Infedeltà - 2

pennabianca
2 months ago

Riprende il timone e porta la barca poco lontano, getta l’ancora e, dal boccaporto tira fuori una coperta. Ci sediamo, apre il cestino e prende del formaggio, pane, vino, e un salame dalle strane venature, sembra un cazzo nodoso. Mi porge del formaggio, ma anche del vino, che però rifiuto.

«Dai bevi, mica ti voglio ubriacare? Dopo che abbiamo mangiato, ti scopo e ti voglio ben sobria; dimmi, piuttosto, il salame ti piace a fette o intero?»

Lo guardo ridendo.«Dipende: se lo prendo per bocca, a fette, altrimenti lo preferisco intero. Dipende anche dal tipo di salame e poi, chi ti dice che io mi lascerò scopare da te?»Lui mangia con calma e mi guarda.«Ascoltami bene, ragazza mia. Io di donne ne ho conosciute tante e sono in grado di riconoscere subito, una che ha voglia di cazzo. Tu sei una di quelle. Mangia, che dopo ti faccio divertire. Mi sembra che ne hai bisogno. Sono convinto che tuo marito non riesca a soddisfare una come te; non mi sembra per niente il tipo.»

Poco dopo si avvicina a me, io mi sono già bagnata. Mi sfila la maglia. I miei seni piccoli sono subito preda della sua bocca. Mi succhia i capezzoli, li stringe fra i denti e poi mi sfila pantaloni e mutandine insieme. Mi adagia sul boccaporto facendomi trovare giusto all’altezza più adeguata. Si abbassa ed infila la testa fra le mie cosce. Sentire quella ruvida lingua, insinuarsi fra le labbra alla ricerca del mio clito, che subito succhia con forza, mi sconvolge.«…sì…sì…è …stupendo! … dai … vengo!»Resto stupita della velocità con cui mi ha fatto godere. O lui è bravissimo, o io ero di nuovo piena di libidine, o forse tutte e due le cose. Sono piacevolmente stupita quando sento che mi appoggia il suo arnese sullo spacco della fica. Mi sposto, lo afferro e prendo in bocca. Voglio riuscire a sentirlo in bocca. È un cazzo particolare, non è molto grosso, ma abbastanza lungo. La cosa che colpisce è la cappella. Grande come quella di un fungo, più del diametro del cazzo stesso. La inserisco dentro la mia bocca capiente e gli faccio un lavoretto con i fiocchi.

«…mmhmmmummumm … Sei proprio brava, lecca, e succhia, che poi ti scopo.»Non resisto al desiderio di sentirlo dentro.«Dai… prendimi, dai, che non resisto … ti voglio.»Lui si mette in ginocchio, il cazzo è proprio all’altezza giusta, mi fa avvolgere le gambe dietro la sua schiena e mi infila il “porcino.”Lo sento scivolare dentro lentamente. Mi tendo come la corda di un violino e, quando raggiunge il fondo, esplodo subito. Lui comincia un’infernale va e vieni con un ritmo decisamente sostenuto. Mi scuote ad ogni affondo, sembra quasi volermelo far uscire dalla bocca, tanto me lo affonda dentro. Sono sconvolta e godo ripetutamente, senza nessun freno; urlo e, dopo l’ennesimo orgasmo, lo esorto a sborrarmi dentro.«Sì, così! …. Più forte! … Vengo! … VENGO! … dai, schizzami dentro!»Lui mi asseconda e, poco dopo, mi regala l’agognata sbrodata.«Tieni, vacca! Sborro!»Getti caldissimi dissetano la mia fica infuocata. Rimane ancora un po’ dentro di me, poi lo faccio mettere di lato e prendo il suo cazzo in bocca. Lo succhio, sento il profumo del mio piacere mischiato al suo dentro la mia bocca, perciò m’impegno e lui gradisce.

