Psichicamente ninfomane

Una sera al pub con un paio di amici che sono al corrente del mio lato libertino, ci siamo posti una domanda, per l'esattezza se la sono posta loro. Io mi limitavo ad ascoltare interessata, anche se non mi aspettavo idee particolari. Ormai ho fatto di tutto, mi dicevo.
Stavamo aspettando degli altri poi la serata si sarebbe conclusa in un sei contro una come era già capitato spesso. Nel mio paese questo risultato è già notevole. Così per caso un po' con uno e un po' con un altro, poi in tre insieme al mare e insomma si è creata questa situazione.
Ovviamente qui non oso come quando vado via. Mi conoscono da quando ero in paese ... arrivano gli altri e l'argomento dilaga nelle loro menti e li appassiona. Uno di loro propone di pubblicare un filmino nostro. Mi dicono che con parrucca e occhiali non mi riconoscerebbe nessuno. Già fatto con dei ragazzi a Milano. È rimasto on line un mese ed è pure piaciuto moltissimo.
Uno di loro è psicologo e proprio da lui è arrivata l'idea terribile! Avrei dovuto fare un incontro in un appartamento bendata lì nel paese. Avrebbero organizzato loro. L'ideatore mi ha spiegato perché per me sarebbe stato importante fare questa cosa.
Mi ha detto "pensaci. Tu hai un io scisso. Presenti l'immagine di una divorziata bella che rispetta la morale tradizionale ma poi hai bisogno di scappare e liberare l'altro io perchè qui non te la senti".
Ho detto che era troppo per me e lui ha insistito.
"Pensaci, tu non saprai con chi sei andata. Prova ad immaginare dopo quando uscirai. Chiunque vedrai potrebbe averti scopata come gli andava di fare. Il tuo rapporto col tuo io cambierebbe".
Quella sera abbiamo giocato insieme e ne abbiamo parlato ancora. Ho spiegato per esempio che ho un olfatto molto pronunciato e molti li riconoscerei bendata e loro mi hanno fatto notare che si, molti li avrei probabilmente riconosciuti ma molti altri no e a causa di quelli avrei provato una sensazione nuova. È vero mi son detta poi a casa da sola. L'idea mi eccita da morire. Non con tutti gli uomini del paese ma con coloro che sarebbero stati presenti all'incontro il mio io non sarebbe più stato diviso fra suora e donna che ha voglia spesso ... e non sapendo chi era presente poi in paese come mi sarei comportata?
Che significato avrebbe avuto lo sguardo di uno del paese dal giorno dopo? Mentre pensavo a queste cose ero eccitatissima, uno di loro, dei ragazzi coi quali avevo appena passato la notte, mi telefona e mi dice una data, l'ora, le ventitré, e un indirizzo che è proprio in paese, in centro, ma mi rendo conto che lì non mi risulta di conoscere gente. È vero anche questo. Il paese è abbastanza grande, ventimila e passa persone. Fra un mese esatto loro mi faranno trovare tutto pronto, non devo dire niente. Se quella sera fra un mese non ci andrò, semplicemente sarà finita lì e non se ne parlerà più.
Da quel momento mi sono trovata in una condizione mentale unica. Quando uscivo annusavo con più attenzione le persone per esempio. Poi mi dicevo ma cosa fai! Non lo farai quindi lascia perdere! E invece mi sentivo come una persona che sta partendo, che non tornerà più in paese nel senso che il mio io, così com'era stato fino a quel momento, sarebbe partito per sempre. Sarebbe rimasto l'altro io, quello nuovo, quello che veramente è il mio io. Ho capito da piccoli comportamenti che stavo cedendo. I ragazzi nel frattempo li ho incontrati altre quattro volte, si è aggiunto un altro ragazzo di un paese vicino, ma con me non ne hanno più parlato.
Non un doppio senso, niente. Poi, tre giorni prima della data ero stata dalla parrucchiera e a depilarmi accuratamente. Ormai avevo capito che non avrei resistito. Ero tesa quella sera. Ho fatto un giretto verso le 20. C'era un silenzio che mi sembrava eccessivo. Era come se il paese avesse una sua mente e mi attendesse in silenzio, che attendesse il momento in cui almeno una delle sue anime la smettesse di essere doppia. Esco in macchina ma non parcheggio vicino.
Sono agitata. Invece di scendere una parte di me si ribella e parcheggio proprio vicino alla porta. Sono i primi di marzo di quest'anno, è tiepido. Ho scelto un vestitino intero cortissimo semitrasparente. Non mi sono truccata. Devo essere io, niente maschere. Mi sistemo i capelli, mi guardo allo specchio retrovisore. Non c'è nessuno in giro.
