Non era amore. Era sesso puro.

Michelle
2 days ago

 Questa non è una storia d’amore.
 È una confessione sporca.
 La storia di un uomo maturo, di un corpo giovane, e di una fame che non si è mai saziata.
 Io, Artur, 59 anni.
 Lei, Laura, 19.
 Non ci siamo scelti per caso.
 Ci siamo riconosciuti nella pelle, nel sudore, nella perversione.
 Non era amore. Era sesso puro.
 
 ⸻
 
 Laura era la mia vicina.
 Aveva 19 anni.
 Figa rasata. Tette perfette. Sorriso da puttana precoce.
 Ogni volta che mi passava accanto, il mio cazzo si alzava anche senza toccarla.
 
 Lo sapeva.
 Lo voleva.
 
 Mi provocava con la voce, con i vestiti, con il corpo.
 Scendeva a buttare la spazzatura senza mutande.
 Mi guardava dritto negli occhi mentre si leccava il gelato.
 «Un giorno mi succhierai l’anima, Artur,» mi disse, «e io ti verrò in faccia mentre lo fai.»
 
 E quel giorno arrivò.
 
 Entrò in casa, si mise in ginocchio, si strappò i vestiti da sola.
 Mi prese il cazzo in bocca come se fosse l’unica cosa che sapesse fare.
 Rumori indecenti. Saliva ovunque.
 Gola aperta, lingua perfetta, occhi lucidi.
 Mi guardava mentre mi risucchiava come una schiava che si gode ogni secondo.
 
 «Scopami tutto, porco. Fammi tremare. Fammi tua.»
 
 L’ho piegata sul tavolo.
 La figa era bagnata da colare sulle cosce.
 Le ho aperto le gambe.
 Affondato.
 Forte. A fondo.
 Le mani sulla sua gola, sul seno, sui fianchi.
 Ogni colpo un urlo. Ogni spinta un orgasmo.
 
 Le venni dentro mentre lei godeva gridando:
 «Riempimi. Sporcami. Fallo ancora.»
 
 ⸻
 
 Ci scoprirono.
 Suo marito. Mia moglie.
 Ci guardarono mentre eravamo nudi, uniti, sudati.
 Ma lei non si coprì.
 Mi guardò e disse:
 «Finisci. Davanti a loro. Perché tu sei mio. E io sono tua.»
 
 E le venni dentro.
 Davanti a tutto.
 Senza più vergogna. Solo verità.
 
 ⸻
 
 Abbiamo provato a stare lontani.
 Ma ci faceva male.
 Ogni altra bocca era inutile.
 Ogni altro tocco freddo.
 Lei mi scrisse:
 “Nessuno mi allarga la figa come te. Nessuno mi fa urlare come te. Nessuno mi fa dimenticare di respirare mentre vengo. Solo tu.”
 
 E io lo sapevo.
 
 ⸻
 
 Ci separammo dai rispettivi coniugi.
 Senza drammi.
 Era inevitabile.
 
 E poi…
 ci scegliemmo.
 
 ⸻
 
 Oggi Laura mi sveglia a cavalcioni.
 Mi cavalca prima del caffè.
 Mi prende in bocca sotto la doccia.
 Mi chiede di aprirla sul tavolo della cucina.
 Di venire dentro.
 Di venire in gola.
 Di venire su di lei.
 Ovunque. Sempre.
 
 Mi guarda e sussurra:
 «Fammi tua. Ogni giorno. Fino a spezzarmi.»
 
 E io lo faccio.
 Perché lei è mia. Per sempre.
 
 ⸻
 
 Prologo finale
 
 Non era amore.
 Era fame.
 Era dipendenza.
 Era sesso puro.
 
 Ci siamo persi, presi, scopati, feriti…
 Ma alla fine, abbiamo vinto.
 Perché certe fiamme non si spengono.
 Si cavalcano.
 
 Ora viviamo insieme.
 Nudi. Veri. Fottutamente felici.
 
 E se ci chiedi cos’è che ci tiene legati…
 Laura ti risponde prima ancora di me:
 «Il cazzo di Artur. Dentro di me.
 È la mia verità.
 Ogni giorno.»
 
 ⸻
 
 Fine.
 Il desiderio ha vinto.
 E noi… ci scopiamo la libertà.