«Dai, magnifica bocchinara. Dai, che se me lo fai tornar duro, ti sfondo anche il culo.»A quelle parole mi scateno come non mai, lo voglio! Basta poco e lui si ritrova di nuovo con il palo pronto. Mi mette alla pecorina e si posiziona dietro di me. Spennella il glande diverse volte sulla fica da cui esce un rivolo di sborra e poi mi penetra il culo.«…aaaaaaaaahhhhhhhhiiiii … piano!»Fingo di provar dolore, ma lui lo infila con ancor più forza.«Zitta, vacca! Il tuo culo è talmente aperto che ci passerebbe un sottomarino e questa non è certo opera di tuo marito.»Continua a pomparmi con forza: è bellissimo. Lo assecondo nei movimenti e questo mi eccita di più. Raggiungo il primo di una bellissima serie di orgasmi anali. Lui si è abbassato e mi ha infilato due dita nella fica, che continua a grondare del mio piacere, misto al suo.«Sì… dai, porco! …. Dai, che vengo!»Godo tantissimo e ne sono immensamente felice. Lui è molto resistente. Alla fine lo imploro di sborrare dentro il mio culetto in fiamme.«Vieni … Ti prego, ho il culo in fiamme!»«Va bene, sborro, ma una parte dovrai berla.»Lo sento sborrare nel culo. Poi mi fa girare velocemente e due getti mi imbrattano il viso, fra naso e bocca.«Bevi, troia! E ingoia!»Come un’indemoniata non mi perdo nemmeno una goccia di quel succo. Ci mettiamo un po’ seduti, stremati, lo guardo, e sorrido.«Sei stato fantastico!»Lui non si vanta per niente, anzi…«Ti ringrazio, ma sono invecchiato. Una volta ti avrei scopato fino all’alba. Dai, adesso facciamo il bagno.»

Ci tuffiamo, l’acqua è calda; nonostante si sia a settembre, si sta benissimo. Lui mi strige a sé. Mi succhia i seni, mi accarezza, io lo tocco, vorrei che questo momento non finisse mai.«Sei una femmina da letto. Sei fatta per il sesso, lo fai con passione. Ti piace e questa è la tua caratteristica migliore. Fregatene di tuo marito. Secondo me nemmeno si è reso conto di che bomba ha per le mani, divertiti sempre.»Risaliamo in barca, lui mi aiuta a rivestirmi e recuperiamo la lenza. Alla fine abbiamo pescato tantissimi pesci e, scelti quelli che lui vuole cucinare per noi, gli altri, al mattino, quando torniamo, li consegna ad un suo amico grossista, che li vende per lui.

«Notte magica. Hai fatto una pesca miracolosa!»Commenta il tipo.«Certo, ho imbarcato una sirena, come potevo non prendere tanti pesci.»L’altro indugia se di me con un’occhiata che sembra volermi spogliare, poi ce ne torniamo a casa. I due giorni successivi usciamo con tutti gli amici di mio marito. Alcuni giorni dopo, decidiamo di tornare a casa, dove ci aspetta un triste compito. Dovrò assistere mio suocero e la cosa non mi rende felice.  Affronto il mio nuovo compito. Mio marito e mia suocera escono per andare al lavoro e tornano la sera. Per tutto il primo mese è un continuo entrare ed uscire dall’ospedale. Lui è sempre forte.Le prime cose che mi ha detto, sono state semplici e chiare.«Io voglio che tu sia sempre allegra. Non mi piacciono musi o pianti, quelli, se vorrai, li farai dopo. Voglio vivere i giorni che mi restano in maniera felice.»Ovviamente questo mio comportamento non piace alla suocera. Alla fine del mese, una sera, io e mio marito litigammo per questo. Io ero nervosa perché era un mese che non scopavo, ad eccezione di velocissime sveltine con lui. La mattina dopo il litigio, mentre sono in cucina in pigiama, a preparare la colazione, mio suocero si avvicina.«Che hai?»Gli rispondo: “Nulla”. Lui mi fa girare, il mio sguardo è rivolto verso il basso, lui mi mette una mano sotto il mento e lo solleva: il mio sguardo incontra il suo.

«La vostra camera e la mia è divisa da un muro sottile. Per cosa avete litigato, ieri sera?»Cerco una scusa, ma non regge. Lui insiste.«Voglio sapere per cosa litigavate: forse per me? O per altro? Forse mio figlio non ti rende felice? Poiché sono malato, di notte non dormo e non mi è sembrato di sentire i classici rumori che una coppia, da poco sposata, dovrebbe fare; forse ti trascura a letto?»Lo guardo, i miei occhi parlano da soli.

