter o ad una tata.

Il problema vero è rappresentato dai rapporti sessuali tra i coniugi; in una camera che ha in comune una sottile parete con quella dei suoi genitori, è impensabile fare rumori che possano tradire movimenti lussuriosi; teme che sua madre dia in escandescenze se verificasse che fanno sesso; neanche il matrimonio, per quel che ne sa, la induce a transigere; la situazione perennemente tesa favorisce le ‘fughe’ di Osvaldo che è in casa quasi solo di notte.

Impara lei, ed obbliga suo marito, a copulare col minimo rumore del letto e a non emettere nessun suono al momento dell’orgasmo; a lei riesce decisamente facile, perché non ha mai avuto occasione di provocare rumori ambigui; le pochissime volte che si è trovata, quasi involontariamente, a masturbarsi, è avvenuto in bagno, mentre si lava la vulva sul bidet e lo fa con tale prudenza che nessun lamento le esce dalla bocca.

Con Osvaldo, se si esclude il primo ed unico amplesso prima del matrimonio, quello in cui è rimasta incinta, non ha più occasione di copulare prima di sposarsi; dopo, lui si limita a penetrarla velocemente, a muoversi un minimo dentro di lei e ad eiaculare nell’utero il suo sperma; poi si gira su un fianco e dorme, a volte rumorosamente; fino all’epoca dei fatti, non ha mai avuto un orgasmo; quindi neanche sa esattamente cosa sia godere con un maschio.

Lui deve adeguarsi suo malgrado alle sue paure; ospiti e parassiti dei suoi, non hanno neppure voglia di avanzare proteste; quello che lui perde in casa, con la moglie legittima, lo riconquista facilmente con i suoi svolazzamenti tra colleghe, alunne e madri disponibili; anche sua moglie sa che ha una sorta di piccolo harem da cui attinge per i suoi bisogni sessuali; ‘l’incidente’ con lei è nato così, da una copula casuale nel suo sfarfalleggiare tra femmine.

Inoltre, la pressione bigotta di sua madre l’ha quasi convinta, che sia connaturato al matrimonio che il marito abbia libertà di copula e che la moglie debba rimanere fedele all’unico maschio concessole; per ovviare alle immancabili frecciate ironiche, quando si trova in sala insegnanti a passare un’ora di intervallo, evita qualunque accenno a sesso o alla vita matrimoniale; fuori dalla scuola, non ha quasi relazioni e quindi non ci sono problemi.

Questa situazione assurda viene caricata di più dalla nascita del secondo figlio, a poco più di quindici mesi dal primo, per la sua fatale ignoranza e per la superficialità di suo marito che si rende conto di avere commesso un gravissimo errore solo quando lei non può più abortire legalmente; due bimbi piccoli a meno di ventuno anni, con una laurea da perseguire, rappresentano una prigione inevitabile che la taglia fuori da ogni comunicazione.

Il quadriennio tra i suoi 18 e i 21 anni è quello che Roberta etichetta, su suggerimento del suo amato Leopardi, dello ‘studio matto e disperatissimo’ cui è quasi obbligata, per sua natura, dall’urgenza di laurearsi, di dedicarsi ai figli e di corrispondere a troppe attese, del padre, della madre e di suo marito per motivazioni e interessi diversi; se non impazzisce, è perché da sempre tenace e determinata.

Perde però qualunque fiducia in sua madre che vede presto dispotica e dittatoriale; non si cura più di suo marito; subisce la copula fredda e distaccata che reclama, ma senza brividi; sa di essere quasi asessuata ma dirotta sui figli e sullo studio il suo amore, la sua passione e l’interesse; per quello che la riguarda, lui può anche copulare con le sue amanti davanti a lei; guarderebbe oltre, come fossero trasparenti, per vedere solo Nico, Franchino e la letteratura.

In qualche modo, si sente come un baco chiuso nel bozzolo, tagliato fuori dal mondo; ha coscienza di molte cose ormai; suo marito non l’ha mai amata; anche la copula iniziale è stata solo un momento di fregola per una ‘nuova’ e il matrimonio è stata una riparazione ‘dovuta’; a sua madre vuole e deve sottrarre ad ogni costo la guida dei figli per non vederli crescere baciapile e talebani; un minimo di affetto conserva per suo padre, razionale e pacato; ma non prova entusiasmi.

Purtroppo per lei, il suo personale calvario non ha termine nemmeno con la laurea; a quello, segue il periodo doloroso delle supplenze in scuole ed istituti talvolta lontani; sono sette o otto anni di fatiche disumane; percorre non sa più quante migliaia di chilometri, si sposta affannata da una scuola all’altra ed affronta rischi inenarrabili per essere ogni sera a dare la buonanotte ai suoi bambini; le copule che Osvaldo pretende sono un fastidioso tributo al suo sacerdozio a Priapo.

------

Finalmente, quando ha ormai quasi trent’anni, il suo sogno culmina nell’assegnazione definitiva, di docente di ruolo di italiano e latino, nel Liceo dove ha studiato e dove ha conosciuto suo marito; vorrebbe brindare, comunicare con qualcuno la sua gioia infinita per avere raggiunto un traguardo che da sempre è nei suoi sogni; ma suo padre si limita ad un caldo sorriso, a un abbraccio e a sincere congratulazioni,

Sua madre sembra quasi offesa perché si rende conto che, con due stipendi, sua figlia e suo genero possono prendere un appartamento separato e sottrarle la cura e l’educazione dei piccoli che vorrebbe avviare alle sue convinzioni bigotte; Osvaldo è il più infastidito perché teme, e ne ha ben donde, che la moglie nello stesso liceo può essere un serio ostacolo alle sue tresche amorose e, con la sua diligenza e volontà, può affermarsi nell’ambente più di lui, che c’è entrato quando lei era studentessa.

Le nere previsioni si avverano regolarmente; non appena le condizioni economiche lo consentono, prendono in centro un appartamento sufficiente a loro quattro e finalmente Roberta si può sentire libera a casa sua; il fatto che Osvaldo non sia mai in casa non le fa più né caldo né freddo; anzi, l’incuria totale di lui le consente di accampare i motivi più strani, dalla salute dei bambini agli impegni di preparazione delle lezioni, per evitare di dormire insieme.

Peggio ancora, per lui, assai rapidamente riesce ad imporsi per la qualità della preparazione e per l’entusiasmo nell’insegnamento fino a diventare punto di riferimento per i colleghi e per gli studenti; la risposta piccata di suo marito è l’accentuazione dei comportamenti selvatici che lei osserva indifferente, dal suo posto di osservazione di individuo asessuato e impermeabile a sentimenti ed emozioni; questo scatena ancor più la rabbia di lui.

Il culmine della perversione Osvaldo lo raggiunge quando punta il suo interesse su Ofelia, la Dirigente Scolastica, una donna di oltre sessant’anni, rimasta volutamente nubile per mantenere fede al suo desiderio di affermarsi nel lavoro; avendo capito che un maschio non avrebbe mai accettato di essere subalterno ad una donna di forte carattere, ha imparato facilmente a gestire la sua sessualità cercandosi giovani amanti occasionali fuori territorio, per non dare adito a scandali.

