Sgualdrine per tradizione

pennabianca
3 months ago

Mi chiamo Marina, ho 39 anni, sono di media statura. Bionda, capelli lunghi, quarta di seno con dei capezzoli grossi e pronunciati, ventre abbastanza piatto. Ho partorito una volta sola ed ero molto giovane, quindi il mio fisico è rimasto assolutamente molto tonico. Sono considerata una bella donna, con un bel culo e delle cosce da sballo; ho la bocca ampia e carnosa, ideale per pompini, perché a me il cazzo piace tantissimo. Da 20 anni, sono sposata con Davide, che ha un anno più di me. Abbiamo una figlia Dany, che da poco ha compiuto 18 anni, ma già da due è entrata a condividere le nostre divagazioni sessuali, con anche suo padre dentro di sé. Oltre a lui, anche Luca, il mio stallone di fiducia, scopa con mia figlia, che fin da subito ha apprezzato la notevole dotazione di cui lui è fornito. Da giovane, appena 12/13 anni, a scuola si parlava già di maschietti, ma tutte o quasi noi, non avevamo nessuna esperienza in merito. Io però tenevo d’occhio mia madre, perché lei era una bella donna, molto ammirata dagli uomini e, spesso e volentieri, vedevo mio padre che mi accompagnava da qualche parte, lasciandola da sola per farla stare in compagnia di qualche maschio. All’inizio non capivo perché faceva questa cosa, poi, un giorno, ho capito che lui le concedeva la libertà di poter scopare con chi voleva. Per me, all’epoca, era incomprensibile accettare il fatto che un marito lasciasse sua moglie a far la puttana con altri maschi, lui però era felice così. Poi, una volta, avevo già quindici anni, ho sentito lei parlare con una sua amica, che aveva il marito disoccupato.

“Amica mia, se vuoi trovare un posto a tuo marito, devi inginocchiarti e fare il giro delle sette chiese.”

In quel momento non ho ben capito la storia delle sette chiese. Infatti nemmeno la sua amica aveva ben compreso quel motto, tanto che, alla fine, mamma è stata più esplicita.

“Io, per farlo assumere come operaio nel comune, ho succhiato il cazzo a 3/4 assessori comunali, in più mi ero fatta scopare dal vice sindaco, assieme al comandante dei vigili. Due maiali senza uguali, che mi hanno sfondato per tre ore senza sosta, però, alla fine, lui ha avuto il lavoro. Se non fai cosi, piangerai sempre miseria.”

Dopo poco tempo la sua amica le ha detto che il marito era stato assunto al cimitero, come becchino comunale ed allora ho capito che anche lei si era fatta “il giro delle sette chiese”. Tutto questo mi ha spinto a seguirla sempre più da vicino, per capir bene il suo modo di menar la propria vita. La prima volta che ho visto mia madre con un altro uomo è stato casualmente. Un giorno che eravamo andate a far la spesa dal macellaio che, dopo averla servita, l’ha chiamata nel retro bottega. Io, incuriosita, sono andata a spiare e l’ho vista inginocchiata che teneva il cazzo del macellaio in mano e lo succhiava. Alla fine lui le è venuto in bocca e lei ha ingoiato tutto. Son rimasta molto sorpresa da tutto questo, ma anche molto incuriosita, anche se, per me, all’epoca, era qualcosa di incomprensibile. Così, verso la fine dei quindici anni, ho cominciato a prendere qualche cazzo in mano dei miei coetanei. Qualche ragazzetto un po’ più grande e intraprendente, mi faceva far delle seghe ed io ne ero assolutamente entusiasta. Mi piaceva sentir gonfiare quei giovani membri e poi vederli schizzare, mentre li vedevo contorcersi dal piacere. Era una sensazione di assoluto dominio, che mi incuteva tanta autostima, facendomi sentire alla grande. L’estate dopo, avevo appena compiuto sedici anni ed ero molto curiosa, di sperimentare il sesso. Come ogni anno, papà ha preso in affitto la casa al mare, dove avremmo soggiornato per tutta l’estate io e mamma, mentre lui faceva la spola fra mare e lavoro e lì ho conosciuto il nuovo bagnino, che era stato assunto nello stabilimento balneare dove andavamo a prendere il sole. Era così bello da sentirmene subito affascinata e così, al secondo giorno, mi ha infilato il suo cazzo in bocca.

“Dai, puttanella, succhialo!”

