L'appuntamento su Tinder

erotikamente
3 months ago

Christian, il mio ragazzo, è spesso fuori città per lavoro e una delle cose che più mi diverte quando è via è farlo eccitare.

Lo torturo, nel vero senso della parola, con foto, video o videochiamate in qualsiasi momento, soprattutto quando sta lavorando.

Se da un lato mi dispiace, svegliarmi nel lettone e non trovarlo accanto a me, mi appaga quella sensazione di vendetta femminile quando gli mando il buongiorno con una foto delle mie tettine, o gli auguro buon pranzo mentre gli mostro in video come mi sgrilletto sul suo cuscino.

Quando è all’estero per più giorni, come in questo periodo, cerco di concentrarmi sullo studio, mi ammazzo di serie su Netflix, ma dopo un po’ vado in crisi di astinenza e ho bisogno di sesso.

Due settimane fa, ad esempio, mi ha aiutata Esther, la mia coinquilina congolese di cui vi ho già parlato. Imbacuccate sotto le coperte a guardare Mercoledì ci siamo fatte un po’ prendere la mano. E la bocca. E le lingue. 

Abbiamo passato la notte a leccarci a vicenda e a strusciarci come due adolescenti, ma è servito. Poi io ho un debole oggettivo per le sue labbra, che quando sono impegnate a mangiarmi la passerina vedo gli arcobaleni nella stanza. 

Così la mattina dopo non ho perso occasione di raccontare a Christian il perché ad un certo punto avevo smesso di rispondergli ai messaggi. Sono stata talmente precisa e meticolosa nei dettagli che ha sentito il bisogno di segarsi mentre ascoltava la mia voce dirgli quanto mi avesse fatto godere la mia amica.

Adoro questo potere che ho su di lui.

Il nostro essere una coppia giovane e molto aperta, poi, ci lascia spazio per delle piccole ed innocenti scappatelle. 

Così un paio di giorni fa, mentre lui era in Germania, io invece ero su Tinder.

Devo dire che sono sempre molto selettiva, e anche quando capita un ‘match’ devo necessariamente chattare un po’, prima di convincermi ad incontrare la persona con cui l’app mi ha abbinata.

Questa volta il ragazzo si chiamava Federico. Dalle foto sembrava il classico ragazzo timido, un viso interessante, capelli ricci e biondini con un paio di occhiali da vista che gli davano un’aria un po’ da intellettuale.

Ci chatto per qualche ora, mi ha subito colpito la sua educazione, il fatto che sapesse coniugare i congiuntivi e anche quel suo non provarci spudoratamente. Uno studente della Bocconi, simpatico e carino. 

Così lo invito per un drink dalle parti di casa mia (cerco sempre un posticino “safe” da cui scappare facilmente se le cose non vanno).

A Christian ovviamente dico tutto, ma senza malizia. In realtà non pensavo di portarmelo a letto subito, diciamo che fino a quel momento mi piaceva l’idea di conoscere una persona nuova e di stuzzicare il mio ragazzo.

Così, ad orario aperitivo, ci incontriamo. 

Federico si presenta porgendomi la mano e sfoderando un sorriso dolce. Camicia azzurra, jeans, casual ma curato. Noto solo in quel momento i suoi occhi azzurri.

Anche io indossavo un paio di jeans, con un maglioncino lilla ed un cappotto lungo, il vento rischiava di farmi volare via.

Un aperitivo a base di vino bianco, chiacchiere e sorrisi. Mi parla poco di lui, così io chiedo. È timido ma si lascia abbastanza andare. Lo metto a suo agio al punto tale che appena il tempo si rende ostile e qualche goccia inizia a cadere, lo invito a salire per continuare la chiacchierata. Sembra un po’ titubante, all’inizio, ma accetta.

Non so se posso avergli dato un’impressione sbagliata, con quell’invito. Forse posso essergli sembrata un po’ frettolosa, a decidere di farlo salire da me, o magari può aver frainteso le mie intenzioni. Ci penso, lungo il breve tragitto verso il mio portone. 

Nel dubbio, giusto per chiarire le cose, in ascensore mi avvicino a lui e mi attacco alle sue labbra. Il ragazzo mi stringe a se e ricambia quel bacio, infilandomi voracemente la lingua in bocca. E mi stringe al punto tale che riesco a sentire la sua eccitazione che cresce in un lampo nei jeans.