Lei è da decenni che occupa quel posto direttivo; era lì anche quando arrivò Osvaldo, supplente alle prime armi, mentre Roberta affrontava con successo gli esami di maturità; parteggiò per la povera ragazza quando lui la mise incinta e l’abbandonò, anche se formalmente la sposò per schiavizzarla al suo piacere smodato; ed era ancora lì quando i ragazzi frequentarono il Liceo per andare a farsi onore all’università

Di quella donna, testimone vivente della sua storia, a lui interessa, molto più della copula in se, la possibilità di possedere e, se gli dovesse riuscire, di dominare la personalità decisamente forte e capace di ribaltare le sue convinzioni di individuo alfa; per questo, la tampina a lungo, pazientemente, finché non riesce a trovarla da sola, particolarmente accesa e disponibile, nel sancta sanctorum del suo studio di Dirigente.

Ofelia è reduce da una lotta strenua coi sindacati, da un lato, e col Ministero, dall’altro lato, per affermare il suo diritto ad organizzare attività didattiche extracurricolari; lo stress della vicenda l’ha caricata allo spasimo e pagherebbe per avere sottomano uno dei bull da cui si fa possedere quando è in quello stato; ma non è possibile; gli appare come un regalo del caso l’ingresso di Osvaldo, del quale sa perfettamente la carica irrefrenabile della passione belluina.

Decide di ‘farselo’ seduta stante; eventuali voci si sarebbero perse nel mare di quelle che correvano su di lui; ma, come per tutti i bull, ha esattamente l’intenzione di usarlo, umiliarlo e cacciarlo via; chiude a chiave la porta e mette in atto tutta la sua lunga esperienza di amante provvisoria per affascinarlo finché lo cattura col mezzuccio banale di farsi trovare con la camicetta aperta sul seno; quando le mette le mani sui fianchi, si limita a sporgere indietro il sedere fino a incontrare il sesso già duro.

Lo bacia con tutto il repertorio dei leccamenti che possiede per lunga elaborazione; lo inchioda col sedere alla scrivania e fa in modo che la mazza le titilli la vulva grondante già di piacere; a lui non riesce di spostarla di un passo per portarla sul divano che sa utile a copulare; lei gli prende la testa e se la porta su un seno che ha fatto ‘sfuggire’ dalla camicetta; gli blocca la testa a farsi succhiare i capezzoli fino a quando, per due volte, uno per seno, ottiene un orgasmo.

Solleva la gonna fin sui fianchi e porta una mano di lui ad afferrare la vulva da sopra il filo di stoffa del perizoma; lui si lancia in una masturbazione in cui è maestro e lei si prende in rapida successione due orgasmi violenti che soffoca con la bocca sul suo collo, in un bacio umido e sensuale che manda il maschio ai pazzi per l’intensa emozione; finalmente lo spinge verso il divano e lo obbliga a sedersi.

Salita con le ginocchia sulla seduta, gli pianta sul viso il ventre asciutto e morbido, obbligandolo a gesti a leccare profondamente e lungamente; è il cunnilinguo più bello che ricordasse e lo obbliga a succhiare, mordere, ingoiare e stimolare finché non si abbatte su di lui quasi priva di forze; Osvaldo non sa se godere intensamente per la copula con una donna così calda ed improvvisamente disponibile o preoccuparsi perché la virago lo sta apertamente dominando.

Una volta sdraiati sul divano, lui cerca di imporre il suo desiderio e cerca di spogliarla; lei risponde con forza e si sfila il perizoma, ma solleva solo fino alla vita la gonna, si stende e lo costringe a tornare a leccarla; solo dopo il secondo violento squirt si decide a sistemarsi carponi, ma gli impone ancora di leccare, senza penetrarla; lui riprende a leccare, mordere e titillare tutto l’apparato, dal monte di venere attraverso il perineo fino al coccige.

Mentre passa la lingua a larghe spatolate sul sesso, la infila più volte nella vagina, molto accogliente, e nell’ano decisamente spanato, dilatato e sensibile; ripromette a se stesso che l’avrebbe penetrata analmente, a conclusione della copula; un attimo dopo, quando lei lo costringe a ritirarsi e si sdraia supina, capisce che potrà fare solo quello che lei gli consentirà; si inginocchia fra le sue cosce punta la cappella alla vagina e la penetra fino all’utero.

La cavalca a lungo, convinto di possederla; ma Ofelia è rotta ad ogni esperienza e ci mette poco a bloccarlo e ad imporgli il ritmo della copula preferita, lenta, misurata, goduta centimetro per centimetro; lo succhia coi muscoli della vagina e dell’utero e lo porta più volte al limite dell’orgasmo; quando si sente stanca dei suoi orgasmi, lo lascia fare per un attimo e lui, dopo pochi colpi, esplode nell’utero una lunga eiaculazione.

Mentre si ricompongono, gli dice chiaro che è stato un episodio da dimenticare, che ha avuto bisogno di uno stallone e che ha usato opportunamente lui; gliene dice di tutti i colori sui suoi comportamenti specie con la moglie, donna dolcissima e sensibile; quando lui le obietta che ‘un patata lessa a settimana è già troppo’ gli suggerisce di stare attento al comandamento evangelico che suggerisce di fare attenzione all’ira dei buoni.

Difatti, l’interesse primario di Roberta sono i figli, che assiduamente segue e controlla con affetto e intelligenza, e la didattica dell’istituto alla quale è chiamata spesso a dare il suo contributo; qualche anno dopo, quando ha 34 anni e i figli, Nico che ne ha 15 e Franchino 14, frequentano già le prime classi dello stesso istituto, arriva un ‘suggerimento’ autorevole dal Ministero perché vengano organizzati nel liceo, come in tutti gli istituti d’Italia, dei corsi di perfezionamento nell’uso del computer.

A tenerli è stato chiamato un giovane di una cittadina vicina, che ha un laboratorio specializzato nei nuovi media, è consulente di Tribunali ed Enti vari ed è riconosciuto come una piccola autorità nel campo; Fernando è un gran bell’uomo, di poco più giovane di lei, forse due anni, con un fisico modellato nel marmo e con due occhi azzurri e profondi che le si infiggono nel cuore; per la prima volta, Roberta si sente scuotere dallo sguardo di un uomo e ne è sconvolta.

La sua professionalità le impone di seguire con attenzione le lezioni e le dimostrazioni seguenti; Fernando è rimasto assai colpito dalla bellezza di lei, non solo quella del fisico, ma dell’intelligenza e della sensibilità; trovarsela davanti, al primo banco, come l’eterna secchiona, diventa un motivo per passarla tutta ai raggi ics ed innamorarsene senza volerlo né accorgersene; sa solo che parla a lei come se fossero soli in una stanza vuota e non in un’aula affollata.

Arriva il giorno in cui devono mettere la parola ‘fine’ all’esperienza didattica; Roberta si intrattiene nella sala delle lezioni con un sentimento strano di desiderio e di disagio; l’idea che non avrà più occasione di guardare con ammirazione quell’uomo che le ha sconvolto tutti i parametri, la fa stare persino male; lui si accorge del disagio; sa che è l’ultima occasione per un gesto forte che racconti il sentimento che ha cullato nel tempo e che lo brucia.

