La schiava romana
La serata stava volgendo al termine, Sandra si avvia verso la stanza, la sua al primo piano, di fronte un piccolo balcone la cui vista dava su una piazzetta di Roma, il tempo di un ultima sigaretta prima di andare a dormire, quella sera aveva indossato il tubino di zara di ecopelle che le stava stretto al punto giusto, delineando le sue forme con in vita una cita come a stringere i suoi fianchi che la facevano sembrava ancora più sinuosa ed affascinante, ai piedi i suoi tacchi, l’estensione di quel piede affusolato e snello, 12cm che la sollevavano da terra lasciando senza fiato chi l’avesse anche solo per un attimo scrutata con lo sguardo.
Ancora un tiro e poi vado a letto, pensa, quando ad un tratto una mano l’afferra in vita, appoggiandosi sulla cintura, la fa ruotare di scatto, nemmeno il tempo di capire cosa stesse succedendo, le labbra di Mario erano appoggiate alle sue, gli occhi sgranati di chi non capiva cosa stesse succedendo, la paura e lo stupore che si uniscono e quella mano che la cinge ancora più forte come se volesse rapirla, un bacio che sembra togliere l’aria ma che allo stesso tempo le fa battere il cuore, mille pensieri che vagano tra la mente, dieci interminabili secondi che sembrano un eternità.
Mario l’afferra per una mano e la trascina sul corridoio dell’albergo, il tempo di buttare la sigaretta ormai finita, nemmeno una parola, soltanto un cenno con la testa di seguirlo. Pochi passi dividevano infatti il terrazzo dalle loro stanza la sua la 130 e quella di Mario la 132 erano vicine, una di fronte l’altra, nemmeno il tempo di riuscire a capire cosa stesse succedendo che Mario accarezzandole i fianchi la spinge nella sua camera, pochi i passi dalla porta al letto matrimoniale della stanza, in un attimo la mano che si appoggia sulla schiena, una leggera spinta e Sandra si trova distesa sul letto con lo sguardo verso la finestra, la paura sembra averla immobilizzata, sente la cinghi dei pantaloni di Mario che si sfila velocemente, lui le afferra le braccia e senza provare a reagire, la pelle delle cintura le stringe i polsi, bloccandoglieli, scorrono veloci le mani di quello che ora sembra essere il suo aguzzino, arrivano alle caviglie e la tirano facendola scivolare sul copriletto di colore grigio, in un attimo Sandra si trova in ginocchio poggiata con la pancia sul letto, i polsi stretti dietro la schiena, sul letto vicino il suo viso il cellulare che le era caudato mentre Mario le legava i polsi, quella scena che spesso aveva immaginato e pensato, stava lentamente prendendo forma, ma la realtà come spesso accade e diversa dall’immaginazione.
La pura sembra diventare eccitante e mentre gli occhi fissi sulla finestra non riescono a vedere cosa succedere, sente sfilarsi le scarpe, Mario le sfila prima i tacchi e poi le calze auto reggenti nere che indossava, mentre respira affannata, Mario prende una calza la fa diventare una pallina e la infila nella bocca di Sandra, nemmeno una parola, un verso, solo i rumori che dietro le sue spalle Mario faceva, infila di nuovo le scarpe ai suoi piedi, il rumore della zip ed il pantalone poggiato sul letto.
Tutto troppo velocemente, tutto così irreale quella situazione che sembrava non potesse mai accadere, Mario alza il vestito stretto che copriva il fondo schiena di Sandra, le allarga le gambe, la sua mano calda le accarezza le labbra, il sudore diventa lentamente eccitazione, la paura diventa trasgressione fino a diventare perversione.
Un attimo di silenzio, gli occhi rassegnati di Sandra provano a capire cosa sta per succedere, ma quell’attimo di attesa ha già una risposta, il membro ormai duro di Mario si infila senza troppa attesa nella vagina di Sandra, gli occhi si chiudono e la smorfia iniziale di dolore, diventa lentamente una danza di piacere, nessuna parola solo l’ansimare di Mario la colpisce ripetutamente come se volesse lasciare un segno indelebile del suo piacere, solo un mugolio quello che Sandra riesce far uscire dalla bocca tenuta serrata dalla calza, uno schiaffo, poi un altro sul fondoschiena, minuti che sembrano interminabili, mentre il telefono di fianco al viso di Sandra si illumina è il marito che la sta chiamando, rassegnata si lascia andare, la paura ormai diventata solo un gemito di piacere, Mario continua a penetrarla lasciando che il suo grosso membro le arrivi fino allo stomaco, tremano le gambe di Sandra, perchè quel piacere lentamente la sta facendo sciogliere nelle sue mani, non c’è più resistenza ma soltanto la voglia di essere posseduta da lui, i colpi decisi sono l’unico rumore che si sente in quella stanza, diventata la sua camera delle torture, Sandra si lascia andare in un mugolio di piacere, la sua vagina tutta bagnata ormai è la risposta che Mario voleva ricevere, sfila il membro e mentre è ancora duro, prende Sandra e la fa girare, lasciandola inerme sopra il letto con i polsi legati dietro e le gambe larghe, si avvicina al viso, diventato rosso dall’emozione, si masturba di fronte i suoi occhi ormai sgranati facendola accarezzare la cappella del suo cazzo vicino le labbra mugolanti di Sandra, un sospiro veloce ed un gemito di piacere, lo sperma di Mario che scivola sul viso di Sandra che immobile si lascia riempire, nessuna parola solo sguardi che sembrano essere l’inizio di qualcosa, Mario sfila la cinghia dai polsi di Sandra e si riveste velocemente, Sandra resta distesa sul letto a fissare il soffitto, lo sperma ancora caldo le massaggia il viso, Mario si avvicina prima di andare, dandole un bacio sulla fronte e dicendole sottovoce “Ora sai a chi appartieni”.
