Sesso grasso
Mi chiamo D. e sono un ragazzo di ventisei anni decisamente sovrappeso, ho una grossa pancia cadente, non di quelle gonfie di chi beve molte bibite gassate ma proprio una pancia di grasso con una piega di lardo che si forma sotto il pettorale cadente che sembra quasi un seno. Sono un ciccione insomma, cosce grosse, culo grosso, braccia flaccide e anche la pappagorgia. Essendo alto un metro ed ottanta tuttavia, questo mio sovrappeso mi fa sembrare un tipo rassicurante ed amichevole, forse anche per via della mia barba ben curata e degli occhiali che porto.
Vivo da qualche anno assieme alla mia ragazza ventiduenne, essendo architetto lavoro spesso a casa mentre lei gestendo un ufficio non c’è quasi mai. La storia che vi racconto é successa mentre lei era via per un convegno, uno di quelli che ti tiene fuori città per tutto il fine settimana. Non la accompagno mai in questi suoi giri, un po’ per il lavoro un po’ perché siamo d’accordo a lasciarci i nostri spazi in ambito lavorativo.
Quel fine settimana comunque dovevo lavorare, assieme alla mia collega Cinzia, stavamo finendo la ristrutturazione di una biblioteca multimediale, eravamo agli ultimi dettagli oramai, quel tipo di cose piccole che continui a migliorare fino all’ultimo prima della consegna del progetto. Per questo il nostro ufficio ci aveva accordato di poter lavorare a casa.
Finita la giornata di lavoro passata a stretto contatto ho così proposto
-Cinzia, che ne dici di passare a casa mia per cena così finiamo oggi e poi ci prendiamo il resto del week-end?-
Era una cosa che succedeva regolarmente, a lavoro finito e fino alla consegna non eravamo tenuti ad andare in ufficio. Lei però si mostrò riluttante, le solite frasi di cortesia
-Ma no, ho passato tutta la giornata con questo vestito addosso ho bisogno di una doccia e…-
-Ma smettila, hai un aspetto ed un profumo fantastico e non accetto un no come risposta. La mia fidanzata e via e io posso approfittarne per mangiare le cose a cui lei é allergica, non mi far cucinare solo per me ti prego-
-E va bene, vado a prendere le mie cose e ci vediamo alla macchina-
Era fatta, mi si prospettava una nottata di lavoro ma un fine settimana di riposo.
Raccolte le cose che ci servivano per lavorare andai al parcheggio ed aspettai Cinzia che scendeva di sotto. La vidi subito, avvolta in quel suo completo bianco di lino che le copriva le gambe fino alle ginocchia, con una scollatura appena castigata che mostrava solo la parte superiore del suo grosso seno e delle piccole spalline che si infilavano appena dentro alle spalle per via del peso del suo ingombrante davanzale.
Cinzia era grassa, più grassa di me in effetti, con un grosso sederone, delle cosce grasse, la pancia che mostrava le pieghe anche sotto al vestito quando si sedeva e delle tette giganti, circa una settima. Bassa almeno dieci centimetri meno di me, tuttavia aveva un suo certo fascino, i lineamenti addolciti dalle forme rotondeggianti delle guance, un piccolo nasino, occhi azzurri, labbra carnose e capelli biondi lunghi che teneva sempre stretti in una treccia da liceale.
Quando cercò di salire in macchina dovette spostare il sedile, e con una risatina imbarazzata disse che la mia fidanzata era decisamente piccolina, io sorrisi e annuii senza dire nulla, anche perché quando si mise seduta la gonna si tirò su fino al sedere e io vidi quelle belle cosce grasse in tutte il loro splendore
-Oh scusa sono così imbarazzata-
-Tranquilla Cinzia, non é successo niente-
Gli sorrisi e partii, passammo la durata del viaggio dimenticandoci di quanto successo e parlando di lavoro fino a quando non arrivammo a casa mia.
Le feci strada salendo le scale fino al primo piano, e guardando dietro di me per vedere se mi seguiva mi sembrò che mi stesse guardando il sedere, ma là per là non ci feci troppo caso.
Entrati in casa ci dirigemmo subito nel mio ufficio e cominciammo a parlare di lavoro fino all’ora di cena, ora in cui mi allontanai per preparare da mangiare. Io amo cucinare, del resto sono grasso anche per questo, e quando la mia ragazza é via ne approfitto per trasgredire ancora di più. A causa della sua allergia ai crostacei e alle fragole io devo sempre rinunciare a questi due elementi che amo. Quella sera avevo entrambe le cose, infatti avevo precedentemente preparato una cheesecake alle fragole e il menù della cena prevedeva un primo di riso ai gamberi e zucchine e per secondo una tagliata di manzo. Di entrambi ne avevo abbastanza per due quindi non sarebbe stato un problema. Quando finii di cucinare andai a chiamare Cinzia per la cena che era ancora piegata sul tavolo per studiare il progetto. Restai qualche secondo a fissarle quel gran culone chiedendomi che effetto doveva fare infilare il mio cazzo tra quelle chiappe e sfondarla.