Le passa la mani intorno la vita e la stringe a se; non reagisce male, come aveva temuto, ma si appoggia quasi fosse un approdo alle sue voglie nascoste; la ruota nel suo abbraccio e la bacia con tutta la passione che il momento gli suggerisce; lei è incerta e resta a labbra strette; lui le forza delicatamente e la lingua penetra in bocca, la perlustra tutta e succhia come un piccolo fallo; Roberta sente il corpo sciogliersi, il ventre si carica di voglia ed esplode.

Lui le passa le mani su tutta la schiena, poi sul seno; quando tenta di entrare nel vestito, per carezzarla a pelle, lei reagisce con durezza.

“No, Fernando; non andare oltre; già mi sento distrutta dai sensi di colpa; se ti lascio andare avanti, potrei fare qualcosa di cui mi pentirei amaramente; limitati a carezzarmi da sopra i vestiti; sarà un alibi stupido ma sentirò di essere meno colpevole.”

“Roby, è fuori di ogni logica; tu hai una certa età, sei sposata, hai due figli; e ancora ti fai prendere dai sensi di colpa per un bacio; eppure, sai bene che tuo marito non ha mai rispettato la legge della fedeltà.”

“Non sono mio marito; e neppure tu lo sei; a te posso chiedere di fermarti, di pazientare; mi sta succedendo qualcosa di assolutamente imprevisto; non forzarmi la mano, ti prego … “

“Quindi, mi hai fatto assaggiare la bellezza infinita di baciarti, di desiderarti; e adesso mi dici che non ce n’è mai stato … Cosa c’è di imprevisto in un bacio tra due che per un mese si sono amati da lontano, si sono consumati in un desiderio inespresso?“

“C’è che io sono totalmente asessuata, non ho mai conosciuto il piacere fisico; e tu adesso mi hai sconvolto il cuore, il corpo e la mente. Perdonami ma non me la sento di andare oltre.”

“Roby, tu oltre ci sei già andata; ho sentito l’orgasmo che ti esplodeva dentro … “

“Sì, hai sentito bene; non so cosa sia stato ma mi è esploso il ventre, credo che fosse amore; per questo, devo fermarmi prima di innamorami sul serio.”

“Ti dico solo che io innamorato lo sono già, e da un pezzo; ho abbastanza pazienza per aspettare che tu sconfigga i mostri dentro di te; non potrai combatterli in eterno; o li distruggi o ti distruggono; tertium non datur; quando sarai convinta che vuoi amare ed essere amata, sappi che ci sarò dovunque, comunque, a qualunque condizione.”

Riescono a superare il momento di imbarazzo e si frequentano regolarmene, quando lui viene a scuola per i corsi di computer, stavolta agli studenti; lei, nominata coordinatrice per la scuola, deve ogni giorno amare in silenzio l’uomo che l’ha sconvolta e farsi forza ogni volta per non cedere al desiderio di sentire ancora quel bacio che le ha sconvolto il ventre, il cuore, la testa; il ricordo di quel momento unico e meraviglioso l’assale spesso, ma si controlla.

Per tre volte, negli anni seguenti, ad ogni seduta conclusiva, si trovano nella stessa aula con inalterata tensione amorosa, desiderosi di lasciarsi andare; e tutte e tre le volte Roberta riesce ad imporsi di fermarsi al di qua del lecito; Il quarto anno, non è angosciata dal pensiero che va verso i quaranta, come succede a tutte le sue colleghe ed amiche che sembrano vedere in quella data lo spartiacque tra gioventù e vecchiaia.

Più concreta ed immediata, per lei, è la considerazione che i figli hanno completato il corso liceale e vanno all’università, Nicola al secondo anno di psicologia e Franco matricola a scienza della comunicazione; i figli e l’insegnamento sono ancora e sempre il suo obiettivo primario; il resto, compreso l’amore che sa di provare per Fernando, viene dopo; i dati che incalzano sono le spese per mantenere i suoi ‘ragazzi’ da fuori sede all’università; ma meritano ogni attenzione.

Nicola, in particolare, dimostra sempre più di essere tutt’altro che il ‘ragazzo’ di sua madre; Roberta se lo trova spesso, più di quanto vorrebbe, ad assumersi il ruolo di ‘spalla asciutta’ per gli sfoghi del dolore di sua madre; avendo frequentato quel liceo sa tutto di quello che suo padre ha fatto e fa; sa anche che dovrebbe essere duro e chiaro con Roberta, per aiutarla ad uscire dalla ragnatela in cui si è rinchiusa; ma non vuole assumersi la responsabilità di aprire il discorso.

La guarda con tenerezza, si chiede perché non esca dal bozzolo e non lasci esplodere la sua intelligenza, la sua determinazione, la sua femminilità; quando ne parla con lei, Roberta gira tutto in ironia e sorvola; ma il tempo di decidere, e definitivamente, sta ormai per scoccare; dal Ministero è arrivata la solita perentoria sollecitazione a individuare, tra gli insegnanti di maggiore affidamento e qualità, quelli che possano essere chiamati a coprire i posti di Dirigenti Scolastici.

Il nome di Roberta è, naturalmente, il primo ad essere fatto e lei si sente esplodere di gioia; dello stesso avviso non è suo marito che si appiglia alle distanze, perché la nuova sede sarebbe in una cittadina ad alcune decine di chilometri; tira fuori, perfidamente, i figli, la famiglia e i valori che da venti anni calpesta impudentemente; Roberta si sente decisamente feroce con quell’uomo che non l’ha mai rispettata e che ancora una volta la umilia.

Si sente all’improvviso come invasata; di colpo, decide di prendersi qualcosa di suo a cui ha rinunciato per troppo tempo; è l’ultimo giorno del corso e Fernando è nell’aula per sistemare le carte; si precipita come una furia, chiude la porta dietro di se e da perfino un giro di chiave; si fionda su di lui e lo avvolge nel bacio più lussurioso che potesse mai ipotizzare; sente il corpo sciogliersi, dal cervello al cuore fino al sesso; si sente quasi squarciare dalla passione; sculetta per adattare la mazza sulla vulva.

Lui se ne è stato fermo, sorpreso e felice per il gesto di lei; la abbraccia con tutte le forze e le passa le mani sulle natiche dolci e sode; ‘sempre sopra i vestiti?’ chiede; lei annuisce; lui fa scivolare una mano sul seno, lo cattura e lo accarezza strizzandolo con voglia; sente sotto le dita il capezzolo duro ed eccitato e lo titilla da sopra al vestito; sente l’orgasmo di lei montare e scaricarsi sulla sua mano, nella sua bocca, sul suo sesso spinto contro la vulva senza scampo.

Il bacio che si stanno scambiando è quanto di più dolce e lussurioso si possa immaginare; Roberta si perde totalmente nella bocca che la fa eccitare, la provoca a godere; avverte centimetro per centimetro il corpo di lui che stimola il suo in tutte le zone erogene e sente più volte un piacere strano, inavvertito prima, che le fa temere di avere bagnato l’intimo in maniera irreparabile; sente che anche lui ha avuto un momento di entusiasmo ferino.

Quando arrivano a staccarsi, Fernando le chiede se si è bagnata; lei non riesce a nasconderlo; lui l’avverte che il piacere è quello che lei ha provato e che potrebbe essere assai più alto e intenso se si decidesse a ‘saltare il fosso’ e abbandonarsi al desiderio di fondersi in uno; lei ha ancora molte riserve da obiettare; le ricorda però che Lao Tse ha scritto che ‘quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla’; non può escludere che dalla fine del suo matrimonio possa nascere qualcosa di meraviglioso con i colori di una farfalla.