Roma è stato l’inizio di qualcosa a cui spesso la fantasia aveva solleticato i miei pensieri, ora però bisognava affrontare la realtà, la moglie e la mamma dei tuoi figli che ha avuto un rapporto sessuale con un altro uomo, Sandra poteva scegliere di mantenere il segreto e di convivere con lui, invece dopo le tante volte che in camera abbiamo fantasticato sul fatto che il suo capo la volesse sottomettere, mi ha raccontato tutto.
Non ho mai avuto a questo punto alternative di scelta, ho deciso di essere cuckold consapevole del mio ruolo e di quello che da oggi in poi sarebbe stato il nostro rapporto che da oggi in poi, da quando tutto questo è cominciato è sicuramente migliorato. Ero sicuro che il suo capo Mario, non si sarebbe fermato a quel singolo evento, lo conosco ed ho sempre pensato che fosse perverso e sadico, i suoi modi di fare, la sua attitudine al comando, sapevo che un giorno, la mia Sandra sarebbe stata una vittima predestinata e purtroppo così è stato.
Tornati da Roma, il lunedì inizia la settimana, le regole erano semplici, Mario avrebbe scelto cosa doveva indossa Sandra ogni volta che lui volesse, le mandava un messaggio al sera prima e le scriveva cosa volesse, domenica sera il messaggio, domani mia fantastica Sandra devi indossare, una gonna di pelle al ginocchio una calza velata una camicetta bianca è un tacco alto da 12cm, ti voglio come una vera segretaria. Non vi nascondo che solo leggere quel messaggio mi aveva fatto eccitare e l’unica cosa che ero riuscito a dire a mia moglie è stata di eseguire alla lettera l’ordine.
Lunedì mattina uscendo prima da casa non potetti assistere a come si sarebbe preparata, però appena arrivata in ufficio le scrissi se poteva mandarmi una foto, le sue gambe affusolate e i tacchi che affiancati mi facevano impazzire, sapevo benissimo che lui ne avrebbe approfittato ma l’eccitazione era troppa che valeva la pena sapere che lei sarebbe stata sua anche oggi.
Mario che arriva di solito più tardi in ufficio, suonò alla porta, Sandra si alzo per aprire, Mario la vide e le disse che era meravigliosa, all’orecchio le sussurra che da oggi tutto sarà diverso, Sandra chiude la porta per tornare alla sua postazione, Mario con una voce piena esclama; “segretaria!!!” vieni un attimo, il rumore die tacchi riempie le pareti del corridoio, dimmi Mario, un ghigno ed un cenno, inginocchiati, ora subito di fronte a me, Sandra lo guarda con gli occhi sgranati come se volesse dirgli che cavolo stai dicendo, ma prima ancora di poter pensare Mario le ripete,
ora mettiti in ginocchio mia cara Sandra, le poggia una mano sulla spalla e la invita ad abbassarsi, Mario va verso la porta di ingresso dell’ufficio e la chiude a chiave, questa mattina non abbiamo bisogno di visitatori, apre un cassetto e prende una paio di manette in metallo, si avvicina le accarezza il viso, le prende i polsi e li avvolge nei bracciali di metallo mettendo la chiave sul tavolo.
Ora mia bella segretaria faremo un gioco, Sandra con lo sguardo basso sente il dito di Mario sotto il mento, guardami in faccia quando ti parlo, voglio guardarti negli occhi ogni volta che ti do un comando, capito!!!. Sandra annuisce e alza il viso, Mario si toglie la cravatta di colore blu scuro, per usarla come benda per gli occhi.
La sua segretaria con tacco 12, gonna di pelle e camicetta, inginocchiata, ammanettata e bendata, Sandra sente solo il rumore dei pantaloni di Mario che si sfilano, e quel profumo che ricorda bene da quella sera, Mario prende il suo membro già turgido e lo usa per schiaffeggiare il viso di Sandra, le sfiora le labbra che luccicano dal rossetto appena messo, quando ad un tratto le dice di aprire la bocca, Sandra prova a non ubbidire ma Mario le afferra il viso stringendolo e dicendole apri questa bocca, puttana, le infila i suoi quasi 20cm in bocca, la mano poggiata sulla coda di Sandra e quella sua voce diventata quasi perfida che le dice, vediamo come te la cavi con questa bocca, inizia ad ondeggiare facendole entrare ed uscire la cappella del cazzo, dando a Sandra solo qualche secondo per riprendere fiato, gli occhi di Mario si chiudono e troppo eccitato per resistere ed in pochi minuti affondando i colpi di sciabola nella bocca di Sandra le viene copiosamente, tenendo ferma la test con la mano, lasciando che lo sperma coli sul pavimento. Sandra prende un leggero respiro ma senza parlare abbassa la testa e rimane in silenzio, Mario prende le chiavi sul tavolo, le toglie le manette e le dice, ora sistemati e torna a lavorare. Sandra si rialza, sistema la gonna e va in bagno a sistemare il trucco, prima di tornare ancora con il sapore di Mario si accende una sigaretta, prende il cellulare e mi manda un messaggio, Mario mi è appena arrivato in bocca.
Io non posso che rispondere Ti amo… amore mio, ringrazia Mario.
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