Lei si accorse che ero dentro all’ufficio prima che la chiamassi e mi chiese
-Oh scusa, mi sono persa nel lavoro, é pronto hai detto?-
-Si vieni-
Così cenammo, stappammo anche due bottiglie di vino, una di bianco per il primo ed una di rosso per il secondo. Cinzia mangiò tutto di gusto facendomi i complimenti e scolandosi quasi mezza bottiglia di rosso. Eravamo entrambi alticci in effetti
-Spero tu abbia lasciato spazio per il dolce Cinzia perché ho fatto una cheesecake alle fragole favolosa-
Andai a prenderla dal frigo, e a causa della mia goffaggine colpii per sbaglio il calice di Cinzia che cadde verso di lei. Il chianti andò a macchiargli completamente il vestito, cadendole sul seno e macchiando completamente il vestito bianco con una grossa chiazza rossa. Subito lei si alzo e io arretrai imprecando tra me
-Oddio Cinzia scusami tanto é stato un incidente-
-Non ti preoccupare, succede, mi dispiace solo per questo vestito se non lo si lava subito il vino rosso non va più via-
-E allora perché non lo metti in lavatrice?-
-Cosa?-
-Si toglitelo e mettilo in lavatrice, del resto é colpa mia-
-Ma sei matto? Non ho un cambio dietro e non posso certo andare a casa nuda-
-Ascolta, abbiamo bevuto entrambi non é saggio mettersi al volante, ti presto una delle mie camice e per stanotte dormi qui, così domani puoi rimetterti il tuo vestito asciutto e pulito e andare a casa, tanto fa così caldo che si asciugherà durante la notte-
-Ma, io non lo so-
-Dai Cinzia é il minimo per farmi perdonare-
-E va bene allora, posso anche approfittare della doccia o chiedo troppo?-
-Ti prego fatti pure una doccia, la lavatrice é in bagno metti tutto a lavare mentre io ti prendo una camicia-
E così feci, mentre lei entrava dentro il bagno io andai nella mia stanza alla ricerca di una camicia abbastanza grande per lei. Nessun abito della mia ragazza le sarebbe mai entrato, ne intimo ne altro, quindi le presi una semplice camicia a righe che avrebbe dovuto farle anche da accenno di gonnellina. Bussai alla porta del bagno e lei mi disse di entrare per posare la camicia sul lavandino. La mia doccia ha una parete a vetro smerigliata e dietro di essa riuscivo ad intravvedere quella sagoma grosso e nuda mentre si strusciava il seno e il sedere, la cosa mi eccitò al punto che mi trattenni là per più tempo del dovuto, senza dirle niente posai la camicia ed uscii, appena richiusa la porta porta la mano sulla patta dei mie pantaloni e la trovai gonfia per l’eccitazione. Scossi la testa e subito dopo tornai il cucina a preparare la torta, con tanto di panna montata e guarnizione di fragole extra. Quando Cinzia uscii dalla doccia arrivò in cucina e mi si avvicinò alle spalle, mi cinse i fianchi e mi diede un bacio sul collo sussurrandomi grazie all’orecchio. Io mi irrigidii un attimo sentendo le sue grosse tette contro la mia schiena. Poi sentii le mani di lei scivolare dai miei fianchi sul davanti, accarezzandomi la patta con la mano destra, eravamo entrambi troppo grassi perché lei potesse cingermi con entrambe le braccia, così scivolò goffamente e si mise tra me ed il tavolo mentre la mano destra di lei continuava a carezzarmi l’asta da sopra il pantalone e la sinistra invece mi carezzava il petto. Quando mi fu davanti vidi il suo viso così candido incredibilmente rosso sulle guance, e capii che era ubriaca e disinibita. Io arretrai appena dicendo
-Cinzia ma che fai? Fermati sei ubriaca-