Finalmente Roberta gli confessa che ha avuto bisogno di lui, della spalla asciutta di un amico che è diventato più che amico; gli racconta della proposta di assumere l’incarico di dirigente scolastico in una scuola media della città dove lui vive ed ha il laboratorio; gli parla anche delle obiezioni di suo marito e dei riferimenti ai loro figli che possono essere l’unico elemento valido per indurla a rinunciare; gli chiede un consiglio.

“Roby, io ti amo; non sono estraneo alla vicenda e sarei parziale, qualunque cosa ti dicessi. Non hai un amico, a cui porre il quesito, che sia abbastanza freddo da aiutarti a decidere? … No …. Roby, tu hai due figli e il più grande studia psicologia; può darsi che abbia gli strumenti culturali per aiutarti; gli hai mai parlato della tua situazione?”

Non solo non ci ha mai pensato, ma neppure sa se ne avrebbe la faccia tosta; i residui dei veti materni le impediscono di affrontare certi discorsi, soprattutto con suo figlio; ma avere rotto una volta gli argini con Fernando la autorizza quasi a rivolgersi a Nico, il suo confidente per questioni assai meno importanti; decide che gliene parlerà e, se scoprirà che è possibile, chiederà a lui di aiutarla a scegliere; finora, in fondo, non ha fatto niente di cui vergognarsi, neanche coi criteri rigidi di sua madre.

Ormai le litigate sulla questione del cambio di professione sono all’ordine di tutti i giorni; poco prima della scadenza del termine per l’accettazione, una sera si scatena la solita violenta lite con suo marito che esce di casa e non sa dire se e quando tornerà; telefona a Fernando per avere una spalla asciutta; le chiede di aspettarlo nella piazza dove abita e dopo una mezz’oretta la raggiunge.

Si trasferiscono in periferia, per evitare di essere sorpresi da persone conosciute; in auto con lui, non resiste alla tentazione di ‘sentirlo’ fisicamente e lo bacia appassionatamente; lui reagisce portando le mani sul corpo di lei che desidera ormai troppo; Roberta lascia che lui infili le mani nel vestito e freme ad ogni tocco delicato sul seno; quando le titilla un capezzolo, sdilinquisce; quando avverte che la mano di lui si sposta verso la falda del vestito e comincia ad accarezzare la coscia, ha un orgasmo feroce.

Istintivamente, allunga una mano e va a palpare il sesso di lui che avverte gonfio nel pantalone; lo percorre per tutta la lunghezza e si meraviglia dello spessore; quasi per gioco gli chiede se non è un’arma che uccide; lui le risponde che da solo tanta gioia di vivere, che ancora è disposto a non arrivare all’amplesso, ma che ora deve convincersi che il fosso sta per essere saltato e che quella scelta sarà definitiva.

Per tutta la sera si consumano in baci e carezze lussuriose; entrambi hanno l’intimo ridotto male, perché gli orgasmi sono stati molti per lei e almeno due per lui, sempre e solo al di qua dei vestiti; Roberta lo avverte che non ha altri amici con cui parlare, ma che è fermamente decisa a fare chiarezza con suo figlio; forse è una violenza porlo di fronte a certi problemi, ma la vita è fatta anche di scelte difficili.

Gli promette che, appena avrà preso una decisione in famiglia, lui sarà il primo a conoscere le scelte ed è determinata ad accettare l’incarico di Dirigente; soffre molto, Roberta, quando si rende conto che deve tornare a casa, dal suo perfido aguzzino; non si decide a lasciare l’abbraccio dell’uomo che sa di amare con tutte le sue forze; in un raptus di passione, cerca di aprire la chiusura lampo; lui la ferma perché trova che sarebbe un inutile eccesso; si sono conosciuti, a pelle, anche se non hanno fatto sesso; meglio rinviare; glielo dice e lei si convince, a malincuore.

A casa, va ad occupare il letto del ‘suo’ Nicola e non bada ai rumori che, volutamente, suo marito fa per provocare ancora la lite; l’attesa è ora per venerdì pomeriggio, quando i figli verranno dalla città universitaria; sin dal primo abbraccio, i due si rendono conto che la madre ha qualcosa di assai duro da ingoiare; Nicola, il suo pupillo, la aggredisce frontalmente.

“Mamma, adesso mi fai il favore di metterti lì e di parlarmi come a un analista; c’è qualcosa che ti pesa sulla coscienza e non voglio vederti consumarti nei dubbi.”

Franco è andato ad abbracciarla e le passa una mano sul viso quasi a ripercorrerne i tratti.

“E’ il caprone che ti fa star male?”

“Si; ma non solo; sono anche io che manco di determinazione … Per dirla come ha fatto una persona che mi è molto cara e che mi ama davvero, sono arrivata alla soglia dei quarant’anni totalmente asessuata … “

“Mamma, te la senti di scendere nei particolari?”

“Mi fa male, ma spero che siate in grado di ascoltare certe confessioni; sapete che a diciotto anni vostro padre mi sverginò, mi mise incinta e mi sposò per ottemperare a un ‘obbligo’ che pareva inevitabile, a quel tempo; vostro padre non mi ha mai amato, non ha cercato di farmi conoscere il bello dell’amore e del sesso; per vent’anni mi ha posseduto come una bambola di gomma, quattro colpi e dormire; mi sono adagiata nella condizione di reietta ed ho dimenticato cosa siano amore e sesso.”

“Vuoi dire che fuori casa portava la sua decantata abilità di tombeur de femmes; e in casa si riduceva alla copula frettolosa e senza amore?”

“Ve l’avevo detto che erano cose di cui mi vergogno anche a parlare, specialmente coi miei figli … “

“Mamma, ti voglio bene a prescindere da tutto; Nicola forse sa anche spiegare queste cose; io mi limito ad amarti come l’unica donna al mondo … “

“Franco, lo so; è stata la vostra crescita che mi ha dato la forza di andare avanti, insieme al mio lavoro che mi gratifica. Adesso però tutto sembra crollare intorno a me e devo prendere una brutta decisione; spero che mi possiate aiutare; a nessun altro lo potrei chiedere e devo costringervi a questa sofferenza.”

“Mamma, nessuna sofferenza. E’ da anni che sappiamo molte cose; ricorda che abbiamo fatto il liceo nell’harem di tuo marito; sappiamo molte più cose di quante tu immagini. … Se qualcuno ti ha aperto gli occhi ed è una persona a te cara e che ti ama, devo pensare che uno spiraglio di alternativa ti si è aperto … “

“Che stupida, a non parlare prima con te; sei acuto e bravo. Si, mi sto innamorando, ed ho paura ad ammetterlo, di un uomo che mi adora e che mi ha già fatto intravedere una qualche possibilità di lettura diversa della realtà.”

“Mamma, hai un amante?”

“No, non siamo arrivati a fare sesso; ancora non me la sono sentita di saltare il fosso; se ci faccio l’amore, tuo padre evapora dalla mia vita.”