«Veramente non è proprio che mi trascura, è che…insomma, lui finisce subito e io non…»

Mi guarda, capisce tutto. Mi prende per mano, mi porta dentro la sua camera. Mi avvicina al letto, mi stringe a sé, mi bacia. Sento la sua lingua entrare prepotentemente dentro la mia bocca, cercare la mia lingua e succhiarla. Immediatamente le sue mani mi sfilano la parte superiore del pigiama, poi mi fa sedere sul letto. Si abbassa e anche i pantaloni e le mutandine finiscono ai miei piedi. Sono nuda, la fica è umida e sono in attesa di quanto penso succederà. Si toglie il sopra del suo pigiama. Il suo petto forte e leggermente peloso mi eccita ancor di più. Infila la testa fra le mie gambe e sento la sua lingua aprire le labbra della mia fica, mi sbrodolo subito nella sua bocca. È fantastico il modo come mi lecca. Mi lecca e succhia facendo girare un poco la lingua e, contemporaneamente, mi schiaccia il bottoncino: godo all’istante. Urlo il mio piacere, sono travolta dal desiderio. Lo invito a distendersi sul letto e mi posiziono su di lui, a rovescio. Il suo cazzo è quanto di meglio si possa desiderare. Assomiglia a una grossa pannocchia di mais, grosso in circonferenza alla base e più stretto al glande. Lo infilo in gola. Lo succhio con passione e lui ricambia facendomi venire di nuovo: lo voglio! Mi stacco e lo invito a scoparmi. Mi sale su e sento il suo corpo massiccio schiacciarmi sul letto. Avvicina la cappella alla fica e, in un solo colpo, me lo infila tutto dentro. Resto a bocca aperta. Un lungo gemito accompagna il mio primo immediato orgasmo. Resta dentro per un po’ immobile, poi comincia a pomparmi con colpi fortissimi. Mi scuote tutta, io godo, lo guardo incredula.«Vengo! … Godo! … sì … dai…sei…un…toro…meraviglioso…dai…»Si scatena. Mi demolisce con affondi devastanti e, alla fine, mi ritrovo ad aver goduto tantissimo. Poi si ferma, ansima, lo vedo sudare, mi ricordo che è malato, lo faccio distendere, ma lui continua a scoparmi di lato, sempre con forza. Io lo incito:«dai … vieni, fammi sentir la tua sborra dentro…dai, che mi fai impazzire.»

Mi sbatte ancora un po’, poi lo sento schizzare. Mi sfilo, mi abbasso in tempo per gustare le ultime gocce di seme dentro la mia bocca. La succhio con passione, lo bevo letteralmente e lui commenta compiaciuto.«Accidenti, ragazza mia, che gran bocchinara che sei…mi piaci, dai … così…è bellissimo!»Lo faccio godere continuando a leccarlo fino a che non diventa moscio. 

Da quel giorno, appena gli altri escono per andare al lavoro, io m’infilo dentro il suo letto e lui lo fa dentro di me. Mi rendo conto, ben presto che, giorno dopo giorno, la sua forza diminuisce; la malattia sta per avere il sopravvento. Anche lui se ne rende conto e un giorno mi dice di vestirmi sexy, per andar a trovare un suo amico. Raggiungiamo la grande città ed entriamo in un palazzo del potere. Si fa annunciare da una segretaria di un certo presidente, che lo riceve come se fosse un fratello. Dopo gli immancabili convenevoli e le assicurazioni sul suo stato di salute, l’uomo gli chiede se sono io quella che deve sistemare. Allora prende da un cassetto un pacco di fogli e me li porge.«Li compili, si metta laggiù.»Mentre io scrivo, essi parlano a bassa voce; vedo l’altro scrutarmi più volte. È un bell’uomo sulla cinquantina, ben portati. Dopo, si salutano e ce ne andiamo. Mio suocero mi dice che, quando lui sarà morto, questo suo amico mi troverà un buon posto.

«Non voglio che resti a casa; tu sei fatta per vivere, mentre a casa, moriresti. Voglio che questo resti un nostro segreto.»

