La vicina in astinenza

erotikamente
4 months ago

Maggio ormai era verso la fine e faceva già abbastanza caldo.

Giulia quel sabato doveva lavorare per cui -mentre ancora sonnecchiavo- mi salutò discretamente e andò via richiudendo delicatamente la porta alle sue spalle. Avevo in programma una giornata di ozio assoluto. Poltrire il più possibile nel letto approfittando di essere solo in casa quella mattina.

Dopo alcuni istanti, però, suonò il campanello:

“Ecco” -pensai con la mente avvolta in un dolce torpore- “ha sicuramente dimenticato qualcosa!”

Mi alzai a fatica, mi trascinai all’ingresso e con gli occhi semichiusi aprii la porta.

Rimasi stupito: di fronte a me non c’era Giulia ma la Signora Nina, la nostra vicina di casa.

Strano perché lei era informatissima sui movimenti di Giulia e, sapendo che quella mattina non ci sarebbe stata per lavoro, non avrebbe bussato se non ci fosse stato un motivo veramente urgente. Forse un malore? O una perdita d’acqua, insomma cosa poteva mai essere successo?

Comunque era lì ed avrei saputo presto il motivo della sua presenza.

La Signora Nina era una donna piccoletta che aveva superato la cinquantina e viveva sola nel grande appartamento lì, al quarto piano.

Era di carattere allegro sempre sorridente, gentile, cordiale, una buona vicina insomma anche se la vita non era stata molto generosa con lei.

Il suo carattere contrastava con quanto le era successo poco più che ventenne: era stata lasciata dal marito, volatilizzatosi nel nulla, forse scappato con un’altra donna, qualche mese dopo il matrimonio, più di trent’anni prima, e da allora era rimasta così da sola, ma non aveva voluto saperne di rifarsi una vita scottata e traumatizzata dall’esperienza subita; le avevano tenuto compagnia i genitori, fino a quando erano rimasti in vita, che si erano trasferiti a vivere con lei per starle vicino, a consolarla in qualche modo per quell’ evento imprevisto.

Con Giulia aveva un ottimo rapporto: non fosse stato per la differenza di età -più di venti- le si sarebbe potute definire praticamente amiche, spesso si facevano visita a vicenda per scambiare qualche chiacchera, prendere un caffè o un tè insieme ed era nata, quindi, una profonda complicità e confidenza tra loro due.

A me era capitato ogni tanto di farle qualche piccolo lavoretto di casa tipo cambiare una lampadina, mettere qualche chiodo alle pareti per appendere un quadro, insomma cosette così, niente di più.

Aprendo la porta me la ritrovai davanti e solo allora mi accorsi, con grandissimo imbarazzo, che avevo un’erezione mattutina davvero notevole che non si nascondeva certamente dietro il pantaloncino estivo, di stoffa sottile con cui dormivo; tra l’altro non usavo indossare biancheria intima per cui l’effetto era ancora più evidente e la T-shirt non era abbastanza lunga da coprire la zona incriminata!

Mi riparai alla bene meglio dietro la porta semiaperta.

“Ti ho disturbato? Forse stavi ancora dormendo.” Disse con un’espressione che sembrava sinceramente dispiaciuta.

 “No, no, nessun disturbo” Mentii.

“Oh, meno male, allora ti rubo solo un minuto: mi aiuti a prendere una piccola scatola che ho nell’armadio? Io non ci arrivo proprio, per me è troppo in alto.”

Quindi, pensai, per fortuna non era successo nulla di grave.

“Arrivo subito il tempo di prendere il caffè, stavo per fare colazione.” Dissi, per prendere tempo, pensando che la cosa più urgente era quella di ricompormi e risultare presentabile nel giro di qualche minuto.

“Oh no, ci vorrà solo un attimo” -implorò- “Dai vieni il caffè l’ho fatto io ed è già pronto! Poi ti lascio libero.”

Cercai di farfugliare qualcosa, una scusa qualsiasi ma lei aveva sfoderato un sorriso angelico al quale era davvero difficile resistere: insomma non sapevo che fare e mi avviai dietro di lei sperando, invano, che nel breve tragitto il mio cazzo potesse tornare a dimensioni normali e meno evidenti!

Lei mi precedeva allegramente e mi accompagnò in camera da letto dove ovviamente c’era l’armadio dal quale avrei dovuto prendere la famigerata scatoletta così importante per lei.

La scatola si trovava sull’ultimo ripiano in alto, sotto due scatolette più piccole impilate con perfezione maniacale; effettivamente, considerai, troppo in alto per lei che intanto aveva già aperto le ante e posizionato una piccola scaletta a tre gradini per darmi la possibilità di prendere agevolmente quello che le serviva.

Ero sempre più in difficoltà, nonostante il caldo cominciavo a sudare freddo e cercavo in tutti i modi di nascondermi o mettermi in posizioni dalle quali non si vedesse in modo così evidente il mio stato, ma era del tutto inutile!

La situazione diventò davvero imbarazzante quando salii, perché a quel punto lei si era messa di fronte a me per darmi istruzioni e sostegno nel caso perdessi l’equilibrio, e il mio pene, durissimo e dritto, era a pochi centimetri dal suo viso; la punta le sfiorava praticamente le labbra!

Ma non sembrava apparentemente farci caso, o meglio riusciva a fare finta di non accorgersene anche se si vedeva che era piuttosto divertita da quella situazione strana 

“Fai attenzione” mi disse “ E’ la scatola sotto le due piccoline quindi attento quando la sfili!”.

