Una vedova da consolare

Un racconto tratto dal confessionale di Mimmo
INTRODUZIONE
Carissimi lettori e lettrici,
oggi vi propongo una nuova storia giunta tra le pagine segrete del mio confessionale. Mi ha scritto Marzia, una persona che da tempo conoscevo e che ora attraversa un momento delicato della sua vita: la recente perdita del marito. Parole semplici ma cariche di emozione e nostalgia hanno dipinto un quadro di silenzi improvvisi, stanze che sembrano più vuote e un bisogno di conforto che va ben oltre le frasi di circostanza.
Marzia si ritrova, come tante altre persone che hanno amato e che hanno perso, a cercare un calore che non è solo consolazione, ma anche presenza, ascolto e complicità. In questa breve testimonianza, desidero soffermarmi non tanto sulla sofferenza, quanto sull’umanità che si sprigiona nel momento della mancanza.
Il vuoto e il ricordo
Perdere chi si ama lascia un vuoto che spesso le parole non sanno colmare. Marzia racconta di gesti quotidiani che ora mancano, di piccoli rituali che scandivano le sue giornate e che adesso sono diventati un ricordo dolceamaro. La casa, un tempo piena di voci e di risate, ora custodisce memorie che sanno di malinconia, ma anche di una vita piena.
Il bisogno di conforto
C’è chi trova forza nella famiglia, chi negli amici, chi si perde tra le pagine di un libro. Marzia, invece, sente l’esigenza di condividere la propria esperienza con qualcuno che possa capire davvero. Non cerca solo le solite condoglianze, ma una presenza che sappia ascoltare senza giudicare e offrire una spalla su cui poter piangere e, quando sarà il momento, tornare a sorridere.
Un abbraccio che consola
Nel suo racconto, emerge il desiderio di tornare a sentire il calore umano, quello che scalda il cuore e fa sentire vivi anche dopo aver attraversato il dolore più grande. È la ricerca di un abbraccio, forse solo metaforico, che possa alleviare la solitudine e restituire un po’ di speranza.
Questa lettera di Marzia è un invito alla comprensione, alla delicatezza, alla capacità di stare accanto a chi soffre senza invadere i suoi spazi, ma offrendo una presenza sincera. Perché, a volte, basta davvero poco: una parola gentile, una mano tesa, un silenzio condiviso.
A voi tutti, l’augurio di saper essere conforto per chi ne ha bisogno e di trovare, nei momenti di difficoltà, il coraggio di chiedere e di accogliere la vicinanza degli altri.
Mimmo L scrittore hard production.
Maestro Mimmo
Non so se si ricorda di me, sono Marzia, la signora della Toscana che Le scrisse la fantasia dei dieci Cazzi e che sognava di fare un film porno con qualche regista famoso. Spero proprio di sì.
Le scrivo per comunicarle che sono da poco rimasta vedova, mio marito, è deceduto da poco causa un male incurabile.
Lei, potrebbe rispondermi: “e che ci posso fare, a parte il dispiacere per la dipartita e farle le più sentite condoglianze?”
È proprio questo il punto, oltre alle condoglianze e al consolo di rito, avrei bisogno di un altro tipo di consolo e di un altro tipo di condoglianze; essendo venuto a mancare anche il cazzo di mio marito.
Le faccio una strana confessione.
La notte, prima di addormentarmi, i miei pensieri perversi ricadono su di lui; il mio desolato lettone, sul quale, mi stravacco sempre vestita in intimo nero, è apparecchiato, con lenzuola e guanciali neri, in segno di lutto.
Apro spudoratamente le cosce e inizio a masturbarmi solennemente, prima con le dita, poi con un grosso dildo che conservo nel comodino affianco al letto, immaginando lui che, m’impala follemente.
Ma, Le devo dire che, sono anche una gran succhiatrice di Cazzi; il dildo, me lo ficco prima in bocca, lo succhio e lo lecco, a mò di gelato, ma immaginando di avere un tronco carneo vero! Ummm! Che sensazione stupenda! Nonostante, avessi sessant’anni suonati, godo, come una vent’enne, mi piace il sesso a 360° e le confesso che, quando, non ne posso più, mi faccio leccare la fregna dalla padrona di casa presso la quale lavoro come domestica.
Lei, è una vecchia zitellona, quasi ottantenne, ma con un corpo ancora piacente e robusto, come piace a Lei!
Quando seppe che era morto mio marito, la signora Laura, “questo, il suo nome”, mi consolò, con una bella leccata di passera, mi disse: “so che adesso che, è deceduto tuo marito, ti mancherà il sesso; ma, non preoccuparti, ora ci pensa lady Laura a consolare la tua desolata figa! Sai, nella mia vita, ho conosciuto molti uomini; che, mi hanno trombata per bene, ma non ti nascondo che, anche qualche ragazzetta allupata, me la sono fatta!”
