Un bocchino a mio fratello
Mi chiamo Matilde, ho 27 anni, sono alta m. 1,65, mora dai capelli che arrivano alle spalle, occhi marroni, bocca abbastanza ampia e labbra non molto carnose. Il seno non è certo spettacolare, riempio a malapena una seconda misura, anche se ho dei capezzoli grossi che spiccano al centro di areole molto scure. Ho il ventre piatto per non aver mai partorito ed i fianchi sono un po' stretti; anche il culo non è molto grosso, ma è abbastanza carino e le cosce sono più che normali, anche se le avrei preferite più belle; in ogni caso, quando indosso la minigonna, non passano inosservate. A ventun anni, mi son sposata con un ragazzo che conoscevo da tre e, dopo quattro di matrimonio, l’ho sorpreso in macchina a farsi succhiare l'uccello da quella che consideravo essere la mia miglior amica. Come ho scoperto dopo, la loro tresca durava da almeno due anni e questo mi ha talmente infastidito che ho voluto divorziare all'istante. Non volendo tornare a casa con i miei genitori, ho deciso di accettare l'offerta di Carlo, mio fratello più grande di me di due anni. Lui vive e lavora in città, è geometra al Comune e, tra noi, vi è sempre stato un affetto piuttosto forte. Casa sua è abbastanza grande, situata nella zona nuova della città, in una palazzina di sei piani, dove la sua abitazione si trova al quarto piano. Ha due camere matrimoniali di cui una è munita di bagno personale ed è quella che lui ha riservato a me, per garantirmi intimità e riserbo, mentre lui dorme nell'altra ed usa il bagno principale. Carlo è un ottimo amico, oltre che esser mio fratello e tra noi si è instaurata una perfetta convivenza. Capisco quando vuole casa libera, perché ha un discreto giro di puttanelle, che, di tanto in tanto, porta in camera e se le scopa facendole godere molto, perché, in più di un'occasione, ho sentito i gemiti di piacere provenire dall'altro lato del muro che separa le due camere. Non mi stupisce il suo successo con le donne, perché è un bel ragazzo alto, spalle larghe, un bel fisico muscoloso anche se non palestrato, capelli neri ricci ed occhi azzurri; infine è di una simpatia unica cui è difficile resistere. Ammetto di non avere una buona vita sociale e, quando, in qualche occasione, mi capita di sentire la puttanella di turno che gode sotto i colpi di mio fratello, mi ha indotto ad infilare la mano tra le cosce e masturbarmi, fino a godere. Presa dalla lussuria, ho sempre immaginato che fossi io la troietta che lui si stava sbattendo, ma, appena raggiunto l'orgasmo, dentro di me sono scattati sempre dei sensi di colpa, che mi facevano vergognare per aver solo accarezzato quel pensiero. Mi son rimproverata tante volte, riconoscendo che non era normale immaginare di far sesso con il proprio fratello, anche se poi, ogni volta, presa dalla libidine, abbandonavo quei buoni propositi e continuavo a devastare la mia fighetta con tre dita piantate dentro, fino a che un orgasmo potente non faceva scuotere il mio corpo, lasciandomi meravigliosamente appagata. Nonostante queste mie fantasie, non ho mai spiato mio fratello, né ho cercato in alcun modo di interagire con lui per fargli comprendere cosa, segretamente, provavo la notte, nel buio della mia camera. Anche da parte sua, non c'è mai stato nulla che mi abbia indotto a pensare che nutrisse qualche interesse nei miei confronti, soprattutto dal punto di vista sessuale. Qualche girono fa, in occasione del mio terzo anniversario di divorzio, mio fratello mi ha invitato ad andare a cena con lui. «Questa sera, usciamo io e te da soli, perché voglio che tu ti diverta un po', considerando il fatto che, da quando sei venuta ad abitare in questa casa, ti avrò visto uscire a divertirti due o, forse, tre volte e non di più. Mettiti carina, anzi, se ti è possibile, cerca di esser pure un po' provocante, perché sei una bella ragazza ed a me piace andare in giro accompagnato da belle donne e tu rappresenti proprio il tipo che preferisco.»