Mi costò molto dire quelle parole, anche perché vederla con addosso la mia camicia era davvero eccitante per me, il suo seno era così grosso che sembrava che i bottoni stessero per strapparsi. Lei sorrise, mi afferrò per la cintura e mi avvicinò a se sollevandosi in punta di piedi per baciarmi visto che mi tirò verso di lei tirandomi la cravatta. Reagii timidamente al bacio, ma quando lei mi prese la mano e la portò sotto alla sua camicia persi completamente la tangente. Era senza mutandine, e mi costrinse con la sua mano ad infilare subito le dita dentro alla sua grassa figa. Smise di baciarmi e cercò di sbottonarsi la camicetta. Io ero di altro parere, afferrai i lembi di quella camicia e strappai i bottoni lasciandola aperta e nuda. A quel punto scesi verso di lei e afferrai le sue chiappone mentre cominciavo a succhiarle quelle grosse tette sentendola gemere. A quel punto e con una certa brutalità la sollevai per il sedere portandola a sedersi sopra al tavolo che fortunatamente resse il peso di lei e mi inginocchiai tra le sue gambe, volevo sentire il sapore della sua bella figa grassa. Aveva una morbida peluria bionda che mi mandò su di giri quando le feci un bel cunnilingus che termino con lei che squirtava sulla mia faccia e infradiciando la mia barba. A quel punto quando lei sembrava esausta la costrinsi ad alzarsi e la condussi verso camera mia. La feci sedere sul letto e mi sganciai la cintura dei pantaloni tirandomeli giù assieme alle mutande. Il mio grosso cazzo sembrava pronto ad esplodere e così lo presi in mano, presi la testa di lei e glielo infilai di forza in bocca, dandole il ritmo per farmi spompinare dato che ero io a muoverle la testa avanti e indietro nemmeno le stessi scopando la bocca. Quando la lascia andare lei si stese sul divano, ma io la costrinsi a girarsi e a mettersi a quattro zampe. Io stavo ancora in piedi fuori dal letto mentre inizia a scoparle il culo. La situazione era così inattesa ed eccitante che durai veramente pochissimo. Finii per spararle dentro il culo un fiume di sperma e mi accasciai contro di lei. Le baciai la schiena e le tastai quelle grosse tette prima che lei si sdraiasse bene a letto e crollasse in un sonno profondo. Io ero ancora sveglio, tuttavia mi sdraiai accanto a lei con un sorriso sulla faccia, tastandole quelle grosse chiappe che lei mi offriva. Prima di andare a dormire andai a spegnere la lavatrice, non volevo che se ne potesse andare l’indomani mattina, il weekend era appena cominciato. Mi sveglia il mattino dopo nudo nel mio letto, ma ero da solo. Cinzia doveva essersene andata mentre dormivo. Mi alzai in piedi e mi infilai un paio di boxer ampi, stavano larghi anche a me nonostante la mia ciccia. Uscii fuori da camera mia dirigendomi in cucina. E là trovai Cinzia, vestita ancora con la mia maglietta ampia che preparava una colazione, pancake.
-Buongiorno Cinzia- esordii cauto
-Buongiorno D., ti sei svegliato presto, ti vanno dei pancake?-
-Certo perché no- dissi tiepido e mi sedetti al tavolo.
Il mio tavolo da cucina sta proprio davanti ai fornelli, e mi sedetti dalla parte opposta in modo da poter vedere lei e la cucina, ignorando la TV accesa che invece era alle mie spalle
-Ti và del caffé?- Mi disse lei aggiungendo -Ne ho preparato una caraffa del tuo americano. Ho un tale mal di testa dopo ieri notte- Terminò la frase con una risatina per poi aggiungere -Mi sa che abbiamo esagerato con l’alcool, ho un vuoto di memoria, tu ricordi qualcosa?-
La sua voce era tremante nell’ultima frase, come se avesse paura di qualcosa. Io decisi di darle una facile via d’uscita da quello che per lei poteva essere stato un errore, quindi dissi di avere un vuoto di memoria anche io e la sentii sospirare leggermente di sollievo. Mi versò lei una tazza di caffé americano, utilizzando una tazza con il viso della mia fidanzata impresso sopra. Le tazze si trovano proprio sopra i fornelli, e quando lei si mise in punta di piedi a prenderla la maglietta si sollevò mostrandomi parte del suo bel culone ciccione, da cui vidi che non aveva ancora le mutandine. E come poteva d’altronde? Le sue mutandine così come il suo vestito erano ancora dentro la mia lavatrice, avevo interrotto il programma con il vestito ancora in ammollo. La lavatrice la sentivo andare nel frattempo.
-Grazie Cinzia, ma come mai hai ancora dosso la mia maglietta? La lavatrice non aveva asciugato ancora?-
-No, deve esserci stato un black out stanotte, ho fatto partire un altro lavaggio, spero non ti dispiaccia- Mi disse con un sorriso sul volto.