Bene, ora devo aver fugato ogni dubbio. Possiamo entrare in casa.

Lo prendo per mano e lo trascino letteralmente nella mia stanza. Chiudo la porta e lo guardo. Lui si siede sul lettone disfatto.

“È la prima volta che mi succede, giuro!” mi dice incredulo.

Mi avvicino a lui e mi siedo a cavalcioni sulle sue gambe

“Anche a me…” mugolo. Bugiarda. Ma intanto torno a baciarlo, perché la sua lingua e quel viso da bravo ragazzo borghese mi stanno accendendo non poco.

Mi infila le mani sotto il maglioncino, le lascia scorrere sulla mia schiena, scopre l’assenza delle bretelline del reggiseno, mi prende per la nuca. E qui ho un brivido.

Io gli sbottono la camicia e scopro con stupore un petto glabro, tatuatissimo e dalla muscolatura definita. Non me l’aspettavo. 

Cos’altro mi nascondi, Federico? Credo che non manchi molto a scoprirlo.

Dopo avermi sfilato il maglioncino e avermi divorato il collo e i capezzolini decido di prendere un attimo in mano il controllo della situazione. Gli sbottono la cintura e i jeans, poi scivolo giù per terra, tra le sue gambe.

Gli sfilo via i pantaloni e i boxer in un colpo solo e libero un cazzo dritto, eccitato, turgido. Dimensioni abbastanza nella media alta, secondo la mia esperienza, molto poco peloso come piace a me, senza curvature. Lo osservo come fosse una bella scultura, poi donando uno sguardo agli occhi del povero malcapitato, inizio a spompinarlo.

Io credo che il pompino sia la massima espressione dell’amore verso l’organo sessuale maschile. Personalmente adoro farli e ci metto tutta la passione del mondo, quando tra le labbra ho il fulcro del piacere di un uomo.

Lui, poi, lo sento che apprezza il trattamento. Mentre la mia lingua scorre sulla sua asta dura come il legno lui sospira angelico. Quando lo accolgo nella bocca percepisco il suo piacere. Muovo lenta una mano sull’asta mentre ritmicamente succhio quella cappella turgida. Con la mancina decido di massaggiargli le palle e di far scivolare il medio verso il suo buco del sedere. Sussulta e si lascia andare in un “aaahhh” che mi eccita non poco. Allora insisto, e lascio che una punta del dito lo penetri nel culo mentre non accenno a smettere di succhiare quel cazzo. 

Si solleva col busto e con le sue mani mi afferra il viso, dolcemente. 

“Ti prego, se continui così vengo. E io ho ancora molto che vorrei darti.” mi sussurra.

Come posso non accettare? Che bravo ragazzo. Educato e ben dotato. Mi sa che dovrò salvarmi il suo numero.

Mi bacia sulle labbra sporche della mia saliva e dei suoi umori e mi invita ad alzarmi. Lo fa anche lui e mi spoglia completamente. Sono nuda, in piedi, lui è di spalle a me che mi accarezza il ventre, la passerina fradicia, poi risale verso le mie tettine ed infine nella mia bocca. Succhio due delle sue dita che sanno di me, poi la sua mano scende sul mio collo. E stringe. 

Sgrano gli occhi. Lui spinge la sua erezione tra le mie natiche e con la mano opposta inizia a masturbarmi.

Sento le sue dita sfregarsi contro il mio clitoride e l’afflusso di aria che riesco a concedermi mi basta appena per sopravvivere. Sono un lago.

Molla la presa sul mio collo un secondo prima di farmi svenire. Io mi chino sul letto poggiando le mani sulle coperte mentre resto in piedi con le gambe larghe. Mi volto con la testa e lo guardo accovacciarsi. 

Inizia a leccarmi così, mentre è dietro di me. Sento la sua lingua impossessarsi della mia figa fradicia e di tanto in tanto del mio culetto. Le sue mani allargano le mie chiappette candide e la sua bocca avida sembra non voler sprecare neanche una goccia di me.

Si rialza, sazio, forse. Mi spinge sul letto. Io mi volto, ginocchia all’insù, guardo quel visetto da bravo ragazzo e allargo le gambe per invitarlo a prendermi come vuole.

Sale sul letto con le ginocchia. Ha in mano un preservativo, che indossa rapidamente neanche fosse un guanto.

Ammetto che non ci avevo pensato. 

Bravo ragazzo. Ora scopami.