Era un giovedì sera e, così, ho deciso di accontentarlo. Ho tirato fuori una minigonna nera elasticizzata, con sopra una camicetta a coprire un reggiseno in pizzo, che faceva sembrare il mio seno ancor più opulento. Ho indossato delle calze autoreggenti, la cui balza arrivava proprio al limite della minigonna. Un perizoma nero, molto sottile, ha coperto la mia topina, mentre dietro è sparito nel solco delle natiche, divenendo invisibile. Ai piedi ho messo delle scarpe nere con tacco 12 e, quando vi son salita sopra ed ho girato lo sguardo verso lo specchio, ho notato il mio culetto ancor più prominente: l'immagine complessiva di me, mi appariva davvero gradevole. Quando mi ha visto, mio fratello è rimasto per un attimo a bocca aperta.
«Accidenti, quanto sei bella! Cavolo! Questa sera, al ristorante, farò un figurone. Se non fossi mia sorella...»
I suoi complimenti mi hanno riempito di orgoglio e quella sua frase lasciata in sospeso, mi ha procurato uno strano brivido lungo tutta la schiena. Siamo usciti e, durante il percorso in auto, ho visto che lui, più di una volta, indugiava con lo sguardo sulle mie cosce. Quando ha notato che me ne ero accorta, ha girato di colpo lo sguardo un po' imbarazzato, allora ho voluto alleggerire la tensione scherzandoci su. «Guarda la strada! Lascia perdere le mie cosce, che non sono per niente belle. Di sicuro le puttanelle che ti porti in casa, avranno cosce molto più belle delle mie!» Lui si è girato di scatto e mi ha rivolto uno sguardo accigliato. «Mi dispiace che tu sia infastidita dal fatto che porti delle amiche in camera, ma, a parte questo, ribadisco quello che ho detto prima: se non fossi mia sorella, ci proverei subito con te! Hai un paio di cosce veramente da sballo, lisce, ben tornite e, soprattutto, sono tue.» Ho capito di averlo ferito, così ho cercato di rimediare. «Carlo, scusami! Non mi infastidisce il fatto che ti porti delle ragazze in casa, anzi, mi fa piacere sapere che mio fratello riscuote molto successo in campo femminile. Sicuramente tu sei molto più bravo di me a interagire con le persone, considerando il fatto che io, per due anni, non mi sono accorta che quel bastardo del mio ex marito, mi tradiva con quella che pensavo fosse un'amica, mentre, in realtà, davanti mi rivolgeva sorrisini e dietro mi cornificava, senza alcuna remora. Non prendere a male le mie parole e portati in casa tutte le ragazze che vuoi e, se ti dà fastidio sapere che io sono nell'altra camera, basta che me lo dici: io me ne esco e, semmai, me ne vado al cinema o da qualche altra parte, fin quando tu non hai finito di divertirti con la tua amichetta.»
Non ha avuto modo di ribattere alle mie parole, perché siamo arrivati al ristorante e, dopo avermi preso per mano, siamo entrati come se fossimo una coppia di fidanzati. Ho notato subito di aver suscitato qualche sguardo compiaciuto da parte di alcuni commensali e la cosa non è sfuggita neanche a mio fratello. «Come ti avevo detto, questa sera farò un figurone! Al solo vederti entrare, come minimo ti hanno mangiato con gli occhi. Quanto al discorso di prima, ammetto che sono stato veramente un cafone a costringerti ad ascoltare i gemiti di quelle troiette che mi son portato in casa. Scusami, non volevo in alcun modo farti sentire in imbarazzo!» Il resto della serata è scorso via in una maniera davvero piacevole e tranquilla; davamo l'impressione di esser una coppia di fidanzati. Usciti dal ristorante, mentre ci stavamo dirigendo alla macchina, siamo passati davanti ad un cinema e lui mi ha invitato ad entrarvi.
