MIA FIGLIA, MIO FIGLIO E IL TRIANGOLO DI SAN VALENTINO

Mimmo L
14 days ago

Salve maestro

Mi chiamo Tiziana, vivo in una cittadina pugliese di poche anime, ho circa sessant’anni e sono rimasta vedova da poco.

Ho un fisico ancora piacente, nonostante i miei capelli grigi, cosce sode, V di reggiseno e in mezzo alle gambe, un ancor folto pagliaio.

Abito insieme ai due miei figli, un maschio di venticinque anni “Davide” e una femmina di ventidue “Miriam”.

Nonostante la morte, ci abbia separati, amo ancora mio marito; tanto da passare le mie notti insonni a masturbarmi come una dannata nel mio desolato lettone.

Il giorno di San Valentino, per festeggiare simbolicamente la festa degli innamorati, i miei due figli, ebbero l’idea di portarmi in un ristorante stile antico e mi offrirono una cena a lume di candela.

Naturalmente, apprezzai il gesto, ma sentivo fortemente la mancanza di mio marito Carluccio; lui, a letto, ci sapeva fare, mi faceva raggiungere orgasmi celestiali, esaudendo ed appagando i miei bollenti spiriti.

Dopo cena, facemmo rientro a casa e Miriam, da gran zoccoletta qual è, propose di concludere la serata, in un modo alquanto strano, ovvero di passare il resto della nottata nel mio lettone.

Vorrei precisare una cosa; lei, ha avuto molte storie burrascose, ama il sesso a 360°; e, da gran sprovveduta e svergognata, si è lasciata ingravidare per ben tre volte, praticando per ciascuna volta l’IVG.

Anche mio figlio, è un grande allupato; da adolescente, si faceva i trimoni “detto alla maniera barese”, spiandomi mentre mi vestivo in camera da letto.

Miriam: “bene, dopo questa cena a lume di candela per ricordare l’amore fra te e papà, voglio proporti di concludere la serata, in una maniera alquanto speciale e strana!”

Quale sarebbe, questa maniera speciale e strana? Le domandai.

Miriam: “beh, visto che passi le notti insonni nel desolato letto a masturbarti come una forsennata, urlando il nome di papà, vorrei che questa sera, fossimo noi ad accontentarti sessualmente, a spegnerti i bollori da vedova triste, sconsolata e in calore! Che ne pensi?”

Sei proprio una svergognata e senza pudore, le risposi in prima battuta, ma poi, l’idea iniziò ad affascinarmi ed eccitarmi e così, chiedendo a Davide se fosse anch’egli d’accordo, accettai.

Ci accomodammo in camera da letto; e Miriam, iniziò a condurre il gioco, facendomi togliere dapprima le scarpe e poi, m’intimò di togliermi il vestito lungo nero che, avevo indossato per la serata.

Da sotto, avevo un body ed autoreggenti sempre nere, mi ordinò di togliermi lentamente il body, chiedendo a Davide di aiutarmi a sbottonarlo.

Mi fece sdraiare sul letto, cosce oscenamente aperte, avvicinò le sue labbra carnose al mio monte di venere peloso, tirò fuori la lingua e iniziò a leccare la mia passerona desolata e bagnata fradicia, facendomi raggiungere un primo sublime orgasmo. Mentre Davide, ci guardava allupato e si masturbava da matti.

Dopo quel fantastico primo orgasmo, fui pervasa dal mio istinto materno, e supplicai Miriam di darmi un bacio alla francese per poi farmi ciucciare le tette; i miei capezzoli si erano nuovamente induriti.

“Ti prego, figlia mia, dammi un bacio lingua contro lingua, sì, così, alla francese!” esclamai nuovamente eccitata!

“Ora, ti supplico, ciucciami i capezzoli, come quando mi succhiavi il latte da piccola!”

Miriam: come desideri, mammina, la tua figlia svergognata e senza pudore, farà tutto il possibile pur di sbollentare i tuoi ardenti e bollenti spiriti! Ma, caro maestro, la mia voglia di assaporare un palo di carne dopo tanto tempo, mi assaliva e così, chiesi a Davide di iniziare ad infilarmi la sua grossa verga turgida e scapocchiata in bocca. Ma Miriam, si dimostrò un pochettino ingorda e poiché, indossava, nonostante il freddo, pantaloncini e maglietta molto corta, con ombelico in bella mostra e conoscendo le manie da gran rattuso del fratello, gli ordinò “dapprima scroccandogli una sigaretta” di segarsi ragnando e sborrando sul suo ombelico.

“Oh, ti prego, Davide! Ficcami quel tuo grosso cazzo duro e scapocchiato in bocca!”

Miriam: aspetta un po', fratellino!

Davide: perché!?

Miriam: offrimi una sigaretta, fatti un trimone ragnando il mio ombelico; so che, a te piace fare il rattuso con le ragazze! Poi, ci penserà la bocca carnosa di mamma a fartelo venir nuovamente duro!

Davide: come desideri, sorellina! Io sarei un rattuso e tu, una gran scroccona!

Miriam: sì, sono una scroccona! Ma in cambio dello scrocco, offro il bel vedere del mio ombelico e delle mie cosce! Su dai, segati, ti prego! Mentre io, mi sparo un bel ditalino!

Davide: sì! Mi sto segando, come un dannato! Ora vengo, vengo, vengooo!!

Miriam: sì, fratellino, riempimi di sborra il ventre e l’ombelico! Anch’io, sto sbrodando, come una troietta!

Mentre il porco, rattuso di mio figlio e la troia di mia figlia, si divertivano con i loro giochini da maniaci sessuali, la sottoscritta, s’infilava un grosso sexy toy nella fregna! e, ad un certo punto urlai: “ehi, voi due, avete finito di fare i maniaci sessuali!? Ho bisogno anch’io di un cazzo vero!”

