Attrazione lesbo a Spazio 900 discoteca romana
Audio Disponibile!
C'è un audio per questo contenuto. Entra per ascoltarlo.
Stavo comprando le sigarette fuori dalla discoteca, ma la tessera sanitaria non funzionava e ci stavo mettendo più del previsto. Dietro di me si era formata una piccola coda, e qualcuno in fila mi aveva insultata con impazienza. Subito dopo di me, tu, con il tuo sguardo deciso, avevi affrontato quel tizio, prendendo le mie difese. Mi avevi poi raggiunta con un sorriso dolce, porgendomi la tua tessera per aiutarmi. Mi ero sentita in imbarazzo, riuscendo solo a ringraziarti.
Mi ero incamminata verso Spazio Novecento, ma tu mi avevi raggiunta. Accelerando il passo, avevi sfiorato il mio braccio. Era allora che avevo notato i tuoi tatuaggi e, sotto la luce, il colore dei tuoi occhi: non semplicemente azzurri, ma di ghiaccio. Mi avevi chiesto se stessi andando a ballare. Avevo risposto di sì, aggiungendo che i miei amici mi stavano aspettando in fila. Con una sicurezza rara, mi avevi detto che lavoravi al bar e che ci avresti fatti entrare gratis.
Ero lì, davanti a te, con un abito corto che sembrava rendermi ancora più vulnerabile. Mi ero presentata e avevo stretto la tua mano, sentendo la forza nel tuo tocco. Eri Sofia, una ragazza bellissima, con un caschetto biondo asimmetrico e un'aura androgina irresistibile. Una volta dentro la discoteca, mi avevi portata in un angolo tra la dispensa e il bar per fumare un'ultima sigaretta prima del tuo turno. Era stato lì che avevi iniziato a guidarmi con la tua voce calma ma ferma, convincendomi a seguirti in ogni gesto, persino in quelli più trasgressivi.
In quell'angolo, mi avevi baciata, con labbra che sfioravano le mie con intensità. Poi, mi avevi sussurrato una richiesta audace: "Dammi le mutandine, te le restituisco a fine serata." Con il cuore in gola, avevo obbedito, togliendomele lentamente e consegnandotele. Le avevi infilate nel tuo top, guardandomi con occhi carichi di desiderio. Ero rimasta lì, vestita di poco e senza intimo, mentre tu iniziavi il tuo turno al bar.
Non riuscivo a smettere di guardarti. Ogni tanto uscivo dalla calca per fumare e osservarti mentre preparavi cocktail con grazia e carisma. Quando mi ero avvicinata al bancone per ordinare un gin lemon, avevi fatto un'altra battuta audace, lasciandomi tremante di eccitazione. Mi avevi messo in mano una bustina, un gesto che sembrava un invito a spingermi oltre.
A fine serata, quando avevi mandato via gli ultimi clienti, eri finalmente venuta da me. Camminavamo insieme, come due amiche, ma con una tensione palpabile tra noi. Lungo la strada verso l'hotel, mi avevi presa tra le braccia, baciandomi con furia. Le tue mani erano dappertutto, e il mio corpo rispondeva a ogni tuo tocco. Nel cuore della notte, ci eravamo lasciate andare completamente, nascoste solo dall’ombra delle strade deserte.
Dopo avermi lasciata senza fiato, mi avevi guardata con un mezzo sorriso, accendendoti una sigaretta. "Niente hotel. Andiamo da me," mi avevi detto. E io non avevo potuto fare altro che seguirti, persa nella promessa di ciò che sarebbe venuto dopo.
Generi
Argomenti