“Lascialo evaporare, ascolta un consiglio appassionato; se non ho capito male, sei stata in stand by tutti questi anni; è il momento che capisci che la vita è tua e devi impossessartene.”

“Dovrei andare a fare la Dirigente Scolastica , ma vostro padre insiste a dire che vi abbandonerei, che la famiglia si sfascerebbe; insomma non gli va che io faccio il salto di professione da insegnante a dirigente e usa i luoghi comuni per frenarmi.”

“Quando scadono i termini per accettare l’incarico?”

“Domani; come vedi, sono al passaggio obbligato; se salto il fosso, cambio la mia vita; se subisco ancora, mi condanno alla morte civile … “

“Mamma, domani vai a firmare l’accettazione dell’incarico!”

“Mi starai vicino?”

“Non ne hai bisogno, ma ci sarò e ti farò un buco in testa perché cambi la tua vita.”

E’ arrivato suo marito e comincia a tenere il suo tono arrogante e tirannico; i ragazzi lo ignorano; quando i suoi dictat scivolano sulla ipotesi del cambio di professione, urla che le cose le decide lui e solo lui; Nicola e Franco prendono gli zaini con cui sono arrivati, il più grande le impone affettuosamente di preparare un borsone con poche sue cose; capisce che è l’ora della decisione e lo fa.

“Senti, tiranno da strapazzo, noi siamo tre persone maggiorenni e libere di scegliere; ti lasciamo alle tue pretese di dominio; dimentica di avere mai avuto una famiglia, se mai l’hai avuta.”

Apre la porta e li invita ad uscire; ha un attimo di resipiscenza; venti anni di vita non si cancellano con un gesto; ma la memoria delle pene sofferte le fa decidere di prendere la via che porta alla piazza.

“Ragazzi, dove pensate di andare?”

“In un albergo, per stanotte; domani cercheremo di capire chi ci può aiutare … Mamma quest’uomo tanto importante per te, cosa farebbe se tu gli chiedessi di ospitarci?”

“Pronto, Fernando, sono in piazza coi miei figli; mio marito mi ha cacciato … “

“Non ti muovere; vengo io. I tuoi figli sono avvertiti?”

“Si; Nicola, come avevi previsto, ha un quadro chiaro della situazione e mi ha suggerito di andare via.”

“Questo sì, che è un amico! Mezz’ora e sono da voi. Non farti problemi.”

Il suv che parcheggia le dà un colpo al cuore; davvero sa per certo che sta per voltare pagina; è felice perché le persone che ama di più al mondo sono con lei; si abbarbica a Fernando e il loro bacio è una sintesi di amore, di voglia, di desiderio, di certezze, di speranze; i figli fanno finta di schernirsi ma sente che vivono la sua stessa gioia; di colpo, l’uomo che ama rivela tutta la sua capacità di efficienza e di decisione.

“Roby, se vuoi prendiamo due camere in un albergo, per te e per i tuoi figli … “

“Non hai una casa abbastanza grande per quattro persone?”

“Quattro posti si possono ricavare, se vi adattate … “

“Franco, diamo troppo disturbo …. “

“Senti, tu sei quel mago del computer tanto celebrato?”

“Diciamo che faccio bene il mio lavoro … “

“Mamma, io per passare qualche ora nella sua casa farei carte false; andiamo da lui e organizziamoci.”

Resta da risolvere il problema della cena; ma Fernando gode di molte amicizie nel suo quartiere e poco dopo sono a tavola; Franco tesse intorno a Fernando un ragnatela di domande; vuole sapere tutto, di tutto; Nicola lo becca a sorpresa.

“Franco bada che Fernando è innamorato di mamma, non di te; glielo vuoi ancora sequestrare per molto?”

“No, domani mi porti al laboratorio e parliamo; per la mamma avrai tutta una notte, spero di grande amore.”

“Roby, ma sono sempre così diretti i tuoi figli? Gli hai spiegato che hai ancora sedici anni?”

“Sì, ma li ho anche avvertiti che stanotte voglio crescere ed essere viva e me stessa.”

Diventa persino agevole far sistemare i ragazzi nei divani in sala grande e occupare la camera col letto grande; Fernando, al momento di ritirarsi con Roberta, consegna ai due tappi per le orecchie; ridono di gusto tutti e tre; da sola davanti all’uomo che l’ha sconvolta, Roberta avverte un leggero disagio, ricordando per assonanza la sera che si concesse ad Osvaldo, quasi venti anni prima; un leggero sorriso le increspa involontariamente le labbra.

“E’ troppo chiederti cosa ti faccia sorridere così di colpo?”

“Difficile da spiegare; mi è tornata alla mente la sera in cui mio marito mi sverginò e mi ingravidò in un solo colpo …. Non mi rendevo conto di cosa facessi …. Come in questo momento … “

“E se ti lasciassi semplicemente andare e seguissi gli impulsi del cuore?”

“Vuoi dire che dovrei accarezzare la tua pelle, tutta la tua pelle, dalla testa ai piedi, senza neanche pensarci?! Lo sai che è questo che desidero con tutta l’anima … sentirti …. accarezzarti … baciare, impossessarmi di te … “

“Cosa credi che stia per fare io? … esattamente questo … spogliarti, ammirarti, accarezzarti, leccarti tutta e goderti perché ti amo.”

“Lo sai che io ho ancora paura di pensarlo, che ti amo?”

“Non mi meraviglio; abbiamo avuto solo pochi attimi per dirci che ci desideriamo, non ho mai sentito il sapore della tua pelle sulle mani, sulle labbra; solo da poche ore hai chiuso con forza una parte fondamentale della tua vita e ti appresti ad aprirne un’altra … non è affatto strano che ti senti disorientata; il problema è che cosa ti suggerisce il cuore. Ce la fai a mettere in stand by il cervello e seguire gli impulsi naturali?”

“Poiché ti voglio, ti desidero, non so trovare il verbo, ho fame fisica di te; ce la faccio sì, a mettere da parte la lucidità; ma non puoi pretendere che sia lucida e appassionata al momento stesso … non ora, per lo meno.”

“Non te lo chiedo; ti suggerisco solo di fare quel che ti detta il cuore; io tengo a freno il mio desiderio di divorarti tutta; quando tu avrai soddisfatto la tua fame di contatto fisico, sarò io a cercare il tuo corpo e a fare esattamente quello che tu dici di volere e che io aspetto da tempo di fare con te.”

Roberta ha aperto la camicia e gliela sta sfilando mettendo a nudo il torace tonico e muscoloso; non si stanca di accarezzare la fronte, il viso, il collo, le spalle forti e i capezzoli; vuole la sua bocca e vuole sentirla sulla sua, vuole che la sua lingua esplori  tutta la cavità orale e la faccia eccitare, godere, fibrillare; vuole succhiare quella lingua e trarne tutto l’amore di cui ha bisogno; lui la segue docile e innamorato, la bacia a lungo e la stringe a se.

Percorre, prima con le dita, poi con le labbra, il viso di lei limpido e bellissimo, dall’attaccatura dei capelli attraverso la fronte fino agli occhi.