Raccomandazione vana! Appoggiati sul ripiano, davanti alle scatole, c’erano alcuni flaconi di profumi, due o tre bottigliette; ero molto impedito nei movimenti perché più che concentrarmi sulla scatoletta ero concentrato sul mio cazzo e sulla situazione assurda in cui mi trovavo per cui malauguratamente urtai con il gomito i flaconi che, con uno splendido effetto domino, si rovesciarono. Da uno di questi si tolse il tappo e il suo contenuto si rovesciò su di me bagnandomi totalmente la maglietta e per la maggior parte il pantaloncino; perdendo la coordinazione feci cadere le scatole, la più piccola mi cadde in testa e avvertii un dolore tremendo perché era pesantissima!

La signora cominciò ad agitarsi:

“Scendi, scendi! Vieni qui, distenditi sul letto!”

Io con la scatoletta in mano ero talmente intontito da non capire ancora bene che cosa fosse successo, scesi senza rendermene conto gli scalini e mi feci aiutare a sdraiarmi sul letto che era lì a due passi.

Lei mi tolse l’oggetto di mano, disse di non muovermi e corse a prendere del ghiaccio, tornando dopo pochissimo tempo mentre io, pur in questa situazione assurda mi rendevo conto che il mio cazzo restava tranquillamente rigido, duro, come non gli importasse nulla di quello che intanto era accaduto!

Dopo questo primo pronto soccorso veloce la signora Nina ritorno forse in cucina e mi porto una borsa del ghiaccio da mettere sulla fronte dove avevo subito il colpo.

“Ma adesso non puoi restare così, con questo pantaloncino bagnato; lo faccio asciugare il tempo che tu te ne stai qui, buono buonino aspettando di stare un po’ meglio”

Detto fatto, In men che non si dica mi sfilo il pantaloncino! Non riuscivo neanche a reagire e ovviamente restai nudo e solo allora lei sembrò accorgersi di quel cazzo, che ormai libero, ostentava tutta la sua magnificenza fiero e orgoglioso di se stesso.

Lei si fermò un momento e con aria maliziosa e meravigliata disse:

“Oh, però, caspita! Qui abbiamo davvero una bella sorpresina…”

“Forse è il caso di farlo riposare un po’ altrimenti ti resta così tutta la giornata!” -Continuò-

Quindi, senza perdere tempo, si sedette a bordo del letto e afferrò il pene con la mano destra cominciando a muoverla con una maestria che non avrei mai sospettato. Bastarono pochissimi movimenti per farmi eiaculare abbondantemente con schizzi di sperma che andavano da tutte le parti!

Sembrava soddisfatta e divertita del suo operato ed in effetti, complice il fatto che ero eccitatissimo, aveva fatto davvero un bel lavoretto!

Prese qualcosa per ripulirmi e sparì col pantaloncino, lasciandomi così, inerme sul letto col cazzo ancora in bella mostra. E sì, perché quasi a volermi fare dispetto lo stronzo restava ancora duro dritto e non si era ammosciato per nulla!

Nina ritornò dopo pochi minuti portando un piccolo asciugamano umido per finire di ripulirmi.

Vedendomi ancora duro fece un sorriso complice e malizioso e cominciò a passarmi l’asciugamano con delicatezza raccogliendo sui testicoli, sulle parti bagnate lo sperma e poi passò delicatamente all’uccello. Io che ero già duro di mio a quei massaggi ritornai allo stato precedente alla strepitosa sborrata appena fatta.

Allora lei, lasciata da parte l’asciugamano, riprese a lavorare di mano sul mio uccello. Poi, inaspettatamente, calò la testa e lo prese in bocca come non aveva mai fatto nemmeno Giulia.

Pochi istanti dopo, si spogliò completamente e salì a cavallo su di me infilandosi completamente il cazzo nella su fica che era umida e calda incominciando a muoversi sinuosamente.

Ero eccitato dalla situazione e dovetti constatare che la signora Nina era davvero ben fatta, dimostrava la metà dei suoi anni; la sua pelle era liscia, la fica pelosa al punto giusto e le tette anche se non grandissime erano sode e con dei capezzoli grandi e duri.

Si muoveva bene e mi chiesi se da quando era rimasta sola avesse mai fatto sesso in tutti quegli anni perché dava l’idea di essere molto esperta; allo stesso tempo sembrava volersi godere fino in fondo quel momento.

Venni dopo un po’ dentro di lei che continuò anche dopo a muoversi tenendolo tutto dentro fino a quando alla fine finalmente il mio impavido guerriero si arrese e finalmente si ammosciò!

Senza dire nulla scese dal mio cazzo, andò via con i vestiti e ritornò dopo un tempo che mi parve interminabile con il pantaloncino ormai asciutto. Mi aiutò a rivestirmi e prima di farmi alzare si allungò su di me dandomi un bacio lungo e molto sensuale, mi aiutò a rialzarmi e mentre mia accompagnava alla porta mi disse:

“Non ti ho ancora detto grazie per aver preso la scatola, sei stato gentilissimo” poi aggiunse sorridendo : “ mi hai anche regalato dei momenti indimenticabili!”

Poi quando ero ormai sull’uscio continuò:

“Sai, potrei avere bisogno del tuo aiuto per prendere altre cose che per me sono troppo in alto…”

Questa volta fui io a sorridere:

 “Certo, quando vuole, basta bussare e arrivo!”

E ritornai nel mio letto a gustarmi quella avventura che prometteva di ripetersi come un gradevole e piacevole appuntamento con la Signora Nina...

Racconto selezionato per il nostro archivio dalla redazione, scritto originariamente da: Jacopo Di Virgilio

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