«Mi hanno parlato bene di questo film: è una commedia un po' sexy, ma sicuramente molto divertente.»
Considerando che era tanto tempo che non entravo in un cinema, ho accettato con piacere e, una volta dentro, ci siamo accorti che ci saranno state, al massimo, una trentina di persone sparse lungo tutta la platea. Ci siamo seduti nelle prime file in alto, per avere una visione migliore, e intorno a noi non c'era assolutamente nessuno, perché le più vicine due persone erano sedute cinque file più avanti. Durante la pubblicità iniziale, abbiamo preso a chiacchierare. Gli ho chiesto delle sue diverse avventure amorose e lui mi ha riferito che nessuna sembrava quella giusta. A quelle parole, ho provato una sensazione di orgoglio, sia a motivo del suo successo con le donne, ma ho anche avvertito uno strano senso di gelosia.
«Alcune sono troppo noiose, pretenziose e, a letto, si rivelano di una monotonia incredibile. Altre, invece, sono troppo spregiudicate e, a letto, sono delle zoccole pazzesche; dopo che si sono divertite, ti dicono: “ciao, alla prossima! “ Questa continua altalena nella ricerca della persona giusta, fa sì che una sera vada a letto con una e la sera dopo, con un’altra.»
Cercando di dominare un po' la mia gelosia, gli chiedo se tra quelle che ha portato in camera da quando ci sono io, ce ne sia qualcuna che l'abbia fatto divertire di più.
«Sì, in effetti, una in particolare c'è stata. Venerdì della scorsa settimana, quando son tornato a casa abbastanza tardi, mi sono divertito con una tizia, che si è rivelata veramente alquanto porca a letto.»
Mi racconta alcuni dettagli della sua scopata con questa tizia e la cosa, stranamente, mi ha eccitata. Aggiunge che, prima dell'inizio della mia convivenza con lui, gli era anche successo di vivere una bella esperienza.
«Due mie amiche, mi hanno praticato del sesso orale assieme.»
Continua a raccontarmi dettagli piccanti delle sue avventure, fin quando inizia il film. Sembrava esser una commedia sobria, sino a quando non è iniziata una focosa scena erotica. Vedere gli attori avvinghiarsi in quel modo, mi ha fatto eccitare ancor di più e ho notato che anche mio fratello stava avendo una superba erezione. Non avevo mai visto il suo cazzo e non mi aspettavo ce l'avesse così grosso. Lui mi ha messo un braccio intorno alle spalle e mi ha avvicinato a sé. Io gli ho chiesto una cosa. «Carlo, sei eccitato?» Lui si è girato e mi ha guardato in viso.
«Da morire! Mi fa male, da quanto è duro!»
In quel momento non ho capito più nulla. Ho sentito un'ondata di umori inzuppare il mio perizoma e così, senza alcun indugio, ho allungato la mano sui suoi pantaloni e gli ho abbassato la cerniera lampo. Gli ho estratto il cazzo, trovandolo lungo, grosso e stupendamente rigido. Nella penombra mi sembrava bellissimo! Lentamente, senza dir nulla, ho iniziato a fargli una sega, proprio lì, seduto sulla poltroncina del cinema. Mi sembrava davvero un cazzo enorme. Bruciavo tra le gambe. Ho ceduto al desiderio, mi son abbassata ed ho appoggiato le labbra su quel pene: gli stavo propinando un pompino come avrebbe fatto una qualsiasi puttana. Ha delicatamente appoggiato una mano sopra il mio capo, dettandomi il ritmo della pompa. Sentivo quella grossa verga scivolare nella mia bocca e forzarmi sempre più la gola. Mi faceva impazzire sentire quel grosso membro scoparmi la bocca. In quel momento mi son resa conto che, in tutte quelle notti, avevo desiderato sentir veramente questo enorme membro, sia in bocca, che in qualunque altro foro del mio corpo. Lui ha continuato ad assecondare i miei movimenti, poi, d'un tratto, si è abbassato ed ha avvicinato il viso alla mia testa.