Appena sbrigate le faccende di casa, la signora Laura, mi fece accomodare nella sua camera da letto, arredata in stile classico, con il letto matrimoniale apparecchiato, con lenzuola e guanciali rosa, mi disse: “spogliati e distenditi sul mio letto, apri per bene le tue cosce, datti una leggera sditalinata, mentre io, ficco la mia lingua nella tua fregna, desolata e bagnata fradicia! Tu inizia a godere, immaginando che in questo momento, tuo marito, te la stesse ricreando!
“Sììì!!! Continua, Laura, continua! Sto immaginando mio marito che, me la sta leccando, come un dannato! Ohhh! Sìììì!!! Ahhhh!! Mmmm!!! Uuuuu! Sbrodo sì, sbrodoooo!!”
Godetti, come una forsennata, per poi raggiungere l’orgasmo emettendo dalla mia fregna un fiume di sbroda, bagnando le lenzuola del letto di Lady Laura!
Ad un certo punto, la lady attempata, ma ancor focosa, mi chiese che le facessi la stessa cosa a lei, si distese sul lettone, completamente nuda, con l’ammasso di carne, ormai floscio, “data l’età,” in bella mostra, le coscione aperte, come una vecchia vacca valdostana e il figone spanato, con ancor qualche pelo bianco.
“dai Marzia, leccamela tutta, sì, così, sul clitoride! Ahhh! Sìììì!! Ora, succhiami i capezzoli, succhiami i capezzoli!”
Aveva una sesta di reggiseno e devo dire che le tette, erano niente male!
Il tutto, si concluse, con un lesbo-sessantanove, sbrodammo entrambe, come le luride; ad esserle sincera, tornai a squirtare dopo tanto tempo.
SCOPATA DAL CUSTODE DEL CIMITERO
nonostante quella mega venuta con Laura, la voglia di cazzo mi pervadeva ancora.
Una domenica mattina, mi recai al cimitero a far visita alla tomba di mio marito, vestita a lutto e col velo in testa; sotto, avevo mutandine ed autoreggenti ovviamente nere.
Entrata nella cappella, avvertii delle sensazioni strane al basso ventre e sentii le mutandine bagnate; e così, mi resi conto che ero tutta eccitata!
A quel punto, sollevai il vestito, posizionandomi di fronte al loculo di mio marito, divaricai le cosce e iniziai a sditalinarmi come una matta.
Ma sul più bello, venni sorpresa dal custode, un bel giovanottone alto e moro, con un tronco carneo da far spavento; il quale, dapprima, mi sgridò con giusta ragione,dandomi della bagascia, ma poi, ascoltate le mie ragioni, ovvero che, in quel momento, ero triste ed in calore, mi chiese se avessi bisogno di un bel consolo.
Gli risposi di sì; e allora, il buon custode, che di nome faceva Sauro, tirò fuori il suo tronco carneo e mi ordinò: “dai, inizia a leccarmi la cappella, troia in calore! E poi, succhialo, succhialo! Questo vale come condoglianza.
Dopo averglielo succhiato voluttuosamente, il bel giovanottone, mi ordinò di posizionarmi faccia al muro, con le braccia disposte ad x, mi fece divaricare leggermente le gambe; e, dopo avermi dato una bella sculacciata, mi ficcò i suoi centimetri di cazzo, prima in figa, poi in culo, facendomi godere, come una dissennata
“sì, sì, continua, continua, porco! Sfondami quel dannato culo! Ahhh! Sìììì!!! Mmm!!! Ahhh!! Sììì!!! Consola per bene, questa vedova in calore, falla squirtare per bene!”
Alla fine, il custode, mi sborrò tutto nel culo, facendomi sentire la sua calda sborra, fin dentro le viscere.
Hai trovato utile il conforto? Mi chiese in modo formale.
Sì, ho apprezzato anche le condoglianze.
Mi baciò, mi rimise il velo e mi salutò sperando di rivedermi.
Mi ricomposi, sistemai i fiori nel portafiori attaccato a loculo di mio marito e tornai a casa, soddisfatta ed appagata!
Spero che questa storia, Le sia piaciuta, credo di sì; visto che a Lei, piace consolare le vedove!
Le allego un video dove, questa vedova allegra, si masturba, chiedendole di farle le condoglianze e consolarla!
Con affetto Marzia
Nota dell’autore
L’introduzione di questo racconto è stata generata dall’IA
Si ringrazia la pornostar amatoriale Marzia Palmerini per aver fatto da protagonista di questo racconto, tratto dalla sua storia personale.
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