“Sei bella, amore mio; adoro baciare la tua fronte limpida e severa, i tuoi occhi mi bucano il cervello e adoro baciarli così, fino a farti male; voglio la tua bocca dolce e appassionata; voglio succhiati l’anima e voglio che tu la succhi a me … “

“Sta zitto e baciami; non vedi che mi sciolgo sulla tua bocca? Non so che mi succeda e non voglio capirlo; mi sto bagnando tutta, dalla vagina alle cosce, mi fai avere continui brividi, frecciate che sembrano di dolore e sono d’amore; è come se avessi acceso luci psichedeliche e tutto mi ruota intorno trasformandosi. Ti voglio, Nando, ti desidero con tutta me stessa.”

Lei ha forzato la cintura; lui apre la fibbia, fa scorrere la cerniera; lei prende dai lati il pantalone e lo slip, insieme, e li abbassa; le sue mani incontrano il sesso duro come il cemento, ma caldo, pulsante, vivo; lo afferra con le due mani e lo tiene stretto.

“Hai detto giusto, è formidabile, bello da fare spavento; ma la bellezza è immensa e lo spavento accentua la dolcezza; questa è la tua essenza di maschio, questo è tutto te stesso … ed è qui, nelle mie mani.”

“Ti seguirà dove lo condurrai, sulla pelle, nella bocca, nel ventre; non ti farà nessun male; tu lo catturerai, lo imprigionerai e non lo lascerai finché non ti sentirai svuotata completamente.”

“Devi insegnarmi tutto; non so niente e non voglio sapere niente; sei nuovo per me, voglio essere tutta nuova per te.”

“Non dire a nessuno che stasera si sono incontrati due vergini, qui, lei che sfiora i quaranta, ha un matrimonio e due figli alle spalle, lui di poco più giovane che ha fatto una collezione di amorastri in anni di libertà da single; stasera due esseri con le loro vite si trovano vergini di fronte alle prime esperienze di due diciottenni; se la racconti, ti ridono in faccia.”

“Me ne frego; io so che mi sento esattamente come quando mi presentai pura e casta al maiale che mi sverginò; ti amo con molta più sicurezza, con profonda coscienza, con determinazione; so che non mi lascerai e che questo strumento d’amore sarà tutto mio, da questa sera.”

Quasi a dimostrarlo, si siede sul letto e bacia il sesso giunto all’altezza della bocca; tocca a Fernando guidare la testa e suggerire i movimenti per la prima vera fellazione; Roberta scopre il gusto di assaporare il precum, di leccare i testicoli e l’asta tutta, ritta contro il ventre, finché la cappella le scivola in bocca, dolcemente; ricorda i discorsi ‘immorali’ delle amiche di fanciullezza e ritrova nei ricordi la guida per amare il sesso che le violenta dolcemente la bocca, fino alla gola.

Impara in un niente a succhiare con foga, a leccare con intensità, a sentire il piacere scorrere sulla lingua fino al ventre e al cuore; osserva da sotto in su, con vista strabica, il volto di lui sformato dalle smorfie che la libidine gli suggerisce; capisce che stanno godendo insieme, per la prima volta; e si rende conto che finalmente stanno facendo l’amore con tutto il corpo; trattiene in bocca il sesso quasi a volerlo assorbire in se.

Fernando non cerca di copulare; si lascia accarezzare con la lingua, con le labbra, col palato, con la gola; poi la frena e la spinge supina sul letto, le solleva le gambe e la fa aprire scosciata a ventaglio; ha davanti a se la vulva che gronda umori da tutti i pori; si abbassa col corpo, immerge il viso tra le gambe e comincia a leccare le grandi labbra; le percorre ripetutamente raccogliendo gli umori; Roberta ha un istintivo rifiuto per atavici divieti igienici; lui le sorride con gli occhi e lei si arrende.

Gode e urla come massacrata, la donna; ma è in preda ad un orgasmo infinito e dolcissimo; sentire la sua bocca che succhia il clitoride le da la sensazione di fuochi d’artificio che esplodono negli occhi, nella testa; la lingua che lambisce le grandi e le piccole labbra le provoca nelle orecchie suoni sovrannaturali; ad occhi chiusi, ha l’impressione di attraversare un coro di angeli e si sente esaltare dall’amore; lo tira su di se e cerca la bocca da baciare.

“Amore mio pazzo, non so da quanto tempo non mi lavo; è la cosa più antigienica … “

“Amore mio infinito, non ci pensavo … però dicono che quel che non ammazza ingrassa … quando vorrò infilare il mio fallo in vagina, quali autorizzazioni devo chiedere e cosa devo fare per essere corretto?”

“Scemo … ti amo … Ma sappi che quando il tuo sesso entrerà nel mio corpo, ti terrò stretto e non ti lascerò uscire più, perché da quel momento ti voglio tutto e solo mio.”

“Già parliamo di una trattativa possibile; io voglio essere tuo quanto tu vuoi essere mia … “

“Totalmente! Non so dirti quanto desidero sentirti nel mio corpo, profondamente.”

“Non manca molto, sono già vicino a possederti; ti amo tanto e spero che la mia arma impropria non ti ammazzi.”

“Non prendermi in giro; ho visto solo che hai una mazza formidabile e la amo anche per questo; spero che mi dia la sensazione di essere sverginata da te, nonostante i due figli partoriti.”

“La tua verginità è già saltata da quando hai assaporato con le mani e con la bocca il mio sesso; era lì il tuo imene mentale; lo incontrerai dappertutto, ogni volta che faremo sesso in un modo nuovo.”

“Allora ti impongo di insegnarmene molti!”

“Abbiamo davanti tutta la notte; ti scioglierai in piacere ed amore, fino a domani.”

“Devi lasciarmi dormire qualche ora; domani voglio andare alla scuola media ad accettare l’incarico di Dirigente.”

“Ci ameremo, faremo l’amore, godremo come scimmie, dormiremo e domani andrai a scuola.”

Le sale addosso e la occupa tutta con la sua mole; Roberta è felice di sentirsi come sopraffatta e si accuccia smaniosa sotto il suo corpo; sente la punta dell’asta che scivola fra le cosce e raggiunge la vagina, avverte che entra e ingombra il canale; istintivamente, solleva le gambe e le avvolge intorno alle reni; lui le prende i piedi e li intreccia dietro la schiena; lei si spinge in su col ventre e soffoca in bocca a lui un urlo di goduria mai provata quando l’asta percorre il canale vaginale ed urta l’utero.

“Nando, è solo per me e per te o per tutti? E’ questo che si prova quando si fa l’amore?”

“Roby, quando si ama, come in questo momento tu ed io, succede questo e anche di più; più profondo è l’amore, più intenso è il piacere che sai dare e prendere dal sesso … “

“Tu me ne farai dare e prendere sempre con questa forza?!”

“Io spero di farti urlare anche di più quando mi prenderò tutte le tue verginità … “

“Io so che imparerò ad amarti come nessuno è stato mai amato, ti darò tutto di me … “

“Bada a quello che prometti; io vorrò anche un figlio nostro un giorno … “

“Non attaccare il carro davanti ai buoi; quando sarà, sai bene che non mi tirerò indietro; prima debbo assestare la mia vita e parlarne coi miei figli … “

“Che saranno felici di amare un fratellino come figlio loro … “

Roberta non riesce a rilassarsi completamente; è la prima volta, in tutta la vita, che sente l’amore fisicamente riempirla e farla godere in ogni fibra del corpo; è quasi spaventata dalla stessa gioia che prova a sentire il suo corpo invaso da quello di lui; con Osvaldo si è sempre limitata a subire gli assalti quasi senza avvertire niente; Fernando invece riesce a farla godere anche mentre parlano di tutto e di niente; e non sente come assalto la penetrazione che avverte nettamente fino al ventre.