Io l’ho fatto immediatamente, senza nessuna esitazione.

“Ok, ma non sono molto esperta. Se vuoi un bel servizio, mi devi istruire.”

Lui lo ha fatto a dovere ed io ho avuto solo qualche difficoltà, quando, d’improvviso, mi ha riversato in bocca un’ingente quantità di sborra che avrei dovuto ingoiare.

“Bevi e mandala giù, tutta!”

Mi venivano su conati di vomito, ma mi son imposta di ingoiarla tutta.

Mi era piaciuto molto, nonostante le difficoltà e così, quando nel pomeriggio mi ha infilato di nuovo il cazzo in bocca, l’esperienza avuta al mattino mi ha aiutato a succhiarlo meglio e a leccarlo con ancor più piacere.

Quando ho capito che stava per arrivare, anziché tenerlo infilato in gola, l’ho stretto fra le labbra e mi son fatta riempire la bocca, tenuta ben chiusa. Sentire il sapore di quella crema prelibata mi ha eccitato tantissimo, ma, soprattutto mi eccitava la sensazione di tenerlo in bocca ed assaporare quel nettare, tanto da farmi desiderare di provar tutto ancora una volta.

Per tutta l’estate, ho succhiato il cazzo a tutti quelli che mi son venuti a tiro. Alla fine ero diventata una esperta succhia cazzi. Il vero salto di qualità l’ho fatto vicino alle feste di natale dello stesso anno. Ho sorpreso mia madre a scopare con il suo amante in casa. Lei è rimasta molto sorpresa dal fatto di esser stata colta in flagrante. II porco del suo amante non era altro che il direttore della banca dove lei era cliente: quando mi ha vista, è come se fosse rimasto folgorato.

“Accidenti! Ma questa tua ragazzetta è cresciuta proprio bene!”

Erano nudi sul letto e lui, che aveva un cazzo di dimensioni davvero notevoli, lo teneva in bella mostra. Mamma, che gli aveva chiesto un prestito per dei lavori da fare in casa, ha subito colto la palla al balzo e, avendo notato che ero rimasta affascinata da quel cazzo superbo, si è alzata dal letto ed è venuta verso di me, avendo, da perfetta zoccola, capito subito che avrei voluto assaggiare anch’io quel cazzo.

“Dai, amore della mamma, oggi ti faccio un regalo meraviglioso. Spogliati e gioca con noi.”

Mi ha fatto spogliare nuda e, insieme, siam salite sul letto ed abbiamo cominciato a succhiare quel membro a due bocche. Credevo di esser una esperta bocchinara, invece mi son resa conto che avevo ancora tante cose da imparare. Lei è stata una maestra perfetta e, da quel momento e per circa due/tre mesi, mi son divertita insieme a lei e ad Antonio, nome del porco suo amante che la scopava due volte a settimana. Poi un giorno e, poco dopo il mio diciassettesimo compleanno, mentre eravamo sdraiati nel letto e insieme lo stavamo facendo eccitare, lui ha voluto leccarmi la fica. Si è inginocchiato fra le mie cosce ed ha cominciato a leccare la mia patatina, ancora vergine. Subito ho provato delle bellissime sensazioni. Ho urlato due orgasmi tremendi che mi hanno scossa e fatto tremare tutta quanta. Già in passato, mi aveva fatto godere, ma sembrava che quel giorno fosse ancora più porco ed io ero sicuramente più eccitata. Ad un tratto lui si è sollevato, ha guardato mia madre negli occhi e le ha detto una cosa che, in quel momento, non ho percepito perché ero ancora stordita dal piacere.

“Questa fica vergine, la voglio!”

Mia madre l’ha guardato un po’ nervosa, ma lui, senza aggiungere altro, si è allungato su di me ed ho sentito quella grossa cappella appoggiarsi fra le labbra della mia ostrica e, prima che potessi esternare il mio pensiero, con una spinta decisa, mi è entrata tutta dentro. Una smorfia di dolore si è dipinta sul mio viso, ho stravolto gli occhi e, a bocca aperta, ho guardato mia madre che, un po’ preoccupata, ha cercato di rassicurarmi.

“Sta tranquilla, bambina mia: è tutto finito! Adesso comincerai a sentir solo piacere. Rilassati e lasciati andare, perché è il momento di godere.”