Passano due mesi e, un mattino, lui non si risveglia. Dopo tutto il casino del funerale e altro, io seguendo le istruzioni ricevute, vado a trovare il tipo che, effettivamente, mi aveva trovato un buon lavoro, con un’unica condizione: il lavoro si svolge in città. La cosa non mi spaventa affatto e, quando ho ottenuto il posto, apro una busta che mi aveva lasciato mio suocero. All’interno c’erano due lettere, una indirizzata a me e l’altra al suo amico. Lui mi dice che, data l’amicizia che li lega, lui mi troverà un buon lavoro, ma dovrò decidere io se, per riconoscenza, vorrò andarci a letto, in quanto lui non si permetterà di chiedermelo; spetterà solo a me decidere e, come ultimo consiglio, mio suocero mi suggerisce di farlo.

Chiamo la persona in questione e gli do la lettera. La legge e mi chiede quali siano le mie intenzioni. Gli rispondo di trovare un posto tranquillo. Mi richiama il giorno dopo, ci incontriamo, e mi porta in una casa in riva al lago. Mi scopa divinamente: ne avevo proprio bisogno. Mi pompa fica, culo e bocca fino allo stremo delle forze. Lo devo implorare per farlo smettere tanto è virile. Alla fine mi ringrazia. Dice che non mi cercherà più, ma, se dovessi avere bisogno di lui, non mi devo far scrupoli. Incomincio una nuova vita. Il nuovo lavoro si presenta più impegnativo del previsto e,poiché non ho nessuna esperienza, decido di affidarmi a persone esperte. Ne seleziono tre. Il primo si rivela un borioso, che ti faceva sentire una deficiente. Il secondo, appena aperto bocca, mi ha fatto capire che, prima, bisognava passare per il suo letto. Poi il terzo, quello che credevo il più porco, il più chiacchierato, si è rivelato una persona disponibilissima. Sempre presente, affidabile, mi ha insegnato tutto. Per la prima volta, in vita mia, me ne sono innamorata. Me ne sono accorta quando l’azienda ha creato una squadra di persone per un lavoro molto impegnativo, a contatto con il pubblico. Lui era sempre al centro delle attenzioni delle donne ed io ne soffrivo. Non mi decidevo a rivelare questo mio sentimento, ne temevo il risultato. Finito il lavoro, tutti abbiamo deciso di andare una sera a cena insieme. Io, che non conoscevo la città, l’ho pregato di accompagnarmi: era una scusa per stare ancore di più con lui. Dopo cena, siamo andati a ballare in discoteca, e lì il gruppo si è smembrato; io ne ho approfittato, per invitarlo ad uscire e star un po’ da soli. Quando mi sono ritrovata in macchina con lui, gli ho lanciato le braccia al collo e l’ho baciato. Lui ha risposto con impeto al mio bacio, confessandomi poi che avrebbe voluto farlo da tempo. Così è cominciata la nostra storia. Mi ero presa una cotta terribile per lui. Era stupendo, sempre meraviglioso, ma dannatamente spietato a letto. Un’amante fantastico, molto fantasioso e dotato, non tanto di super cazzo, ma di un modo fantastico di usarlo e questo mi faceva letteralmente impazzire. Mai sazio, mai soddisfatto, pretendeva sempre di farmi avere qualche orgasmo in più, prima di venire a sua volta. Meraviglioso! Abbiamo scopato in tutti i posti di lavoro dove siamo stati insieme. 