“Amore, perché non mi cavalchi per avere l’orgasmo?”

“Perché non serve; il cuore pulsa con violenza mentre ti amo e manda sangue ai vasi periferici; i corpi cavi che formano il fallo si riempiono ed io entro sempre più decisamente in te, non lo senti?; poi sono i tuoi muscoli vaginali ad amare il mio sesso, a titillarlo e a succhiargli amore e goduria; lo sperma verrà da solo, insieme al tuo piacere; forse riusciremo addirittura a godere insieme senza bisogno di monta, di cavalcata o di possesso forte!”

“E’ vero! Sono sempre più vicina all’orgasmo … ecco … ci sono … ti amo! … Ti aaaamoooo!!!!! …. Sto godendo … “

L’urlo è ferino, inarrestabile; si sente Franco che urla spaventato.

“Mamma, stai bene? Nando cosa le stai facendo?”

“Dormi amore mio, sto volando tra gli angeli …. “

“Non è un urlo di dolore?”

“No, è amore, figlio mio, è tutto e solo amore!!!!!!”

“Scemo, lasciali fare; fai come me; mettiti i tappi e pensa a risolvere i tuoi problemi; ai loro ci pensano insieme. Mamma, domani festeggi la luna di miele con noi, promesso?”

“Si, avrò due paggetti meravigliosi alle mie nozze. Vi amo come non mi ero mai accorta di fare.”

“Buonanotte, piccioncini; ricordatevi che domani si lavora!”

“Perbacco, non avrei mai pensato di avere testimoni alla nostra luna di miele due innamorati così attenti e sensibili.”

“Nando neanche io sapevo di essere al centro di tanto amore. Come faccio a dirti quanto sono felice?

“Non lo dici. Adesso ti accoccoli in braccio a me e dormiamo.”

Riescono persino a dormire un paio d’ore, tra un assalto e l’altro; e non è Fernando il più vivace; Roberta sembra voler recuperare almeno una piccola parte della passione che ha lasciato per strada; chiede e concede tutto, prende confidenza col sesso e sente di amare quell’uomo al di sopra di tutto; ha ben chiara la svolta che ha dato alla sua vita e si sveglia molto determinata a farla evolvere secondo natura.

Fanno la fila nell’unico bagno; lui scherza che lei dovrà trovarsi un altro appartamento se i figli vogliono passare con la madre i fine settimana; quando saranno solo loro due, possono abitare l’appartamento di lei; a fine settimana, si trasferiranno da lui e lasceranno ai ragazzi la disponibilità dell’appartamento; ormai tutti i discorsi si svolgono sulla falsariga della vita in comune, del ruolo di lei da dirigente e della scelta dei figli di stare con la madre nei fine settimana.

Non sarebbe neppure necessario dirlo a parole, ma Nicola ama la precisione ed avverte sua madre che, nella sua nuova casa, avranno bisogno di alcuni elettrodomestici, per lo meno, oltre ai mobili; Fernando gli fa notare che la sua casa è perfettamente attrezzata; addirittura, potrebbero scegliere, lui e Roberta, di vivere nell’appartamento da affittare e di lasciare la sua casa alla disponibilità dei figli per i week end che passeranno con la madre.

Roberta, che ha colto la frecciata di suo figlio, lo rasserena che, dopo la mattinata di burocrazia, si dedicherà al loro bagaglio nel pomeriggio di sabato e nella mattinata di domenica; lei sarà la madre premurosa di sempre, qualunque sia lo sviluppo della vita con Fernando che è già il suo uomo; piuttosto, lo provoca, se la sente lui di starle a fianco nella giungla della burocrazia e stringerle la mano quando la veda in difficoltà?

Nicola la va ad abbracciare e non ha bisogno di risponderle; basta prenderle la mano ed avviarsi con lei alla scuola; Franco avverte Fernando che ha voglia di rubargli il mestiere in tutte le pieghe; sarà la sua ombra e imparerà quanto è possibile; così sarà ogni volta che verranno a stare con la madre per i fine settimana; lui gli rifila uno scappellotto affettuoso e gli consegna le chiavi del suv; ‘impara a fare il garzone, allora; guida tu ed andiamo ad aprire il negozio’.

Una volta definiti gli impegni del mattino, fissato che si troveranno per pranzo, Roberta e Nicola, tenendosi spesso per mano come giovani innamorati, si avviano alla scuola poco distante; una volta qualificatasi, lei viene accolta con manifestazioni di gioia e di affetto; sono stati avvertiti di quella possibilità e tutti, insegnanti e personale, si aspettano un ottimo incontro e molte prospettive buone.

E’ opportuno spiegare che Nicola è suo figlio, non il marito o un amante, e molti sguardi ammirati si rivolgono al ragazzo; firma i registri e li fa spedire al Liceo di provenienza, assume le consegne dal professore anziano che funge da Dirigente e si rende rapidamente conto che c’è solo da lavorare sulla creatività e sulle iniziative, in un ambiente per sua natura già abituato a fare della scuola un centro propulsore di cultura; è quello che desidera realizzare e ne gode intimamente.

Parecchie volte è sul punto di emozionarsi fino alle lacrime; è salvifica la presenza del figlio che le stringe la mano, il gomito o una spalla, per incitarla a tenere duro e a predisporsi al nuovo ruolo; gli si legge in viso l’orgoglio per la stima di cui sua madre gode e, approfittando di un momento di solitudine, l’abbraccia con autentico amore; lei lo bacia sulle guance per ringraziarlo di averla sostenuta; escono dalla scuola che quasi ballano camminando; vanno al negozio.

Franco e Fernando hanno speso la mattinata all’assemblaggio di un computer richiesto appositamente da un cliente; il ragazzo è felice di manipolare tra aggeggi vari e si legge l’entusiasmo con cui si muove al seguito dell’amico, compagno della madre ma soprattutto mentore e istruttore; Roberta li guarda con un affetto infinito e si chiede se veramente quella serenità finalmente le spetta; Nicola la spinge verso Fernando perché si comunichino la gioia di vivere.

Roberta vorrebbe esibirsi nella specialità del sabato a casa, la pasta al forno per i suoi due lupacchiotti affamati; ma Fernando le fa presente che c’è una luna di miele da festeggiare; non le consentirebbe a nessun prezzo di mettersi ai fornelli; l’indomani potrà anche prendere contatto con quell’aspetto della vita in comune; per il momento sono due ‘innamorati in fuga’ ed esige tutta la felicità possibile; i figli sono d’accordo.

Siedono ancora alla trattoria già sperimentata la sera prima e gli propongono una pasta al forno che gareggia con quella di Roberta; tutti ridono per la coincidenza; Nicola riempie i calici dei quattro con un prosecco fatto portare e brinda a sua madre, a tutte le ‘prime volte’ che in poco più di dodici ore ha dovuto affrontare, dalla seconda luna di miele, alla prima coraggiosa scelta di lavoro, dal taglio col passato all’impegno col futuro.