Lui, con un mezzo ghigno un po’ sadico, ha dato un’altra spinta e mi è entrato tutto dentro. Quando la punta del suo cazzo ha sbattuto sul fondo, ho sentito un misto di dolore/piacere che, per la prima volta, mi ha provocato un orgasmo davvero immenso, al punto che son quasi svenuta. Poi ha preso a pomparmi sempre più forte ed abbiamo cambiato posizione più volte. Quella più sconvolgente è stata quando ero su di lui, impalata su quel mostro, che mi devastava il ventre. Dolore e piacere erano altalenanti, ma godevo senza soluzione di continuità. Poi mi ha messo a pecora e, da dietro, mi penetrava la fica, mentre io leccavo quella di mia madre, con lui che godeva a trattarci da troie.

“Che puttane meravigliose! Dai, sgualdrina, lecca quella vacca di tua madre.”

Lei era un lago. Non ho ben capito se fosse per la mia lingua che la faceva godere o per il fatto che lui mi sfondava. Sta di fatto che, quando è arrivato all’apice, mi ha sborrato dentro, nonostante mia madre avesse tentato di dissuaderlo dal farlo.

“Adesso te la riempio tutta, puttanella mia. Sentirai che schizzi ti farò sentire nell’utero! Sei una vacca da montare, proprio come tua madre!”

Lei ha continuato a pregarlo di non schizzarmi dentro.

“No, Antonio, non farlo! Me la metti incita! È troppo giovane! Dai, non farlo! Te lo succhiamo insieme, ci sborri in faccia! Ma dentro no. Non lo fare!”

Ma lui, incurante delle sue proteste, mi ha riversato dentro una ingente quantità di crema, che mi ha fatto godere di nuovo. Poi, non contento, ha imposto a mia madre di leccarmela.

“Troia, leccala tutta, mentre lei me lo pulisce!”

Sentirmi leccare da lei è stato davvero eccitante. Ho succhiato e pulito il cazzo di Antonio, che ancora schizzava sborra a non finire. L’esperienza di sentirlo dentro di me e inondarmi, è stata meravigliosa e ne son rimasta affascinata. Fortunatamente, quella prima volta, non son rimasta incinta, ma mia madre è corsa subito ai ripari: il giorno dopo mi ha portato dal suo ginecologo, un bel porco che, conoscendo quanto fosse troia mia madre, mi ha prescritto la pillola, ma, in cambio, ha voluto esser pagato in natura. Così mi ha scopato e sborrato in bocca. Da allora, ogni due mesi, andavo a prendere due scatole di anticoncezionali e sempre con il pagamento in natura. È stato lui che, per la prima volta, mi ha rotto il culetto, facendomi godere moltissimo sentendo un lieve dolore. Dopo quell’esperienza con l’amante di mia madre, era diventata consuetudine scopare in due. Il porco ne traeva molto piacere, perché ci considerava le sue troie. A volte veniva anche con qualche cliente facoltoso della banca e ci faceva montare allegramente, insieme a lui. Una volta, addirittura, erano in tre ed uno era particolarmente forte, grosso e ciccione, ma con un cazzo fuori dal comune, sia in lunghezza che in circonferenza. Quando mi ha visto, son divenuta l’oggetto del suo desiderio e, per tutta la sera, non ha fatto altro che riempire i miei buchi e, alla fine, mi ha riempito di crema bocca, fica e culo. In estate, come ogni anno, ci siamo trasferite al mare, dove io e mamma continuavamo a far le troie a nostro piacimento: io mi scopavo tutti i cazzi che mi venivano a tiro ed ero sempre ben felice di godere per farmi riempire ogni buco. Era l’estate del mio diciannovesimo anno di età e, poco dopo, ho conosciuto Davide, un bel ragazzo, ben dotato che mi ha scopato una sera intera, facendomi godere molto. Per me la cosa era finita lì, ma, il giorno dopo, me lo son ritrovato appiccicato a me, dichiarandosi innamorato di me, che voleva sposarmi; io l’ho guardato alquanto sorpresa.

“Ma sei serio? Guarda che a me non interessa proprio, né fidanzarmi e tanto meno sposarmi!”