Con lui ho conosciuto il piacere dell’esibizionismo, mi faceva impazzire di piacere quando mi chiedeva di girare fra la gente a fica nuda e lui si eccitava tantissimo. Ogni posto era buono per scopare, con lui ho fatto di tutto, anche il sesso in mezzo alla gente. Eravamo talmente presi che, spesso, ci organizzavamo prendendo qualche giorno di ferie e trascorrerlo insieme. Ma la cosa più scellerata che abbiamo fatto è stata quella di far conoscere le nostre famiglie. Di uscire assieme ai nostri compagni. Per vera sua moglie, una bella donna, mal sopportava la mia presenza: era troppo evidente la nostra complicità. Il massimo è stato fare insieme le ferie estive, insieme, sotto lo stesso tetto, in una villa al mare, con due camere matrimoniali. Quando il giorno tornavamo dal mare, io e lui andavamo in bagni separati a fare la doccia, ma lui, scavalcava un muretto ed entrava nel mio bagno. Mi scopava ed io dovevo mordermi le labbra per non urlare. Quattro anni abbiamo passato insieme. Poi un giorno, dopo aver fatto l’amore, mentre eravamo rilassati, gli ho fatto un discorso che da tempo tenevo in animo.«Voglio smettere la pillola: vorrei aver un figlio.»Lui mi ha sorriso.«Va bene, vorrà dire che staremo più attenti, se vuoi compero dei preservativi.»L’ho guardato, non aveva capito.«Forse non mi sono spiegata bene: voglio avere un figlio da te!»Mi ha fissato scuro in volto.«No! Non è possibile. Ho già due figli e non ne voglio altri. Lo sai che non voglio divorziare da lei, quindi, non fare cazzate: lascia perdere. Non erano questi i nostri patti.»Ero furiosa. Ma come?! Per fare la vacca a letto ero fantastica, ma per aver un figlio da lui, no?! Per tutto il mese abbiamo litigato: ero ferma nella mia decisione. Alla fine, l’ho minacciato che avrei scopato con il primo che me lo avesse chiesto. Lui mi ha chiesto di non tradirlo. Si era accorto che c’era un tipo alto e biondo che, da qualche tempo, mi corteggiava con discrezione.

«Non tradirmi, altrimenti rovini tutto.»Avevo già da tempo parlato con mio marito e, quindi, abbiamo fatto di tutto perché io restassi incinta. Per tutto il mese, mi sono fatta scopare da lui. Non ne ricavavo alcun piacere, ma mi serviva per raggiungere il mio scopo: essere messa incinta. Quando mi son resa conto che c’ero riuscita, ho fatto in modo che il mio amore mi vedesse con il biondo e ci ho pure scopato. Una vera delusione: ero troppo abituata a lui che mi sbatteva per ore. Questo invece, dopo dieci minuti, era tutto finito; ma ciò che mi interessava maggiormente, era di punirlo per il rifiuto datomi. Quando lui è venuto a sapere che ero incinta, è venuto a trovarmi sul posto di lavoro.«Ora sarai contenta. Ti sei fatta mettere incinta da quello?»«Certo, è stato meglio di te!»Mi ha guardato con disprezzo.«Sei una puttana!»

E se n’è andato. Quelle parole mi hanno ferito più di una coltellata. Per non vedermelo ancora lui davanti, mi sono messo presto in maternità. Non l’ho più visto per circa due anni. Si era fatto trasferire in una sede esterna. I suoi colleghi di lavoro raccontavano che aveva fatto strage di donne. Inoltre, da più di un anno, frequentava assiduamente una francese.«Una femmina veramente bella, di classe.»Così l’avevano definita alcuni che la conoscevano. In tanti avevano cercato di portarsela a letto, ma sembra che solo lui c’era riuscito. Io, durante la gravidanza, mi sono resa conto dello sbaglio fatto a perdere uno come lui. Sentivo la mancanza di tutte le cose che facevamo insieme. Le nostre interminabili telefonate, scopate, fughe. Le sue mani, bellissime, lunghe, che adoravo sentire su di me. Da allora ho fatto qualche scopata, ho trovato un nuovo amante. Niente a che vedere con lui. Ieri sono entrata in un bar, vicino a dove lavoro, e l’ho visto seduto ad un tavolino con una bellissima donna. Non poteva esser diversamente, visto l’elevato standard delle sue amanti. Si notava che lei era affascinata da lui. Lo guardava come facevo io, ai miei tempi: se lo beveva con gli occhi. L’ho salutato, lui ha risposto con un semplice gesto della mano. Lei si è girata, mi ha guardato e gli ha chiesto qualcosa in francese. Lui ha guardato di nuovo verso di me e le ha risposto che non ero nulla di importante. Era vero, non potevo certo sperare di avere per lui ancora importanza. Me ne sono andata e, per un momento, ho ammesso a me stessa, che il tradimento, questa volta, non era stata la scelta migliore e che era inutile sperare: conoscendolo, sono certa che lui non torna indietro.

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