Ancora non si sono seduti a tavola che il telefonino di Franco gracchia; è suo padre al quale solo su quello non è stato imposto il divieto di chiamata.

“Ciao, paparino dolcissimo che ieri sera ci ha cacciati tutti e tre da casa …. Hai scherzato?!?!? Peccato che l’avvocato l’abbia già definita violenza domestica; credo che dovrai risponderne in tribunale … Ci sono tre testimoni che ci hai cacciati; la giocosità la vedi solo tu; noi tre abbiamo dovuto trovare una sistemazione fuori. … Dov’è mia madre? Che te ne frega? L’hai cacciata! … Non sono il custode di Roberta; è una donna libera e capace di scegliere la sua vita …. Cavoli tuoi!

Parla col tuo avvocato e digli di parlare con quello di mamma; da lunedì mattina sarà attiva l’istanza di separazione … Se ha un altro uomo? Tu quante donne hai? Quante ne hai avute in venti anni? … Bene, tu fai la denuncia di abbandono del tetto; ti ho già avvertito che l’avvocato avrà la dichiarazione scritta di tre cittadini liberi e maggiorenni che sei stato tu a cacciare moglie e figli in piena notte, senza prospettive e senza assistenza in mezzo ad una strada.

Sarà mamma a denunciarti e sai quante belle cose arriveranno al provveditore, al Ministro, alla stampa. … Paparino, io sono stato allievo del vostro Liceo e ho annotato tutto nel mio diario … Caro il mio saputello, c’è un cosa che ignori, che tutte le ragazze del liceo sono attive sui social e che amano fotografare e filmare tutte le cose che fanno anche le peggiori e più vergognose; mentre copulavi con quelle minorenni, loro ti hanno filmato …

No, paparino maiale, posseggo una bella collezione dei video di tutto quello che hai combinato nell’istituto … Prova a immaginarti la faccia della dirigente, del Provveditore e del Ministro quando vedranno quei piccoli capolavori di nuova cinematografia adolescenziale. Non ti consiglio di fare il conto delle conseguenze; se ti attribuissi un minimo di dignità, dovrei suggerirti solo di spararti prima di essere condannato come pedofilo e seduttore di minori; ma tu manchi di dignità.

Non sono io che sono feroce con te; ho tenuto il silenzio su queste cose e sulle porcate che i tuoi suoceri talebani fanno negli alberghi ad ore lontano da casa; qualcuno ha detto che Roberta, la mia meravigliosa mamma che niente ha a che fare con la moglie e figlia che avete schiavizzato per vent’anni, è come il bruco che fora il bozzolo e diventa farfalla; so che una farfalla vive solo un giorno, ma lei volerà per un giorno; poi sarà la donna decisa e meravigliosa che può essere, con l’aiuto di chi la ama veramente.

Io però mi sono scoperto vampiro assetato di sangue e non sarò sazio finché non l’avrò succhiato tutto, il sangue di chi le ha fatto tanto male; tu sei il primo della lista e, se mi fai perdere la ragione, ti riduco ad un otre vuoto e anemico … Non devo essere io a proporre alternative; sei tu che devi sparire dalla nostra vita; te lo dice il più piccolo della brigata, il bambino che sta accumulando odio contro un tiranno imbecille.

Cosa si può fare? Accetta la separazione consensuale e indolore, assumiti le responsabilità che devi e portati la tua boria e il tuo maschilismo da qualche altra parte …. Mamma è con noi e non ti compete più; forse te la cavi con l’assegno che dovrai pagare per due figli che non hai mai considerato tali e che lei invece ha fatto diventare uomini con il suo amore. Adesso è in tavola la pasta al forno; fra quella e le tue geremiadi inutili, sai bene cosa preferisco, addio, paparino fallito!”

Chiude la comunicazione, ma Roberta sta quasi per piangere; Fernando le va dietro e l’abbraccia; lei si stringe le mani sul petto e lascia andare le lacrime.

“Roby, è tristissimo chiudere una vita intera, ma devi farlo; lo sai che ti siamo molto vicini … “

“Hai sentito? La farfalla vive solo un giorno; poi deve decidere cosa vuole essere … “

“Bene, benissimo; cosa vuoi essere?”

“Non lo so; ho una paura fottuta del futuro, dell’azzardo, di me, di voi … “

“Perché anche di noi, mamma?”

“Che succede se all’improvviso incontrate una ragazza e ve ne andate? Che succede se Fernando scopre che sono vecchia e trova una più giovane? Chi può assicurarmi che mi starete vicino quando avrò bisogno?”

“Mamma, fino a ieri sera avresti giurato che un essere onnipotente decideva la tua vita; da ieri sera hai preso coscienza di un’altra verità che appartiene alla stessa tua cultura, che un soffio di quell’essere è dentro ognuno di noi e si manifesta come volontà, impegno, libero arbitrio, soprattutto come amore e fede negli altri; come mai, all’improvviso, perdi anche questa fede e non credi più all’amore, alla volontà, alla determinazione … “

“Perché finora mi sono affidata ai genitori, al marito, all’ottusa rinuncia; adesso ho degli angeli custodi che mi guidano, ma ho paura che spariscano.”

“Roby, nessuno ti può certificare che ci saranno in eterno, tutti o anche uno solo; ma anche gli angeli stanno solo a guardare quello che fai e ti perdonano se sbagli. Io so che voglio stare con te per sempre; ti ho anche detto cosa potremmo decidere per cementare la nostra unione; adesso sei fragile e vedi le ombre giganti; perché non ti rassereni e guardi le cose nel concreto, come questa pasta che deve celebrare noi due innamorati?”

“Fernando, ti riferisci all’idea di avere un figlio che cementi l’amore non solo tra voi, ma anche con noi? Mamma, è meraviglioso; se è il nostro giudizio che ti angustia, noi siamo certi che formate una bella coppia; un figlio la rende indissolubile più del certificato che ti lega a tuo marito e che, come vedi, si strappa con poco; non so se e quando incontrerò la donna giusta e avrò un figlio da lei; ma esercitarmi col fratellino piccolo ti assicuro che mi eccita e mi entusiasma.”

“Maledetti, avete ascoltato tutto?”

“Mamma, preferisco sapere da te stessa che pensi di avere un altro figlio, ma dall’uomo che ti ha ispirato finalmente l’amore, piuttosto che raccogliere nel telefonino le eroiche gesta da caprone di mio padre; non ti prometto che gli cambierò pannolini, ma stai certa che lo invidierò perché, al contrario di noi, è frutto di un gesto d’amore. Se proprio gli angeli custodi scappano, quello ti resta attaccato per tutta la vita e può essere al tempo stesso suo padre e i suoi fratelloni scappati.”

“Nando, sbrighiamoci a mangiare; dopo, ho da preparare le valigie per i miei figli e dobbiamo metterci in cerca di un appartamento per me e per loro, quando verranno da noi per il fine settimana.”

“Credi di trovare anche tempo per fare l’amore?”

“Per quello, avremo un’altra notte infuocata e peggio per i miei figli se spiano i miei urli … “

“Allora ti basta questo giorno da farfalla?”

“Da dopodomani sarò una persona completamente nuova, con un compagno meraviglioso e coi due figli migliori del mondo, che sono nati con me ieri sera.”

Argomenti

Linea Erotica Z