Ma lui ha continuato ad insistere e, per tutta l’estate, ha continuato a scoparmi, anche se sapeva che scopavo con altre persone. Sembrava che a lui la cosa non interessasse minimamente. Era così innamorato che, quasi non se ne accorgeva che io scopassi con ogni maschio che ritenevo valido. Finita l’estate e ritornata in città, poiché lui abitava in un paese vicino, mi ha portato a conoscere i suoi genitori. Quando ho conosciuto suo padre, ho capito tutto da come mi ha guardato. Quel giorno, indossavo una minigonna ed una maglietta abbastanza attillata, sotto cui si intravedevano i miei capezzoli grossi e duri, già eccitati. Nel pomeriggio, suo padre mi ha preso in disparte e, dopo avermi portato in una camera, senza tanti complimenti, ha aperto la patta dei pantaloni, mi ha fatto inginocchiare e mi ha dato un ordine categorico.

“Troia! Succhiami il cazzo!”

Era una bella verga, ancor più grossa di quella del figlio e io, intimamente, ho pensato:

“Al diavolo… non me ne frega niente di rompere il fidanzamento, ma questo cazzone me lo voglio proprio gustare!”

Così mi son inginocchiata e mi son fatta scopare la bocca da quel porco che godeva molto nell’infilarmi il suo lungo cazzo giù per la gola. Pensavo che avrebbe sborrato di lì a poco, invece era molto resistente e, dopo avermi chiavato la bocca a lungo, mi ha sollevato e mi ha fatto inginocchiare sul letto. Ha sollevato la gonna, ha spostato il perizoma e mi ha piantato quel grosso randello con un colpo solo dentro la fica.

 “Ti sfondo puttana!”

Io ho urlato con un misto di dolore/piacere nel sentirmi sfondare da quella verga così possente che, con colpi forti e decisi, mi trapanava profondamente

“Cazzo, mi spacchi tutta, però mi piace: continua!”

Mi sembrava di averlo fin dentro lo stomaco. Ad ogni colpo godevo come una vacca. Lui mi pompava e continuava a dirmi che ero una troia stupenda. Era vero. In quel momento mi sentivo una troia da quanto godevo nel farmi martellare da quel cazzo. Alla fine, dopo avermi fatto provare diversi orgasmi, si è sfilato e, dopo avermi fatto di nuovo inginocchiare, mi ha guardato dritto in faccia e mi ha dato un altro ordine secco e perentorio.

“Adesso bevi e ingoiarla tutta!”

Ho aperto la bocca ed ho ricevuto un ingente quantità di sborra che mi ha riempito la cavità orale; ho ingoiato un po’ a fatica. Però l’ho succhiato e leccato tutto, senza perder nemmeno una goccia. Soddisfatto mi ha guardato ed ha sorriso, mentre io ero sfinita e son crollata seduta sul pavimento, con la testa appoggiata al letto. Lui, dopo essersi riabbottonato i pantaloni, mi ha guardato e mi ha detto una cosa che mi ha davvero stupito.

“Che aspetti a sposare mio figlio? Sbrigati, perché una troia come te la voglio ogni giorno, dentro casa!”

Son rimasta veramente stupita, ma, nello stesso tempo, soddisfatta ed ho accarezzato subito l’idea di aver un altro maschio come lui che mi scopava regolarmente, oltre al mio futuro marito. Così, dopo sei mesi, eravamo già sposati. Anche il giorno del matrimonio, mio suocero ha voluto riempirmi la bocca di sborra e, dopo avermi fatto ingoiare una ingente quantità di crema, mi ha guardato, mi ha sorriso e, dopo essersi pulito e rivestito, mi ha dato un ordine che è mancato poco che mi facesse sbrodolare.

“Adesso vai di là e bacia quel cornuto di mio figlio!”

Ho impiegato un po’ a ricompormi e, quando son tornata all’interno della sala, ho cercato con gli occhi mio marito, che era un po’ mezzo brillo, per tutti i brindisi che aveva fatto. Ho visto mio suocero insieme al fotografo che mi ha fatto un cenno con il capo. Io mi son avvicinata a mio marito e ho visto mio suocero che, insieme al fotografo, mi ha fatto un cenno di intesa; allora ho baciato in bocca mio marito, mentre il fotografo scattava la foto per immortalare questo indimenticabile momento. Mio marito era talmente ubriaco che non si è nemmeno reso conto di star assaporando, con quel bacio, la sborra di suo padre. Anche in viaggio di nozze, l’ho cornificato tre volte, con tre camerieri diversi, nei tre alberghi in cui siamo stati. Poi ho preso a vivere la mia vita da casalinga e, ogni volta che avevo voglia di cazzo, mi son appagata senza tanti problemi. Naturalmente questa cosa ha cominciato ad innervosire mio marito e son nate le prime discussioni. Io, però, ho continuato a condurre la mia vita libertina e a farmi scopare, sia dal suocero che da tutti quei cazzi che mi piacevano e che, di tanto in tanto desideravo sentire schizzare, dentro di me. Alla fine c’è stata una sera in cui, oltre ad un bel maschio molto dotato, sono stata scopata anche da mio suocero e, quando è tornato mio marito e voleva scopare, io mi son rifiutata. Lui si è incazzato ed abbiamo avuto una forte discussione. Alla fine, quasi con forza, mi è entrato dentro e mi ha trovato bella larga e aperta.