Mi struscia la punta del cazzo tra le grandi labbra e poi me lo spinge dentro lentamente. Giusto un secondo di pausa, poi inizia a pomparmi dentro quel suo bel cazzo.

Inizio ad ansimare ad alta voce e ad ogni colpo godo di più. Mi sbatte così forte che ho paura di smontarmi tra le sue mani. Urlo di piacere.

Lo cingo con le gambe attorno alla schiena e lo stringo a me, come se volessi spingere quel cazzo ancora più in fondo. Con una mano mi prende il viso. Mi mordo le labbra e sorrido arrapata. Mi sputa in bocca. Ecco, forse è questo il momento in cui vengo. 

Tremo e urlo mentre lui non accenna a rallentare il suo ritmo. 

Così si gira portandomi con se, ora sono su di lui. Lo cavalco mentre mi strapazzo il clitoride per godere ancora. Sento il suo cazzo infuocarmi dentro. Le sue mani mi stringono i fianchi come fossero maniglie da cui spingermi su e giù. Vengo ancora. 

Mi stacco da quella cavalcata e mi sdraio accanto a lui.

“Sei stanca?” mi chiede. Che affronto!

Mi giro, pancia in giù, col viso sul cuscino che profuma del mio ragazzo lontano. Porto una mano sul mio sesso ed inizio a massaggiarmi. Sui polpastrelli sento la mia figa bollente e fradicia.

“Non sbagliare buco” intimo, mentre sollevo le chiappette.

Federico si volta e torna su di me. Sento il suo cazzo tornare nella mia figa, battendo quella strada che ormai conosce a memoria. Il suono del suo ventre che sbatte contro il mio sedere è l’unica colonna sonora che volevo sentire. Mi masturbo mentre mi scopa. Non si sdraia su di me, ma mi scopa con una foga unica. Non so cosa gli dico, ma sono infinitamente arrapata. 

La sua mano torna sulla mia gola e stringe, mentre i suoi colpi mi squassano. Vorrei molta più aria e questa mancanza mi fa venire ancora. 

Sembrava aspettasse questo mio orgasmo, per rilassarsi un attimo. Lo sento rallentare ed uscire dalla mia figa in fiamme. 

Ho a malapena la forza per girarmi sulla schiena. Sono sudata e sorridente. Anche lui, bello come un cherubino dal cazzo duro.

“Stavo per…” dice educatamente, come se gli avessi chiesto io, di uscire dalla mia passera. Ma va bene.

“Togli il guanto e vieni qui…” gli sussurro. 

Se l’è meritato. 

Così, si toglie il preservativo e si mette a cavalcioni sul mio petto. Io sollevo la testa quel tanto che basta ad accoglierlo nuovamente nella mia bocca e lo succhio.

Il suo sapore dolce misto a lattice e vaselina si mescolano alla mia saliva. Il ragazzo mi afferra i polsi e me li blocca incrociati sopra la mia testa. Lo guardo. È eccitato e gode ed io succhio avida per regalargli un orgasmo che non gli permetterò di dimenticare. 

Inizia a muovere il bacino come se mi stesse scopando la bocca. Sento il suo cazzo arrivarmi in gola e di tanto in tanto mi porta quasi a tossire. Il suo ritmo si fa più forte ed io succhio più che posso, immobilizzata come una bambola. 

Lo guardo in viso, la sua espressione cambia. Mi libera i polsi. Finalmente. Gli prendo il cazzo con entrambe le mani e lo sego mentre lo guardo con la lingua da fuori.

Gode stringendo gli occhi ed esplode litri di sborra nella mia bocca e sul mio viso. Fiotti caldi mi colpiscono la fronte, i capelli, anche un occhio (Dio quanto brucia!). Io ingoio quello che posso, il resto lo lascio colare dove capita.

Si lascia cadere sul letto, esausto. Mi bacia le labbra sporche di lui (hai guadagnato altri mille punti) e mi chiede educatamente se può usare il bagno. Gli mimo con un dito il percorso e lui va.

Prendo il telefono, mi faccio un selfie. Sono una maschera di sborra e sudore. Ho le guance paonazze e gli occhi rossi e lucidi (uno degli occhi mi brucia da matti). 

Invia a Christian.

Testo: “carino il Tinder date di questa settimana. Dovrò fartelo conoscere. Buonanotte amorino ❤️”

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Selezionato per il nostro archivio dalla redazione, scritto originariamente da: Se7enSinner

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