«Matilde, succhialo più forte, sto per sborrare! Sto per venirti in bocca… vengo…vengo!»
E così è stato. Gli ho propinato un pompino con ingoio da record. Mi ha scaricato in bocca una gran quantità di crema dolcissima, che ho ingoiato con ingordigia. È stata la più bella sborrata in bocca che abbia mai ricevuto, nessuno me ne aveva mai donato una simile, prima, nemmeno il mio ex marito. Mi lavoro quella splendida mazza, fino a spremere anche l'ultima goccia. Lui ha sospirato, fin quando la mia lingua ha continuato a indugiare sulla sua verga, poi, quando mi son sollevata, con la mano che teneva ancora dietro la mia testa, mi ha attirato a sé e mi ha baciato in bocca. È stato sconvolgente! La sua lingua è venuta a cercare la mia e, insieme, si sono intrecciate in qualcosa di talmente erotico, che mi ha fatto vibrare il clitoride. La sua mano si è infilata sotto la mia gonna e le sue dita sono arrivate a toccare la mia farfallina e, scostato il perizoma, si sono infilate dentro con estrema decisione. Mi baciava, mentre con le dita mi masturbava e, in breve, gli sono esplosa in mano.
«Carlo! Io…uhummmm…. vengummmmm!»
Il mio corpo ha preso a tremare, scosso dal piacere, mentre lui continuava a baciarmi per non farmi urlare. Quando l'orgasmo si è un po' placato, senza dir niente, si è alzato in piedi, mi ha preso per mano e siamo usciti velocemente dal cinema; sempre in silenzio, siamo tornati a casa. Il tempo di chiudere la porta dietro le nostre spalle e i nostri corpi si sono uniti di nuovo in un bacio carico di passione, mentre le nostre mani esploravano i nostri corpi. Ci siamo quasi strappati i vestiti di dosso, come se bruciassero e, nudi, siamo finiti nel mio letto, dove, finalmente ho potuto assaporare il piacere di avere quello splendido cazzone tutto dentro di me. Nel sentirlo arrivare fino in fondo, ho urlato subito il mio piacere.
«Carlo, che bello! Vengo! Vengo! Ancora, scopami forte! Quanto ti ho desiderato in quelle notti in cui sentivo che ti sbattevi le tue puttane: avrei voluto esser al loro posto!»
Lui ha preso a pomparmi con un ritmo davvero devastante. Me lo spingeva tutto dentro fino in fondo, facendo sbattere con forza la punta contro la cervice dell'utero; mi procurava una scarica di dolore/piacere che mi folgorava istantaneamente il cervello, per poi ridiscendere lungo il corpo, trasformato in ondate di piacere che mi facevano inzuppare sempre più la mia vagina. «Anch'io ti ho desiderato! Mi faceva rabbia pensare che avrei voluto scopare te, ma proprio non sapevo come dirtelo. Ho portato qui le mie troie per far in modo che tu sentissi con quanto vigore le chiavavo e le facevo urlare, immaginando di esser esattamente dove sono ora, tra le tue cosce!» Un toro scatenato mi ha scopato per tutta la notte. Abbiamo cambiato più volte posizione e lui mi ha fatto godere in ogni modo, sia sopra di sé che a farmi prendere da dietro. Alla fine è esploso dentro di me, con un orgasmo talmente intenso che mi ha fatto godere nello stesso istante in cui mi riempiva il ventre con il suo piacere.
«Matilde, vengo. Matilde, sto sborrando! Vengo: ora vengo!»
Mi hai inondato il ventre con un ingente quantità di crema ed io ho serrato le gambe, aggrappandole intorno ai suoi fianchi. Da quel momento siamo diventati amanti. Con lui che ha trovato la tranquillità e la serenità che non trovava; ora siamo insieme nello studio di un ginecologo e, con gli occhi carichi di lacrime, stiamo guardando un'ecografia che ci mostra la nostra creatura, che porto in grembo da quattro mesi.
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