Scendo. La porta è socchiusa. Appena dentro nella penombra due di loro mi salutano. Mi fanno firmare un foglio che non leggo. Mi tremano le mani, ho la vagina in fiamme. Mi mettono degli occhialini da piscina di quelli piccolissimi. Dentro li hanno verniciati di nero. Non vedo assolutamente niente. Mi tolgono il vestito. Sono nudissima con le scarpe col tacco alto. Uno mi dà la mano e dice vieni. Con mi sorpresa si esce! Sono sconvolta. È un attimo. A dieci passi c'è una macchina e ho la sensazione che ci sia gente perché sento dei passi in lontananza. Mi fanno salire su una macchina dietro. Si va. Non mi parlano. Forse due minuti, non di più e scendo, sempre nudissima. Non so se sono su un marciapiedi o in un cortile interno. Cammino mano nella mano. Una porta, sento musica, entro, dei gradini. Ho la sensazione che sia un primo piano. Altra porta. Entro. Capisco che c'è gente. Cerco di capire quanti. Qualcuno mi mette un collare e il guinzaglio e mi dice di camminare a quattro zampe, poi di salire su un tavolo rimanendo in quella posizione. La voce non la riconosco. Spengono un attimo la musica e un'altra voce, anche questa sconosciuta, invita al silenzio e legge la lettera che ho firmato senza nemmeno guardarla. Io, poi il mio nome, dichiaro che adoro il sesso, che sono etero e che non mi va più di nasconderlo. Sono una maialina, tutti lo siamo quindi basta moralismi. La voce mi chiede se sono d'accordo. Non me l'aspettavo. Sono a quattro zampe nuda su un tavolo in mezzoa della gente che sembra essere tanta..
Dall'inizio della lettura della lettera mi stanno palpando, baciando. Le mie tette penzolano. Una terza abbondante che sembra irresistibile. Sono disorientata ed eccitatissima. Me lo chiede di nuovo. Mi dice che se non rispondo non accadrà niente e se ne andranno. Nessuno mi tocca più. Silenzio. Sento i loro respiri. Per ora due li ho riconosciuti. Poi improvvisamente sento la mia voce dire che sono d'accordo. "Stasera obbedirai totalmente alla nostra volontà?". Dico si con un filo di voce, poi più convinta. Applaudono. Riconosco qualche voce. Non ho più imbarazzo ma voglia. Riprendono a succhiarmi le tette. Uno me lo mette in bocca. Prima delicatamente lo appoggia alle labbra le apro, lo lecco, lo succhio. Un certo odore di tabacco. Ho in bocca un mio vicino di casa. Incredibile! Si sfila improvvisamente. Passa dietro e senza timore di farmi male me lo mette nel sederino.
La musica è alta e secondo me l'hanno messa perché pensano che io così non li riconoscerò. Lo chiedo con quello che mi tiene la mano che riconosco essere uno dei miei amici. Mi dice che si, così ho solo l'olfatto, ma sento invece molto bene. Il mio vicino dice che è da una vita che sognava di farmi il culo. Ne ho già un altro in bocca che viene letteralmente dopo dieci secondi. Poiché lo spinge fino in fondo mando giù tutto. Dice che è venuto ma non gli credono. Ribatto che si, è venuto. Riconosco anche lui ... collega di lavoro! In quella posizione ci rimango un po'. Vengo senza ritegno.
Mi fanno scendere, Cammino a quattro zampe sui tappeti. Mi sculacciano. Ne riconosco altri. Qualun altro mi dice come il vicino roma, che era da un pezzo che voleva fottermi. Gli dico che ora può farlo e lo ringrazio. Sai chi sono? Fico No. Ti scopo anche dopo, anche domani, sempre! Gli dico va bene, mi scappa da ridere. Mi mettono in ginocchio. I miei sette amici ci sono e ci parlo. Dico piano ad uno di loro che mi sembra che ci sia veramente tanta gente. Mi spiegano che con l'ultimo arrivato dei sette, che non è del paese, hanno deciso di spargere la voce anche in qualche paese vicino. In uno c'è una caserma, e una palestra nota in tutta la provincia. Sono allibita ma ormai sono in ballo si balla. In ginocchio mi sodomizzano uno via l'altro c'è l'ordine di non sporcare la modella quindi chi riesce arriva trafelato alla bocca. Sono una maschera di sperma. Le tette colano e ondeggiano vistosamente perché chi è dietro spinge forte. Sei stanca? No. Vuoi riposarti? Non rispondo. Mi sollevano.