“Ma sei tutta sfondata? Chi ti ha scopato, troia?”

Io gli ho risposto che mi ero fatta chiavare da un bel cazzo e, se la cosa gli dava particolarmente fastidio, potevamo anche iniziare le pratiche per il divorzio. Mi aspettavo una reazione molto diversa da quella che invece è avvenuta. Lui, per tutta risposta, mi ha scopato con furia animalesca ed è venuto dentro di me.

“Puttana, sei una puttana, tutta sfondata!”

Da quel momento, le cose son cambiate. Lui ha preso atto che era un cornuto e, quindi, tanto valeva esser connivente. Così abbiamo iniziato a scopare senza crearci problemi. Un giorno mi ha chiesto cosa ne pensavo dell’idea di aver un figlio. All’inizio mi sembrava una cosa assurda, ma poi, pensandoci un po’, ne abbiamo discusso insieme. Gli ho chiesto quanto questa cosa lo interessava e lui mi ha detto che per lui era fondamentale aver una persona che fosse è il frutto del nostro amore.

“Però tu, sarai disposta a rinunciare per un certo periodo a farti scopare da altri maschi? Non ho niente da ridire che sei una sgualdrina, ma, in questo caso, pretendo di esser l’unico ad irrorarti il ventre.”

Dopo un’attenta riflessione gli ho assicurato che la mia fica sarebbe stata inondata solo dal suo seme. Così la settimana dopo, ho smesso di assumere la pillola, ho avuto le mestruazioni e lui ha iniziato ad inondare il mio ventre. Era davvero intenzionato ad ingravidarmi. Mi scopava, mattina e sera, giorno e notte e, ogni volta, che ne aveva voglia o l’occasione. Io ero sempre pronta e disponibile per farmi schizzare dentro, anche se, a volte, non godevo, perché magari la scopata veniva fatta senza tanta enfasi. Naturalmente sentivo il bisogno di altri cazzi: uno fra tutti, quello di mio suocero. Con mio suocero ne abbiamo parlato. Gli ho spiegato che volevo farlo diventar nonno. Lui, dalla gioia, mi ha infilato il cazzo in bocca e mi ha spiegato la sua idea.

“La tua fica non la sfioro neanche con un dito. Sta tranquilla, però nulla vieta di poterti infilare il cazzo in bocca o in culo!”

E così è stato. Ho cominciato a ingoiare sborrate da lui e a farmelo mettere in culo anche da qualche altro, a cui negavano tassativamente la fica, che veniva, quotidianamente, irrorata dai caldi schizzi di sborra di mio marito. Dopo un mese, ho fatto il test di gravidanza e son risultata incinta. Allora ho abbracciato mio marito e, dalla contentezza, abbiamo scopato a lungo. Poi, ovviamente, ho ripreso a far la troia a mio piacimento. Ho continuato a scopare anche con altri cazzi, fino a circa 10 giorni dal parto. Alla fine ho partorito una splendida bambina, cui abbiamo dato il nome di Dany.

Son passati gli anni, diciotto per l’esattezza, e mia figlia, copia vivente di me stessa, è diventata una bella sgualdrina al pari della madre. Ne sono fiera.

Mi piace pensare che, da quando era nel mio grembo e che abbia avuto modo di assaporare la crema di cazzo che ingoiavo con molto piacere, sia stato questo a spingerla a seguire le mie stesse orme, assatanata e ingorda di cazzo. La guardo con orgoglio, perché son riuscita a farle capire che il piacere va sempre colto, indistintamente da dove arriva, maschio o femmina, e lei, come me, è divenuta una magnifica sgualdrina, cui sarò fiera, un giorno, di lasciare il mio testimone per farle portare avanti questa filosofia di vita, che se scandalizza le ben pensanti, mi riempie di gioia.

Sono una sgualdrina e ne sono fiera!

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