Su quel viso rotondo, con quegli occhi azzurri e i capelli biondi Cinzia sembrava davvero un angelo, un angelo sovrappeso é vero, ma pur sempre un angelo. Mangiammo la colazione fatta da lei, pancake con la marmellata visto che mi mancava lo sciroppo d’acero in casa. Mentre mangiavamo conversammo amabilmente e io le chiesi se volesse apportare altri cambiamenti al nostro progetto. Mi disse di no e che sarebbe andata via subito dopo che il vestito fosse stato asciutto. Annuii e le sorrisi dicendole che mi andava bene. Anche se speravo di avere un altro momento di passione con quella bella cicciona. Ci sedemmo sul divano a guardare la tv. Con lei che cercava di tenere giù il più possibile la maglietta, ma era inutile, vedevo la sua delicata peluria bionda che mi indicava il punto esatto dove volevo andare. Ad un certo punto lei mi chiese se per caso, mentre aspettava che l’asciugatura si completasse. Potesse farsi una doccia. Le dissi di si ovviamente. E così lei si avviò al bagno. Il pensiero di lei nuda dentro alla mia doccia era forte, così forte che il cazzo mi divenne subito durissimo. Che cosa dovevo fare? Lasciarla andare e dimenticare tutto, oppure fare la mia mossa? Ovviamente il mio cazzo decise per me. Mi tolsi i boxer e mi avvia dentro al bagno. La vedevo lavarsi dietro a quei vetri smerigliati. Mi avvicinai lentamente ed aprii la porta a vetri della doccia. La sentii sussultare e subito mi disse con voce a metà tra l’indecisa e l’ansiosa
-D. ma che fai, non vedi che ci sono io?-
-Eccome se ti vedo, ti vedo benissimo perché ti sto guardando-
Avevo il pene già in erezione lei me lo fissò e si voltò verso l’altra parte dandomi le spalle, e posando le mani contro l’altra parete, la sua voce era tremante quando mi disse
-Dovresti uscire subito da questa doccia-
-E’ che mi sono ricordato di quello che é successo ieri notte-
Dissi avvicinandomi a lei. Infilai il mio cazzo tra quelle belle chiappone e inizia a fare avanti e indietro, facendomi praticamente una sega con le sue chiappone che stringevano l’asta del cazzo. Le mie mani dapprima posate contro i suoi fianchi si avvicinarono salendo sul davanti per toccarle i grossi seni cadenti e stuzzicarle i capezzoli. La sentii gemere quasi subito e dire con voce affannata
-E che cosa ti sei ricordato?-
-Che mi hai toccato il cazzo, e che ho fatto sesso con una donna bellissima e passionale-
Subito dopo queste parole le mie labbra si posarono sull’incavo del suo collo e morsi succhiando appena.Lei non ci vide più e si girò verso di me, attirandomi contro di lei che si poggiava contro la parete della doccia per baciarla avidamente. Sentire il mio corpo ciccione che toccava il suo altrettanto grasso era inebriante, era tanta, davvero tanta, ed io stavo per possederla di nuovo. Mentre la baciavo e le tastavo i seni e le chiappe sentii una delle sue mani che mi toccava le palle, massaggiandomi i testicoli già pieni. A quel punto anche io la toccai, infilandole tre dita dentro la figa e sentendola gemere. Lei mi attirò la testa a se e mi disse
-Mettimelo dentro subito, adesso, subito voglio venire e voglio sentirti venire dentro di me, poi continueremo in un posto più comodo-
Dandomi un ultimo bacio appassionato si voltò nuovamente e si poggiò contro la parete della doccia con le mani, offrendomi il suo bel culo e chinandosi in avanti. A quella vista mi inginocchiai dietro di lei ed aprendole le chiappone leccai per qualche minuto la sia figa fradicia con lei che mi implorava di penetrarla subito. Cosa che feci. Mi alzai in piedi e le tenni le chiappe oscenamente aperte mentre il mio cazzo durissimo si infilava dentro alla sua figa calda. La sensazione era indescrivibile, la figa era calda e avvolgente, quasi aspirante, e sentivo lei contrarre le chiappe stringendomi ancora di più la parte che non entrava. La spinsi forte con lei che mi urlava
-Più forte, più forte, sbattimi come una puttana brutto porco-
Non volevo sentire altro. Con le mie mani che le stringevano i fianchi spinsi così tanto che lei fu costretta a poggiare la faccia di lato contro la parete con le tette schiacciate. La sentivo dire
-siii, siii, scopami tutta, come godo-
Una cosa che a me faceva impazzire, alla fine la sentii urlare
-Sto venendoooooooooo-
Con la sua calda figa che si strinse ancora si più sul mio cazzo e io che non riuscii a trattenermi e le riversai un fiume di sborra calda dentro alla figa, sentendola rilassarsi. E come una gatta la vidi leccare le mattonelle della doccia per il piacere provato
-Oddio é stato fantastico-
Sorrisi e uscii da dentro di lei, non senza un suo gemito. Mi pulii il cazzo sotto il getto della doccia e mi avviai all’uscita dicendole
-E’ solo sabato mattina sai? E come hai detto tu abbiamo posti più comodi in cui divertirci-
La lasciai a se stessa e mi diressi verso la cucina. Non mi presi nemmeno la briga di cercare altri boxer, perché farlo? Li avrei tolti di nuovo non appena lei fosse uscita dalla doccia pulita e profumata, e pronta per il secondo round.
Racconto selezionato inviato da @diegomoto
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