Miriam: hai sentito mammina!? Ha bisogno di un tronco carneo! Su porco rattuso, accontentala! Mentre io, vi guardo e continuo a spararmi il ditalino!

Davide: ah! Pure guardona, sei diventata!

Miriam: certo! Guardona e se vuoi, mi fumo pure un cannone!

Davide: che gran troietta che sei, sorellina! Ti prometto che, appena finisco con mamma, scopo pure te!

Miriam: uhmm! Non vedo l’ora! Magari, prima ci fumiamo una canna assieme!

Davide: ahhh! Pure drogata!

Miriam: sì! Ma ora, vuoi ficcare quel cazzo nella bocca di mamma!?

Davide: eccoti servita!

Lo succhiai voluttuosamente, dandogli delle aggraziate linguettate sulla capocchia; poi, la mia passerona, ancor più bagnata fradicia, reclamava l’ingresso trionfale della verga figliale.

Davide: oh, sì mamma, continua, continua a succhiare il mio cazzo! Che adesso, ti sborro in bocca!

“Ti supplico, figlio mio! Non venirmi in bocca! La mia figa reclama il palo di carne, ti prego, t’imploro, scopami, scopami alla grande! Fammi immaginare tuo padre che me lo sta ficcando in culo e in figa!”

Davide: certo, mamma! Mettiti a pecora!

Mi pecorinizzai e quel gran verro di mio figlio, mi stantuffò con profondità, prima la fregna, poi il culo, facendomi urlare, come una vaiassa e godere, come una lurida puttana da strada! Iniziai a pronunciare frasi indicibili per poi quando sbrodai, come una zoccola, pronunciare “urlando” il nome di mio marito.

“Sììì!!! Sbrodo, figlio mio, sbrodo! Ahhh!!! Sìììì!!! Ahhhh!! Sìììì!!! Sììììììì!! Carlucciooooo!!!

“Sei stato fantastico, figlio mio!” esclamai soddisfatta ed appagata”.

Intanto, Miriam, sdraiata sulla poltrona, con le cosce spudoratamente aperte, continuava a sditalinarsi come una forsennata! Raggiungendo orgasmi al biondo Dio; quando, ad un certo punto, anche a lei, la voglia del palo di carne, iniziava a pervaderla; e ordinò al fratello di scoparla alla grande!

Miriam: ehi tu, gran rattuso!

Davide: che c’è, sorellina!?

Miriam: avevi promesso di scopare anche me, dopo esserti sbattuta nostra madre!?

Davide: ehm, sì, certo! Ma dopo ben due orgasmi stratosferici, non ce la faccio più, non ho più sborra nelle palle!

Miriam: niente paura, fratellino! Ora ci penso io a farti riprendere! Ci facciamo un mezzo bicchierino di grappa a cranio, con due bacetti di cioccolato ed alla fine, ci fumiamo una canna in due; e vedi come il tuo stantuffo, diventa duro!

In realtà, anch’io, ho bevuto della grappa e gustato un cioccolatino, ma non ho consumato marijuana, nonostante io sia una fumatrice abituale di sigarette.

La grappa e la Maria sortirono subito il loro effetto afrodisiaco sui due focosi ragazzi; i quali, diedero inizio alla spadellata finale; ovviamente, con la mia collaborazione.

Miriam: adesso, distenditi sul letto, voglio che, mi stantuffi la figa a spegnimoccolo!

Davide: yes! Saltami su! Ficcati il mio cazzone duro nella figa!

Miriam: sììì! Ahhh! Mmmm! Fino nelle viscere, me lo ficco! Ohhh! Godo, godo, godoooo! Uhhh! Ahhh! Sbrodo, come una puttanella!

Frattanto, io, mi accovacciai sul letto accanto a loro; e iniziai a ciucciare i di lei capezzoli durissimi, leccandogli l’areola, aumentando la sua libido da gran troia! Tanto, da farle sussurrare nel mio orecchio: “dai Tizi, continua a ciucciare i miei capezzoli! Leccami l’areola, sììì! Così, Tizi, così!”

Quella, fu l’unica volta che Miriam, mi chiamò Tiziana e non mamma, trattandomi da semplice trombamica.

Nel frattempo, Davide era giunto al culmine del suo amplesso fraterno e iniziò ad urlare: “ohhh! Sìììì!!! Sborro, sorellina, sborro!”

Miriam: ahhhh! Sììììì! Sborrami dentro, sborrami nell’utero, ti prego, ingravidami! Che poi abortisco!

Davide: ma sei proprio una spudorata, cagna in calore e zoccola! Anche da tuo fratello, ti vuoi far mettere incinta!

Miriam: beh, volevo farti uno scherzo, sciocchino! Dopo tre gravidanze indesiderate, con annessi tre aborti, ti pare che ci caschi un’altra volta!?

Davide: conoscendoti pensavo proprio di sì!

Miriam: dai scola tutto dentro, non temere, sto prendendo gli anticoncezionali!

E Davide, tirò un sospiro di sollievo e svuotò i suoi testicoli nell’utero della sorella!

Anch’io tirai un sospiro di sollievo. Sicuramente, se mia figlia fosse rimasta incinta del fratello, ci sarebbe stato uno scandalo nel nostro piccolo paese!

Beh, alla fine, ci addormentammo tutti e tre nel mio lettone ed al mattino, giorno di san Faustino, ci svegliammo appagati e ci saziammo, con una ricca colazione a base di, cappuccino, cornetto e zabaione!

Un bacetto a te, caro maestro Mimmo da Tiziana, Miriam e Davide.