Alice l'insaziabile. Altre avventure
Vi ricordate di Alice?? Ecco una nuova avventura…Sono Alice e ho trent’anni, mi piace il cazzo e mi piace sempre prenderlo da un ragazzo diverso, oltre ai miei due fidanzati.
Trovai lavoro, presso un azienda nel centro città in cui vivo e cominciai a lavorare affiancando un ragazzo, direi un bel ragazzo, abbronzato, sempre alla moda. Notai più avanti che teneva anche alla cura della sua persona e più di una volta osservai che il suo corpo era tutto glabro; avevo già l’acquolina in bocca, mi pregustavo il mio prossimo obiettivo, cioè il suo cazzo sia in bocca che nella mia figa. Infatti, cominciai a vestimi solo per lui. Ero giovane piacevo agli uomini ed ero provocante: il mio obiettivo era trombarmi il collega. Gestivamo questo negozio insieme e dopo diverse vendite ci eravamo avvicinati e lui, oltre a sentire il mio profumo, non disdegnava di guardarmi le tette. Ero sicura che gli facesse effetto stare vicino a me. Giorno dopo giorno, vedevo che lui faceva fatica a starmi vicino, notavo il suo sguardo sempre sulla mia scollatura; ho un seno grande e vistoso e di certo non l’ho mai nascosto, infatti, dopo poco più di un mese, me lo trovai dietro con il suo bel cazzo duro che spingeva sul mio sedere.
Fortunatamente, eravamo già in orario di pausa pranzo, e girandomi, cominciai a slacciargli i pantaloni, e il suo cazzo duro, mi estasiò, mi abbassai e gli feci un bel pompino. Me lo misi in bocca e cominciai a succhiarlo con forza e a leccargli l’asta in tutta la sua lunghezza. Mi meravigliai della sua grandezza, non vedevo l’ora di ficcarmelo in figa, ma non feci in tempo a spostarmi che lui mi tenne la testa e venne con un bel pò di sborra. Mi piacque sempre di più, il suo sapore era un poco salato e delicato, lo bevvi ma non fino all’ultima goccia. Non contento, mi mise a novanta appoggiata al bancone e lo mise dentro alla mia fighetta già pronta a riceverlo e con forza mi pompò. Arrivai in breve all’orgasmo, avendo un bell’uccello e non contenti trombammo per circa una buon’ora.
Come volevasi dimostrare ancora una volta avevo centrato il punto, lui era diventato mio.Tutti i giorni lavorare a stretto contatto, era diventata un’abitudine, alla chiusura del mezzogiorno ci chiudevamo dentro e il nostro tempo lo passavamo nel modo più bello possibile: preliminari e trombata erano diventati una prassi. Ci chiudevamo dentro all’ufficio nel retro negozio e guardandoci negli occhi ci spogliavamo. Oramai la sua stanga tutti i giorni era sempre bella dura; avvicinandomi a lui prendevo il suo cazzo tra le mie mani e mi deliziavo nel fargli un bel pompino, la mia lingua percorreva la sua lunghezza, con la lingua stimolavo la sua cappella bella lucida dei suoi umori e cominciavo a succhiargli quel cazzo dalle dimensioni abbastanza pronunciate, amavo fare i pompini.
Mi piaceva dominare quell’uomo, guardando il suo viso in estasi, ogni movimento della mia bocca e della mia lingua era un paradiso per lui, che in quel momento si godeva l’attimo.Dopo averglielo lavorato un bel po’, l’avevo in pugno: continuavo a succhiarglielo, leccandogli anche la cappella. Con uno spostamento di mano gli presi in bocca le palle e succhiai anche quelle, adoravo i suoi gemiti, ma non volevo che venisse ancora. Infatti, lo spinsi sulla scrivania e con un movimento delicato mi misi a cavalcioni su di lui e me lo misi dentro; sentii tutta la sua lunghezza e la sua larghezza. Quando fui sopra di lui, prese il controllo e cominciò a pomparmi di brutto, io lo cavalcavo e lui mi colpiva. Ben presto pure io venni con un orgasmo multiplo e lui venne con me.
Era sempre una bella esperienza, avevo il suo uccello che riempiva la mia fighetta, non riuscivo a staccarmici, mi piaceva troppo. Scopavamo fino circa all’orario di apertura.Purtroppo, pochi mesi dopo, lo trasferirono in un’altra sede, e mi trovai a lavorare con una collega donna, ma come potete immaginare le donne non sono nelle mie corde, quindi chiesi il trasferimento, vicino a casa.
Alla prossima avvebtura, con Alice ed il suo nuovo collega nella sede vicino a casa.
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