Ora sono sul tappeto. Steso c'è un corpo su quale mi sistemo. Ha un bell'arnese. Lo chiamano Giovà, non lo conosco. Capisco comunque che è della palestra perché qualcuno lo dice. Un altro mi penetra dietro. Se durassero! Pensavo di averlo pensato e invece l'ho proprio detto! Mi rispondono che Giovà è inossidabile e gli altri si daranno il cambio tipo catena di montaggio, in bocca e sederino. È vero. Un'eterna doppia penetrazione con la bocca sempre piena. Ho orgasmi a catena. Urlo, grido si si si, ancora ancora ancora! Mi sembra di svenire ma non succede. Mi sembrava aver giocato un'oretta e invece spengono la musica. Uno dei miei amici mi dice che è l'alba. Non devo andare a lavorare dico, ma tengono famiglia mi rispondono. Stanno arrivando quelli della caserma che la famiglia ce l'hanno lontana. La stanza per ora è vuota. Tolgo la maschera. Molto disordine. Mi scappa la pipi. Quando ne ho avuto bisogno durante la "festa", l'ho dovuta fare davanti a tutti, non mi era mai accaduto. Mi ha fatto sentire come una che non ha proprio più nessun segreto.
Arrivano i soldati. I miei amici mi passano la maschera. Sorrido e non la metto. Insistono. Non voglio. C'è anche qualcuno del paese ... ho un attimo di perplessità poi chiedo, sono giovani? Si, allora niente mascherina. Mi dicono guarda che si bloccano, si imbarazzano. Tu hai il fatto il salto. Loro no. Temono che tu li riconosca. Ok. Mi rassegno. La metto. Entrano. Musica. Hanno molti arretrati, lo dicono subito. C'è gente che da un mese ... propongo di fare prima un giro di pompini. Si inizia.
Torno a casa che è pomeriggio tardi. Mi accompagnano due amici. Faccio la doccia, sto bene. Sono lievemente stanca. Non ho fame. Mi hanno nutrita abbondantemente loro. La macchina! È in centro. Devo andare a prenderla perché domattina mi serve. Sono le cinque e mezza di domenica pomeriggio e c'è il sole. Ecco il momento chiave. Ora uscirò e ... sono uscita. Jeans, maglietta e giubbino leggero. Il vicino mi vede. Mi saluta. Lui non sa che io so. Io so che lui sa. Sorride. Mi chiede come va. Rispondo benissimo! Tu? Anch'io. Ho passato una serata stupenda. Vuoi il caffè? Ora no! Sono sazia.
Sorride malizioso. Beh quando torni.
Ci penso! Ecco la gente ... mi sto avvicinando al centro. Ecco altri due che ho riconosciuti con la famiglia. Salutano. Sorridono. Di nuovo non sanno che so. Poi ecco altre persone che salutano. Ecco, di loro non saprei dire. Ogni saluto, ogni parola sono un'enigma e mi eccito di nuovo. Vicino alla macchina ci sono due dei miei amici. Sei contenta? Si. Lo rifaresti? Si ... lo hanno chiesto. Va bene. Meno male che non c'erano donne ... si meno male. Si avvicinano dei ragazzi uno mi chiede l'ora. Ha il telefono in mano. Non ha senso chiedermelo. Gli dico l'ora, mi sorride. Gli chiedo ci conosciamo? Mi dice di chi è figlio ma capisco che c'era. Salgo in macchina. Mi dai un passaggio? Rido e gli dico, così poi la gente dice guardala che carica i giovanotti! È imbronciato. Salgo più avanti. Dopo il fruttivendolo ... poi dice. Se saliamo in tre o quattro non pensano male! E gli ho detto va bene... poi in macchina, prima di caricare gli altri tre che erano più avanti, mi ha proprio detto che lui stanotte c'era, gli altri no, lo aveva raccontato ma non gli credevano quindi se per favore... perché ne andava della sua reputazione. Non sapevo dove andare. Lui mi ha detto andiamo da te. È buio ormai, hai i vetri scuri e scendiamo quando siamo dentro al garage.....
Sto vivendo una situazione strana, ho paura che crolli tutto, prima di tutto la mia reputazione. Ma non accade. Sono tutti gentilissimi con me. I ragazzi giovani non riescono a nascondere l'entusiasmo, spesso me li trovo di notte vicino a casa. Tirano i sassolini al vetro come gli innamorati. Meno male che dietro la casa c'è campagna. Il loro sano entusiasmo mi esplode ripetutamente in bocca e altrove ed è bello... non ha senso resistere.
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